Cellino San Marco- Stavolta lo slogan migliore per le elezioni amministrative e regionali prossime non sarà di Berlusconi, che pure alle politiche del 2001 aveva fatto faville.
Tra un vertice bellico e l´altro, la Casa delle Libertà, è uscita un poco malconcia. Sostanzialmente, non è stata in grado di trovare un accordo sulla possibilità di una candidatura unitaria su cui convergere. "No ai visitors" è lo slogan che, noblesse oblige, il fascio-integralista Blasi ha inventato e che, paradossalmente, è dilagato coinvolgendo non solo alcune forze politiche tra cui i democratico cristiani di Follini, ma l’intera popolazione cellinese. Ma chi sono i " visitors", gli "alieni" di Blasi? Sono Metrangolo e tutta l’allegra compagnia artefice di cinque anni di governo di centrodestra nel nostro paese. Ma come? squadra che vince non si cambia!! Ha esclamato attonita la ex sindachessa incoraggiata dalle urla dei suoi sostenitori. Ergo, qualcuno non preso dalle emozioni del momento ha detto:”ma scusate l’ultima volta non abbiamo perso?” ed a quel punto che la professoressa, senza pensarci due volte, ha abbandonato la stanza decisa a correre per essere rieletta sindaco insieme a chi vorrà sostenere la sua candidatura. Scongiurato il pericolo apparente dei visitors AN si autocongratulava del risultato ottenuto ma incappava in uno sciocco, ma prevedibile gioco delle parti. Chi dovrà essere il candidato sindaco? Occhi puntati sui buchi neri di partito tra cui sono emerse tre candidature: Molendini, Buccolieri, Tempera dei quali la prima ad essere affondata è stata proprio la Presidentessa del partito forse, grazie ai vecchi rancori tra lei e Molendini circa le elezioni per la segreteria locale. Restano due quindi le possibilità di scelta. I "visitors" sono avvertiti. Da qui non si passa ed intanto arruolano il catapultato Caprioli & C. (dove "& C." sta per “e Cugini”). Degli slogan del Centrosinistra è persino inutile parlare: nel paese impervia un clima di incertezza e come per la regione dove si dibatte per la scelta tra Botta e Ventola sembrano coniate più scuse che slogan, assomigliando sempre più a quel personaggio della satira televisiva (di Aldo Giovanni e Giacomo) che non faceva che darsi bottigliate sui genitali. A qualche mese dalle elezioni, perciò, l´unico che ci sembra meritare qualche considerazione nelle scelte semantiche del suo marketing politico si chiama Lorenzo Mazzotta. Ex margheritiano in cerca di rivincita, sicuramente da considerare tutt´altro che un personaggio ordinario. Il suo slogan è “ORA BASTA SE FACCIO IL SIDACO NESSUNO MI CACCERA’ VIA (forse……)” La mattina attraversa la città a lunghe falcate, perso nei suoi pensieri; i concittadini lo osservano compiaciuti e si astengono dal disturbarlo.e ora, questi che fanno?
Il centrosinistra cambia nome. Si chiamerà:
Cambiano nome anche Moncullo, Colletta e la Gravili: "Sono nomi da cartoon, d'ora in avanti chiamateci Qui,Quo,Qua". Durante il congresso DS acceso dibattito sulla sigla: "Facciamola fare alla Lecciso"
- C'è scompiglio nelle sedi politiche del centrosinistra. Centinaia di dotti linguisti sono alla ricerca di un sinonimo di "Alleanza" che non sia stato già utilizzato da qualcuno dei ventimila partiti italiani o dalle migliaia liste civiche nate negli ultimi anni.
Fuori, in trepida attesa, un numero imprecisato di leader e leaderini di centrosinistra attende il responso, senza però rinunciare alla propria identità e alle proprie idee.
Il motivo del lungo travaglio è così spiegato da Sergio Colletta segretario dei Comunisti Italiani: "Il nostro elettorato deve potersi riconoscere in un nome che trasmetta l'idea di un progetto, che indichi la strada di un cambiamento, che evochi una speranza. Per questo la mia proposta è di chiamarci Topa per Tutti".
Storce però il naso D’Agostino fedele asceta di Pecorario Scanio, che intravede una possibile discriminazione sessista, e propone "Mucche alla Riscossa", un nome in chiave ambientalista e con forti legami con la tradizione contadina.
"Troppo disneyano", borbotta Moncullo: "preferirei qualcosa che rievocasse la tradizione popolare e di massa e che facesse capire la vastità dello schieramento politico che sta dietro al progetto: che ne direste de "La carica dei 101"?
"Disneyano anche questo, e vagamente estremista", lo riprende Schirinzi della Margherita. Che aggiunge: "Dobbiamo inseguire a tutti i costi l'elettorato di centro, indicando chiaramente la nostra matrice moderata e cattolica: propongo "Padre Nostro".
Insomma, per ingannare l'attesa, è stata allestita lì per lì una rissa programmatica, nella quale sono stati scartati in malo modo alcuni validi nomi alternativi, come "Il Mastello delle Libertà" (proposto dall'Udeur), "Avanti popolo" (proposto da Rifondazione), "Avanti miei Prodi", "Союзничество", "Invicibile Armada", "Socmel", "Quarantaquattro Gatti" e "Rifondazione liberal-laburista dei riformisti italiani per l'Europa e l'unità democratica".
Al termine, mentre feriti e contusi sorridevano tutti insieme alle telecamere tenendosi ancora l'un l'altro per il bavero, il leader indiscusso Giovanni Ramirez, nascosto fino ad allora in un vicino barretto di piazza ha detto "Tutto ruota intorno a me, i saggi hanno deciso: ci chiameremo VotareWeb. E adesso, avanti col programma".
Felici del responso e rasserenati dalla scelta di un nome che evoca solidità e tradizione, i quarantaquattro gatti riformisti liberali per la libertà e l'unione democratica del centrosinistra alla riscossa, sono tornati a darsele spensieratamente nel mezzo della carreggiata, ostacolando il traffico. Sferzante il commento di un automobilista in arrivo da destra:
"i soliti comunisti, sempre alle prese con la nomenklatura..."