AMPLIFIFICATORE IBRIDO
20W ULTRALINEARE CON EL34
In questo progetto la mia intenzione era di ottenere un bassa distorsione senza rinunciare all’utilizzo del tubo termoionico, per soddisfare tale richiesta ho usato transistor in connessione differenziale per lo splitter preamplificatore e le valvole in connessione ultralineare per la sezione finale. Il risultato ottenuto è andato oltre le mie aspettative sia a livello di misure che di ascolto; il suono sembra uscire con rabbia dai diffusori sfoggiando il meglio di se soprattutto sui bassi che risultano profondi e secchi ma senza togliere nulla alla gamma medio alta che si esibisce con una rara brillantezza. La presenza dei transistor non si fa sentire data la loro intrinseca linearità, è come se il segnale d’ingresso fosse direttamente collegato alle griglie delle valvole finali, questo garantisce una velocissima risposta ai transienti che vengono di poco inficiati dai soli due tubi di uscita. Il rumore (fruscio e hum ) è bassissimo tanto da non essere ascoltato anche poggiando l’orecchio sul diffusore, tale risultato è stato ottenuto abbassando l’amplificazione del differenziale d’ingresso a quel tanto che serve e usando un mosfet per alimentare le valvole a connessione source comune che garantisce un ripple residuo di 2 mV il quale viene praticamente eliminato dal primario del trasformatore di uscita. Non ho avuto problemi di oscillazioni anche realizzando il tutto in aria come da foto, questo garantisce una buona stabilità d’insieme.
ALCUNI DATI SALIENTI
POTENZA DI USCITA = 21W / 8 ohm
SENSIBILITA’ = 0.248mVeff
BANDA PASSANTE A -3dB = 10Hz – 40Khz
SEZIONE ALIMENTAZIONE
La sezione di alimentazione è costituita dal classico ponte di diodi da due condensatori elettrolitici e da un mosfet a connessione a source comune. I diodi devono essere schottky o Fast soft-recovery e devono sopportare almeno una tensione (repetitive peak reverse voltage, VRRM ) di 1000V e almeno una corrente media (average forward current, IF(AV)) di 1A , io ho usato i BYV96E (attenzione alla E) che dispongono dei parametri suddetti.
I condensatori entrambi da 100uF devono avere una tensione di lavoro maggiore o uguale a 450V.
Il mosfet da me usato è il STP4NK80Z, ma potrete usarne altri che dovranno avere le seguenti caratteristiche:
Tensione massima tra drain e source
(Drain-source Voltage (VGS
= 0), VDS) maggiore o uguale a 500V.
Tensione massima tra drain e gate (Drain-gate Voltage,
VDGR ) maggiore o uguale a 500V.
Corrente massima di drain (Drain Current (continuous) at TC = 100°C) maggiore o uguale a 1A.
Qualunque dissipatore si usi o dovunque venga fissato il mosfet la temperatura del suo case che non deve superare i
70C° in qualsiasi condizione ambientale.
Il ripple ai capi del condensatore
collegato al ponte dei diodi si aggira, con i due canali in funzione, attorno
ai 20Vpp ,mentre quello sul source del mosfet si
aggira attorno ai 2mV. Sul carico, per l’effetto della cancellazione del
primario del trasformatore, esso assume valori talmente piccoli che risulta
difficilmente misurabile con l’oscilloscopio perché si confonde con il rumore
di fondo.
Le correnti, le tensioni e le potenze dei componenti sono
riportate sullo schema seguente.
SEZIONE
PREAMPLIFICATRICE
Questa sezione oltre a preamplificare il
segnale funge anche da splitter. I transistor sono in
connessione differenziale con una variante circuitale per diminuirne
l’amplificazione; infatti se le due resistenze (R21 ed R22) fossero alimentate
direttamente dalla tensione di alimentazione invece che connesse reciprocamente
ai due collettori, essa sarebbe estremamente alta tanto da abbassare la
sensibilità a valori di tensione di circa 20mVeff.
Questo porterebbe a dover fare uso di attenuatori per poter usare
propriamente le sorgenti sonore più comuni che forniscono valori di tensione
mediamente attorno ai 300mV e comunque l’alta amplificazione, oltre ad essere
inutile, porterebbe rumore e instabilità.
Connettendo invece le due resistenze ai collettori si instaura una
reazione negativa che oltre ad diminuire la distorsione diminuisce anche il
guadagno dello stadio a valori più appropriati con tutte le benefiche
conseguenze, inoltre se cambia la resistenza d’ingresso della sorgente (ad
esempio variando il potenziometro del volume) o il valore dell’HFE di un transistor
essa, insieme a R7, la retroazione ripristina l’equilibrio dei due segnali in controfase in maniera eccellente; in moltissime situazioni
in cui ho forzato il differenziale (scaldando con il saldatore un solo
transistor, variando le resistenze di carico in maniera diversa, ecc ecc) la differenze tra i due segnali è sempre rientrata
dentro pochi mV istantaneamente.
I transistor che ho usato non hanno bisogno di dissipatore e dato
che la tensione massima che sopportano non deve superare i 300V ho dovuto usare
un diodo zener da 200V per poterli alimentare; esso
dissipa circa 2W e ne ho quindi scelto uno da 5W. Tra le altre cose questo
diodo stabilizza ulteriormente la tensione tanto che il ripple
in essa contenuto è praticamente assente, l’ideale per poter alimentare sezioni
di medio guadagno.
Se desiderate utilizzare un transistor diverso da quello che ho
usato io, ne dovete prenderne uno con tali caratteristiche:
Tensione collettore emettitore (VCE0) maggiore o uguale a 300V.
Corrente di collettore (IC) maggiore o uguale a 500mA.
Guadagno statico di corrente (HFE) compreso tra i valori 30 e 240.
Le correnti, le tensioni e le potenze dei componenti sono
riportate sullo schema seguente.
SEZIONE FINALE
Per quanto riguarda la sezione finale bisogna rispettare
semplici regole; tenere i due tubi ad un distanza non minore del diametro di uno
di essi. Dato che questo circuito non dispone di una regolazione di bias, occorre usare valvole selezionate a coppia (matching).
Per il trasformatore di uscita ho usato un Hammond 1615 che ha un costo abbastanza contenuto, anche se
la sua potenza dichiarata è di 15W riesce a trasferirne 20 senza dare cenni di
cedimenti.
Le caratteristiche sono le seguenti:
Impedenza plate-to-plate = 5k
Ultralineare 43%
Banda passante @ -1dB = 30Hz – 30KHz
Le correnti, le tensioni e le potenze dei componenti sono
riportate sullo schema seguente.
CONCLUSIONI
Per concludere fornisco alcune regole fondamentali per non
avere brutte sorprese.
I cavi che portano l’alimentazione ai filamenti vanno
intrecciati per tutta la loro estensione e debbono avere una sezione di almeno
1mm^2.
I cavi che vanno dal connettore audio al potenziometro e da
questo al condensatore d’ingresso debbono essere schermati.
Le masse vanno unite in un punto comune vicino al ponte
raddrizzatore.
Credo che sia bene realizzare questo progetto che da molte
soddisfazioni.
Fabio