SCOLARO

Esce al mattino e va spedito a scuola,
il bimbo, sotto il peso di timori e sogni.
L’austero uscio gli si para innanzi
ed egli attende un trillo pria che avanzi.
Divora con vigore alcune rampe
veloce più di mente che di gambe:
il posto preferito, su, l’attende
nell’aula che avanti si protende.
Nel rimembrare una trascorsa impresa
inganna un po’ le more dell’attesa,
ripensa a quanto tempo sia trascorso
e quanto ne rimanga a fine corso.


Passano  l’ore, i giorni e le stagioni,
nel susseguirsi d’ansie e promozioni.
Vendemmia cede il passo al verno scuro,
a questi s’avvicenda fioritura,
infine sopraggiunge la calura:
tre volte si ripete il lungo giro
di gea intorno al sol che fisso sta,
chiudendo un ciclo d’annualità.


Rimuginando tutto quanto appreso,
da mente vuole togliersi un sol peso:
il bimbo d’una volta, ormai cresciuto
deve scoprire il senso del vissuto!
In tal pensiero appare ardimentoso,
ma quanto sia deciso dir non oso.
Tra feste convenevoli e progetti
un po’ smarrisce il filo dei concetti.
Niente paura o affanno, il tempo è tanto:
si fermi ancor nell’ore dell’incanto.
Più tardi volerà con far sicuro
nel mondo degli adulti e del futuro.

Antonio Caporale

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