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Macchi C.202 Folgore

by Riccardo Trotta

 

Macchi C.202 "Folgore” - Scala 1/48 -

Regia Aeronautica, 91° Squadriglia, 4° Stormo Caccia Terrestre

Velivolo personale del Cap. RUSPOLI

 

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  TrottaC202 01.jpg (48002 byte) TrottaC202 03.jpg (102783 byte)

 

Model, text and images copyright © 2001 by Riccardo Trotta

Modelli, testi e immagini sono copyright © 2001 by Riccardo Trotta

Macchi C.202 "Folgore”  - Scala 1/48 -

Premessa

           Queste  note sono tratte da un articolo che ho scritto per il Notiziario del Club Modellismo Plastico Ravenna n° 4/00 e sono state preparate con il consenso del direttore del Club.

Quanto qui riportato vuole solo descrivere la mia opinione e la mia personale esperienza nei confronti della costruzione del modello in scala 1/48 di uno dei più belli e significativi aerei della Regia Aeronautica nella  II° Guerra Mondiale; non ha quindi alcuna pretesa di essere definitivo e critiche migliorative documentate penso non possano fare altro che bene, nell’interesse di tutti i modellisti interessati ai nostri aerei di tempi passati.

  Costruzione

Sul Notiziario CMPR n°23 del 1975 comparvero i disegni quotati originali di fabbrica relativi al Macchi C205; non prendendo  in considerazione i particolari che differiscono dal C202, ho utilizzato questi dati per verificare per scrupolo i disegni riprodotti in scala 1/48 sul fascicolo n°2 della serie Ali d’Italia, dedicato appunto al C202.

La lunghezza della fusoliera, escluso l’ogiva, (particolare questo differente fra i due aerei) è riportata essere 8250 mm che  in scala 1/48, corrisponde a  171.87 mm: dato perfettamente corrispondente al disegno, nei limiti della precisione consentita da una squadretta millimetrata; ho verificato anche altre misure, ma in particolare la mia attenzione è stata richiamata dalla distanza asse dell’aereo, passante per il centro dell’ogiva, - altezza della struttura anticappottamento: questa misura è di 990 mm, come quota originale, pari a 20.62 in scala 1/48: con il calibro ho rilevato 20.6 sul disegno.

Per completezza mi sembra giusto riportare le dimensioni reali e quelle in scala:

lunghezza (mm)      8850 (reale)        184.37 (1/48)

apertura alare (mm)    10580(reale)        220.04 (1/48)

  queste dimensioni mi sembra siano riportate abbastanza correttamente nel suddetto disegno in scala, nei limiti di approssimazione dell’ultima cifra apprezzabile con la squadretta e/o con il calibro, come chiunque può verificare..

A questo punto ho iniziato a confrontare il kit 1/48 dell’Hasegawa con i disegni suddetti, partendo dalla semifusoliera sinistra, facendo coincidere la parte anteriore del  muso ed il profilo superiore;

ho potuto notare le discrepanze seguenti:

·        La fusoliera è più corta di circa 2.3 mm;

       ·     L’altezza della struttura anticappottamento rispetto alla sponda dell’abitacolo dovrebbe essere 9.4 mm; risulta invece 8.7 mm;

·        Leggera magrezza inferiormente, nella parte posteriore della fusoliera.

Personalmente ho deciso di apportare le correzioni necessarie ad eliminare le prime due piccole imprecisioni, perché, a mio avviso, specie quella relativa all’altezza della struttura anticappottamento, falsano la linea dell’aereo.

Per prima cosa ho provveduto a staccare dalle due semifusoliere le due parti relative al timone, che andranno rimontate in posizione “mossa” per maggiore realismo.

Ho tagliato prima la semifusoliera sinistra 3 mm. davanti al foro di sollevamento; ho quindi incollato orizzontalmente dei rettangoli di plasticard di spessore  di circa 0.5 mm sulla parte contenente l’abitacolo, in modo che sporgessero più di 2.3 mm, e, una volta fissati, l’ho posizionata sul disegno ed incollato alla distanza corretta  sui listelli di plasticard sporgenti,la parte della semifusoliera contenente la coda. Ho poi riempito la fossetta così rimasta con listelli di plasticard opportunamente piegati secondo l’andamento del profilo della semifusoliera.

 

TrottaC202 05.jpg (93714 byte)  Foto n° 1

La foto n°1 mostra la semifusoliera sinistra allungata nel modo suddetto, posizionata sul disegno, in modo da far combaciare la lunghezza del kit con quella del disegno.

Ho ripetuto l’operazione per la semifusoliera  destra, controllando la posizione relativa dei pezzi, affiancandole durante l’incollaggio.

 

TrottaC202 06.jpg (94406 byte) Foto n° 2

Nella foto n°2 è visibile il raccordo effettuato all’interno della fusoliera destra. Ho completato il lavoro con lo stucco e, con una punta, ho ripristinato le incisioni..

 

A questo punto ho abbassato la sponda dell’abitacolo, tenendo unite le due semifusoliere e verificando, durante l’operazione, la posizione del parabrezza. Ad essere pignoli, il parabrezza è leggermente sottodimensionato rispetto al disegno; ho pensato di evitare di ristamparlo raccordando, al momento del successivo  montaggio del parabrezza, la parte posteriore inferiore del parabrezza con la sponda dell’abitacolo con piccoli pezzetti di strip Evergreen.

Messo da parte il parabrezza, ho preso il pavimento fornito dal kit ed ho eliminato il poggiapiedi e l’appoggio del sedile ed ho voluto verificare che il pavimento entrasse correttamente nel suo alloggio, chiudendo a secco le due semifusoliere.

Lo spessore delle pareti del sedile va ridotto con carta abrasiva.

Il soggetto da me scelto per la riproduzione è uno della III°  serie e, guardando gli interni riprodotti alle pagg. 50 e 51 del fascicolo dell’Ali d’Italia, ho pensato che la struttura che sostiene il sedile fosse ancora quella tipo C200 (foto pag. 51), mentre l’altra dovrebbe essere dalla IV° serie in avanti: per questo ho completato la struttura fornita dal kit con rod da 0.5 mm, come quella di pag. 51. Ho  poi inserito le fotoincisioni del kit Eduard n° 48-163, dedicato appunto al C202 Hasegawa, relative al pavimento, sul pavimento stesso, verificando il posizionamento all’interno della fusoliera chiusa; successivamente ho autocostruito con sprue e rod da 0.5 mm la bombola dell’ossigeno da posizionare sotto la struttura del seggiolino. Prima di posizionare la bombola  ho incollato i fotoincisi relativi alle sezioni dei poggiapiedi e la pedaliera arricchita dalle cinghie  costruite con carta un po’ spessa.

Ho verniciato il tutto con verde anticorrosione della Lifecolor UA 116 (FS 34558). Si potrebbe a questo punto fare obiezioni circa la colorazione dell’interno dell’abitacolo: infatti, sul libro  GMT-CMPR-GAVS  “Colori e schemi mimetici della Regia Aeronautica 1935-1943” a pag.47 è riportato l’uso dei colori previsto dalla Tavola 10 e per le superfici interne della fusoliera è previsto il Grigio Azzurro Chiaro; è probabile però che questa prescrizione non fosse spesso applicata, per cui credo che al modellista rimanga un ampio margine di scelta; se altri avranno in proposito informazioni più precise, penso che tutti i modellisti che si occupano di questo periodo della nostra Aeronautica saranno ben contenti di conoscerle. Per quanto riguarda la bombola dell’ossigeno, stando alla tabella VI a pag. 68 del suddetto libro, dovrebbe essere in Bianco neve 6; se torniamo alla foto a pag.51 in basso del citato libro dell’Ali d’Italia, sembra che solo la parte superiore della bombola sia di suddetto colore, per cui ho dipinto in bianco la parte superiore, in alluminio la parte con il rubinetto e l’uscita e ho usato dei grigi di diversa tonalità per il corpo e la banda.

Successivamente ho posizionato la cloche  con i relativi cavetti.  Per il cruscotto, ho usato quello del kit Eduard mentre per le pareti laterali, ho preferito usare quelle del kit, facendo riferimento  per la colorazione alle foto a colori  relative al C202/C205 comparse sul fascicolo dell’Aero Details n°15, dedicato appunto ai caccia Macchi.  A questo punto ho posizionato sulla semifusoliera destra il poggiatesta corazzato, dopo averlo assottigliato in spessore e forato per far passare la catenella che regge le cinture di sicurezza, per le quali ho usato il foglio fotoinciso della RCR , dedicato alle cinture della Regia Aeronautica in 1/48. Facendo riferimento alle suddette foto a pag. 51 ho costruito con plasticard la struttura di protezione posteriore al sedile, sagomata e forata come nelle foto, e l’ho vincolata alla parte posteriore del pavimento (foto n°3).

TrottaC202 07.jpg (94527 byte) Foto n° 3

Aiutandomi con un profilometro, ho costruito la parte superiore del pezzo C17, che costituisce la sezione su cui poggia l’incastellatura del motore; siccome non volevo rappresentare nessuna parte aperta, e avendo deciso di non autocostruire le protezioni antisabbia, che potevano chiudere  l’interno  del vano carrelli, per proteggere il motore, ho costruito un simulacro del motore con un parallelepipedo in plasticard dipinto di nero e l’ho ancorato alla fusoliera. Ho poi prolungato le aste inferiori del castello motore (pezzo C16) e le ho incollate superiormente al simulacro del motore. A questo punto, facendo riferimento alle foto dell’interno del vano carrelli del C202 che compaiono sul citato Aero Detail 15, usando cavetti elettrici di vario colore, filo di stagno per saldature con filo elettrico sottile avvolto intorno e pezzetti di sprue, ho costruito l’interno del vano carrelli. Ricordo che tutto questo è stato fatto sempre con la fusoliera aperta, appoggiandosi ora ad una metà, ora ad un’altra, ma sempre appoggiandole l’una a l’altra ogni tanto, per controllare che l’effetto a fusoliera chiusa fosse corretto: chiaramente per la costruzione dell’interno del vano carrelli, ho fatto ricorso anche ad un controllo a secco della parte inferiore delle ali.

 

A questo punto ho montato il sedile, dopo averne assottigliato le pareti dopo averlo dipinto in alluminio. Ho autocostruito il cuscino, per il quale ho usato un pezzo del bordo di un vecchio asciugamano e montato le cinghie.

Ultima cosa, ho forato, dipinto e montato gli scarichi del motore, poi ho chiuso la fusoliera, intervenendo con lo stucco ove necessario.

Con una punta di trapano di 0.4 mm ho evidenziato le chiusure dei pannelli per l’ispezione delle armi. Poiché la presenza di bugne sul cofano motore poteva variare a seconda che fosse montato il motore originale tedesco o quello italiano costruito su licenza, mi sono rifatto alla documentazione fotografica; volendo rappresentare l’aereo 91-3 del Cap. Ruspoli, è possibile vedere che su questo erano assenti la bugna più vicina all’elica e quella più arretrata, che ho provveduto ad eliminare.

Passando alle ali, vanno eliminate i due portellini più esterni, stuccando in maniera opportuna; ho poi eliminato gli ipersostentatori del kit, lasciando gli alloggi per le cerniere, per poter successivamente inserire i flaps  fotoincisi della Eduard, kit 48-164. Nella parte inferiore delle semiali ho eliminato la struttura che si trova internamente all’ala, nella striscia di separazione fra i due vani e l’ho sostituita con le corrispondenti parti 15 e 60 del kit Eduard 48 – 163, facendo corrispondere la sua posizione rispetto ai cavi del vano carrelli come nelle foto del libro Aero Detail citato. Ho montato le semiali inferiori e quindi le superiori, dopo avere eliminato da quest’ultime la armi alari da 7.7 mm; ho però lasciato nelle semiali inferiori le aperture degli scarichi dei bossoli, perché gli aerei potevano avere la predisposizione al montaggio delle armi alari.

A questo punto ho assemblato i flaps fotoincisi, inserendo l’asta di rod da 0.5 mm nei fori dei primi due e inserendola nei successivi uno alla volta, via via che venivano montati, per facilitare l’allineamento. L’aereo da me prescelto montava sull’ala destra una fotocamera Robot per le riprese; ho trovato in una sequenza presente nella serie di videotape “ La Guerra del Duce” i particolari di come questa  camera fosse posizionata sull’ala per un C200; inoltre, anche se il disegno non è esatto, per la posizione mi sono aiutato con i disegni relativi al C200 (praticamente un’ala molto simile a parte l’attacco degli alettoni) apparsi su Ali e Colori n°2 pag.18; quindi, sull’ala destra, ho posizionato un tubicino di  2 mm di diametro, di lunghezza 3.5 mm, appena sporgente rispetto al bordo di entrata alare e con l’asse distante  1.8 cm dall’attaccatura dell’ala alla fusoliera, misurati sul bordo d’entrata; dietro a questo, sull’ala, in asse rispetto all’asse del tubicino, ho posizionato un rettangolo di plasticard di spessore 0.2 mm, di dimensioni 4 mm x 3 mm., per simulare il coperchio del vano che alloggia la fotocamera. L’interno del tubicino va dipinto in nero e , a verniciatura ultimata, andrà inserito del Kristal  Kleer per simulare il vetro di chiusura. Altra cosa da montare a questo punto sono le piastre di fissaggio delle ali alla fusoliera: si può usare quelle del kit Eduard  o autocostruirsele con plasticard di spessore 0.2 mm.

Il montaggio dei filtri dell’olio e dell’acqua sotto la fusoliera non presentano particolari difficoltà e possono essere dettagliati con le suddette fotoincisioni.

Arrivato al montaggio dei carrelli, ho limato la parte delle ruote che va al contatto con il terreno, ed ho simulato con stucco bicomponente il rigonfiamento della ruota, in corrispondenza appunto alla superficie di appoggio.

Colorazione

Per la colorazione:  come ho già detto, volevo rappresentare l’aereo del 4° Stormo 91 – 3 del cap. Ruspoli; questo aereo fu oggetto di un articolo con tavola a colori sul Notiziario CMPR n°25 del 1975; nell'articolo si faceva notare come la mimetica delle superfici superiori si estendesse anche sotto il muso e sotto la parte della fusoliera posteriore alle ali: questo fatto è verificabile, per lo meno per quanto riguarda il muso, anche su foto a colori di recente pubblicazione: Il Grigio Azzurro chiaro interessa quindi solo la superficie inferiore delle ali, estendendosi anche a quella del radiatore dell’acqua e  quella degli alettoni di coda: Per realizzare questo colore ho usato l’XF19 della Tamiya con aggiunta del XF27, fino ad ottenere una tonalità simile al FS 36307.

Le superfici superiori sono in Verde Oliva scuro con chiazze fitte di Nocciola Chiaro.

Recentemente su più testi si è definita questa mimetizzazione “ metropolitana”, ma si tratta di un errore: infatti se si va a riprendere le disposizioni ufficiali della Tavola 10, si vede che l’applicazione del Nocciola chiaro è specificata per “ quando è richiesto, chiazze sulle superfici dorsali degli aeroplani impiegati in colonia”. Solo successivamente, con la disposizione 12413 del giugno 1942, viene invertita la disposizione delle tinte. Questo fatto era ben sottolineato da due disegni a colori nella prima edizione del libro sulle mimetiche del CMPR  e dalla citazione della disposizione a pag.34.

Per realizzare questo, e cioè le chiazze applicate sul Verde Oliva scuro, come è evidente anche dalle foto dell’aereo, ho dipinto prima le superfici superiori con il Nocciola chiaro (Gunze H-310) poi con una matita molto morbida ho disegnato i profili delle chiazze .

A questo punto ho dipinto lo spazio fra le chiazze in Verde Oliva scuro (Tamiya  XF27 o Gunze H-65) lasciando contornate le chiazze; in questo modo però si vede che il colore Nocciola è “sotto”, per cui ho ripreso ciascuna chiazza con detto colore e mi è parso di avere ottenuto l’effetto desiderato.

Per le decals: i fasci alari ed il fascio di fusoliera provengono dal foglio dedicato alle insegne di nazionalità della Tauromodel, lo stesso per la croce di coda; le scritte sul timone e la matricola MM 7844 provengono dal foglio della prima scatola Tauromodel del C202: lì la matricola era attribuita all’aereo del Ten. Reiner; non so se questo è vero, cioè se l’aereo ha cambiato pilota, ma senz’altro dalle foto presenti anche nel suddetto Notiziario, quella è la matricola del 91 – 3.

Infine le insegne e la numerazione di squadriglia provengono dal foglio Skymodels dedicato al C202.

Conclusione

Questo è tutto e spero così di poter dare il mio contributo, fornendo possibili spunti, così come, nel corso degli anni e tutt’oggi altri modellisti li hanno forniti e li forniscono a me.

 

Riccardo Trotta

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Modelli, testi e immagini sono copyright © 2001 by Riccardo Trotta

 

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