Black Holes. Ancora un’ inconcepibile realtà del mondo in cui viviamo

Esiste un qualcosa nell’universo, chiamato black hole. La dizione inglese mi piace più della versione italiana, suona più seriosa e consona all’argomento trattato. La forza gravitazionale è, di per se, una forza debole ma con una notevole pecularietà. Si somma sempre. Non ci sono, come nell’elettromagnetismo, cariche positive e negative che si neutralizzano a vicenda. La forza di gravità si somma sempre. Ecco la ragione per la quale, masse enormi come le stelle, una volta che hanno esaurito il loro combustibile nucleare, collassano fino a concentrare la loro immensa massa in una piccola sfera con un piccolo raggio. Se questo raggio è sufficientemente piccolo, neppure la luce potrà abbandonare il black hole ed il raggio in questione si chiama allora raggio di Schwarzschild. La superficie della sfera che ha il raggio di Schwarzschild, è chiamata poi orizzonte degli eventi.

Questo è sostanzialmente un confine gravitazionale. Dall'interno di questo confine nulla può sfuggire. Una volta che un qualsiasi oggetto ha attraversato l'orizzonte degli eventi del black hole, deve precipitare inesorabilmente verso un punto. In quel punto si forma una singolarità spazio-temporale, cioè un punto matematico in cui la densità e la curvatura dello spazio-tempo sono infinite e in cui le leggi della fisica cessano di valere.

In questo caso la singolarità sembra comportarsi come una sorta di tunnel spazio-temporale, detto "ponte di Einstein-Rosen".

Per comprendere almeno in maniera intuitiva cosa sia questo "ponte", ricorriamo ad una analogia e rappresentiamo il nostro spazio tridimensionale con una superficie bidimensionale di gomma, che in assenza di massa sarà perfettamente liscia e piana. Secondo Einstein, la massa gravitazionale di un corpo causa una deformazione dello spazio-tempo ad essa circostante, questo equivale ad appoggiare sul piano di gomma una sfera pesante che ne provocherà una incurvatura, tanto più profonda ed accentuata, quanto più pesante (o concentrata) è la sfera. Quando si forma un black hole, lo spazio-tempo viene talmente deformato da dare origine ad un tunnel che connette universi diversi. Nell'analogia è come se l'incurvatura creata dalla sfera divenisse un tunnel che collega il nostro piano di gomma con un altro, che possiamo pensare come un universo parallelo al nostro, e la sfera scomparisse dall'altra parte. In teoria è quindi possibile entrare in un black hole ed uscire in un secondo universo e da qui entrare in un altro "tunnel" per ritrovarci in un terzo universo, e così via all'infinito…

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