CONTINUA DA "Il Diavolo veste Prodi (considerazioni sparse all'ombra di un tenue sole invernale di un dicembre romano...)"

    Che fine hanno fatto i radicali e la RNP, che tanto ci avevano fatto sperare in termini di libertà, laicità e quant'altro? Sepolti anche loro nella melma che questo governo rappresenta. Aggrappati ai loro ministeri senza portafoglio e ad una misera percentuale di rappresentatività. Triste, come epilogo. La ricerca, il progresso scientifico e tecnologico, così come la quotidianità di ognuno di noi non possono essere minati dall'influenza più o meno palese e manifesta del nostro illustre vicino di casa. E finché politici scellerati, con le croci nei simboli e nei cuori (ma, a pensarci bene, anche campanili e fiori e asinelli), continueranno ad anteporre alla ragion di stato quella di un dio, continueremo a passarcela male. Tutti in Spagna, allora? Si, tutti lì... Anche se quello che chiedo è semplicemente una morale laica. Sic et simpliciter.

2. Più approfonditamente sulla manifestazione di cui sopra... Le immagini sono sconvolgenti. Questi qua manifestano con un livello di organizzazione pauroso. Ci sono i responsabili dei vari settori del corteo identificati da pettoline numerate e colorate a seconda del ruolo e della posizione. Persino gli striscioni sono bellissimi. Dimenticate gli orrendi teli bianchi e le scritte fatte a mano, con un pennarello o la bomboletta spray. No, qua è tutta un'altra cosa. Tutto è bello, più bello. Cartelloni usciti freschi freschi dalla tipografia, magliette stampate con loghi e slogan colorati e d'effetto. Insomma, una manifestazione degna di una destra moderna.

Dico la verità: invidio un po' l'organizzazione di questa manifestazione.


Già, perché le "nostre" manifestazioni sono tutte più caciarone, più maldestre e meno organizzate, più disordinate e meno allineate, più eterogenee e colorate, più libere ed un po' anarchiche. Ci sono gli eskimi e le chitarre, i fischietti e i bonghi, i fiori e i dreadlocks. Ma anche le giacche e le cravatte. Con sotto le Clark's, però. Rigorosamente. Ecco, in una parola, le manifestazioni della sinistra sono un po' retrò. Nostalgiche. Pregne di quella nostalgia ingenua e bonaria verso un passato non migliore ma sicuramente meno incerto (anche se, in fondo, più incerto), politicamente e non. La piazza "di sinistra" è agli antipodi rispetto alle "stanze" di sinistra. Quella di destra, no. Nelle manifestazioni libere di sinistra, a volte succedono guerre intestine tra gruppi facenti tutti parte del macrocosmo che s'identifica con la sinistra. Cioè: a sinistra ci sono ancora le idee, e queste non sempre coincidono. E si continua a lottare per le idee, seppure in modi differenti rispetto al passato, ma con un piede sempre e saldamente piantato indietro.

Ciò che vedo oggi, invece, è aberrante. Dove sono finite le idee? Senti parlarne uno, ed è come se li avessi sentiti parlare tutti. Dicono le stesse cose con le stesse parole. Fa paura, onestamente. Perché le parole associate alle facce rendono chiara una cosa. Mi spiego: se vedi un gruppo di yuppies con la cravatta rosa e la spilletta di AN o di Forza Italia appuntata sul bavero della giacca, là t'aspetti certe parole. Diciamo, le parole, là, sono in linea con le facce. Ma se poi vedi le vecchiette, gli operai mani callose e facce rugose con quel fondo di malinconia negli sguardi, oppure adolescenti imberbi vestiti manco fossero tutti figli di Montezemolo, allora qualche dubbio ti sorge. Com'è che dicono tutti le stesse cose? Com'è che, in questo caso, parole e facce divergono, stridono? Avrei dei sospetti, ma li tengo per  me. C'è da riflettere, però, sulla potenza - sul potere - del berlusconismo (e, di riflesso, di questa nuova destra italiana). Ecco, riflettiamoci.
Magari la prossima volta ci pensiamo su due o tre volte prima di candidare un fes*********o come capo di una coalizione e di un governo.

No, dico così, tanto per dire...


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