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27 APRILE

 

TRA I SANTI DI OGGI

ANTIMO, Santo, Vescovo, Martire 

Era Vescovo di Nicomedia ai tempi delle persecuzioni di Diocleziano e Massimiano. Fu arrestato per aver incoraggiato altri cristiani a perseverare nella fede, fu orribilmente torturato e infine decapitato il 3 settembre del 302 o del 303.

 

UNA PAROLA AL GIORNO

“NOI NON PREDICHIAMO NOI STESSI, MA GESÙ CRISTO SIGNORE”. (2 Cor. 4,5)

Già all’epoca di Paolo c’erano le “chiesuole”. Attorno a un predicatore si riuniva un gruppo di seguaci che pensavano di essere i migliori, i detentori della verità, e per prima cosa pensavano di dimostrarlo non tanto con opere di amore quanto combattendo i cristiani della chiesuola vicina. La stessa cosa in proporzioni maggiori l’abbiamo vista e la vediamo nella storia dove cristiani si sono combattuti tra loro per motivi di religione. E qualche volta, anche tra noi, purtroppo preti per primi, litighiamo perché “non sei della mia parrocchia” o perché “nel mio gruppo si prega meglio che nel tuo”. Paolo dice chiaro: il cristiano predica e testimonia Gesù Cristo Signore e basta! Papa Giovanni diceva: “Cerchiamo ciò che ci unisce piuttosto che ciò che ci divide” e i cristiani, direi tutti gli uomini, hanno in Cristo il centro dell’unità. E’ vero che possono esserci tanti modi diversi per accostarsi a Gesù ma non fermiamoci alle etichette, alle “chiesuole”, cerchiamo Cristo e gioiamo per ogni uomo che in Lui scopre il Salvatore.

 

OGGI NELLA STORIA DEI CRISTIANI

27 aprile 1966

Dopo che Giovanni XXIII aveva ricevuto in udienza privata il genero del capo del Comunismo in Russia Kruscev, Paolo VI riceve questa volta in visita ufficiale il ministro degli Esteri sovietico Andrei Gromiko.

 

CURIOSITA’ BIBLICHE

CITTA’ RIFUGIO

Nella antica società israelitica il sangue veniva vendicato con altro sangue. La legislazione di Mose mise un freno distinguendo tra omicidio volontario e involontario (Es. 21), in un secondo tempo furono istituite città rifugio (Giosuè 20): erano città dove gli assassini su consiglio degli anziani potevano essere accolti e difesi dalle vendette personali.

 

UN ANEDDOTO

“Lucia era una bambina orfana che viveva in un deposito di macchine sfasciate, alla periferia della città. Era una bambina sola e nessuno si occupava di lei. Erano i giorni che precedevano il Natale e Lucia decise di andare in città. Per lei era un’avventura nuova vedere tutti quei negozi illuminati, i festoni di luci che addobbavano le vie della città, i cartelloni dai mille colori…Nell’attraversare una strada una macchina veloce stava per investirla, quando un cane la spinse da un lato con il muso e la salvò. Lucia, frastornata, abbracciò l’animale e volle portarlo con sé nella sua macchina-casa. Con grande stupore la bambina capì una cosa: poteva comunicare con il cane che aveva chiamato Lillo. Un giorno Lucia disse a Lillo: “Per me Babbo Natale è già passato e mi ha lasciato te come regalo”. Lillo le rispose: “Voglio fare anch’io un regalo a te: vieni, andiamo in città”. I due amici si ritrovarono insieme in mezzo all’allegria festosa che precede il Natale: Lucia si sentiva sicura con il suo amico accanto ed era così felice che sorrideva ai passanti: Lucia e Lillo furono notati da una coppia di sposi. La signora chiese a Lucia se avrebbe gradito pranzare a casa loro: la bambina accettò con entusiasmo e la signora le comperò anche un abitino nuovo per sostituirle quello che indossava ormai corto e consumato. Poi la coppia volle che Lucia e Lillo si fermassero a dormire. Nella notte Lillo disse alla bimba: “Lucia cara, io sono il tuo Angelo Custode disceso sulla terra per aiutarti. Tu sei sempre stata molto buona e ora che ti ho trovato questa coppia che ti farà da mamma e papà, io posso tornare in Paradiso”. Lucia, piangendo di commozione, abbracciò Lillo che restò con lei fino a che la bimba non si addormentò. L’indomani era Natale e Lucia trovò tanti regali tra cui un cucciolo di cane che, naturalmente, chiamò Lillo.”

 

PENSIERI DI SAN GIOVANNI DELLA CROCE

Nella vita spirituale non progredire significa arretrare, non vincere significa perdere.

 

SAGGEZZA POPOLARE

Quando l'elefante è in difficoltà, anche i ranocchi lo prendono a calci.

 

 

 

 

 

 

 

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