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Fiat  CR-32 “Chirri”

Nella Guerra Civile Spagnola

by Stefano Mercatali

 

RELAZIONE STORICA

 

 

 Ricostruzione del FIAT CR-32 “Chirri”

Esposto nel museo “Cuatro vientos” di Madrid

 

Premessa

 Sopra i soleggiati campi di Cordoba, fa la sua comparsa una formazione di bombardieri POTEZ 54,

che portavano, nelle ali, le tipiche striscie rosse della forza republicana. Si dirigono alla capitale della provincia, con l´intenzione di fermare le truppe della forza nazionalista. Improvvisamente nel cielo appare una pattuglia di biplani, di colore metallico e con striscie nere nelle ali. Istintivamente i piloti dei bombardieri si chiudono in formazione e i caccia di scorta NIEUPORT 52, si lanciano all´assalto degli agressori. In pochi istanti,uno dei caccia republicani precipita avvolto in fiamme e la missione viene sospesa. Era il 21 agosto del 1936 e la prima vittoria di un caccia che diventerá famoso: il FIAT CR-32  “Chirri”. Per tutta la durata del conflitto bellico, l´agile biplano italiano si guadagnerá un posto d´onore nella storia dell´aviazione spagnola e della sua nazione di origine. Assieme al POLIKARPOV I-15 “Chato”, il Fiat e´stato senza dubbio l´ultimo biplano ad essere utilizzato con successo in un conflitto bellico.

 

 Storia dello sviluppo tecnico del CR-32

Fece la sua comparsa nel 1933 come evoluzione del CR-30, disegnato da CLAUDIO ROSATELLI per la Fiat. Grazie al suo accertato disegno, il “Chirri” possedeva straodinarie doti di manegevolezza e una buona velocitá unita ad un peso veramente ridotto.Venne utillizzato in numerose nazioni come Venezuela, Austria, Ungheria, Cina e naturalmente Spagna e Italia, che l´utilizó anche nella prima tappa della seconda guerra mondiale (soprattutto nel nord Africa). Lo sviluppo dei caccia Rosatelli, ebbe inizio nel 1923 ,con la formula CR, cioé sesquiplano con le superfici unite da tiranti tipo Warren, formula che continuó per tutta la durata degli anni 20 e 30, assieme ai motori Fiat con cilindri in linea  raffreddati a liquido. Anche se effetivamente il primo CR-10 voló nel 1923, il primo precursore é stato il CR-20, che finalmente abbandonava la poco felice estetica del suo predecessore, il quale possedeva le superfici inferiori piú grandi che le superiori. Si passó dunque,al sistema convenzinale,cioé con superficie inferiore piú piccola, in modo da ottenere una buona manegevolezza. Con il CR-20,comiciarono le esibizioni nei meeting intenazionali, per mano della pattuglia acrobatica della Regia Aereonautica. É stato anche il primo modello ha conoscere il combattimento, infatti combattè in Libia e nella guerra Italo-Etiopica, dove operó come attacco al suolo. Peró il vero predecessore del “Chirri”, é stato senza dubbio  il CR-30, che fece la sua apparizione nel 1932 mettendo in risalto le sue eccezionali doti di maneggevolezza e velocitá che poi raggiunsero l´apoteosi nel suo logico successore il  CR-32.

Vincitore di una serie di trofei, tra il quale la coppa “DAL MOLIN” nel 1932 e la coppa BIBESCO nel 1933, raggiunse la fama internazionale nella dimostrazine di Zurigo, per poi battere vari record per tutta l'Europa, grazie alla Pattuglia Acrobatica.

  

Viste del CR-32

 

 Finalmente nel 1933 naque il nostro CR-32. Sesquiplano con la struttura metallica tubolare, con rivestimento misto, per il carrello d´atterragio usava ammortizzatori oleoneumatici indipendenti, cosa sperimentata con successo nel CR-20 AQ e mantenuta in tutti i modelli seguenti. Generalmente era uguale al suo antecessore peró con dimensioni piú ridotte. Il motore continua ad essere lo stesso, cioè un FIAT A 30 RA, il quale, grazie al peso diminuito, raggiunge una velocitá di 356Kmh ad una altezza di 3000mt. In principio l´armamento era costituito da due mitragliatrici fisse nella fusoliera BREDA-SAFAT da 12,7 mm oppure da due VICKERs da 7,62mm, che in ogni caso sparavano attraverso l´elica con una inlinazione di 1,30 gradi verso l´alto. Successivamente venne aumentato con altre due da 7,7mm montate nelle ali inferiori,dando cosí origine alla nascita del CR-32 bis che disponeva inoltre del migliorato FIAT A30 RA bis. Purtroppo l´aumento del peso non era proporzionato alla potenza, cosí le prestazioni diminuirono. Nelle successive versioni, ”ter” e “quater”, si ritorna all´armamento originale anche se vengono effettuati diversi cambi nella cabina del pilota. Il CR-32, poteva anche traportare un armamento esterno come una bomba da 100Kg, oppure due da 50Kg e perfino dodici bombe da 2,5 Kg anti-uomo, che praticamente e´stata la piú utillizata e la piú efficace. La prima prova di volo del CR-32, é stata svolta in aprile del 1933 dal pilota collaudatore Brack Papa che era il pilota collaudatore della Fiat. Il biplano Fiat venne costruito, nell´arco della sua carriera, in ben 1200 esemplari formati dalle quattro versioni basiche. Durante il 1938 e 1944, in Spagna, venne anche fabbricato sotto licenza dalla HISPANO-SUIZA di Seviglia. Vennero fabbricati 100 esemplari con il nome HA-132 e vennero ricostruiti 40 esemplari procedenti dalla guerra.

 

 CR-32 della squadriglia XVI ,gruppo caccia “La Cucaracha”

 

 SCOPPIA  LA  GUERRA 

Nel 1936 la minaccia di una guerra é imminente, quindi diventa realtá quando l´esercito d´Africa, il migliore degli effettivi militari, si ribella al Governo della seconda Repubblica e al Fronte Popolare, che erano da poco tempo al comando della nazione. Accompagnato da altre regioni, a favore della ribellione, porterranno a una guerra sanguinosa e crudele che durante tre anni portó il popolo Spagnolo a lunghe sofferenze, incentrata in una guerra fraticida. Per quanto riguarda l´aviazione al principio della guerra la maggior parte degli aerei disponibili erano in mano leali, mentre i piloti piú esperti ed allenati erano nelle file nazionaliste. Perció si capi immediatamente che per risolvere il problema era necessaria la importazione di materiale straniero.

Lo Stretto di Gibilterra era sorvegliato dalla marina dell´esercito di Madrid, cosí come altri porti di strategica importanza, perció l´unica alternativa che rimaneva all´isolato esercito d´Africa, era la via aerea. Fin dal principio si dirigono verso la Germania nazista e l´Italia fascista alla ricerca di materiale bellico che possa inclinare l´ago della bilancia a suo favore. Presto vengono inviati i primi Junkers JU-52 dalla Germania come mezzi civili della Lufthansa, mentre dalla terra Italiana arrivarono i primi Savoia S-81. Cosí facendo aumenta il volume del trasporto aereo e si minimizza quello marittimo. Per quanto riguarda la caccia la situazione era molto piú disastrosa, infatti il bando reppublicano e il nazionalista disponevano solo di obsoleti caccia Hispano-Nieuport 52C.

 

 Hispano-Nieuport C operativo nella forza repubblicana.Al principio della guerra era il caccia piú diffuso fra i due bandi.

 

 Con il sopraggiungere del materiale francese, Dewotine 500 e 501, Loire Nieuport 46, diventa necessario per i nazionalisti comprare veivoli di origine straniera, procedimento che si stava giá gestionando da tempo. Il 14 di agosto sbarcano a Melilla i primi aerei da caccia Fiat CR-32 e altro materiale bellico trasportato a bordo della nave italiana “Alicantino”. Trasferiti immediatamente all'aereoporto di Nabor, questi primi 12 Fiat, vengono montati dal personale italiano che viaggiava nella stessa nave, quindi arrivano a Tablada per via aerea il 17 agosto. A partire da questo momento, i Fiat vengono inviati nei posti piú compromettenti in aiuto dei nazionalisti, raggiunsero Cordoba, minacciata dal´avanzare repubblicano di Miaja dove si produsse il primo incontro narrato al principio del servizio. Questo gruppo da caccia era pilotato solo da piloti italiani, che come i meccanici, arrivarono insiemi ai Fiat. Purtroppo al principio le azioni non erano tanto brillanti, a causa di un territorio sconosciuto dove si pilotava (senza bussola) con vecchie cartine topografiche, perció si danneggiarono alcuni veivoli. Infatti, di ritorno da Cordoba, il pilota Ceccherelli, accecato dalla polvere alzata dall'elica, diresse il suo Fiat contro un Breguet 19 stazionato, dannegiando entrambi. Nello stesso tempo Boetti finisce con un carrello dentro una buca e lo rompe, quindi l´unico a non soffrire danni é Salvadori, peró con le mitragliatrici bloccate. Cosí il 23 di agosto, solo un CR-32 stazionato nella penisola era in grado di volare. L´arrivo degli altri quattro Fiat provenienti dall´Africa, permise la continuazione delle operazioni della squadriglia DEQUAL, chiamata cosí perhé era il nome del suo capo e che l´alias di legionario era “Paride Limonesi”. In questo periodo gli avversari dei Fiat erano veramente mediocri, infatti anche se i reppublicani disponevano di materiale francese, erano pilotati da piloti “mercenari” che non combattevano con spirito patriotico. Inoltre i velivoli non erano sempre in perfetta efficienza a causa dei vari montaggi improvvisati delle armi di bordo, e ad un eccessivo deterioramento delle parti meccaniche, dovuto alla mancanza di personale qualificato. In queste circostanze il vantaggio dei piloti italiani era nettissimo, pur trovandosi in iferioritá numerica si guadagnarono la vitale superioritá aerea dove era neccessario. Alla fine dello stesso mese sbarcano a Vigo (al nord) altri nove CR-32, che per via ferroviaria raggiungono Tablada dove poi vengono montati. Una volta giunti arrivano anche piloti italiani e cinque tecnici che, seguendo l´esempio dei suoi predeccesori, entrano nella legione con nomi falsi, entrando quindi immediatamente in azione. Sfortunatamente in questi giorni, si produsse la prima perdita di un pilota, il tenente Ernesto Monico che venne abbatuto assieme a Castellani,da una pattuglia di Dewotine 510. I due si lanciarono con il paracadute, peró il tenente Monico cadde nel fronte nemico e venne fucilato sul momento. Queste gravi perdite fecero riflettere al Colonello Bonomi, che decise di cambiare la forma di utillizzazione del caccia e di coseguenza effetuare una riorganizzazione completa dei suoi effetivi. Perció non vennero piú inviati caccia in formazione di due o tre ma bensí optó per formazioni compatte e numerose.

Inizialmente pensa di formare due squadriglie con i venti Fiat disponibili, peró dopo la morte del Capitano Olivero, quando stava facendo acrobazie a bassa quota, prese la decisione di formarne solo una, comandata dal giá famoso Dequal. I vari successi iniziali che la formazione ottenne, non solo sono dovuti all´incremento del numero dei veivoli, ma anche della presenza di alcuni piloti spagnoli, grandi conoscitori del terreno ed esperti combattenti. Sono questi Morato, inizialmente, e piú tardi Salas e Salvador.

 

 Joaquin Garcia Morato assieme al suo inseparabile Fiat CR-32 n.3-51

 

 Durante tutto il mese di settembre i caccia italiani proteggono l´avanzata dell´esercito nazionalista verso la capitale, combattendo duramente nei cieli di Extremadura, Toledo e Salamanca, ottenendo la superioritá aerea a dispetto del sempre maggior numero degli opponenti. In questo periodo la squadriglia, si fa conoscere con il nome “LA CUCARACHA” (scarafaggio), ignorandosi la vera origine, che alcuni affermano di origine africano, mentre altri affermano che sia ricavata dalla famosa canzone dell´epoca. Dopo aver aumentato il numero di veivoli, grazie ad una terza spedizione e la incorporazione nella squadriglia di Garcia Pardo, pilota spagnolo veterano dei Nieuport. Quindi dopo una breve pausa sono costretti a entrare in combattimento in Andalucia, proteggendo alcune cittá di questa regione dagli attacchi aerei dei bombardieri reppublicani.

 

 Il Sergente Maggiore Davide Colauzzi prestó servizio nella squadriglia del XVI Gruppo Caccia “LA CUCARACHA” con l´alias di Domenico Panizzuti.

 

 XVI Gruppo di caccia “LA CUCARACHA

 

Un fatto insolito e straodinario viene a rompere la relativa calma dei piloti nazionalisti. Era il 28 di ottobre, tre velocissimi bimotori di un modello sconosciuto, oltrepassano improvvisamente la linea fascista e bombardano impunemente la cittá di Seviglia. Sono i TUPOLEV SB-2 russi che presto si conosceranno con il sopranome di “Katiuska” nelle linee governamentali. Il servicio segreto aereonautico dei nazionalisti, crede si tratti del Martin Bomber di fabbricazione americana, velivolo che non voló in terra spagnola. La grande velocitá di questi veivoli rendeva veramente difficile la sua intercettazione per i caccia italiani di circa 20Km piú lenti. Presto lo svantaggio venne colmato grazie alla formazione di pattuglie di Fiat situate a gran altura che poi si gettavano in picchiata raggiungendo i veloci Tupolev. La “scoperta” di questa tecnica e´da attribuirsi, secondo alcuni, ai piloti italiani Sozzi e Mantelli, mentre da altri al pilota spagnolo Salas. Ad ogni modo questa fruttuosa tecnica viene in parte fermata dai piloti reppublicani, che inviavano una coppia di bimotori come esca per le pattuglie di guardia, quindi il grosso della pattuglia, aproffitando della distrazione, bombardavano a bassa quota, cosa che riuscí bene in piú di una occasione. Alcune settimane piú tardi fece la sua apparizione un biplano con motore radiale e carrello fisso, sempre di fabbricazione sovietica e confuso come sempre per un caccia americano e quindi chiamato Curtiss, mentre non era altro che il leggendario POLIKARPOV I-15 (CHATO), che come i Tupolev erano pilotati principalmente da russi. Piú tardi vennero pilotati da esperti piloti mercenari e finalmente dai primi piloti spagnoli addestrati in Russia, che riuscirono a mettere freno al crescente potere che italiani, tedeschi e i pochi spagnoli, avevano raggiunto nei cieli spagnoli. Nella prima missione di questi veivoli, vengono abbatuti il capo della squadriglia italiana che riesce a salvarsi e raggiungere le linee amiche, mentre un altro pilota italiano (?), muore nella battaglia. La situazione era piuttosto grave, infatti l´effetivo totale dei veivoli si era ridotto drasticamente alla metá, ovvero 15 veivoli, di conseguenza vennero assolutamente proibite le missioni di ricognizione, mentre i Savoia venivano scortati da tutti i Fiat disponibili. Anche usando tutte queste precauzioni, nell´avanzare verso Madrid, si sviluppano combattimenti a morte fra i vari “Chirri” e “Chato”, in formazione di quindici o piú veivoli dando origine alle famose “peleas de perros” (combattimento di cani) o “mischia” come le chiamavano i piloti italiani, dove regnava la confusione assoluta e dove ogni tando ci si attribuiva vittorie mai confermate.

 

I Fiat 3-11 e 3-8 della 19 squadriglia in servizio di allarme nell´aereoporto di Escatrón

 

Il 15 di novembre appare sopra i cieli di Madrid una nuova minaccia per i piloti legionari. Questa volta si tratta di un piccolo monoplano con motore radiale e carrello retrattile che, come sempre, viene confuso per il Boeing P-26. Chiaramente lo sbaglio era grosso, infatti si tratava del POLIKARPOV I-16 immediatamente chiamato “Rata” dai nazionalisti e “Mosca”dai suoi piloti.

Il rivoluzionario I-16 “Mosca”

 

Questo piccolo caccia era il primo del suo disegno ad entrare in una forza aerea, era veloce, maneggevole e con un buon armamento, insomma superiore a qualsiasi veivolo nemico. Il “Mosca” era il piú duro di tutti gli avversari che i piloti nazionalisti affrontarono durante il periodo bellico. Con la minaccia di nuovi arrivi, di ingenti quantitá di veivoli moderni e piloti addestrati in Russia, la forza nazionalista, aumentó le richieste di materiale alle nazioni alleate, ricevedo cosi materiale nuvo (Junkers-52, Heinkel-46, Heinkel-51). Durante questo periodo operava anche una squadriglia di CR-32, stazionata nelle isole Baleari, proteggendo idrovolanti e bombardieri. Questa squadriglia venne poi conosciuta dopo un ingente aumento di veivoli,come X Gruppo Autonomo di caccia “Baleari”.

4 nero” appartenente alla 101 squadriglia del X Gruppo Autonomo Caccia Baleari

 

La superioritá e l´iniziativa aerea, rimasero peró in mano dei reppublicani fino al 18 di febbraio del 1937, giorno in cui Morato decide di coinvolgere i suoi compagni italiani, che seguendo le istruzioni dei sui superiori evitavano il combattimento per colpa della inferioritá numerica. L´asso spagnolo assieme a Bermudez de Castro e Salvador, separati da poco dalla unitá italiana, si decisero per formare quella squadriglia che piú tardi sará il nucleo dell´aviazione nazionalista la “Patrulla Azul” (pattuglia azzurra). Questo gruppo di coraggiosi piloti si lanciarono contro una formazione di 36 veivoli I-16. I compagni italiani capendo la precaria situazione che incontrata dai piloti spagnoli, arrivarono in aiuto e cosi facendo la situzione si capovolse a favore dei nazionalisti.

 

Joaquin Garcia Morato entra nel suo inseparabile Fiat CR-32 3-51

 

Per questa valorosa azione venne consegnata a Morato la “cruz Lauerada de S.Fernando”, mentre al suo compagno la medaglia militare. Con un intensissima attivitá dei caccia italiani, piú l´appoggio dei veivoli Heinkel 51, anche se questi biplani tedeschi sono inferiori ai veivoli russi, raggiungono l´obbiettivo di far avanzare le truppe nazionaliste verso la capitale, fatto conosciuto come Battaglia del Jarama. Con il successivo intervento delle truppe italiane, conosciute come Corpo di Truppe Volontarie, la frenetica attivitá dell´Aviazione Legionaria viene ulteriormente intensificata, participando in appogio alle truppe spagnole dove era neccessario, e in piú fornendo il suo vitale aiuto alle Truppe Volontarie che avanzavano verso Malaga e successivamente a Guadalajara. A nord della nazione, le campagne di Vizcaya e Santander, si cominciano alla fine di marzo dopo la sconfitta sofferta dai nazionalisti a Guadalajara nel tentativo di raggiungere Madrid. In questo periodo l´aviazione nazionalista era aumentata enormemente di numero, permettendo formare i tre grandi nuclei che rimarrano fino alla fine del conflitto.

 1 - LA BRIGADA ESPAÑA- dove operavano 15 Fiat Cr-32, sotto il comando di Garcia Morato come Gruppo 2-G-3 che assieme ad alcuni Heinkel del Gruppo 1-G-2, ormavano il totale della caccia nazionale.

Gruppo 2-G-3

 2 - LEGIONE CONDOR- Autentico corpo straniero tedesco che contava di tre squadriglie di caccia: due di Heinkel 51 e una di Messerschmitt Bf-109.

3 - AVIAZIONE LEGIONARIA -Che in questo periodo riuniva le sue unitá di caccia sotto il comando del Colonello Canaveri, in una squadra formata dal VI Gruppo di Caccia (31 e 32 squadriglia), dal XVI Gruppo di Caccia  “La Cucaracha” (24,25 e 26 squadriglia)e  per finire dal XXIII Gruppo di Caccia “Asso di Bastoni” (18,19 e 20 squadriglia).

 

 XXIII Gruppo di caccia “Asso di Bastoni

 

Ogni squadriglia era composta da un totale di 12 veivoli, che se era esatto, sommava un totale di 96 veivoli operativi con l´Aviazione Legionaria, convertendola nella maggiore forza aerea militante nelle file nazionaliste. Con la distruzione del fronte del nord, dove poche unitá reppublicane avevano combattuto disperatamente ma inutilmente, circondati dal mare e la montagna di acciaio che si avvicinava, senza cobustibile, viveri e ricambi. Gli sforzi delle truppe nazionaliste devono poi dirigersi a frenare l´attacco che, in un tentativo di salvare la situazione al nord, le forze repubblicane lanciarono a Brunete. In questa battaglia, il 12 di luglio, in un inteso duello fra i caccia I-15 e I-16 reppublicani e i Fiat legionari e nazionali, perde la vita il Capitano Bermúdez de Castro, fondatore assieme a Morato della Patrulla Azul. Anche se la durezza dei combattimenti in terra e nell´aria era grandiosa, l´attacco repubblicano viene fermato mentre l´avanzata nazionalista verso Santander, é trattenuta solo per qualche giorno, proseguendo poi fino alla totale conquista di tutti i territori nordici fedeli alla repubblica.

 

 

 Protetto dagli alberi, il 3-9 della 18 squadriglia del XXIII gruppo Asso di Bastoni

 

 Dopo duri e aspri combattimenti nel fronte di Aragon, nell´ultima tappa della offensiva nazionalista nel nord, si riesce a respingere un nuovo attacco reppublicano diretto a Zaragoza, peró con grandissime perdite di uomini e materiale. Quindi le due forze contendenti dopo aver valutato le serie perdite, decidono di riequipaggiare e riorganizare i suoi effettivi, creando cosí una tregua non dichiarata che si inoltrerá per qualche tempo.

 

 

 Talavera de la Reina 1936. In seconda fila con il casco é Adriano Mantelli,Guido Pressel e Castellani con tuta e casco bianco.

 

Peró le forze reppublicane vennero allarmate dal suo servizio segreto, il quale sospettava che i nazionalisti stessero preparando un attacco in grande scala verso Guadalajara, per chiudere in una morsa la cittá di Madrid, ammassando le truppe nelle vicinanze del fronte. Decisero quindi di effetuare una nuova manovra di distrazione attacando rapidamente verso Teruel che finalmente cade in mani reppublicane,verso la fine dell´anno.

 

 Talavera de la Reina settembre 1936. Da sinistra a destra:Giuseppe Cenni, Adriano Mantelli, Guido Pressel e Adamo Giulietti.

 

Dopo qualche tempo di duri combattimenti, accompagnati dal piú gelido inverno della guerra, le forze nazionaliste riescono a riconquistare la cittá di Teruel. In questo periodo gli effetivi delle due aviazioni contedenti aumentano grazie a nuovi invii di materiale tedesco e italiano a favore dei nazionalisti, e sovietico per i reppublicani. Per quanto riguarda la caccia nazionalista, i piloti e le squadriglie italiani, continuano a stare in maggioranza, infatti militavano nella aviazione legionaria, ben 100 CR-32, distribuiti nei tre gruppi Gamba di Ferro, Asso di Bastoni e La Cucaracha, mentre i Fiat in mano dei piloti spagnoli erano 55, che attuavano nei gruppi 2-G-3 e 3-G-3. A questo punto, i nazionalisti, rilegarono il biplano Heinkel 51, a missioni di attacco al suolo, formando le famose ”Cadenas” (catene), data la sua provata inferioritá contro i veivoli rivali russi. L´avanzare delle truppe nazionaliste, verso la costa Valenciana in un tentativo di dividere in due la Spagna reppublicana e l´arrivo di alcuni esemplari del nuovo Fiat CR-32 BIS, con armamento aumentato a quattro mitragliatrici, comincia cosí per questo “chirri”, una nuova funzione quella di attacco al suolo e appoggio terrestre, formando la Squadriglia autonoma di mitragliamento ”FRECCE”.

 

In questo periodo l´aviazione reppublicana si trovava in situazione numerica inferiore, in piú vedeva aumentare la presenza di piloti spagnoli, mentre diminuiva la partecipazione di volontari stranieri. Al contrario, nella aviazione legionaria aumentavano di gran numero i suoi effettivi, non solo nei gruppi italiani e tedeschi ma anche nei gruppi spagnoli. I vari combattimenti arei che si sviluppavano erano sempre piú duri e crudeli, peró il numero di questi diminuiva sensibilmente, tutto a favore dei Fiat, che si dedicavano quasi liberamente ad attacchi al suolo. Solo nella Battaglia del Ebro, ultimo gran tentativo reppublicano per cambiare il corso della guerra, si ritorna agli incredibili duelli aerei di massa, con tutta la sua spettacolaritá e confusione che generavano.

 

 

          Fiat Cr-32 del gruppo “Asso di Bastoni

 

Definitivamente, dopo questa battaglia e raggiunta la superioritá aerea, i cacciatori nazionalisti si dedicano sempre di piú alla scorta dei bombardieri e alla difesa degli obbiettivi militari attaccati dall´aria, dove l´aviazione reppublicana, sempre piú povera di materiale, effetua disperati tentativi per fermare la inarrestabile avanzata delle truppe avversarie. I Polikarpov I-15 vengono impiegati in attacchi al suolo, mentre i pochi esemplari del I-16, devono svolgere il ruolo della caccia e la difesa dei biplani.

 

 Alla fine del conflitto bellico, circa 400 Fiat, hanno combattuto nelle file della Spagna nazionalista, dove logicamente era il caccia con maggior presenza ed al ritorno dei volontari italiani nella loro patria, rimangono in Spagna operando nel nuovo Esercito dell´Aria.

 

 La mimetica dei bombardieri S-79, venne usata anche dai CR-32 del X  Gruppo Autonomo Baleari.

 

CONCLUSIONI

 Dovuto alle particolari condizioni di questa guerra, l´aviazione reppublicana anche se ricevette un maggior numero di veivoli che i nazionalisti, praticamente non raggiunse mai la superioritá aerea, lottando quasi esclusivamente in una situazione difensiva e non riusciendo a sfruttare tutte le caratteristiche dei suoi veivoli. Cosi il piccolo Fiat CR-32, esponente della caccia stile IWW, riuscí a confrontarsi con successo con veivoli di uguali o migliori caratteristiche, come i giá citati I-15 ed I-16. Per esempio, questo ultimo, in teoria doveva capovolgere le sorti della guerra e dominare con supremanzia assoluta i cieli spagnoli. Sfortunatamente per i suoi piloti, che appresero velocemente a sfruttare le maggiori caratteristiche di velocitá ed armamento, il Fiat godeva di maggiore maneggevolezza, con la quale i piloti italiani erano in enorme vantaggio quando, attratti dalla “mischia”, i caccia I-16, con maggiore raggio di giro, con frequenza si trasformavano da predatori in prese facili per i Fiat.

 

 Il CR-32 nella foto é il 5 nero della 101 squadriglia, dove si puó vedere il peculiare emblema. Era forse il simbolo predeccessore dei Diavoli Rossi?

 

Purtroppo gli esperti militari italiani raggiungono conclusioni letteralmente sbagliate, infatti sostengono piú che valida la formula del biplano da caccia, cosa che abbandonavano altre nazioni a favore del monoplano ad ala bassa, perció seguirono sviluppando aerei come il CR-42, il quale equipaggiava in grande quantitá la Regia Aereonautica allo scoppiare della II WW.

Riassumendo, il CR-32 raggiunge nella Guerra Civile un totale di 500 (+-) vittorie, pilotato dai volontari italiani, soffrendo”solo”73 perdite in combattimento, cosa che esprime il coraggio e la prodezza dei piloti italiani che molte volte non venivano aprezzate a dovere da chi riceveva il suo aiuto.

 

 Sezione del CR-32

  

Con questo breve riassunto della vita operativa del CR-32 nella terra Spagnola, voglio rendere un piccolo omaggio alla memoria di tutti coloro che lottarono, con valore e  coraggio, difendendo i propri ideali.

  Mercatali  Stefano  Castellon    Spain

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