CHI SIAMO

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Cino Moscatelli

Unita' di Base "Cino Moscatelli" dei Democratici di Sinistra di Borgo Ticino, intitolata al partigiano Cino Moscatelli il 13 agosto 1984 (gia' sezione del Partito Comunista Italiano).

La sede

IL DIRETTIVO

SEGRETARIO : Maurizio Barbero

TESORIERE: Graziano Bocchetti

Claudia Sgarabottolo, Nereo Turato, Antonino Saida, Mario Chinello, Maria Zanfini, Roberto Rollini

CHI ERA "CINO"

Moscatelli Vincenzo detto "Cino"

Nato a Novara il 3.2.1908: tornitore  meccanico. Di famiglia operaia del rione Sant'Andrea (suo padre era ferroviere e, in famiglia, erano sette fratelli), crebbe ai sentimenti socialisti nel clima rovente della Novara - rossa - del primo dopoguerra.
Nel settembre 1920 prese parte all'occupazione dello stabilimento Ruml, dove lavorava in qualita' di garzone.
Nel luglio 1922, durante la battaglia di Novara, fu tra i "fanciulli proletari" (in gran parte suoi compagni, apprendisti della Scotti Brioschi) che, a sassate, difesero la Camera del Lavoro dal primo assalto fascista. Nell'aprile 1925 organizzo', con uno stratagemma, lo sciopero degli apprendisti delle Officine Meccaniche Novaresi.
Licenziatosi dallo stabilimento Rumi, trovo' lavoro all'Alfa Romeo di Milano. Poi preso di mira dai fascisti in seguito a uno sciopero, Moscatelli si trasferi' alla Cerutti di via Stelvio, in Milano.
Nel 1925, Moscatelli entro' a far parte dell'organizzazione giovanile comunista di Novara, venendone addetto all'attivita' di stampa e propaganda. In quel periodo l'organizzazione novarese svolse, soprattutto in direzione delle mondine, un proficuo lavoro politico che, sarebbe sfociato nel grande sciopero dei 1927.
Nel settembre 1927, durante le proteste per l'esecuzione degli anarchici Sacco e Vanzetti negli U.S.A., per indurre le maestranze allo sciopero Moscatelli tolse la corrente alla Cerutti, provocando un corto circuito nella cabina elettrica.
Nell'emigrazione
Recatosi in quello stesso anno in Svizzera per partecipare a una riunione clandestina diretta da Luigi Longo e Palmiro Togliatti, rimase all'estero diventando funzionario comunista. Continuo' cosi' la scuola a Berlino, nella casa del P.C tedesco e fu infine inviato a Mosca, dove rimase dall'ottobre 1927 al gennaio 1930.
Stabilitosi successivamente in Francia, lavoro' al Centro estero dei P.C.l., collaborando alla redazione e alla grafica di giornali clandestini.
Sul finire del 1930 fu inviato dal Partito in Italia, per organizzarvi clandestinamente la lotta contro il fascismo. Come funzionario della Federazione giovanile comunista per l'Emilia Romagna, diede a questa attivita' un tale impulso che riusci' a organizzare, nel solo Ravennate, piu' di 600 comunisti.
Carcere e confino
Arrestato a Bologna l'8.11.1930, dopo essere stato torturato venne deferito al Tribunale Speciale che, il 24.4.1931, lo condanno' a 16 anni e 8 mesi di reclusione, per "ricostituzione del P.C.i., appartenenza allo stesso, propaganda e omessa denuncia d'armi"
Rinchiuso nelle carceri di Volterra, dove partecipo' a uno sciopero della fame di sette giorni, fu poi trasferito a Civitavecchia, dove prese parte a un altro sciopero della fame, e infine ad Alessandria. Qui fu rinchiuso per sei mesi in cella di isolamento.
Uscito di prigione nei 1935 in applicazione dell'amnistia del - Decennale - e di vari condoni, decise di rimanere in Italia. Perse cosi i contatti con il Centro estero del Partito, mentre mantenne qualche legame con i militanti del Novarese e dei Vercellese. Nuovamente arrestato nell'aprile 1937, fu incarcerato per sei mesi a Vercelli.
Guerra di liberazione
Dopo  l'8.9.1943 fu tra i principali organizzatori  della  Resistenza   in Valsesia, diventando commissario politico del Raggruppamento Divisioni Garibaldi della Valsesia-Cusio-Ossola-Verbano. Alle dirette dipendenze del Comando generale delle Brigate Garibaldi insediato a Milano,  il  Raggruppamento comprendeva 4 Divisioni (Fratelli Varalli - Redi - Pajetta - Mario Flaim -) con una forza complessiva di oltre 3.000 combattenti.
Dall'ottobre 1944 Moscatelli diresse anche il giornale La Stella Alpina, organo dei Comando unificato del Raggruppamento.
Nella Guerra di liberazione la figura di Moscatelli venne circondata da un alone leggendario per il dinamismo con cui seppe dirigere la lotta, nella quale sfrutto' la vasta popolarita' che si era conquistata lavorando per anni in quei luoghi e profuse i suoi mezzi finanziari personali. Egli applico' d'altra parte una abile politica verso le forze cattoliche, tanto da assicurarsi larghi appoggi dal clero locale.
Secondo dopoguerra
Dopo la Liberazione fu designato sindaco dal C.L.N. di Novara. Nominato consultore nazionale, fu poi eletto alla Costituente e venne chiamato a far parte dei terzo gabinetto De Gasperi  (2.2-31.5.1947)  come sottosegretario alla Presidenza dei Consiglio dei ministri per l'assistenza ai reduci e ai partigiani.
Senatore di diritto nel 1948, fu eletto deputato nel 1953 e nel 1958, entrambe le volte nel collegio Bologna-Ravenna-Ferrara-Forli
Dopo aver lavorato nell'immediato dopoguerra come dirigente della Commissione assistenza reduci partigiani presso la Direzione del P.C.l., fu designato responsabile della Federazione torinese del partito. Dal 1949 al 1952 ebbe altri incarichi in Val d'Aosta e poi a Cuneo, come ispettore regionale. Fu poi a Novara, vicesegretario della Federazione e consigliere comunale;  e infine, dopo aver costituito la Federazione dell'Alto Novarese, per un anno fu segretario della Federazione di Verbania (1957-58).
Depositario dal 1945 del cospicuo archivio del Raggruppamento Divisioni della Valsesia-Cusio-Verbano-Ossola, nel 1974 fece sorgere a Borgosesia l'Istituto per la Storia della Resistenza in provincia di Vercelli  e ne divenne presidente. Dopo la sua morte l'istituto fu intitolato a Cino Moscatelli.
E' deceduto il 31 ottobre del 1981