Corinzi 1 - Capitolo 1
PREAMBOLO
Indirizzo e saluto. Ringraziamento
[1]Paolo,
chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo per volontà di
Dio, e il fratello Sòstene, [2]alla Chiesa di Dio che
è in Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo
Gesù, chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in
ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo,
Signore nostro e loro: [3]grazia a voi e pace da Dio
Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.
[4]Ringrazio
continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di
Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, [5]perché in
lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della
parola e quelli della scienza. [6]La testimonianza di
Cristo si è infatti stabilita tra voi così saldamente,
[7]che nessun dono di grazia più vi manca, mentre
aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo.
[8]Egli vi confermerà sino alla fine, irreprensibili
nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo: [9]fedele
è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del
Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!
I.
DIVISIONI E SCANDALI
1. I
PARTITI NELLA CHIESA DI CORINTO
Le
divisioni tra fedeli
[10]Vi
esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro
Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non
vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di
pensiero e d'intenti. [11]Mi è stato segnalato
infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe,
che vi sono discordie tra voi. [12]Mi riferisco al
fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io
invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!».
[13]Cristo
è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per
voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati?
[14]Ringrazio Dio di non aver battezzato nessuno di voi,
se non Crispo e Gaio, [15]perché nessuno possa dire
che siete stati battezzati nel mio nome. [16]Ho
battezzato, è vero, anche la famiglia di Stefana, ma degli
altri non so se abbia battezzato alcuno.
Sapienza
del mondo e sapienza cristiana
[17]Cristo
infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il
vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga
resa vana la croce di Cristo. [18]La parola della
croce infatti è stoltezza per quelli cha vanno in
perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza
di Dio. [19]Sta scritto infatti:
Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l'intelligenza degli intelligenti.
[20]Dov'è
il sapiente? Dov'è il dotto? Dove mai il sottile
ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato
stolta la sapienza di questo mondo? [21]Poiché,
infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la
sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di
salvare i credenti con la stoltezza della predicazione.
[22]E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci
cercano la sapienza, [23]noi predichiamo Cristo
crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani;
[24]ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che
Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio.
[25]Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente
degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli
uomini.
[26]Considerate
infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi
molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non
molti nobili. [27]Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo
è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che
nel mondo è debole per confondere i forti, [28]Dio ha
scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che
è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, [29]perché
nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. [30]Ed è
per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di
Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione
e redenzione, [31]perché, come sta scritto:
Chi si vanta si vanti nel Signore.
Corinzi 1 - Capitolo 2
[1]Anch'io,
o fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono
presentato ad annunziarvi la testimonianza di Dio con
sublimità di parola o di sapienza. [2]Io ritenni
infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù
Cristo, e questi crocifisso. [3]Io venni in mezzo a
voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; [4]e
la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi
persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello
Spirito e della sua potenza, [5]perché la vostra fede
non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di
Dio.
[6]Tra
i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che
non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che
vengono ridotti al nulla; [7]parliamo di una sapienza
divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha
preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. [8]Nessuno
dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se
l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore
della gloria. [9]Sta scritto infatti:
Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,
né mai entrarono in cuore di uomo,
queste ha preparato Dio per coloro che lo amano.
[10]Ma
a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito
infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio.
[11]Chi conosce i segreti dell'uomo se non lo spirito
dell'uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno
li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. [12]Ora,
noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito
di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. [13]Di
queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito
dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo
cose spirituali in termini spirituali. [14]L'uomo
naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio;
esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle,
perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito.
[15]L'uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza
poter essere giudicato da nessuno.
[16]Chi
infatti ha conosciuto il pensiero del Signore
in modo da poterlo dirigere?
Ora, noi
abbiamo il pensiero di Cristo.
Corinzi 1 - Capitolo 3
[1]Io,
fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a uomini
spirituali, ma come ad esseri carnali, come a neonati in
Cristo. [2]Vi ho dato da bere latte, non un
nutrimento solido, perché non ne eravate capaci. E neanche
ora lo siete; [3]perché siete ancora carnali: dal
momento che c'è tra voi invidia e discordia, non siete forse
carnali e non vi comportate in maniera tutta umana?
[4]Quando
uno dice: «Io sono di Paolo», e un altro: «Io sono di
Apollo», non vi dimostrate semplicemente uomini?
La vera
funzione dei predicatori
[5]Ma
che cosa è mai Apollo? Cosa è Paolo? Ministri attraverso i
quali siete venuti alla fede e ciascuno secondo che il
Signore gli ha concesso. [6]Io ho piantato, Apollo ha
irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. [7]Ora né
chi pianta, né chi irrìga è qualche cosa, ma Dio che fa
crescere. [8]Non c'è differenza tra chi pianta e chi
irrìga, ma ciascuno riceverà la sua mercede secondo il
proprio lavoro. [9]Siamo infatti collaboratori di
Dio, e voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.
[10]Secondo
la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente
architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi
costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce.
[11]Infatti nessuno può porre un fondamento diverso
da quello che gia vi si trova, che è Gesù Cristo. [12]E
se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento,
pietre preziose, legno, fieno, paglia, [13]l'opera di
ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno
che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità
dell'opera di ciascuno. [14]Se l'opera che uno
costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una
ricompensa; [15]ma se l'opera finirà bruciata, sarà
punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il
fuoco. [16]Non sapete che siete tempio di Dio e che
lo Spirito di Dio abita in voi? [17]Se uno distrugge
il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il
tempio di Dio, che siete voi.
[18]Nessuno
si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in
questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente;
[19]perché la sapienza di questo mondo è stoltezza
davanti a Dio. Sta scritto infatti:
Egli prende i sapienti per mezzo della loro astuzia.
[20]E
ancora:
Il Signore sa che i disegni dei sapienti sono vani.
[21]Quindi
nessuno ponga la sua gloria negli uomini, perché tutto è
vostro: [22]Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita,
la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! [23]Ma
voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.
Corinzi 1 - Capitolo 4
[1]Ognuno
ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei
misteri di Dio. [2]Ora, quanto si richiede negli
amministratori è che ognuno risulti fedele. [3]A me
però, poco importa di venir giudicato da voi o da un
consesso umano; anzi, io neppure giudico me stesso, [4]perché
anche se non sono consapevole di colpa alcuna non per questo
sono giustificato. Il mio giudice è il Signore! [5]Non
vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché
venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle
tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora
ciascuno avrà la sua lode da Dio.
[6]Queste
cose, fratelli, le ho applicate a modo di esempio a me e ad
Apollo per vostro profitto perché impariate nelle nostre
persone a stare a ciò che è scritto e non vi gonfiate
d'orgoglio a favore di uno contro un altro. [7]Chi
dunque ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi
che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne
vanti come non l'avessi ricevuto?
[8]Gia
siete sazi, gia siete diventati ricchi; senza di noi gia
siete diventati re. Magari foste diventati re! Così anche
noi potremmo regnare con voi. [9]Ritengo infatti che
Dio abbia messo noi, gli apostoli, all'ultimo posto, come
condannati a morte, poiché siamo diventati spettacolo al
mondo, agli angeli e agli uomini. [10]Noi stolti a
causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi
forti; voi onorati, noi disprezzati. [11]Fino a
questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità,
veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo,
[12]ci affatichiamo lavorando con le nostre mani.
Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; [13]calunniati,
confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo,
il rifiuto di tutti, fino ad oggi.
Ammonizioni
[14]Non
per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per
ammonirvi, come figli miei carissimi. [15]Potreste
infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non
certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in
Cristo Gesù, mediante il vangelo. [16]Vi esorto
dunque, fatevi miei imitatori! [17]Per questo appunto
vi ho mandato Timòteo, mio figlio diletto e fedele nel
Signore: egli vi richiamerà alla memoria le vie che vi ho
indicato in Cristo, come insegno dappertutto in ogni Chiesa.
[18]Come
se io non dovessi più venire da voi, alcuni hanno preso a
gonfiarsi d'orgoglio. [19]Ma verrò presto, se piacerà
al Signore, e mi renderò conto allora non gia delle parole
di quelli, gonfi di orgoglio, ma di ciò che veramente sanno
fare, [20]perché il regno di Dio non consiste in
parole, ma in potenza. [21]Che volete? Debbo venire a
voi con il bastone, o con amore e con spirito di dolcezza?
Corinzi 1 - Capitolo 5
2. IL
CASO DI INCESTO
[1]Si
sente da per tutto parlare di immoralità tra voi, e di una
immoralità tale che non si riscontra neanche tra i pagani,
al punto che uno convive con la moglie di suo padre. [2]E
voi vi gonfiate di orgoglio, piuttosto che esserne afflitti,
in modo che si tolga di mezzo a voi chi ha compiuto una tale
azione! [3]Orbene, io, assente col corpo ma presente
con lo spirito, ho gia giudicato come se fossi presente
colui che ha compiuto tale azione: [4]nel nome del
Signore nostro Gesù, essendo radunati insieme voi e il mio
spirito, con il potere del Signore nostro Gesù, [5]questo
individuo sia dato in balìa di satana per la rovina della
sua carne, affinchè il suo spirito possa ottenere la
salvezza nel giorno del Signore.
[6]Non
è una bella cosa il vostro vanto. Non sapete che un pò di
lievito fa fermentare tutta la pasta? [7]Togliete via
il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete
azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato!
[8]Celebriamo dunque la festa non con il lievito
vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con
azzimi di sincerità e di verità.
[9]Vi
ho scritto nella lettera precedente di non mescolarvi con
gli impudichi. [10]Non mi riferivo però agli
impudichi di questo mondo o agli avari, ai ladri o agli
idolàtri: altrimenti dovreste uscire dal mondo! [11]Vi
ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello, ed è
impudico o avaro o idolàtra o maldicente o ubriacone o
ladro; con questi tali non dovete neanche mangiare insieme.
[12]Spetta forse a me giudicare quelli di fuori? Non
sono quelli di dentro che voi giudicate? [13]Quelli
di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo
a voi!
Corinzi 1 - Capitolo 6
3.
L'APPELLO AI TRIBUNALI PAGANI
[1]V'è
tra voi chi, avendo una questione con un altro, osa farsi
giudicare dagli ingiusti anziché dai santi? [2]O non
sapete che i santi giudicheranno il mondo? E se è da voi che
verrà giudicato il mondo, siete dunque indegni di giudizi di
minima importanza? [3]Non sapete che giudicheremo gli
angeli? Quanto più le cose di questa vita!
[4]Se
dunque avete liti per cose di questo mondo, voi prendete a
giudici gente senza autorità nella Chiesa? [5]Lo dico
per vostra vergogna! Cosicché non vi sarebbe proprio nessuna
persona saggia tra di voi che possa far da arbitro tra
fratello e fratello? [6]No, anzi, un fratello viene
chiamato in giudizio dal fratello e per di più davanti a
infedeli! [7]E dire che è gia per voi una sconfitta
avere liti vicendevoli! Perché non subire piuttosto
l'ingiustizia? Perché non lasciarvi piuttosto privare di ciò
che vi appartiene? [8]Siete voi invece che commettete
ingiustizia e rubate, e ciò ai fratelli! [9]O non
sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio?
Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri,
[10]né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né
ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di
Dio.
[11]E
tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete
stati santificati, siete stati giustificati nel nome del
Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!
4. LA
FORNICAZIONE
[12]«Tutto
mi è lecito!». Ma non tutto giova. «Tutto mi è lecito!». Ma
io non mi lascerò dominare da nulla. [13]«I cibi sono
per il ventre e il ventre per i cibi!». Ma Dio distruggerà
questo e quelli; il corpo poi non è per l'impudicizia, ma
per il Signore, e il Signore è per il corpo. [14]Dio
poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi
con la sua potenza.
[15]Non
sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò
dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una
prostituta? Non sia mai! [16]O non sapete voi che chi
si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I
due saranno, è detto, un corpo solo. [17]Ma
chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito.
[18]Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l'uomo
commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà alla
fornicazione, pecca contro il proprio corpo. [19]O
non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo
che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi
stessi? [20]Infatti siete stati comprati a caro
prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!
Corinzi 1 - Capitolo 7
II.
SOLUZIONE DI DIVERSI PROBLEMI
1.
MATRIMONIO E VERGINITA'
[1]Quanto
poi alle cose di cui mi avete scritto, è cosa buona per
l'uomo non toccare donna; [2]tuttavia, per il
pericolo dell'incontinenza, ciascuno abbia la propria moglie
e ogni donna il proprio marito.
[3]Il
marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente
anche la moglie verso il marito. [4]La moglie non è
arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso
modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo
è la moglie. [5]Non astenetevi tra voi se non di
comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla
preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché satana
non vi tenti nei momenti di passione. [6]Questo però
vi dico per concessione, non per comando. [7]Vorrei
che tutti fossero come me; ma ciascuno ha il proprio dono da
Dio, chi in un modo, chi in un altro.
[8]Ai
non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro
rimanere come sono io; [9]ma se non sanno vivere in
continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere.
[10]Agli
sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si
separi dal marito - [11]e qualora si separi, rimanga
senza sposarsi o si riconcili con il marito - e il marito
non ripudi la moglie.
[12]Agli
altri dico io, non il Signore: se un nostro fratello ha la
moglie non credente e questa consente a rimanere con lui,
non la ripudi; [13]e una donna che abbia il marito
non credente, se questi consente a rimanere con lei, non lo
ripudi: [14]perché il marito non credente viene reso
santo dalla moglie credente e la moglie non credente viene
resa santa dal marito credente; altrimenti i vostri figli
sarebbero impuri, mentre invece sono santi. [15]Ma se
il non credente vuol separarsi, si separi; in queste
circostanze il fratello o la sorella non sono soggetti a
servitù; Dio vi ha chiamati alla pace! [16]E che sai
tu, donna, se salverai il marito? O che ne sai tu, uomo, se
salverai la moglie?
[17]Fuori
di questi casi, ciascuno continui a vivere secondo la
condizione che gli ha assegnato il Signore, così come Dio lo
ha chiamato; così dispongo in tutte le chiese. [18]Qualcuno
è stato chiamato quando era circonciso? Non lo nasconda! E'
stato chiamato quando non era ancora circonciso? Non si
faccia circoncidere! [19]La circoncisione non conta
nulla, e la non circoncisione non conta nulla; conta invece
l'osservanza dei comandamenti di Dio. [20]Ciascuno
rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato.
[21]Sei stato chiamato da schiavo? Non ti preoccupare;
ma anche se puoi diventare libero, profitta piuttosto della
tua condizione! [22]Perché lo schiavo che è stato
chiamato nel Signore, è un liberto affrancato del Signore!
Similmente chi è stato chiamato da libero, è schiavo di
Cristo. [23]Siete stati comprati a caro prezzo: non
fatevi schiavi degli uomini! [24]Ciascuno, fratelli,
rimanga davanti a Dio in quella condizione in cui era quando
è stato chiamato.
[25]Quanto
alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un
consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore
e merita fiducia. [26]Penso dunque che sia bene per
l'uomo, a causa della presente necessità, di rimanere così.
[27]Ti trovi legato a una donna? Non cercare di
scioglierti. Sei sciolto da donna? Non andare a cercarla.
[28]Però se ti sposi non fai peccato; e se la giovane
prende marito, non fa peccato. Tuttavia costoro avranno
tribolazioni nella carne, e io vorrei risparmiarvele.
[29]Questo
vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d'ora
innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non
l'avessero; [30]coloro che piangono, come se non
piangessero e quelli che godono come se non godessero;
quelli che comprano, come se non possedessero; [31]quelli
che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché
passa la scena di questo mondo! [32]Io vorrei vedervi
senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle
cose del Signore, come possa piacere al Signore; [33]chi
è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come
possa piacere alla moglie, [34]e si trova diviso!
Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa
delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello
spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del
mondo, come possa piacere al marito. [35]Questo poi
lo dico per il vostro bene, non per gettarvi un laccio, ma
per indirizzarvi a ciò che è degno e vi tiene uniti al
Signore senza distrazioni.
[36]Se
però qualcuno ritiene di non regolarsi convenientemente nei
riguardi della sua vergine, qualora essa sia oltre il fiore
dell'età, e conviene che accada così, faccia ciò che vuole:
non pecca. Si sposino pure! [37]Chi invece è
fermamente deciso in cuor suo, non avendo nessuna necessità,
ma è arbitro della propria volontà, ed ha deliberato in cuor
suo di conservare la sua vergine, fa bene. [38]In
conclusione, colui che sposa la sua vergine fa bene e chi
non la sposa fa meglio.
[39]La
moglie è vincolata per tutto il tempo in cui vive il marito;
ma se il marito muore è libera di sposare chi vuole, purché
ciò avvenga nel Signore. [40]Ma se rimane così, a mio
parere è meglio; credo infatti di avere anch'io lo Spirito
di Dio.
Corinzi 1 - Capitolo 8
2. GLI
IDOLOTITI
L'aspetto
teorico
[1]Quanto
poi alle carni immolate agli idoli, sappiamo di averne tutti
scienza. [2]Ma la scienza gonfia, mentre la carità
edifica. Se alcuno crede di sapere qualche cosa, non ha
ancora imparato come bisogna sapere. [3]Chi invece
ama Dio, è da lui conosciuto. [4]Quanto dunque al
mangiare le carni immolate agli idoli, noi sappiamo che non
esiste alcun idolo al mondo e che non c'è che un Dio solo.
[5]E in realtà, anche se vi sono cosiddetti dei sia
nel cielo sia sulla terra, e difatti ci sono molti dei e
molti signori, [6]per noi c'è un solo Dio, il Padre,
dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo
Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le
cose e noi esistiamo per lui.
Il punto
di vista della carità
[7]Ma
non tutti hanno questa scienza; alcuni, per la consuetudine
avuta fino al presente con gli idoli, mangiano le carni come
se fossero davvero immolate agli idoli, e così la loro
coscienza, debole com'è, resta contaminata. [8]Non
sarà certo un alimento ad avvicinarci a Dio; né, se non ne
mangiamo, veniamo a mancare di qualche cosa, né mangiandone
ne abbiamo un vantaggio. [9]Badate però che questa
vostra libertà non divenga occasione di caduta per i deboli.
[10]Se uno infatti vede te, che hai la scienza, stare
a convito in un tempio di idoli, la coscienza di quest'uomo
debole non sarà forse spinta a mangiare le carni immolate
agli idoli? [11]Ed ecco, per la tua scienza, va in
rovina il debole, un fratello per il quale Cristo è morto!
[12]Peccando così contro i fratelli e ferendo la loro
coscienza debole, voi peccate contro Cristo. [13]Per
questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò
mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello.
Corinzi 1 - Capitolo 9
L'esempio
di Paolo
[1]Non
sono forse libero, io? Non sono un apostolo? Non ho veduto
Gesù, Signore nostro? E non siete voi la mia opera nel
Signore? [2]Anche se per altri non sono apostolo, per
voi almeno lo sono; voi siete il sigillo del mio apostolato
nel Signore. [3]Questa è la mia difesa contro quelli
che mi accusano. [4]Non abbiamo forse noi il diritto
di mangiare e di bere? [5]Non abbiamo il diritto di
portare con noi una donna credente, come fanno anche gli
altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa? [6]Ovvero
solo io e Barnaba non abbiamo il diritto di non lavorare?
[7]E
chi mai presta servizio militare a proprie spese? Chi pianta
una vigna senza mangiarne il frutto? O chi fa pascolare un
gregge senza cibarsi del latte del gregge? [8]Io non
dico questo da un punto di vista umano; è la Legge che dice
così. [9]Sta scritto infatti nella legge di Mosè:
Non metterai la museruola al bue che trebbia. Forse Dio
si dà pensiero dei buoi? [10]Oppure lo dice proprio
per noi? Certamente fu scritto per noi. Poiché colui che ara
deve arare nella speranza di avere la sua parte, come il
trebbiatore trebbiare nella stessa speranza. [11]Se
noi abbiamo seminato in voi le cose spirituali, è forse gran
cosa se raccoglieremo beni materiali? [12]Se gli
altri hanno tale diritto su di voi, non l'avremmo noi di
più? Noi però non abbiamo voluto servirci di questo diritto,
ma tutto sopportiamo per non recare intralcio al vangelo di
Cristo. [13]Non sapete che coloro che celebrano il
culto traggono il vitto dal culto, e coloro che attendono
all'altare hanno parte dell'altare? [14]Così anche il
Signore ha disposto che quelli che annunziano il vangelo
vivano del vangelo.
[15]Ma
io non mi sono avvalso di nessuno di questi diritti, né ve
ne scrivo perché ci si regoli in tal modo con me; preferirei
piuttosto morire. Nessuno mi toglierà questo vanto! [16]Non
è infatti per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere
per me: guai a me se non predicassi il vangelo! [17]Se
lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma
se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è
stato affidato. [18]Quale è dunque la mia ricompensa?
Quella di predicare gratuitamente il vangelo senza usare del
diritto conferitomi dal vangelo.
[19]Infatti,
pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti
per guadagnarne il maggior numero: [20]mi sono fatto
Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; con coloro che
sono sotto la legge sono diventato come uno che è sotto la
legge, pur non essendo sotto la legge, allo scopo di
guadagnare coloro che sono sotto la legge. [21]Con
coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è
senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio, anzi
essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che
sono senza legge. [22]Mi sono fatto debole con i
deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a
tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. [23]Tutto
io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro.
[24]Non
sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno
solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da
conquistarlo! [25]Però ogni atleta è temperante in
tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile,
noi invece una incorruttibile. [26]Io dunque corro,
ma non come chi è senza mèta; faccio il pugilato, ma non
come chi batte l'aria, [27]anzi tratto duramente il
mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che
dopo avere predicato agli altri, venga io stesso
squalificato.
Corinzi 1 - Capitolo 10
Il punto
di vista della prudenza e le lezioni della storia di Israele
[1]Non
voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri
furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare,
[2]tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella
nuvola e nel mare, [3]tutti mangiarono lo stesso cibo
spirituale, [4]tutti bevvero la stessa bevanda
spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li
accompagnava, e quella roccia era il Cristo. [5]Ma
della maggior parte di loro Dio non si compiacque e perciò
furono abbattuti nel deserto.
[6]Ora
ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo
cose cattive, come essi le desiderarono. [7]Non
diventate idolàtri come alcuni di loro, secondo quanto sta
scritto: Il popolo sedette a mangiare e a bere e poi si
alzò per divertirsi. [8]Non abbandoniamoci alla
fornicazione, come vi si abbandonarono alcuni di essi e ne
caddero in un solo giorno ventitremila. [9]Non
mettiamo alla prova il Signore, come fecero alcuni di essi,
e caddero vittime dei serpenti. [10]Non mormorate,
come mormorarono alcuni di essi, e caddero vittime dello
sterminatore. [11]Tutte queste cose però accaddero a
loro come esempio, e sono state scritte per ammonimento
nostro, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi.
[12]Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non
cadere. [13]Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi
se non umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che
siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi
darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla.
I pasti
sacri. Non patteggiare con l'idolatria
[14]Perciò,
o miei cari, fuggite l'idolatria. [15]Parlo come a
persone intelligenti; giudicate voi stessi quello che dico:
[16]il calice della benedizione che noi benediciamo,
non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che
noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?
[17]Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti,
siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico
pane. [18]Guardate Israele secondo la carne: quelli
che mangiano le vittime sacrificali non sono forse in
comunione con l'altare?
[19]Che
cosa dunque intendo dire? Che la carne immolata agli idoli è
qualche cosa? O che un idolo è qualche cosa? [20]No,
ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demòni e non
a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con
i demòni; [21]non potete bere il calice del Signore e
il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del
Signore e alla mensa dei demòni. [22]O vogliamo
provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di
lui?
Gli
idolotiti. Soluzioni pratiche
[23]«Tutto
è lecito!». Ma non tutto è utile! «Tutto è lecito!». Ma non
tutto edifica. [24]Nessuno cerchi l'utile proprio, ma
quello altrui. [25]Tutto ciò che è in vendita sul
mercato, mangiatelo pure senza indagare per motivo di
coscienza, [26]perché del Signore è la terra e
tutto ciò che essa contiene.
[27]Se
qualcuno non credente vi invita e volete andare, mangiate
tutto quello che vi viene posto davanti, senza fare
questioni per motivo di coscienza. [28]Ma se qualcuno
vi dicesse: «E' carne immolata in sacrificio», astenetevi
dal mangiarne, per riguardo a colui che vi ha avvertito e
per motivo di coscienza; [29]della coscienza, dico,
non tua, ma dell'altro. Per qual motivo, infatti, questa mia
libertà dovrebbe esser sottoposta al giudizio della
coscienza altrui? [30]Se io con rendimento di grazie
partecipo alla mensa, perché dovrei essere biasimato per
quello di cui rendo grazie?
Conclusione
[31]Sia
dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate
qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.
[32]Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai
Greci, né alla Chiesa di Dio; [33]così come io mi
sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l'utile
mio ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
Corinzi 1 - Capitolo 11
3. IL
BUON ORDINE NELLE ASSEMBLEE
L'abbigliamento delle donne
[1]Fatevi
miei imitatori, come io lo sono di Cristo.
[2]Vi
lodo poi perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate
le tradizioni così come ve le ho trasmesse. [3]Voglio
però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo
della donna è l'uomo, e capo di Cristo è Dio. [4]Ogni
uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di
riguardo al proprio capo. [5]Ma ogni donna che prega
o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al
proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. [6]Se
dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i
capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli
o radersi, allora si copra.
[7]L'uomo
non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria
di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. [8]E
infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna
dall'uomo; [9]né l'uomo fu creato per la donna, ma la
donna per l'uomo. [10]Per questo la donna deve
portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo
degli angeli. [11]Tuttavia, nel Signore, né la donna
è senza l'uomo, né l'uomo è senza la donna; [12]come
infatti la donna deriva dall'uomo, così l'uomo ha vita dalla
donna; tutto poi proviene da Dio. [13]Giudicate voi
stessi: è conveniente che una donna faccia preghiera a Dio
col capo scoperto? [14]Non è forse la natura stessa a
insegnarci che è indecoroso per l'uomo lasciarsi crescere i
capelli, [15]mentre è una gloria per la donna
lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di
velo. [16]Se poi qualcuno ha il gusto della
contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche
le Chiese di Dio.
Il "pasto
del Signore"
[17]E
mentre vi do queste istruzioni, non posso lodarvi per il
fatto che le vostre riunioni non si svolgono per il meglio,
ma per il peggio. [18]Innanzi tutto sento dire che,
quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi,
e in parte lo credo. [19]E' necessario infatti che
avvengano divisioni tra voi, perché si manifestino quelli
che sono i veri credenti in mezzo a voi. [20]Quando
dunque vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare
la cena del Signore. [21]Ciascuno infatti, quando
partecipa alla cena, prende prima il proprio pasto e così
uno ha fame, l'altro è ubriaco. [22]Non avete forse
le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il
disprezzo sulla chiesa di Dio e far vergognare chi non ha
niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo!
[23]Io,
infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi
ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva
tradito, prese del pane [24]e, dopo aver reso grazie,
lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi;
fate questo in memoria di me». [25]Allo stesso modo,
dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo
calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni
volta che ne bevete, in memoria di me». [26]Ogni
volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo
calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli
venga. [27]Perciò chiunque in modo indegno mangia il
pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del
sangue del Signore. [28]Ciascuno, pertanto, esamini
se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo
calice; [29]perché chi mangia e beve senza
riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria
condanna. [30]E' per questo che tra voi ci sono molti
ammalati e infermi, e un buon numero sono morti. [31]Se
però ci esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo
giudicati; [32]quando poi siamo giudicati dal
Signore, veniamo ammoniti per non esser condannati insieme
con questo mondo.
[33]Perciò,
fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi
gli uni gli altri. [34]E se qualcuno ha fame, mangi a
casa, perché non vi raduniate a vostra condanna. Quanto alle
altre cose, le sistemerò alla mia venuta.
Corinzi 1 - Capitolo 12
I doni
spirituali o "carismi"
[1]Riguardo
ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio che restiate
nell'ignoranza. [2]Voi sapete infatti che, quando
eravate pagani, vi lasciavate trascinare verso gli idoli
muti secondo l'impulso del momento. [3]Ebbene, io vi
dichiaro: come nessuno che parli sotto l'azione dello
Spirito di Dio può dire «Gesù è anàtema», così nessuno può
dire «Gesù è Signore» se non sotto l'azione dello Spirito
Santo.
Diversità
e unità dei carismi
[4]Vi
sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito;
[5]vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il
Signore; [6]vi sono diversità di operazioni, ma uno
solo è Dio, che opera tutto in tutti. [7]E a ciascuno
è data una manifestazione particolare dello Spirito per
l'utilità comune: [8]a uno viene concesso dallo
Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per
mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; [9]a
uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il
dono di far guarigioni per mezzo dell'unico Spirito; [10]a
uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della
profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a
un altro le varietà delle lingue; a un altro infine
l'interpretazione delle lingue. [11]Ma tutte queste
cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera,
distribuendole a ciascuno come vuole.
Paragone
del corpo
[12]Come
infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte
le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche
Cristo. [13]E in realtà noi tutti siamo stati
battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo,
Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo
abbeverati a un solo Spirito. [14]Ora il corpo non
risulta di un membro solo, ma di molte membra. [15]Se
il piede dicesse: «Poiché io non sono mano, non appartengo
al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo.
[16]E se l'orecchio dicesse: «Poiché io non sono
occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe
più parte del corpo. [17]Se il corpo fosse tutto
occhio, dove sarebbe l'udito? Se fosse tutto udito, dove
l'odorato? [18]Ora, invece, Dio ha disposto le membra
in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. [19]Se
poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo?
[20]Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo.
[21]Non può l'occhio dire alla mano: «Non ho bisogno
di te»; né la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi».
[22]Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli
sono più necessarie; [23]e quelle parti del corpo che
riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto,
e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza,
[24]mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio
ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne
mancava, [25]perché non vi fosse disunione nel corpo,
ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre.
[26]Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono
insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono
con lui. [27]Ora voi siete corpo di Cristo e sue
membra, ciascuno per la sua parte.
La
gerarchia dei carismi. Inno alla carità
[28]Alcuni
perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come
apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come
maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far
guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle
lingue. [29]Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti?
Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli? [30]Tutti
possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue?
Tutti le interpretano?
[31]Aspirate
ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di
tutte.
Corinzi 1 - Capitolo 13
[1]Se
anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non
avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un
cembalo che tintinna.
[2]E
se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i
misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della
fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la
carità, non sono nulla.
[3]E
se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio
corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi
giova.
[4]La
carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la
carità, non si vanta, non si gonfia, [5]non manca di
rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non
tiene conto del male ricevuto, [6]non gode
dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. [7]Tutto
copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. [8]La
carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono
delle lingue cesserà e la scienza svanirà. [9]La
nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra
profezia. [10]Ma quando verrà ciò che è perfetto,
quello che è imperfetto scomparirà. [11]Quand'ero
bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo
da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho
abbandonato. [12]Ora vediamo come in uno specchio, in
maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora
conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò
perfettamente, come anch'io sono conosciuto.
[13]Queste
dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la
carità; ma di tutte più grande è la carità!
Corinzi 1 - Capitolo 14
Gerarchia
dei carismi in vista dell'utilità comune
[1]Ricercate
la carità. Aspirate pure anche ai doni dello Spirito,
soprattutto alla profezia. [2]Chi infatti parla con
il dono delle lingue non parla agli uomini, ma a Dio,
giacchè nessuno comprende, mentre egli dice per ispirazione
cose misteriose. [3]Chi profetizza, invece, parla
agli uomini per loro edificazione, esortazione e conforto.
[4]Chi parla con il dono delle lingue edifica se
stesso, chi profetizza edifica l'assemblea. [5]Vorrei
vedervi tutti parlare con il dono delle lingue, ma
preferisco che abbiate il dono della profezia; in realtà è
più grande colui che profetizza di colui che parla con il
dono delle lingue, a meno che egli anche non interpreti,
perché l'assemblea ne riceva edificazione.
[6]E
ora, fratelli, supponiamo che io venga da voi parlando con
il dono delle lingue; in che cosa potrei esservi utile, se
non vi parlassi in rivelazione o in scienza o in profezia o
in dottrina? [7]E' quanto accade per gli oggetti
inanimati che emettono un suono, come il flauto o la cetra;
se non si distinguono con chiarezza i suoni, come si potrà
distinguere ciò che si suona col flauto da ciò che si suona
con la cetra? [8]E se la tromba emette un suono
confuso, chi si preparerà al combattimento? [9]Così
anche voi, se non pronunziate parole chiare con la lingua,
come si potrà comprendere ciò che andate dicendo? Parlerete
al vento! [10]Nel mondo vi sono chissà quante varietà
di lingue e nulla è senza un proprio linguaggio; [11]ma
se io non conosco il valore del suono, sono come uno
straniero per colui che mi parla, e chi mi parla sarà uno
straniero per me.
[12]Quindi
anche voi, poiché desiderate i doni dello Spirito, cercate
di averne in abbondanza, per l'edificazione della comunità.
[13]Perciò chi parla con il dono delle lingue, preghi
di poterle interpretare. [14]Quando infatti prego con
il dono delle lingue, il mio spirito prega, ma la mia
intelligenza rimane senza frutto. [15]Che fare
dunque? Pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con
l'intelligenza; canterò con lo spirito, ma canterò anche con
l'intelligenza. [16]Altrimenti se tu benedici
soltanto con lo spirito, colui che assiste come non iniziato
come potrebbe dire l'Amen al tuo ringraziamento, dal momento
che non capisce quello che dici? [17]Tu puoi fare un
bel ringraziamento, ma l'altro non viene edificato. [18]Grazie
a Dio, io parlo con il dono delle lingue molto più di tutti
voi; [19]ma in assemblea preferisco dire cinque
parole con la mia intelligenza per istruire anche gli altri,
piuttosto che diecimila parole con il dono delle lingue.
[20]Fratelli,
non comportatevi da bambini nei giudizi; siate come bambini
quanto a malizia, ma uomini maturi quanto ai giudizi.
[21]Sta scritto nella Legge:
Parlerò a questo popolo in altre lingue
e con labbra di stranieri,
ma neanche così mi ascolteranno, dice il
Signore. [22]Quindi le lingue non sono un segno per i
credenti ma per i non credenti, mentre la profezia non è per
i non credenti ma per i credenti. [23]Se, per
esempio, quando si raduna tutta la comunità, tutti
parlassero con il dono delle lingue e sopraggiungessero dei
non iniziati o non credenti, non direbbero forse che siete
pazzi? [24]Se invece tutti profetassero e
sopraggiungesse qualche non credente o un non iniziato,
verrebbe convinto del suo errore da tutti, giudicato da
tutti; [25]sarebbero manifestati i segreti del suo
cuore, e così prostrandosi a terra adorerebbe Dio,
proclamando che veramente Dio è fra voi.
I
carismi. Regole pratiche
[26]Che
fare dunque, fratelli? Quando vi radunate ognuno può avere
un salmo, un insegnamento, una rivelazione, un discorso in
lingue, il dono di interpretarle. Ma tutto si faccia per
l'edificazione.[27]Quando si parla con il dono delle
lingue, siano in due o al massimo in tre a parlare, e per
ordine; uno poi faccia da interprete. [28]Se non vi è
chi interpreta, ciascuno di essi taccia nell'assemblea e
parli solo a se stesso e a Dio. [29]I profeti parlino
in due o tre e gli altri giudichino. [30]Se uno di
quelli che sono seduti riceve una rivelazione, il primo
taccia: [31]tutti infatti potete profetare, uno alla
volta, perché tutti possano imparare ed essere esortati.
[32]Ma le ispirazioni dei profeti devono essere
sottomesse ai profeti, [33]perché Dio non è un Dio di
disordine, ma di pace.
[34]Come
in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee
tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece
sottomesse, come dice anche la legge. [35]Se vogliono
imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti,
perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea.
[36]Forse
la parola di Dio è partita da voi? O è giunta soltanto a
voi? [37]Chi ritiene di essere profeta o dotato di
doni dello Spirito, deve riconoscere che quanto scrivo è
comando del Signore; [38]se qualcuno non lo
riconosce, neppure lui è riconosciuto. [39]Dunque,
fratelli miei, aspirate alla profezia e, quanto al parlare
con il dono delle lingue, non impeditelo. [40]Ma
tutto avvenga decorosamente e con ordine.
Corinzi 1 - Capitolo 15
III. LA
RISURREZIONE DEI MORTI
Il fatto
della risurrezione
[1]Vi
rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che
voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, [2]e dal
quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella
forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto
invano!
[3]Vi
ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho
ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo
le Scritture, [4]fu sepolto ed è risuscitato il terzo
giorno secondo le Scritture, [5]e che apparve a Cefa
e quindi ai Dodici. [6]In seguito apparve a più di
cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di
essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. [7]Inoltre
apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. [8]Ultimo
fra tutti apparve anche a me come a un aborto. [9]Io
infatti sono l'infimo degli apostoli, e non sono degno
neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato
la Chiesa di Dio. [10]Per grazia di Dio però sono
quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana;
anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la
grazia di Dio che è con me. [11]Pertanto, sia io che
loro, così predichiamo e così avete creduto.
[12]Ora,
se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come
possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei
morti? [13]Se non esiste risurrezione dai morti,
neanche Cristo è risuscitato! [14]Ma se Cristo non è
risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana
anche la vostra fede. [15]Noi, poi, risultiamo falsi
testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che
egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se
è vero che i morti non risorgono. [16]Se infatti i
morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; [17]ma
se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete
ancora nei vostri peccati. [18]E anche quelli che
sono morti in Cristo sono perduti. [19]Se poi noi
abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita,
siamo da compiangere più di tutti gli uomini.
[20]Ora,
invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro
che sono morti. [21]Poiché se a causa di un uomo
venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la
risurrezione dei morti; [22]e come tutti muoiono in
Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. [23]Ciascuno
però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi,
alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; [24]poi
sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre,
dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e
potenza. [25]Bisogna infatti che egli regni finché
non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. [26]L'ultimo
nemico ad essere annientato sarà la morte, [27]perché
ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Però quando
dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve
eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. [28]E
quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il
Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni
cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
[29]Altrimenti,
che cosa farebbero quelli che vengono battezzati per i
morti? Se davvero i morti non risorgono, perché si fanno
battezzare per loro? [30]E perché noi ci esponiamo al
pericolo continuamente? [31]Ogni giorno io affronto
la morte, come è vero che voi siete il mio vanto, fratelli,
in Cristo Gesù nostro Signore! [32]Se soltanto per
ragioni umane io avessi combattuto a Efeso contro le belve,
a che mi gioverebbe? Se i morti non risorgono, mangiamo e
beviamo, perché domani moriremo. [33]Non
lasciatevi ingannare: «Le cattive compagnie corrompono i
buoni costumi». [34]Ritornate in voi, come conviene,
e non peccate! Alcuni infatti dimostrano di non conoscere
Dio; ve lo dico a vostra vergogna.
Il modo
della risurrezione
[35]Ma
qualcuno dirà: «Come risuscitano i morti? Con quale corpo
verranno?». [36]Stolto! Ciò che tu semini non prende
vita, se prima non muore; [37]e quello che semini non
è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco, di grano per
esempio o di altro genere. [38]E Dio gli dà un corpo
come ha stabilito, e a ciascun seme il proprio corpo.
[39]Non ogni carne è la medesima carne; altra è la carne
di uomini e altra quella di animali; altra quella di uccelli
e altra quella di pesci. [40]Vi sono corpi celesti e
corpi terrestri, ma altro è lo splendore dei corpi celesti,
e altro quello dei corpi terrestri. [41]Altro è lo
splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo
splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da
un'altra nello splendore. [42]Così anche la
risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge
incorruttibile; [43]si semina ignobile e risorge
glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; [44]si
semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale.
Se c'è un
corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta
scritto che [45]il primo uomo, Adamo,
divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne
spirito datore di vita. [46]Non vi fu prima il corpo
spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. [47]Il
primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo
viene dal cielo. [48]Quale è l'uomo fatto di terra,
così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i
celesti. [49]E come abbiamo portato l'immagine
dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo
celeste. [50]Questo vi dico, o fratelli: la carne e
il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che
è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità.
[51]Ecco
io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma
tutti saremo trasformati, [52]in un istante, in un
batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà
infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi
saremo trasformati. [53]E' necessario infatti che
questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e
questo corpo mortale si vesta di immortalità.
Inno
trionfale
[54]Quando
poi questo corpo corruttibile si sarà vestito
d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si
compirà la parola della Scrittura:
La morte è stata ingoiata per la vittoria.
[55]Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? [56]Il
pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato
è la legge. [57]Siano rese grazie a Dio che ci dà la
vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! [58]Perciò,
fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili,
prodigandovi sempre nell'opera del Signore, sapendo che la
vostra fatica non è vana nel Signore.
Corinzi 1 - Capitolo 16
CONCLUSIONE
Raccomandazioni. Saluti. Augurio finale
[1]Quanto
poi alla colletta in favore dei fratelli, fate anche voi
come ho ordinato alle Chiese della Galazia. [2]Ogni
primo giorno della settimana ciascuno metta da parte ciò che
gli è riuscito di risparmiare, perché non si facciano le
collette proprio quando verrò io. [3]Quando poi
giungerò, manderò con una mia lettera quelli che voi avrete
scelto per portare il dono della vostra liberalità a
Gerusalemme. [4]E se converrà che vada anch'io, essi
partiranno con me.
[5]Verrò
da voi dopo aver attraversato la Macedonia, poiché la
Macedonia intendo solo attraversarla; [6]ma forse mi
fermerò da voi o anche passerò l'inverno, perché siate voi a
predisporre il necessario per dove andrò. [7]Non
voglio vedervi solo di passaggio, ma spero di trascorrere un
pò di tempo con voi, se il Signore lo permetterà. [8]Mi
fermerò tuttavia a Efeso fino a Pentecoste, [9]perché
mi si è aperta una porta grande e propizia, anche se gli
avversari sono molti. [10]Quando verrà Timòteo, fate
che non si trovi in soggezione presso di voi, giacchè anche
lui lavora come me per l'opera del Signore. [11]Nessuno
dunque gli manchi di riguardo; al contrario, accomiatatelo
in pace, perché ritorni presso di me: io lo aspetto con i
fratelli. [12]Quanto poi al fratello Apollo, l'ho
pregato vivamente di venire da voi con i fratelli, ma non ha
voluto assolutamente saperne di partire ora; verrà tuttavia
quando gli si presenterà l'occasione.
[13]Vigilate,
state saldi nella fede, comportatevi da uomini, siate forti.
[14]Tutto si faccia tra voi nella carità. [15]Una
raccomandazione ancora, o fratelli: conoscete la famiglia di
Stefana, che è primizia dell'Acaia; hanno dedicato se stessi
a servizio dei fedeli; [16]siate anche voi deferenti
verso di loro e verso quanti collaborano e si affaticano con
loro. [17]Io mi rallegro della visita di Stefana, di
Fortunato e di Acàico, i quali hanno supplito alla vostra
assenza; [18]essi hanno allietato il mio spirito e
allieteranno anche il vostro. Sappiate apprezzare siffatte
persone.
[19]Le
comunità dell'Asia vi salutano. Vi salutano molto nel
Signore Aquila e Prisca, con la comunità che si raduna nella
loro casa. [20]Vi salutano i fratelli tutti.
Salutatevi a vicenda con il bacio santo.
[21]Il
saluto è di mia mano, di Paolo. [22]Se qualcuno non
ama il Signore sia anàtema. Marana tha: vieni, o
Signore! [23]La grazia del Signore Gesù sia con voi.
[24]Il mio amore con tutti voi in Cristo Gesù! |