Con un solenne rito, Mons.
Vittorio Mondello, Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, l'8 dicembre 1990 ha
consacrato la nuova Chiesa del SS. Salvatore della nostra città. Il
parroco don Morabito ha rivolto un saluto ai presenti evidenziando la
necessità che al tempio materiale segua la costruzione spirituale con al
centro una rinnovata vita cristiana per un'autenticità di fede e per una
riscoperta dei valori più autentici a livello di vero e nuovo umanesimo,
cosa oggi difficile a causa del fenomeno della secolarizzazione o della
scristianizzazione.
Questo tempio ha avuto fasi molto travagliate e faticose, a partire dalla
Chiesa baracca degli anni '30, fino alla distruzione di essa nel conflitto
mondiale che ha visto la morte di tante persone. Don Bartolo Politi è stato
il primo parroco di questa comunità, eretta con decreto arcivescovile da
S.E. Mons. Carmelo Pujia arcivescovo di Reggio, con bolla datata 21 maggio
1930.
Mons. Giovanni Ferro ha nominato nel 1957 Don Santo Laganà, che ha retto la
parrocchia per ben 27 anni. A don Laganà si deve l'inizio di questo tempio
nel1959, sopraelevato nel 1984, con spirito di sacrificio e di
abnegazione, avendo assunto la parrocchia in condizioni di grande degrado
ambientale.
La nuova Chiesa nella fase della sopra elevazione è stata progettata nel
lontano 1976 dall'arch. Antonio Quistelli su incarico della Curia
Metropolitana di Reggio Calabria. 1 lavori di realizzazione hanno avuto
inizio nel 1984 sotto la direzione dell'ing.Domenico Squillaci.
L’impianto planimetrico articolato in tre navate: quella centrale risulta
più elevata; quella occidentale, articolata su due livelli, ospita su quello
superiore la cantoria.
All'ing. Squillaci è subentrato nel 1987, per iniziativa del nuovo parroco
Don Morabito, l'arch. Renato Laganà.
Si avviava, così,la fase finale dei lavori che vedevano l'immissione
dei portoni, gli intonaci con la pitturazione esterna ed interna, la
definizione dell'impiantistica e di tutte le rifiniture ed arredi sacri.
Rilevante è la sistemazione della vasta area presbiterale che accoglie una
'quinta fondate', parete rivestita con marmi pregiati, e l'altare, simbolo
di Cristo che è il centro di interesse, il vero "gioiello" della Chiesa.
Il tabernacolo è stato posto sulla navata sinistra in un'apposita cappella
dedicata al SS. Sacra-mento ed all'adorazione personale. Il sindaco Agatino
Licandro presente al rito ha affermato che agli sforzi che ha fatto
l'amministrazione comunale si sono uniti quelli di tutti i parrocchiani le
cui offerte hanno consentito ad un “oculato” parroco (nel senso che ha
saputo amministrare con grande oculatezza le risorse e i progetti), di
realizzare questa chiesa in tempi brevissimi riuscendo a completare un
tempio che aveva grandi problemi perché vi era un progetto vasto quanto la
comunità dei fedeli che insiste nel territorio. Il sindaco che ha
sottolineato che il merito della realizzazione va sopratutto ai parrocchiani
ed al parroco Don Morabito, che è riuscito a ispirare la fiducia di tutti i
suoi parrocchiani e a coinvolgere tutti in efficaci rapporti umani e
sociali.
L'Arcivescovo, durante l'omelia, ha affermato che è per lui motivo di gioia
trovarsi insieme alla comunità per la consacrazione di questa Chiesa che
dovrà essere il cuore, il centro della vita della comunità. La comunità
cristiana che con tanto impegno, con sacrificio, si è costruito il suo
tempio, possa da questo impegno e sacrificio, possa da questo impegno e
sacrificio trarre la forza ed il coraggio per essere nel mondo un tempio
santo, testimone dell'amore di Dio verso gli uomini.
'Non possiamo non parlare - ha detto Mons. Mondello del popolo santo di Dio
nel consacrare questo ampio tempio fatto di mura, ma la finalità è di far
crescere nell'amore, nella
santità, il popolo di Dio che sappia amare il Cristo stesso affinché sia
testimoniato con amore nella società, nel mondo nel quale questa comunità
cristiana è inserita.
Avrà significato la liturgia di dedicazione solo se essa rimarrà come deve
essere, il segno visibile di quella realtà che è il popolo di Dio, che un
popolo santo, perché Dio abita nel cuore di ciascuno di noi, perché Egli
attraverso noi vuole giungere a tutti gli uomini'.
L’Arcivescovo, prima della benedizione finale, ha ringraziato il parroco Don
Morabito per il suo impegno e la sua tenacia nel voler completare al più
presto questo tempio augurando a tutta la comunità che l'impegno finora
intrapreso si continui per la costruzione del popolo di Dio che sia il
tempio santo del Signore.