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28 NOVEMBRE

 

 

TRA I SANTI DI OGGI

CATERINA LABOURE’, Santa, Vergine

A Parigi, nel 1876, santa Caterina Labouré, delle Figlie della Carità, ebbe alcune visioni della Madonna durante l’anno di noviziato, e da essa ebbe l’incarico di far coniare e propagandare una medaglia che venne detta miracolosa per le meraviglie che operò. Morì ad Enghien, dove trascorse quarant’anni della sua vita spesa al servizio dei vecchi.

 

UNA PAROLA AL GIORNO

“GRIDA A SQUARCIAGOLA, NON AVER RIGUARDO; DICHIARA AL MIO POPOLO I SUOI DELITTI, ALLA CASA DI GIACOBBE I SUOI PECCATI”. (Is.58,1)

Il peccato.  Ma, esiste poi davvero o è una invenzione dei preti e dei religiosi per tener buona la gente? In che cosa consiste il peccato? E’ vincibile? Quando a qualcuno non piace una cosa cerca di nasconderla oppure di esorcizzarla, ad esempio, a nessuno piace la morte e allora si vive come se la morte non esistesse. La si incontra tutti i giorni, ma la si irride. Negli ospedali viene nascosta da un pietoso paravento. Negli spettacoli si cerca di esorcizzarla attraverso l’ironia, le maschere, le battute che tendono a farci superare la paura di lei. Così è successo per il peccato. E’ vero, c’erano state e ci sono tante esagerazioni, ma siccome il peccato fa paura perché lo ritroviamo in noi, perché ne subiamo le conseguenze,  perché se ce ne accorgiamo ci colpevolizza, perché è una fatica combatterlo, allora è più facile dire che non c’è. Provate a pensare a tante frasi, da quelle degli psicologi moderni a quelle della gente comune: “Il bene e il male fanno parte della vita”, “E chi non sbaglia?” L’idea giusta di peccato la si recupera solo se si ha l’idea giusta di bene. Se vedo il bene capisco ciò che gli si oppone. Se vedo Dio vedo anche tutto ciò che gli è contrario. E se onestamente scopro ciò che si oppone a Dio e al bene, scopro l’esistenza del peccato e poco per volta posso scoprire anche la strada per vincerlo. Avete sentito l’irruenza del brano del profeta Isaia. Dio dice: “Metti il peccato davanti al mio popolo perché capisca”. Capisca la santità di Dio, capisca che non si può ingannare Dio con l’ipocrisia, capisca, davanti al bene, che la vera penitenza non è un digiuno esteriore, ma è sciogliere i legami del male e fare il bene.  L’uomo riuscirà a cambiare solo quando riuscirà a capire il male che c’è dentro di lui e le sue radici  e quando, con la forza stessa di Dio, troverà la forza di allontanarsi da esso e di eliminarne le cause. Il peccato non è dire una parolaccia, non è rubare la marmellata, non è dire ho fatto “le cose sporche” (quando ero ragazzo pensavo che anche il non lavarsi le mani fosse una cosa sporca). Il peccato è lo squilibrio tra l’amore e l’egoismo, e il peccato sia personale che sociale, lo si può vincere in un modo solo: ribaltando questo squilibrio e mettendo l’amore al posto dell’egoismo.

 

OGGI NELLA STORIA DEI CRISTIANI

28 novembre 1476

A Napoli muore san Giacomo della Marca, francescano, predicatore in Boemia, Polonia e Ungheria.

 

UN ANEDDOTO

NON FAR RIDERE GLI ANGELI

Una volta un uomo si sedette alla mia tavola, mangiò il mio pane, bevve il mio vino, e si allontanò ridendo di me. Poi ritornò in cerca di pane e vino e io lo cacciai in malo modo. E gli angeli risero di me. (Kahlil Gibran)

 

PENSIERI DEL CURATO D’ARS

*L'invidioso vuole sempre salire; il santo vuole sempre abbassarsi. Così l'invidioso scende sempre e il santo sale sempre

 

*La lingua del maldicente è come un verme che punge i frutti buoni.

 

SAGGEZZA POPOLARE

Povero è quello che desidera assai.

     
     
 

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