Droga e droghe di Gualtiero Michelucci

Un figlio prigioniero della "legge"l sulla droga. E' lo Stato che uccide.



In sintesi ciò che voglio dire, è che se non c'è un nemico, se non c'è qualcosa da combattere, lo si può sempre creare. E il sistema militare non può sopravvivere senza qualcosa da combattere.


In italia e non solo in Italia, i veri narcotrafficanti passano per persone che lottano contro la droga.
Infatti in Italia abbiamo mafiosi devòti e narcotrafficanti che dicono No alla droga.
La prima tossicodipendenza:
"Si comincia sempre dalla sigaretta, poi magari l'alcol, la marijuana non è roba da tossicodipendenti; qualcun altro prova pure con l'eroina e la cocaina".

Chi sono i narcotrafficanti di tabacco e come mai la fanno franca?
Com'è che chi vende questa sostanza che danneggia la salute e da dipendenza, è una persona onesta e rispettata?
Perché alcuni venditori di morte sono protetti dallo Stato mentre su altri lo Stato si accanisce?
Si dice che all'estero brutti ceffi armati difendono le piantagioni di oppio.
Perché usare criteri diversi per i brutti ceffi armati che proteggono i campi di tabacco, le piantine di tabacco, le tabaccherie, i tabaccai? Perché sono poliziotti! Questa è la vera ingiustizia.
Perché il tabaccaio è un onesto cittadino e non uno sporco spacciatore?
Perché le polizie difendono l'industria del cancro?
Parte il ricavato sull'alcol e sul tabacco finisce nel portafogli di ministri, di magistrati e dei loro protettori, appunto, i militari.

Ci sono molte contraddizioni? No non ci sono contraddizioni. Apparentemente, è in atto una spietata lotta alla droga. Oviamente non a tutta la droga, soltanto ad alcune sostanze, sostanze che qualcuno ha deciso debbano essere illegali e controindicate.
Com'è possibile che ogni giovane riesce a trovare molto facilmente uno spacciatore di droga e la polizia no?


I militari, per giustificare la loro esistenza, hanno bisogno di un nemico, di qualcosa da combattere.
I vertici militari e tutto l'apparato bellico, costano cifre inimmaginabili, e questa gente vuole esistere. E a questa gente bissogna pagargli pure i calzini, va mantenuta a tutto tondo.

Ecco il perché di tutto questo accanimento contro le piantine di marihuana. Provate però a toccargli le distillerie.
Se non c'è nulla contro cui combattere lo si può sempre creare no!?
I militari, con le loro portaerei, missili, bombe e tutto l'apparato bellico, belligerante, armifero, costano miliardi di miliardi di miliardi di 
miliardi e ancora ce ne vogliono, mentre i poveri si prendono solo calci nel sedere. 
Non è venalità la mia. Se tutto questo servisse davvero lo comprenderei. ma è una truffa. E' una presa per i fondelli.

Fa difetto, in realtà, il fatto che, i militari, non hanno abbastanza nemici per giustificare né se stessi né tantomeno le spese alle quali ci 
sottopongono. Ecco che allora, insieme ai politici e ai magistrati, creano un falso proibizionismo, qualcosa contro cui combattere, 
qualcosa che ci obbliga a sborsare sacchi di denaro, che in realtà servono a mantenegli acceso il Luna Park. In realtà prendono 
tangenti dai trasportatori di sostanze che lasciano passare: non a caso abbiamo l'italia piena di droga con sempre più drogati e 
alcolizzati. Ma è questo quello che ci vuole, quello che a loro serve. Questo per loro è positivo, perché i militari in questo modo 
sanno che la loro presenza è garantita dalla necessità di combattere un nemico, la mafia, che col traffico di droga diventa sempre più 
forte. E ben venga che diventi sempre più forte. Più forte sarà la mafia, più ci sarà necessità di combatterla e la presenza militare sarà 
dunque necessaria. Il solito gatto che si morde la coda.
Sfido io che la mafia diventa sempre più forte, la ingrassano loro ai propri fini.

Parliamo di terrorismo. Con la droga i terroristi comprano armi. E questa cosa è qualcosa di meraviglios per i militari. E' positività. 
Perché in questo modo devono combattere un terrorismo sempre più forte. 
Se il terrorismo non c'è lo creano. se è debole lo rafforzano o dandogli aiuti economici, armi o lasciando che si arricchisca con la 
vendita della droga. All'apparato bellico, basta avere qualcosa contro cui combattere, non gli serve altro.
Mentre su alcol e sigarette non c'è nulla da combatere, c'è la pace. Sono loro gli spacciatori
Il falso proibizionismo è mediatico. I mezzi di comunicazione trasmettono in continuazione la lotta contro la droga che non va al di là dei media. E' una truffa.
I politici sono lo specchietto per le allodole: eseguono gli ordini imposti dai vertici militari. Fanno e dicono quello che gli si ordina di fare e di dire, come un qualsiasi altro attore.
I media trasmettono sempre la stessa canzoncina: la droga fa male, la polizia ha arrestato Pierino con 100 grammi di sostanza, ci sono le comunità.
Ogni sei mesi arrestano la grande banda, quella che è proprio quella, che senza di lei, guarda, che il narcotraffico è sconfitto. Poi tutto ricomincia da capo. Con tappe di sei mesi in sei mesi.

Mentre i militari da una parte appoggiano il narcotraffico e dall'altra fingono di lottare contro la droga per criminalizzare la gente, per avere un nemico, dall'altra tengono la popolazione soggiogata, impaurita, alla loro mercé e la sfruttano più e quanto possono, insieme agli altri potenti.

Come abbiamo potuto vedere: se servono dei criminali, basta crearli.
(Diceva Platone. la giustizia non è altro che la convenienza del più forte).
E' come se i pompieri, in odore di licenziamento si mettessero a incendiare i boschi.
In America prima del proibizionismo sull'alcol chi lo vendeva era un onesto cittadino, poi è diventato un losco trafficante, cioè un criminale da combattere e infine, tolto il proibizionismo è tornato ad essere di nuovo un onesto commerciante.

Come vedete, è tutta una burla, una truffa. Basta cambiare i termini, le parole, i significati, i punti di vista.


Non è realtà. E' una questione di linguaggio. Cambi questo e tutto cambia.
Chi protegge col mitra i campi di tabacco è gente onesta?
Chi vende sostanze cancerogene è gente onesta?


2)

Il problema della droga serve a mantenere eserciti, polizie, preti, politici e tantissimi altri, quindi bisogna che resti un problema e che venga percepito come un problema.
Create le condizioni il resto sono tutte conseguenze e il gioco è fatto. Tutto va da sé.

Basta imporre una legge.


3)

Ovvio che lo Stato abbia convenienza a far sì che la gente si droghi.a) Ci sono sanzioni amministrative per chi spinella o usa eroina. In realtà sono chiare estorsioni di stampo mafioso ma comunque le chiamano sanzioni. Ci sono tasse per chi fa uso di alcol e di tabacco. Ovvio che lo Stato ci tenga a mantenere se stesso in questo modo.
Fosse invece che politici, magistrati e forze di pubblica sicurezza, pagassero loro delle sanzioni ogni qual volta un drogato muore, la storia cambierebbe. E non parlo solo di morti per eroina ma pure di quelli per nicotina e per alcolismo, poiché cancri e cirrosi sono all'ordine del giorno.


a) Certo, attraverso i mezzi di comunicazione, complici anch'essi dei narcotrafficanti, lo Stato fa credere il contrario ma lo Stato è formato da veri professionisti della menzogna, da gente che pensa in un modo, parla in un altro e agisce in un altro ancora.

Per dirla alla Leopardi
Molti vogliono e condursi teco vilmente, e che tu ad un tempo, da un lato sii tanto accorto, che tu non dia impedimento alla loro viltà, dall'altro non li conoschi per vili.



4)

Il proibizionismo sull'alcol ha fatto scuola.
Non solo chi beveva ha aumentato la dose ma a foraggiare le squadre degli alcolisti si sono aggiunte le nuove leve fra cui donne e minori.
Proibire la marijuana, sostanza pressoché sconosciuta, voleva dire reclamizzarla in tutto il mondo senza spendere un quattrino. Una pacchia per i Governi che già sapevano quali sarebbero stati gli effetti. L'impatto sulle persone fu di mera curiosità e spesso di sfida. Una pacchia quindi dominare le genti attraverso questa sontanza che avrebbe portato le masse a farne uso di altre molto più deleterie, più moleste. Così l'uso di droghe si è diffuso.




Intorno al Drago - La droga e il suo spettacolo sociale - Verso la fine di una inumana sofferenza



Questa lettera, addolcita ma anche impreziosita, a dire il vero, dalla professionalità del dottor Schiavi, sarebbe stato bene avesse avuto per titolo:"Un figlio prigioniero della legge sulla droga. E' lo Stato che uccide".
Mi farò premura di raccontare l'antefatto e le vicende ad esso annesse per spiegare questo. Cosicché, anche gli scritti sopra acquisteranno il loro giusto senso, che potrebbe, in assenza dell'antefatto, essere travisato..