Dal Latino a Piemontese, Italiano, Francese
3) - Desinenze dei verbi
una lingua neolatina indipendente

brevissime note di un dilettante ...
... per cui non si esclude la presenza di qualche errore (questo č un eufemismo)

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    La coniugazione dei verbi
Il latino ha quattro coniugazioni per i verbi. Sono caratterizzate dalle seguenti terminazioni dell'infinito presente:
-are - laudare = prima coniugazione (a)
-ére - monére = seconda coniugazione (e lunga)
-ere - légere = terza coniugazione (e breve)
-ire - audire = quarta coniugazione (i)
Un solo ausiliare: esse = essere viene usato per le forme passive ed i verbi deponenti (anche in questi casi meno "pesantemente" che nelle lingue derivate).
In Italiano ed in Piemontese queste quattro coniugazioni sono collassate in tre. In Italiano appare chiaro che la seconda e terza cogiugazione latina hanno dato origine alla seconda coniugazione italiana, sebbene con migrazione di verbi fra coniugazioni. Meno immediato, ma altrettanto vero, in Piemontese. Tutte e tre le lingue di riferimento mostrano una evoluzione verso l'uso di due ausiliari, che vengono utilizzati nello stesso modo. Unica variante di rilievo è, in Piemontese, la progressiva scomparsa dei passati remoti, che si è completata non più di centocinquanta anni fà. In realtā questi passati esistono nella lingua classica e sono sicuramente "utilizzabili", ma non vengono pių, in pratica, utilizzati. Questa eliminazione non è avvenuta sotto l'influenza di altre lingue (Italiano o Francese).
Le terminazioni dell'infinito, per le tre coniugazioni (are, ere, ire in Italiano), per il Piemontese sono diventate:
- mangé = prima coniugazione (e con accento acuto - stretta)
-e - bèive = seconda coniugazione (e non accentata - stretta)
- finì = terza coniugazione (i con accento grave)
I verbi ausiliari sono esse = essere, ed avej (aveje) = avere.
Il Francese ha mantenuto quattro coniugazioni, le cui terminazioni sono:
-er - manger = prima coniugazione (oltre 4000 verbi, 3 irregolari. Data la pronuncia francese, la terminazione suona come per la prima coniugazione piemontese)
-ir - finir (partic. pres. in -issant) = seconda coniugazione (300 reg., 100 irreg. Data la pronuncia francese, la terminazione suona come per la terza coniugazione piemontese)
-oir - recevoir = terza coniugazione (costituita da pochi verbi (una quarantina), quasi tutti irregolari)
-re - prendre = quarta coniugazione (circa 300 verbi, molti irregolari. Data la pronuncia francese, mostra affinità con la seconda coniugazione piemontese)
I verbi ausiliari sono être = essere, ed avoir = avere.

Qualche considerazione e qualche esempio
Possiamo osservare che, nella derivazione dai verbi latini, a volte il significato dei verbi derivati, nelle tre lingue in esame, č pių o meno differente da quello del verbo di partenza. Consideriamo il verbo latino clamare (1^ coniug,) il cui significato è gridare. In Italiano deriva il verbo chiamare, che ha significato diverso, anche se più o meno derivabile. In Piemontese deriva il verbo ciamé, che, oltre al significato italiano di chiamare, ha anche quello di chiedere. In latino si usa il verbo appellare nel senso di dare nome, nominare. Il Francese ha adottato il derivato appeler per il significato di chiamare, mentre per chiedere usa il verbo demander. Anche in Italiano esiste il verbo domandare nel senso di fare domande, chiedere, mentre in Piemontese un eventuale domandé dovrebbe essere considerato un francesismo o un italianismo. Il latino usa anche, con significato analogo ai precedenti, il verbo vocare, che non ha dato origine diretta a verbi equivalenti nelle tre lingue, ma ad alcune altre parole, assieme ai suoi composti.
Il verbo latino laudare ha direttamente generato, in Italiano lodare, che ne porta appieno il significato, mentre ha prodotto in Francese louer ed in Piemontese laudé, con significato perfettamente analogo.
Questo dimostra come a volte la derivazione sia diretta, a volte piuttosto lasca oppure come le varie lingue abbiano utilizzato significati diversi tra quelli originali del verbo latino. A volte poi in qualcuna delle tre lingue, o in tutte e tre, la derivazione ha altra origine.

Consideriamo ora i verbi latini monère, suadère, reprehéndere e la locuzione consilium dare. Notiamo subito che dall'uso latino segue che suadère e persuadere hanno diverso significato. Il primo esprime l'azione di "agire per convincere", il secondo esprime l'azione di "avere successo nell'agire per convincere". Il verbo latino convincere esiste ed il suo significato è forse più specialistico (a parere dello scrivente ed in base all'uso da lui conosciuto) ed indica "convincere tramite dimostrazione" (non necessariamente matematica o logica). Dal verbo monére (lo so che l'accento latino è diverso, ma i caratteri html non permettono molto di più) in Italiano deriva il verbo ammonire (cambio di coniugazione) che ne esprime il corretto significato, e parole tipo ammonimento, monito, ecc.. L'Italiano poi ha i verbi riprendere, consigliare, convincere. Dal verbo monere, in Piemontese deriva amonė mentre in Francese non deriva direttamente un verbo corrispondente. Il Francese usa reprendre oppure conseiller per ammonire, consigliare mentre per convincere usa convaincre. Il Piemontese usa arpijé, amonė oppure consèjé (ma più spesso dé (ël) consèj (ëd)) per ammonire, consigliare mentre per convincere usa convìnce. In Italiano esiste suadere usato come persuadere e di solito al participio presente come aggettivo (suadente). Nel Francese corrente succede lo stesso con il participio passato persuadé mentre il relativo verbo non viene di solito usato (si usa convaincre). In Piemontese queste forme non esistono, se non come italianismo (francesismo?) da evitare.

Le desinenze ed i tempi nei verbi
Una voce verbale latina (es.laudabamus, lodavamo) si suddivide in tre parti: 1) il tema (parte invariabile da cui derivano tutti i tempi: lauda-bamus, loda-vamo), 2) il suffisso temporale (che caratterizza il tempo: lauda-ba-mus, loda-va-mo), 3) la desinenza (che caratterizza la persona: lauda-ba-mus, loda-va-mo).
Si chiama uscita del verbo l'insieme dell'ultima vocale del tema, il suffisso temporale e la desinenza. Ciò che precede si chiama radice del tema (laud-abamus). Nei verbi latini si parla anche di tema dei tempi, e la coniugazione si basa su due temi fondamentali: il tema dell'azione incompiuta (tema del presente) ed il tema dell'azione compiuta (tema del perfetto). A questi si aggiunge il tema del supino. Un verbo latino (regolare) viene dunque definito dal suo "paradigma" che contiene la prima persona singolare del presente indicativo, la desinenza della seconda persona singolare dello stesso tempo, la prima persona singolare del perfetto, il supino e l'infinito presente; ad esempio: laudo, ---as, laudavi, laudatum, laudare.
Il tema del presente si ottiene togliendo all'infinito la desinenza re (oppure ere per la terza coniug.).
Serve a formare: Indicativo presente, imperfetto, futuro; Congiuntivo presente, imperfetto; Imperativo presente, futuro, Infinito presente; Gerundio; Gerundivo.
Il tema del perfetto si ottiene togliendo alla prima pers. sing. del perfetto indicativo la desinenza i.
Serve a formare: Indicativo perfetto, piuccheperfetto, futuro anteriore; Congiuntivo perfetto, piuccheperfetto; Infinito perfetto.
Il tema del supino si ottiene togliendo a questo la desinenza um.
Serve a formare: Supino attivo, passivo; Participio futuro, perfetto; Infinito futuro attivo, futuro passivo.
Poichè le lingue in esame sono neolatine, ci si aspetta di trovare traccia di questi meccanismi nei loro verbi, notando subito che:
1) - Le tre lingue hanno aggiunto forme varie di passato prossimo, con uso di due ausiliari anche nelle forme attive.
2) - Passaggio da piuccheperfetto a trapassato (tempi composti).
3) - Le tre lingue hanno introdotto il passato prossimo.
4) - Le tra lingue hanno aggiunto il modo condizionale (per chi non l'avesse notato, assente in latino)
5) - I modi impersonali sono più limitati.
6) - Il Piemontese ha perso (nell'uso) le forme del perfetto.
Notiamo infine che le desinenze personali latine (vedi sopra) sono uguali per le quattro coniugazioni. Limitandoci a Indicativo e Congiuntivo, queste sono:
persone Ind. e Cong. Attivi
salvo perf. indic.
Ind. e Cong. Passivi Perf. Indic. Attivo
1^ pers. sing. -o opp. -m -r -i
2^ pers. sing. -s -ris opp. -re sti
3^ pers. sing. -t -tur -t
1^ pers. plur. -mus -mur -mus
2^ pers. plur. -tis -mini -stis
3^ pers. plur. -nt -ntur -erunt opp. -ere
Ancora una nota: nella prima persona singolare del presente indicativo, la desinenza personale o sostituisce l'ultima vocale del tema. (nella terza coniugazione no, in quanto il tema finisce per consonante).
Vediamo cosa ne esce
Per avere un paragone omogeneo (e per evitare lunghe trattazioni), semplifichiamo subito il problema considerando solo il "tema dell'azione incompiuta", in quanto quello dell'azione compiuta non viene usato nel Piemontese classico-moderno, mentre i tempi composti e passivi non presentano differenze di rilievo. Consideriamo poi verbi riconducibili per analogia alle tre coniugazioni piemontesi, per risolvere il problema delle quattro coniugazioni francesi. Vedremo se rimane spazio per qualche considerazione sui verbi deponenti latini. Il riferimento è poi limitato ai verbi regolari.
Verbo della prima coniugazione nelle tre lingue: (it) lodare; (fr) louer; (pm) laudé.
Relativi temi di interesse: (it) lod; (fr) lou; (pm) laud.
Per il modo indicativo
Desinenze personali per il presente (nell'usuale ordine) italiane: o, i, a, iamo, ate, ano
Desinenze personali per il presente (nell'usuale ordine) francesi: e, es, e, ons, ez, ent
Desinenze personali per il presente (nell'usuale ordine) piemontesi: o, e, a, oma, e, o
Il suffisso temporale, per il presente è nullo nelle tre lingue.
Il suffisso temporale, per l'imperfetto è: av in Italiano.
Il Francese esce da questo schema, in quanto non si individua un suffisso unico e cambiano le desinenze personali lou-ais, lou-ais, lou-ait, lou-ions, lou-iez, lou-ient. Non tentiamo di interpretare il fatto.
Il suffisso temporale per l'imperfetto, in Piemontese, è senz'altro av, ma varia lievemente la sequenza delle desinenze personali, che diventa a, e, a, o, e, o
. Anche in questo caso, lo schema è solo parzialmente seguito. Il suffisso temporale, per il futuro è er in Italiano, ma anche qui variano le desinenze personali, la cui sequenza diventa ò, ai, à, emo, ete, anno
. Anche in Francese vi è un suffisso temporale, per il futuro che è er come in Italiano, ma di nuovo cambia la sequenza delle desinenze personali che diventa ai, as, a, ons, ez, ont In Piemontese il suffisso temporale per il futuro è r, (viene soppressa la "e" non tonica) mentre si osserva che la sequenza delle desinenze personali coincide, per il singolare, con quella francese, mentre è diversa per il plurale: ai, as, a, oma, eve, an.
Per il modo congiuntivo
I tempi paragonabili sono presente, imperfetto. In questi, il Piemontese segue lo schema latino con:
Desinenze personali: a, e, a, o, e, o. Suffisso temporale: pres. "----"; imperf. èiss.
L'Italiano non lo segue, in quanto le desinenze del presente (con suff. temp. ----) sono: i, i, i, iamo, iate, ino. Per l'imperfetto il suffisso temporale dovrebbe essere ass, ma diventa as nella seconda persona plurale, mentre la sequenza delle desinenze pers. diventa: i, i, e, imo, te, ero.
In Francese lo schema è quasi completamente seguito, se non per l'irregolarità della terza persona singolare dell'imperfetto. La sequenza delle desin. pers. è: e, es, e, ions, iez, ient. Il suffisso temporale è ---- nel presente e per l'imperfetto è ass. La 3^ pers. sing. dell'imperfetto si ottiene dal tema + ât.

Riassumiamo quanto detto con una tabella, che puō rendere pių chiara la chiacchierata precedente,
Latino
---------------------
Italiano
---------------------
Francese
---------------------
Piemontese
---------------------
Indicativo presente laud  - o
lauda - s
lauda - t
lauda - mus
lauda - tis
lauda - nt
lod - o
lod - i
lod - a
lod - iamo
lod - ate
lod - ano
lou - e
lou - es
lou - e
lou - ons
lou - ez
lou - ent
i  laud - o
it laud - e(s)
a laud - a
i  laud - oma
i  laud - e
a laud - o
Indicativo imperfetto lauda - ba - m
lauda - ba - s
lauda - ba - t
lauda - ba - mus
lauda - ba - tis
lauda - ba - nt
lod - av - o
lod - av - i
lod - av - a
lod - av - iamo
lod - av - ate
lod - av - ano
lou - ai - s
lou - ai - s
lou - ai - t
lou - i  - ons
lou - i  - ez
lou - i  - ent
i  laud - av - o
it laud - av - e(s)
a laud - av - a
i  laud - av - o
i  laud - av - e
a laud - av - o
Indicatrivo futuro lauda - b  - o
lauda - bi - s
lauda - bi - t
lauda - bi - mus
lauda - bi - tis
lauda - bu - nt
lod - er - ō
lod - er - ai
lod - er - ā
lod - er - emo
lod - er - ete
lod - er - anno
lou - er - ai
lou - er - as
lou - er - a
lou - er - ons
lou - er - ez
lou - er - ent
i  laud - r - ai
it laud - r - as
a laud - r - ā
i  laud - r - oma
i  laud - r - eve
a laud - r - an
Congiuntivo presente laud - e - m
laud - e - s
laud - e - t
laud - e - mus
laud - e - tis
laud - e - nt
lod - i
lod - i
lod - i
lod - iamo
lod - iate
lod - ino
lou - e
lou - es
lou - e
lou - ions
lou - iez
lou - ent
i  laud - a
it laud - e(s)
a laud - a
i  laud - o
i  laud - e
a laud - o
Congiuntivo imperfetto lauda - re - m
lauda - re - s
lauda - re - t
lauda - re - mus
lauda - re - tis
lauda - re - nt
lod - ass - i
lod - ass - i
lod - ass - e
lod - ass - imo
lod - as  - te
lod - ass - ero
lou - ass - e
lou - ass - es
lou -     - ât
lou - ass - ions
lou - ass - iez
lou - ent
i  laud - čiss - a
it laud - čiss - e(s)
a laud - čiss - a
i  laud - čiss - o
i  laud - čiss - e
a laud - čiss - o
Condizionale presente Manca lod - ere - i
lod - ere - sti
lod - ere - bbe
lod - ere - mmo
lod - ere - ste
lod - ere - bbero
lou - er - ais
lou - er - ais
lou - er - ait
lou - er - ions
lou - er - iez
lou - er - aient
i  laud - ri - a
it laud - ri - e(s)
a laud - ri - a
i  laud - ri - o
i  laud - ri - e
a laud - ri - o


Ancora qualche esempio con un verbo di altra coniugazione. Usiamo il verbo (it) rendere; (fr) rendre; (pm) rende. In tutte e tre le lingue il tema è rend. In Italiano:
Indic. pres.: suff. temp. "----"; desin. pers. o, i, e, iamo, ete, ono
Indic. imperf.: suff. temp. "ev"; desin. pers. o, i, a, amo, ate, ano
Indic. fut.: suff. temp. "er"; desin. pers. ò, ai, a, emo, ete, anno
Cong. pres.: suff. temp. "----"; desin. pers. a, a, a, iamo, iate, ano
Cong. imperf.: suff. temp. "ess"; desin. pers. i, i, e, imo, este, ero
(esiste sempre un suffisso temporale unico per il tempo, ma le desinenze personali sono abbastanza variabili).
In Francese:
Indic. pres.: suff. temp. "----"; desin. pers. s, s, -, ons, ez, ent
Indic. imperf.: suff. temp. "ai, i"; desin. pers. s, s, t, ons, ez, ent
Indic. fut.: suff. temp. "ra, r"; desin. pers. i, s, -, ons, ez, ont
Cong. pres.: suff. temp. "----"; desin. pers. e, es, e, ions, iez, ent
Cong. imperf.: suff. temp. "iss, it"; desin. pers. e, es, -, ions, iez, ent
(non sempre esiste un suffisso temporale unico per il tempo, e le desinenze personali sono un po' variabili).
In Piemontese:
Indic. pres.: suff. temp. "----"; desin. pers. o, e, -, oma, e, o
Indic. imperf.: suff. temp. "i"; desin. pers. a, e, a, o, e, o
Indic. fut.: suff. temp. "r"; desin. pers. ai, as, a, oma, eve, an
Cong. pres.: suff. temp. "----"; desin. pers. a, e, a, o, e, o
Cong. imperf.: suff. temp. "èiss"; desin. pers. a, e, a, o, e, o
(esiste sempre un suffisso temporale unico per il tempo, e le desinenze personali sono poco' variabili, anche rispetto a quelle della prima coniugazione).

Un'ultima considerazione sui participi passati (cosa ha fatto il supino?):
Il tema del supino, in latino, serve a costruire, tra l'altro, il participio passato, che è una forma declinabile (aggettivo verbale). Il supino, nelle lingue in esame, non esiste, ma per i verbi derivati da quelli latini, il participio passato ne è una traccia. Il suo tema è di solito diverso dagli altri del verbo.
In latino:
Prima coniug.: Laudare; -> supino: laudatum; -> tema: laudat; -> part. pass: laudatus (e relat. declinaz.)
Seconda coniug.: Monere; -> supino: monitum; -> tema: monit; -> part. pass: monitus (e relat. declinaz.)
Terza coniug.: Regere; -> supino: rectum ->; tema: rect; -> part. pass: rectus (e relat. declinaz.)
Quarta coniug.: Audio; -> supino: auditum ->; tema: audit; -> part. pass.: auditus (e relat. declinaz.)
In Italiano:
Prima coniug.: Lodare; -> part. pass: lodato quindi tema di ipotetico supino: lodat
Seconda coniug.: Reggere; -> part. pass: retto quindi tema di ipotetico supino: rett
Terza coniug.: Udire; -> part. pass.: udito quindi tema di ipotetico supino: udit
In Francese:
Prima coniug.: Louer; -> part. pass: loué quindi tema di ipotetico supino: lou
Seconda coniug.: Finir; -> part. pass: finì quindi tema di ipotetico supino: fin
Terza coniug.: Recevoir; -> part. pass.: reçu quindi tema di ipotetico supino: reç
Quarta coniug.: Rendre; -> part. pass.: rendu quindi tema di ipotetico supino: rend
In Piemontese:
Prima coniug.: Laudé; -> part. pass: laudà quindi tema di ipotetico supino: laud
Seconda coniug.: Rese; -> part. pass: resù quindi tema di ipotetico supino: res
Terza coniug.: Finì; -> part. pass.: finì quindi tema di ipotetico supino: fin

Si nota che solo in Italiano il tema dell'ipotetico supino è diverso dal tema del presente e che il participio passato si ottiene con l'aggiunta di o in tutte le declinazioni (come per il latino, ove si aggiunge us). Si notano le desinenze del tema che sono, per le tre coniugazioni, at, et, it.
In Piemontese e Francese, il tema dell'ipotetico supino coincide con il tema del presente (considerando anche la pronuncia francese), e due delle desinenze piemontesi corrispondono alle due desinenze di coniugazioni analoghe in Francese. Notiamo che la desinenza differente č la "...ā" per il Piemontese e la "...é" per il Francese. Per analogia notiamo che questa č la stessa differenza che c'é tra femminile piemontese in ...a e femminile francese in ...e.

In conclusione, le tre lingue mantengono una certa affinità con lo schema latino, che non viene, però esattamente seguito. Il Piemontese appare la lingua che segue questo schema più da vicino, almeno per i tempi paragonabili del tema del presente. L'entità delle differenze e somiglianze è paragonabile in tutti i raffronti. Nel participio passato (che è presente in tutti i tempi composti e tutta la forma passiva), il Piemontese si accosta moltissimo al Francese, mentre l'Italiano rimane fedele allo schema latino.
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lago8
  Lago Roure in Valle Maira (foto B. Garmondi)