VERSI AFFIDATI AL VENTO
di Santi Amoroso
LA
TUA VOCE (1946) INQUIETUDINE
(1946)
La
tua voce è una dolce melodia Il
mio cuore ho donato
come
sciacquar di mare sullo scoglio. senza
chiedere nulla,
La
tua voce è come il canto così
ho perso anche lui.
dell'usignol che placido gorgheggia Povero me!
sul
ramo che sovrasta il mio balcone. Sempre
a cercare una rosa
La
tua voce è un'eterna melodia con
mani tremanti
che
mi culla nel sogno e
solcate da spini.
e
mi ristora. Sempre
a cercare uno scopo di vita,
Oh!
la tua voce! una
meta
Come
vento che agita foglie, e
fermarsi, sconfitto,
come
fiume che scorre fra sassi, con
lacrimanti occhi.
come
pioggia che batte sul vetro.
Così
è la tua voce: un arcano!
CON
GLI OCCHI DEL SOGNO (1946) INVITO
A PERDERTI (1946)
Oh!
profonda la notte Non
hai mai sentito
con
i suoi palpiti, la
brama di perderti?
la
terra con il suo soffio Perderti
non so dove:
che
ti penetra nell’infinito?
e
ti distende il cuore... in
un abisso?
Hai
mai provato, fanciulla, Perderti
dove si può gridare
da
sola, senza
essere uditi,
a
sognare sotto il cielo che ti guarda piangere
con
infinite luci? senza
essere visti,
Hai
mai provato dire
parole, agire
a
guardare la vita senza che
burattini
con
gli occhi del sogno, ti
siano giudici?
sotto
il cielo, Perderti
di
notte? quando
muore il sole,
Fallo
una volta: o
quando in cielo brillano
non
sarai più sola, l’ultime
stelle?
in
quel momento,
perché
ti terranno compagnia
il
silenzio del cielo,
le tue lacrime mute,
il mio amore
infelice.
IL
LIBRO CHE PARLAVA DI TE (1946) LA MIA SINFONIA D’AMORE (1946)
Ho
voltato la pagina del libro, Corde
vibrano
l'ultima: musiche
dintorno
le
mani han tremolato. ignote
Un
libro che parlava di te, come
il corso del sole
ormai
smarrita dopo
il tramonto.
fra
le siepi d'un prato S’odo
il fiume che passa,
che
prelude all'autunno. il
vento che sospinge la vela
Non
tornerò ad aprirlo; ed
agita le foglie,
ma
guarderò fanciulli il
fringuello in disparte,
che
giocano nel viale gelide
note
a
primavera tremanti
di tristezza
(han
gli occhi siccome i tuoi mi
cullano.
quand'io
t'amavo); Non
mi turba il frastuono
sentirò
il mare del
mar che s’accavalla
che
accarezza lo scoglio con
infinite cime di neve,
mentre
sorge l'aurora che
sommerge e discopre lo scoglio;
(ha
la tua stessa voce, né
il cielo che si squarcia
quella
che mi parlava con
guizzi di fuoco.
quando
t'ero accanto); Tutti
suoni per la mia sinfonia
sfoglierò
rose, glicini, che
mi ricordano
viole
del pensiero come
ho voluto bene.
(hanno
la morbidezza,
il
profumo del volto, delle labbra,
dei
capelli che avevi
quando
fanciullo ti conobbi fanciulla).
Le
foglie riarse a settembre
mi
ricorderanno,
voltato
con mani tremanti,
dell'ultimo
foglio del libro
che
non riaprirò.
Sarà
inutile aprirlo:
basterà
che intorno volga lo sguardo
per
rivivere il sogno
che
non è stato.
NON
SONO SOLO (1947) SINFONIA
D’OGNI COSA (1947)
Non
voli di rondini Ovunque
io ascolti:
che
sfrecciano nel cielo, la
melodia si produce
ma
un incubo di pallido grigio; e
si disperde.
non
lo spiraglio Nell’esile
stelo di un fiore che vibra,
trafitto
da un raggio di sole, nell’alito
dolce del vento
ma
la monotonia del nulla. che
smuove una foglia.
Questi
miei occhi Musica
arcana di tutte le cose:
che
s'affannano a percorrere della
goccia che cade,
senza
essere attratti... del
fiume che trascorre,
Una
campana che batte dell’onda
che s’adagia e si ritrae.
limita
l'attimo che inizia Ogni
cosa mi suona il suo inno,
da
quello ch'è fuggito... ogni
cosa con ritmo diverso:
Fuggito
con un mare di ricordi il
canneto che ondeggia,
con
un dolce rimpianto il
bocciolo che s’apre o che si chiude,
d'arabeschi
nel cielo. il
ceppo che s’infiamma.
Ora
il limite estremo Sinfonia
d’ogni cosa
s'arrossa
con striature con
palpiti ignoti, con motivi soavi.
che
mi vengono incontro; Anche
il mio cuore ha note melodiose:
ora
l'ultimo canto del gallo mi giunge larghi
che spaziano in cieli azzurri,
per
dirmi che non sono solo. allegri
palpitanti di gioia,
Ho
un sorriso beato: adagi
con tonalità tristissime.
quello
del bimbo che dorme sognando; Anche
il mio cuore
ho
uno sguardo sereno: ha
un inno meraviglioso
quello
dell'eremita che
continuamente s’eleva e si diffonde,
che
dalla cima del mondo per
rifugiarsi nel grembo del Signore.
accarezza
la valle.
IL
TUO SOAVE PROFUMO (1947) CHIARO
DI LUNA (1947)
Tieni,
bambola cara, Ho
chiuso questi miei occhi
questo
primo fiore ed
ho visto la notte:
rorido
di rugiada. la
musica che tu suoni
In
esso la tua freschezza, mi
ha trasportato lontano.
il
tuo soave profumo. Mi
perdo nel cielo
Un
profumo e
vedo la luna,
che
si sente nelle tepide notti il
chiaro di luna.
quando
sospira un vento Al
battere dei tasti
che
vien da lungi rivivono
in me secoli antichi
ed
è pieno d'aliti di rose; con
i miei avi.
oppure
un vento di zagare Il
più vecchio
o
di gelsomini in fiore. che
errava insecchito
Sono
stanco di solitudine nel
silenzio di sabbia;
e
voglio perdermi un
altro che vegliava
nella
profondità dei tuoi occhi dondolante
dai
riflessi di girasole la
rete notturna;
su
uno sfondo di roccia. quello
che pascolava il gregge
Sono
stanco di solitudine e
ti cantava,
e
voglio il contatto chiaro
di luna,
delle
tue piccole mani. con
il ramoscello forato.
Bambola: E
ancora…ancora…
le
parole che non ti so dire son mille, Mille
armonie ho in me
ma
quella che ti sussurro all'orecchio di
secoli trascorsi,
le
vale tutte: mille
armonie che tu diffondi
"io
t'amo". con
quelle note universali.
Ora
ho schiuso questi occhi
e ho visto le tue mani leggere
scorrere
sui tasti
bianchi
come
la luna che canti,
neri
come
i tuoi capelli tremanti
per
l'aria che ci giunge
dalla
finestra aperta sulla notte.
ANIMA
CHE MI CHIAMI (1947) TREGUA
(1947)
Ho
sorpassato valli feconde di vita, Ci
sono notti insonni
deserti
immensi alla
finestra
per
giungerti accanto. e
fresche d’acqua marina.
Ho
vagolato Lontano
come
un frammento di foglia riarsa barlumi
che tremolano
trascinato
dal vento e
confondersi di mille azzurri
per
vedere il tuo viso. in
uno.
E’
da mill’anni che ti cerco: Qualche frullo nell’aria
da
quando la mia anima è nata e
il ticchettare
e
ha vivificato centinaia di corpi. lungo
il muro
Il
mio amore per te non ha principio, d’ombre
che vagano.
la
mia brama d'averti non ha fine. Ho finalmente una tregua
Ogni
fiore conosce la mia pena, che
si nutre
ogni
piccolo rivolo d'acqua di
raggi bianchi di luna,
ha
il sapore delle mie lacrime. di
asoli che mi sfiorano.
Nelle
mie soste
(soste
senza riposo!)
ho
percepito il tuo richiamo
che
mi donava forza
e
m'indicava la strada.
Vedi
quanto t'ho cercato?
Tu,
mio unico amore,
tu,
anima che mi chiami e che cerco
da secoli che non hanno memoria.
TEDIO
(1947) VICENDA
DI COLORI (1948)
Non
è che il volgere dell'interminabile presente. Scosta
la foglia dell’albero
Anche
se ci sfiora il vento che
ti preclude il raggio di sole.
sussurrante
ricordi Il
tempo è lungo a passare
non
siamo steli che vibrano: quando
sei solo
l'anima
è muta e vive di tedio. senza
neppure un raggio di sole
C'è
una lacuna immensa, che
ti riscaldi.
un'ombra
sovrana nel passato, Sulla
tua pelle ristagnano
ed
una macchia bianca immobili
ore
nel
futuro che non è atteso. dal
bruno colore d’estate
Domani
non è parola che alletti: che
l’inverno discioglie.
non
ha senso, Misura
così il tuo tempo,
è
solo uno scherzo, un'impostura; dalla
tua pelle che muta colori,
e
ieri è stato spazzato via d’inverno,
d’estate,
dalla
monotonia di oggi. Mentre
tu attendi (che cosa?):
Ci
consumiamo come un cero un
rosso di sangue che brucia,
che
brucia in piena luce di sole: un
amore che resti.
senza
schiarire nulla,
neppure
un sasso.
Per
una cosa sola
un
falso riso ci scuote le membra
intorpidite
dal lungo ristagno:
ridiamo
per avere avuto
barlumi di speranza.
OGGI
(1949) VITA
MIA (1949)
Fuggito
lontano domani Svellere
fiori che sbocciano
solo
coi miei pensieri e
gettarli,
sarò
oltre mari, oltre monti stringerne
forte al cuore
ove
il tuo viso sarà dolce ricordo uno
già colto:
e
scottante rimpianto. vita
mia sei crudele
Ma
oggi, e
feconda d’affanni.
oggi
che son con te, Se
la pace che chiedo
oggi
che ancora stringerti posso e
una piccola gioia
fra
queste mie braccia, altro non sono che abbagli,
baciarti
ardentemente se
l’essere assurdo
e
bruciarti con questo mio fuoco, e
umiliato
oggi
che gli occhi miei è
la sola realtà
sono
pieni di te, perché
ti prolunghi, mia vita?
che
la mimosa profuma l'aria di primavera Se
cercare il sole all’aurora
e
il pesco gemme nutre precoci, e
trovarlo al tramonto
oggi
che il cielo non porta nubi, è
il premio odioso di tutti i giorni,
oggi
resta con me se
l’impulso d’amare
stringiti
forte a me non concede che doglia,
vivi
in queste ore veloci oh!
vita mia
il
nostro amore: schiudi
la porta di questa cella
pensa
sol che domani umida
di lacrime sparse
quest'amore
sarà dolce ricordo e
fuggi.
e
scottante rimpianto. Non
è questo il mondo
che
si conquista con parole sincere
e
mani intatte.
DONI
D'AMORE (1949) PRIMA
DEL VOLO (1999)
Fiori
pallidi e vellutati Prima
del volo
dai
mille profumi ero
un piccolo amore di bimbo
porterò
a te che
da padrone ignaro
per
adornarti i capelli. dettavo
le leggi del cuore
Acque
freschissime nella
mia reggia di sogno.
di
fonti ombreggiate Prima
del volo
da
salici piangenti ero
implume, tremante,
verserò
nelle tue mani in
trepidante cerca
e
sul tuo viso morbido. del
vitale tepore di un grembo,
Pelli
pregiate e candide di
morbide tenere mani,
stenderò
sotto il tuo corpo di
occhi sereni accarezzanti,
soffice
come le prime piume che
giorno dopo giorno
di
un uccello meraviglioso. si
son riempiti di me
E
amore, amore e
mi han guidato ovunque
ti
donerò nei
meandri più arcani
con
tutta l'anima, e
fornito un rifugio
con
l'ardore immenso nell’angolo
più intimo del cuore.
che
mi arroventa Questi
sono i doni più belli
le
più nascoste fibre, che
una madre può fare
che
mi tormenta alla
sua stessa carne.
in ogni attimo trascorso lontano da te. A Lei ora m’inchino
e
sulla candida vergine carta
ormai
adulto e provato
con
le mie mani impotenti
scrivo
il mio amore
e
spicco il volo
sui
monti, sui mari, nei cieli
ove
Lei si è mutata
in
nuvola dorata.
Non son d'un dio possente
queste
mie mani incapaci
di trattenerLa fra i nostri dolori
così
da consolarci col sorriso
che
leniva ogni piaga.
STELO
RECISO (2000) ILLUSIONI
(2000)
Come
si aspetta un bimbo, Nella
tua vita
ancora
ignoto, hai
nutrito giocosi cuccioli
quel
fiore ho atteso divenuti
poi tigri;
che
con il suo colore, hai
fecondato brulle distese
ancora
arcano, ed
hai raccolto sabbia;
desse
lustro al verone hai
levigato aguzze rocce
in
questa primavera tinta solo di grigio. e
quando il capo stanco hai poggiato
Quel
fiore io l’ho raccolto in
cerca di ristoro
stremato,
senza vita, ti
hanno abraso la carne;
quando
ancora era stelo reciso e
ancora insisti?
e
abbandonato ad un triste destino. Nella
notte hai cercato di svelare
Io
l'ho ridato alla terra della
vita i misteri
che
l'ha nutrito e
alla luce del sole
come
madre amorosa non
hai scorto il marcio
ed
ora vive che
pullula d’intorno.
e
promette un profumo Candidi
son divenuti i capelli,
ancora
mai inalato, scabrose
le mani
un
alito divino e
stanchi anche gli occhi
o
solo un tenue sospiro che
eran pieni d’azzurro.
o
una parola che non dice nulla Nella
tua vita
ma
che giunge al cuore. quante
illusioni hanno abbellito
Soltanto
io l’ascolto il
tuo cervello
e
penetro il mistero ma
nel tessuto grigio
che
la vita dischiude han
scavato le fosse
ove
la morte è giunta ai
bellissimi sogni che facevi
e
si è fermata. e
che sempre scordavi
ancor
prima dell’alba.
Non
insistere più:
spalanca
la finestra
e
vola, vola nell’aria,
vola
lontano
ove
nessuno s’accorgerà
che
sei stato un illuso
ed
hai provato la tua gioia più grande
nel
crearti illusioni.
OMBRE
CINESI (2000) ARIDE
LABBRA (2000)
La
città si è assopita Aride
son le labbra
e
nello spazio svuotato se
bacio non le sfiora
vagano
celeri nuvole nere: d’amante
cara
ombre
cinesi dalle mille sembianze a
ricordar che il tempo degli amori
come
mutanti effigi può
durare una vita
dell’animo
umano. e,
forse, anche più oltre.
Sui
colli intorno Nella
mente si affollano i ricordi
tremule
luci dorate quando
con labbra bramose socchiuse,
ininterrotte
lampeggiano in
attesa d’un bacio,
(o
forse è un ticchettio?) con
occhi volti in sogno
nel
pallore di luna a
ricercar immagini vaganti
codificati
messaggi forieri d’olimpiche
bellezze,
d’istintiva
paura: con
chiome nere al vento,
più
tardi svanirà eri
la preda ambita
al
ritorno del sole. d’una
giovane dea.
E’ l’ora
del silenzio: Ora
cosa puoi offrire?
gradito
mi circonda Aride
labbra,
e
scioglie i lacci occhi
appannati,
degli
opprimenti pesi accumulati canute
chiome:
in
ogni giorno di vita. poco
è rimasto dell’antico eroe
E’
l’ora che mi incanta; che
mimica un sorriso
e
con movenze di dita e
non si volta indietro.
ricreo
(grazie! Signore!)
sul
muro bianco dei pensieri
l’ombre
cinesi d’un’età bruciata
troppo presto svanita.
SE
FOSSI FARFALLA (2000) MILLE
SPERANZE (2000)
Se
fossi farfalla La
mia vita per me:
io
non avrei una patria un
azzurro di cielo,
ma
un fiore diverso ogni sera un
verde di mare di scoglio,
ove
mi porta il vento un
mare di verde di prato;
e
mi arresta la notte. e
sorrisi di bimbi
Se
fossi farfalla come
nubi vaganti
il
mio cielo sarebbe anche tuo a
colorire il cielo,
ed
ogni piccolo prato e
lacrime di bimbi
un
regno infinito per noi. come
gocce cadenti
Ma....non
sono farfalla ad
ingrossare il mare,
E
mi tocca lottare e
speranze di bimbi
per
l’aria che respiro, (le
mille speranze di tutti)
per
un asil che mi ridia la forza come filuzzi
d’erba
nella
notte che temo, che
addolciscono il prato
per
un poco di sole e
smorzano l’impatto
che
mi mantenga in vita. che
chiude il ciclo.
OMBRE
DI NEBBIA (2001) UN
PROFUMO DI SOGNO (2001)
La
vita è un sogno Anche
se tu mi parli
come
la mia che scorre io
non t’ascolto,
come
un sogno di vita anche
se tu mi stringi
durato
il lampo di una notte giunta io
non ti sento,
prima
del buio tranquillo della sera anche
se poi ti guardo
e
svanita nell’abbaglio invitante io
non ti vedo;
di
un sole incerto, ma
il tuo profumo,
non
vera luce rubato
ad una rosa,
ombre
di nebbia crea, mi
aleggia intorno,
speranze
che si perdono nel tempo. mi
penetra e mi scalda:
Sogno
di vita oppur vita di sogno? è dolce come un sogno.
La
scelta è solo tua
se
la nebbia ti opprime
e la speranza illumina il tuo cuore.
COMPAGNA
DELLA VITA (2001) ARDUO
CAMMINO (2001)
Son
giunto alla mia meta Vagano
le parole,
e
son pieno di gioia. come
nuvole in cielo,
Non
ho più nulla da guardare indietro intorno
a questo capo canuto
ma
solo avanti mentre
le mani aggraziate,
ove
splende una luce trepide
accarezzano,
che
illumina gli abissi. come
onde di mare,
Sei
venuta con me ciò
che rimane d’un giorno di vita:
compagna
della vita; quanto
arduo è il cammino
ora
ti lascio, solo per un poco: sulla
cima del monte
non
sentirti sola. che
spazia sui pascoli infiniti
Perché
le cose che le labbra han detto d’un’anima
eterna
e
pure quelle che la mano ha scritto che
si feconda da sé
hanno
riempito il cuore e
progenie crea di speranze
che
ti batte in petto ove
i colori dell’iride
e
lì stanno regine della vita. in
mille fantasie
abbagliano
il sogno più bello
che
si rinnova e non si elide mai.
BISOGNO
DI PIANTO (2001) TWIN
TOWERS (2001)
Portano
via qualcuno Una
nuvola grigia di morte,
questi
mesti rintocchi di campane immensa,
come inferno che brucia,
qualcuno
che forse un dì conobbi ho
visto nel cielo più bello
ma
che il tempo ha confuso e
tutto è crollato nel mondo
insieme
a tanti ignoti pieno
di vividi sogni
sullo
stesso sentiero della vita. e
recondite speranze.
Un ultimo
saluto della gente In
un attimo solo
forse
un insulso battere di mani, ho
perso amici a migliaia,
novella
moda che il dolore accresce anche
se ignoti;
quando
c’è bisogno di pianto davanti
son passati a questi occhi
per
scomparire da una vita in fiore uno
per uno,
anche
se un tremito tiranno ignari
di essere morti;
smuove
la mano e il capo non
finivano mai:
in
timido contrasto. ho
donato una lacrima a ciascuno
e
ho prosciugato gli occhi.
E
tu, potente uomo che guidi
noi
tutti che siam vivi
(oggi
è così ma forse no domani)
non
far sì che negli anni a venire
prevalga
un immemore silenzio,
o
che parole di sacrale oblìo
coprano
con ipocrita pietà
un
delitto che reclama giustizia
e
mai perdono.
NELL’OMBRA DELLA SERA (2002) GIOIOSO
ASSOLO (2002)
Come il fiore assetato Il
Natale è per me
con il capo chinato sullo stelo, come
un bimbo che nasce:
come il cane lasciato sulla strada un segno di vita continua
con il cuore stordito nella
notte dei secoli.
dal rombo dei motori Iddio
forse non c’entra
in vana attesa di una mano amica, ma è solo un uomo
come la foglia gialla tremolante che
perpetua il suo seme
all’alito del vento, su
questa terra
così ora io vago di
religioni in lotta
sotto un cielo di stelle e
d’inutili morti.
a rincorrere un sogno Il
Natale è per me
iniziato nel grembo di una madre come
una luce
destinato a finire che
vaga nel cielo e che cerca,
inaridita al sole un
suolo di pace e d’amore
o resa fango da impietosa pioggia. ove l’ebreo
Nell’ombra della sera abbraccia
il palestino
datemi almeno un segno: ed
il cristiano
accendete quel lume cammina
fianco a fianco
ché mi rischiari il passo. al
musulmano
e il buddista all’indù
e tutti insieme vanno a posare
un caldo dono e un fiore
ai piedi del bimbo che nasce
nella notte di gelo e di stelle.
E nel mondo in fine placato
s’odono le voci degli umili veri
e dei buoni di cuore
come un gioioso assolo.
COME PALLA GHIACCIATA (2003) LA
RESISTENZA (2004)
Mi son riempito gli occhi Nei
luoghi son tornato
d’una luna d’agosto ove
la Patria chiamò
sottilmente velata quando
la vita in sboccio
come una favorita era
più spensierata e bella.
dei ginecei d’oriente; Nomi
di eroi criptati
tonda luna di luce adamantina impregnano
le valli:
come palla ghiacciata. un
tempo pronunciati
Non una stella è caduta: con
stentorea voce
povero San Lorenzo ora
solo un ricordo che guizza
senza lacrima alcuna tra
i miei capelli bianchi
senza dolore o gioia. come
le cime innevate
Sembra che il mondo cambi che
un dì ci torturarono
con la terra ferita, e
protessero.
un cielo senza stelle Nomi
che schioccano giocosi
e la mia pelle che lacrima, come
vessilli al vento.
senza muovere un dito, Scriverli
su questo foglio mortale?
sparse gocce cadenti Varrebbe
forse la pena:
nel vano sogno di bagnare un sole furono tanti a meritare
che incontrastato verrà un
silenzio ossequioso
anche domani, come oggi, e
siam rimasti in pochi a ricordare;
come ieri, il
tempo stringe:
a inaridirci. ma
il nostro canto muto
che si mescola al vento
oggi torna a percorrere quei luoghi
ove la Resistenza
ebbe degni natali
ed abbellì d’Italia la bandiera.
LA LIBERTÀ (2004) UN
UOMO: UNA FOGLIA (2004)
Se tu fanciullo un giorno mi chiedessi Una foglia che sboccia:
“Canuto vecchio in due parole dimmi un uomo che nasce.
cos’è la Libertà che è in bocca a tutti ?” Una foglia che vibra:
io non saprei risponderti per certo. un uomo che vive.
Potrei dirti che è un’aquila, un’idea, Una foglia che cade:
un fiore arcano, un sogno, un sacrificio, un uomo che muore.
un tesoro nascosto in fondo al cuore, Smarriti
il mare a volte cheto e poi in burrasca, gli occhi scrutano dintorno;
il cielo sempre azzurro ed assolato, un prato di foglie giallastre
la torcia che ci illumina il cammino. martoriate dal vento:
La Libertà è una gemma da curare un
manto di ceneri sparse
come si cura un bimbo appena nato che annebbiano l’aria.
e mai bisogna perderla, anche a costo Ma dov’è che siam noi?
di questa vita che ci è tanto cara. Dietro il velo nascosti
La Libertà è quel dono che ci han dato di una falsa speranza,
coloro che han lottato con ardore ricchi dei nostri sogni che vagano
contro il nemico che ci calpestava: splendidi, irreali,
molti non sono più frammisti a noi con le nostre membra che cercano
ma dal cielo ci spronano cantando un refrigerio ambito
gli inni di gloria della patria nostra. su gelide lastre di marmo,
La Libertà è il vessillo degli eroi nel vortice del fiume in piena
e tu fanciullo che mi stai leggendo siam destinati a
sparire,
marcia con loro sull’augusta strada abbandonati dall’anima,
che onore ti darà oltre che gioia. unica amica,
nei
fondali del mare.
UN
SOGNO CHE SI AVVERA (2004) SHOAH
(2005)
Ma
cosa mai è la morte? Io
non li vidi allora
È
il sogno di una vita poveri
bimbi, prede di una belva.
che
alla fine si avvera, Li
vedo adesso: sono tutti morti,
pur
se sempre respinto; e
una lacrima annebbia la visione.
è
come una finestra che si chiude Nel
triste viso d’anime innocenti
su
un trascorso di gioie e sofferenze; il
presagio del loro sacrificio
è
la rinuncia forzata mi
sferza il volto con linguaggio muto
agli
ori ed ai favori e
mi grida: “Ricorda ciò che accadde
elargiti
e ottenuti quando
il fumo dei forni
in
cambio di chimere. (arsi
i poveri bimbi)
Ma
cosa è mai la morte? nero
si alzò, fuggendo,
È
rimanere solo, a consolarti, a
nascondere il cielo
in
attesa che sbocci a nuova vita. perché
Dio non vedesse,
ad
oscurare il mondo
e
coprirne i misfatti”.
Non
solo i bimbi: anche le loro madri,
i
padri, i nonni, tutti esseri inermi
in
questa immane Shoah
che
ci macchiò per sempre.
SOGNO
RICORRENTE (2005) DONNE
SCOMPARSE (2006)
Ma
cosa vale un sogno ricorrente Ho
amato tanto
con
gli intrecci di rondini nel cielo e
sono stato amato,
con
le formiche che vanno senza sosta quanto
non so:
-
ma dimmi, dimmi ancora, dove vanno? - così
ho trascorso una vita felice
con
un’onda di mare spumeggiante.... ove
la donna è stata un simulacro
e
poi tutto finisce nel risveglio. e
venerarla fu bello
Ho
bisogno di sogni e d’illusioni, perché
fatta ella sembrava d’alito
d’amore
e comprensione nella vita che
t’impregna... e ti scuote.
che
scorre senza soste, come un nembo Dove
mai siete, Beatrice, Fiammetta,
che
nasconde nel seno un temporale. pallida
Silvia al soglio della tomba
e
tu, Laura che amata fosti in vita
e
in morte? Dove siete? Ora scomparse
fra
rimbombare di parole oscene,
nell’ombra
prive di veli nascoste
a
vendere solo carne disfatta,
succubi
e oziose, stanche per la noia,
con
l’istinto di madre sopito.
Come
vorrei che un sole illuminasse
le
vostre vite e vi portasse dolci
sorrisi
in volti simili a madonne.
VAGANDO (2006) VERSI
AFFIDATI AL VENTO (2006)
Uno alla volta, un passo dopo l’altro Come in turbine d’aria foglie sparse,
come quando cammini sulla rena sono
affidati questi versi al vento
girovagando in sogno verso mete con
la mano che trema
nascoste dietro un vetro smerigliato. ed il cuore che geme:
Uno alla volta, un giorno dopo l’altro amori, sofferenze,
come quando t’aspetti che si avveri ore piene di gioia
l’atteso incontro con la donna amata trascritte sulla carta
ormai sfiorita in sofferente volto. che vola via e scompare.
Uno alla volta, un sogno dopo l’altro Ogni verso un ricordo,
come quando t’adagi sotto il cielo un sentimento arcano,
e ad occhi aperti scruti il tuo destino un parto della mente,
che vagola tra nuvole e schiarite. un impulso del sangue:
Uno alla volta come il ticchettare dispersi ora nell’aere…
dei passi sulla strada che si snoda ma scolpiti nel cuore.
verso il futuro dove andrò vagando. Versi affidati al vento:
un
fertile polline
per
seminare gioia
dove c’è solo pianto.
MEDITERRANEO (2007) CIELO AL TRAMONTO (2008)
Era una perla: onde spumeggianti È stato un lento
convulso cammino
nella tempesta bianche come neve, questa mia limpida vita
di sogno.
a volte bionde come lunghe chiome I cieli più belli della
mia terra
smosse dal vento, tra ululi di scrosci, dal sol riarsa e di zagare
pregna
a lambire le frastagliate rocce hanno riempito i
miei occhi assetati
di questa terra che non ha l’eguale. tesi a mirare lontano,
oltre il mare.
Era una perla e l’abbiamo persa. Quindi altri cieli
d’azzurro, solcati
L’acqua salmastra è amara come fiele negli anni più fecondi, con
rimpianto;
il bimbo che si bagna sfida il rischio sereno, infine, solo a
ricordare
di morbi atroci, di penosi mali. il romanzo vissuto
con ardore
Non più la via per le scoperte alate sotto cieli arabescati
di nubi.
ma tragitto di traffici illegali Ora il cielo
è al tramonto:
amato mare nostrum ora altrui. io poso gioioso un
tenero sguardo
ove sul prato crescono i boccioli
dei mille fiori bianchi e delicati
che nel mio sogno umano ho seminato.
UN NUOVO GIORNO (2008) UMANA
INSANIA (2008)
Inarrestabile sta arrivando il giorno: Era un giorno di sole
dalla finestra socchiusa i colori quando
montai sul treno
chiari del cielo penetrano gli occhi, che mi portava alla guerra;
assonnati ma facili al risveglio, l’occhio
giulivo di bimbo
portando nuova vita, in allegrezza. scrutava ansioso un
futuro di fuoco
Giunge, lontano, un suono di campana, mentre al di là del vetro
un cinguettio di passeri sfreccianti, sembrava indietro
correr la campagna,
il rombo d’un motore ineducato. invitando a seguirla.
È un nuovo giorno, pieno di mistero; Ma nella mente pensosa uno
scenario
val la pena di viverlo e soffrirlo creavo roboante:
un giocare da pazzi
perché è un dono di Dio, se tu ci credi. ove si muore per nulla,
un
fragore di botti
che
fa gioire i morti,
ormai
fuggiti dall’impari lotta,
e
annichilisce i vivi,
un’umana
insania
che
genera rimpianti.
Li
chiamano eroismi
per
riempire i fogli
dei
volumi di storia
e
i cimiteri degli eroi svaniti
con
al braccio un fucile
e
un granello di sabbia
in
mezzo al petto.
LA VITA (2008) RISVEGLIO
MATTUTINO (2009)
È un rosario la vita Il
momento più bello del mio giorno
che tu sgrani veloce giunge
all’approssimarsi del mattino
tra cielo azzurro e terra quando
ti stringo calda a me d’attorno
alla luce del sole e
penso a quanto dolce è il mio destino.
e all’ombra della notte,
a volte anche sul mare Del
passato le gioie fanno ritorno
creato dalle lacrime con
un velo appannato; e più vicino
versate dai tuoi occhi. allor ti stringo, e con ardore adorno
La vita è un gioco con
un abbraccio tenue il corpicino
che impari da bambino
con vivace cervello a
me sì caro. È il tempo del risveglio:
ma con occhi socchiusi. abbiam di fronte a noi l’ardua speranza
Qualche lampo ti scuote di
vivere bramando sempre il meglio
e t’invita a seguirlo
finché tardi t’accorgi e
di plasmare a nostra somiglianza
che il bagliore non dura l’amata
prole. E nel sentirmi sveglio
ed il tuono che segue ora
ritrovo inver la mia baldanza.
frantuma ogni illusione.
La vita è un dolce sogno
che dura un solo istante
che può però bastare
a forgiare un’impronta
sul sentiero che lasci,
nolente, alle tue spalle.
IL
GIORNO DI NATALE (2009) LA GARBATELLA (2010)
Perché
solo un bambino La
Garbatella nacque sbarazzina
nasce
nudo nel freddo ad
opra d’architetti sopraffini:
il
giorno di Natale? piccoli
nidi sopra la collina
Perché anche una bimba, e
tutto intorno floridi giardini;
rosea
come una mela,
non
giunge qui tra noi anche
l’Albergo Bianco e quello Rosso
ad
abbellire il mondo accolsero
paterni gli sfollati,
che
vuol segni di pace? la
gente impoverita fino all’osso,
Non
sia solo il presepe gli
operai senza casa, i baraccati.
o
il pino di montagna
ad
assemblare in festa Divenne
una borgata palpitante,
l’umanità
che vive fece
da madre a prole generosa,
in
continua apprensione. in
guerra fu distrutta ma all’istante
Apriamo
questo globo
alla
luce soave risorse
ancor più bella e prosperosa;
che
sprigiona dal volto ed
ora ride al sole, come amante
di
una bimba che ride che
a novant’anni sogna d’andar sposa.
in
un’aureola d’oro
di
capelli splendenti
che
dan lume alla via.
NOZZE
DI DIAMANTE (2012)
Giammai
mi scorderò di ricordare
le bellezze
di questa madre terra,
di
questo mare con i suoi fondali,
delle
montagne che svettano nel cielo.
Mi
son mutato in solitario falco,
ho
alzato l’ala che teneva ascoso
tutto
il percorso di codesta vita
e
rivedo sul mare burrascoso
tutti
gli anni portati via dal vento
e
inutilmente provo a trattenerli;
ormai
sono sessanta e sembra ieri:
un
giorno dopo l’altro con amore,
con
reciproca stima e senza inganni;
è
stata una delizia a tutte l’ore.
Nuccia è stata la
prima ad allietarci,
poi
venne Jimmy, a lui seguì Richard
e infine
Marco a completare il ceppo.
Il
ceppo crebbe e si arricchì di rami
sempre
più belli e verdi di speranza,
riempiendo
di tesori le mie mani
in
grazia alla divina provvidenza.
Insieme
festeggiamo questo giorno
che
ci vede riuniti per la storia
con
i nostri più cari stretti intorno,
felici
di goderci la baldoria.