Artista: Frank Zappa
Album: Hot Rats
Anno: 1969
Dove & Quando: Discoteca laziale, qualche anno fa


    Dopo il progetto sperimentale che portò alla registrazione di Lumpy Gravy, "HOT RATS" è stato il primo album registrato da Frank Zappa senza le Mothers, sebbene alcuni dei musicisti partecipanti, nella fattispecie il polistrumentista Ian Underwood, gravitassero nelle sfere del "minchione" già da tempo.
Frank Zappa è stato senza dubbio uno dei più colti e raffinati compositori nella storia del rock, le cui influenze (riflettutesi ovviamente nella sua opera) spaziavano da personalità rilevanti della musica classica a lui contemporanee (Stravinskij, Stockhausen, Varese) ad una passione più o meno seria per il doo-wop ed il rock'n'roll anni '50, il tutto tenuto insieme dalla straordinaria abilità di chitarrista. Un genio, per dirla con le parole del mio amico Pié (che però non condividerà assolutamente ciò che sto scrivendo... Pié, se ci sei, lascia un commento e smontami!)
Nell'immaginario collettivo questo disco è un classico della fusione (fusion) fra il jazz e il rock. La genialità di Hot Rats risiede nel fatto di aver unito la sofisticatezza compositiva del jazz all'attitudine un po' fancazzista del rock, le due cose sapientemente mescolate dalla tagliente ironia e dal talento geniale di Zappa.
    
    Ad impressionare di più l'ascoltatore (nella fattispecie me, al primo ascolto) non sono tanto la compattezza e la fluidità negli arrangiamenti, che risultano fruibili senza mai essere banali o scontati, quanto il virtuosismo improvvisativo di Frank Zappa alla chitarra elettrica. Ascoltare per credere, gli a-solo distorti e compressi in Willie the Pimp (che tra l'altro, vanta la partecipazione di Captain Beefhart alla voce).

    L'organico comprende, oltre al già citato Underwood, altri musicisti di grosso calibro: Jan-Luc Ponty, Lowell George, Don "Sugarcane" Harris.

    Bella la copertina, che ritrae in un tripudio porpora niente di meno che Cynthia Plaster Caster (colei che fondò le Plaster Casters, appunto, groupies specializzate nel fare il calco del pene ai propri beniamini!).

    Hot Rats risulta essere ancora oggi, a quasi quarant'anni dalla sua pubblicazione, frizzante e fruibile anche per l'ascoltatore "neofita"; complesso e sfaccettato come una jam session di jazz, immediato come un sudato ed "irsuto" disco rock.

Ascoltare per credere!!!

TRACKLIST:
1. Peaches en regalia
2. Willie the pimp
3. Son of Mr. Green Genes
4. Little Umbrellas
5. The Gumbo Variations
6. It must be a camel