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18 GIUGNO

 

TRA I SANTI DI OGGI

MARINA, Santa

Una storia davvero strana e diversa dal solito quella della santa di oggi. Amava a tal punto il padre rimasto vedovo che, quando questo volle ritirarsi in convento, pur di non lasciarlo si vestì da uomo e cambiò nome in Marino: giustificò i suoi tratti femminili facendosi passare per un evirato. E divenne monaco pure lei, rimanendo tale anche dopo la morte del padre. Un giorno, accompagnò un gruppo di monaci in un luogo lontano dove dovettero trascorrere la notte in una locanda, ma il caso volle che la figlia del locandiere si lasciasse sedurre proprio quella notte da un soldato e, accortasi d’essere rimasta incinta, rintracciasse e denunciasse per l’oltraggio proprio lui (o lei!), Marino. L’innocente non si discolpò e, anzi, accettò addirittura d’allevare il figlio della colpa. Solo al momento della sua morte, nel vestire la salma, i monaci s’accorsero del vero sesso e capirono appieno di quanta rassegnazione e virtù avesse dato testimonianza in vita.

 

UNA PAROLA AL GIORNO

“DIO AMA CHI DONA CON GIOIA”. (2 Cor. 9,7)

Si può donare per tanti motivi. Per obbligo: “Ho ricevuto un favore da quella persona, con un dono mi sdebito”. Per convenienze sociali: “Questo mese tra onomastici e compleanni ho svuota­to il portafoglio!”. Per apparire: Il mio regalo deve far sfigurare quello degli altri!”. Per ricevere: “Se gli faccio questo dono si sentirà obbligato a farne uno a me”.

Il cristiano non può essere uno che dona per obbligo, per convenienza o per ricevere ma uno che avendo ricevuto tutto gratuitamente ha imparato a donare gratuitamente, con gioia perché sa che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, perché se Dio ci ha amati così mentre noi eravamo peccatori, come possiamo noi non amare con altrettanta gioia e gratuità?

 

OGGI NELLA STORIA DEI CRISTIANI

18 giugno 1177

Papa Alessandro III con una propria bolla prende sotto la sua protezione l’Ospizio del monte Giove, l’attuale San Bernardo, con tutti i suoi beni e le sue dipendenze.

 

UN ANEDDOTO

UN MEDICO INCREDULO DI CARTAGINE

Agostino racconta che a Cartagine vi fu un medico molto buono, che si chiamava Gennadio, il quale non poteva persuadersi che l’anima umana fosse spirituale. Tutti gli studi e tutti i ragionamenti che aveva fatto, non erano stati sufficienti a convincerlo. Una notte, mentre dormiva, vide come in sogno un giovane di bellissimo aspetto, che era un angelo del Paradiso. L’angelo si fermò davanti al letto del medico, e, guardandolo gli domandò: - Gennadio, dormi o sei sveglio? Gennadio rispose: - Dormo. Soggiunse l’angelo: - Mi vedi? - Sì che ti vedo. - Mi vedi con gli occhi? - No, perché io dormo e tengo gli occhi chiusi. Ti vedo, ma non so dire con che ti vedo. - Ascolti quello che ti dico? - Si, io ascolto. - Mi ascolti con le orecchie?  - No. Io ti ascolto, ma non so con che ti ascolto. - Tu adesso parli, ma come parli? con la bocca? - No. La mia bocca è ferma, eppure io parlo. Non so con che parlo. - Dunque tu vedi, ascolti e parli, mentre i tuoi sensi non agiscono... Verrà un giorno, in cui il tuo corpo sarà messo nella tomba, e allora i tuoi sensi non potranno più agire in nessun modo, anzi saranno disfatti in polvere, ma tu potrai vedere, ascoltare, parlare. Ciò detto, l’angelo disparve. Gennadio si destò e da quel giorno rimase convinto che l’anima è spirituale. Ciò che disse l’angelo a Gennadio è perfettamente vero. Quando noi moriremo e lasceremo il corpo a disfarsi sotto terra, l’anima non avrà più bisogno di occhi,di orecchi, di bocca, di cervello, di cuore, e potrà vedere, ascoltare, parlare, comprendere, amare, meglio assai di quel che non faccia adesso, mentre è imprigionata nel corpo.

 

PENSIERI DI SAN ALBERTO MAGNO

Qualunque opera buona fatta senza la grazia di Dio, che è vita, è opera morta.

 

 

 

 

 

 

 

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