DIO BENEDETTO IN ETERNO











ROMANI 9,5





 

 

wn oi patereς kai ex wn o cristoς to kata sarka

di loro i padri e da essi il Cristo  quello secondo la carne

 

o wn epi pantwn qeoς  euloghtoς eis touς aiwnaς amhn

l'essente sopra tutto Dio benedetto per i secoli amen

 

 

La dossologia "Dio benedetto nei secoli" del versetto Romani 9,5 è stata da molti  applicata al Figlio, tenendo anche presente Ebrei 13,21. Alcuni però la hanno attribuita  al Padre, in virtù di Romani 1,25 e di 2 Corinzi 11,31 [1].

 

Coloro che attribuiscono la dossologia al Padre si rifanno alla presenza di segni di interpunzione o di spazi in alcuni manoscritti [2] dopo la parola "carne" ed al fatto che nel Nuovo Testamento il termine benedetto (εύλογητός) è sempre applicato al Padre (Marco 14,61; Luca 1,68; Romani 1,25; 2 Corinzi 1,3; 2 Corinzi 11,3; Efesini 1,3; 1 Pietro 1,3) e mai al Figlio.

 

Coloro che invece applicano la dossologia al Figlio:

 

·        considerano scarsamente affidabile la punteggiatura dei manoscritti greci [3] [4];

·        si appoggiano all'autorità di alcuni autorevoli Padri della Chiesa (solo Diodoro di Tarso e Fozio applicarono Romani 9,5 al Padre, mentre la dossologia “Dio benedetto in eterno” fu applicata al Figlio da un numero schiacciante di Padri della Chiesa come Ippolito, Tertulliano, Cipriano, Atanasio, Noviano, Ieromo, Basilio, Agostino, Novaziano, Didimo, Gregorio di Nissa, Giovanni Damasceno, Epifanio di Salamina, Teodoro, Eulogo, Teofilo, Teodoreto, Cassiano, Fulgenzio,…);

·        considerano improbabile una brusca interruzione della frase (introdotta da una dossologia riferita  al Padre) dopo il lungo discorso sul Figlio;

·        seguono l'opinione di famosi esegeti (Lagrange, Michel, Lyonnet, Westcott, Metzger, Martini);

·        ricordano come anche gli ariani, pur negando la piena divinità di Cristo e considerando Gesù un "dio minore", applicassero al Figlio la dossologia “dio benedetto in eterno” senza particolari problemi [5].

 

Tra le testimonianze più autorevoli che applicano la dossologia di Romani 9,5 al Figlio, si vedano:

 

  • Ireneo, Contro le Eresie, III, 16;
  • Ippolito, Contro Noeto, 2 e 6;
  • Novaziano, De Regula Fidei, 13;
  • Novaziano, De Trinitate, 30;
  • Tertulliano, Contro Prassea, XIII, 9 e XV, 7;
  • Cipriano, Testimonia ad Quirinum, II, 6;
  • Atanasio, Trattati contro gli ariani, I, 10, 1; I, 11, 1; I, 25, 1;
  • Agostino, De Trinitate, II, 13, 23;
  • Agostino, Le Confessioni, VII, 18;
  • Agostino, Questioni sulla lettera ai romani, LI, 59;
  • Ambrogio, La Fede, I, 11.

 

 

Di fatto, è molto improbabile (sia dal punto di vista letterale sia dal punto di vista psicologico) che Paolo abbia introdotto a questo punto una dossologia, totalmente slegata dal pensiero precedente, proprio qui, dopo che ha appena finito di manifestare il suo profondo dolore del l’incredulità dei Giudei (Romani 9,1-4). Un esame delle dossologie paoline mostra infatti che esse non sono mai slegate dal pensiero antecedente ma si integrano con logica e stile con i precedenti periodi e pensieri (si veda Romani 1,25 per ος εστιν; 2 Corinzi 11,31 per ο ων; Galati 1,5; 2 Timoteo 4,18; Ebrei 13,21; 1 Pietro 4,11 per ω; Romani 11,36; Efesini 3,21; 1 Pietro 5,11; 2 Pietro 3,18 per αυτω; Filippesi 4,20 e 1 Timoteo 1,17 per τω δε θεω).

 

È poi il caso di osservare che se “o wn epi pantwn qeoς euloghtoς eis touς aiwnaς amhn" fosse una dossologia rivolta al Padre, il participio wn sarebbe superfluo ed inspiegabile. Molto più lineare e comprensibile risulterebbe, in tal caso, o epi pantwn qeoς  euloghtoς eiς touς aiwnaς amhn". La presenza del participio presente wn fa allora pensare che wn funzioni da collante tra due preposizioni per descrivere Cristo come “Dio benedetto in eterno”.

 

Va infine detto che tutte le dossologie della Settanta rivolte al Padre (con l’unica eccezione di Salmo 68,19 TM = Salmo 67,19-20 LXX [6]) sono sempre costruite ponendo l’aggettivo  euloghtoς (benedetto) prima di qeoς (Dio). Questo rende estremamente debole l’ipotesi che in Romani 9,5 la copula sia stata omessa o sottointesa [7]

 

 

Romani 9,5

La punteggiatura nei manoscritti antichi

dopo la parola  carne (σαρκα)

 

Manoscritti e versioni

Date

Punteggiatura in greco

Corrispondente a……

Chester Beatty

2th Secolo

Nessun segno

Nessuna interruzione

Codex Vaticanus (B)

4th Secolo

Punto medio

Pausa breve

Gothica

4th Secolo

Virgola

Virgola

Codex Sinaiticus א

4th Secolo

Nessun segno

Nessuna interruzione

Codex Alexandrinus (A)

5th Secolo

Punto medio

Pausa breve

Codex Efrem (C)

5th Secolo

Spazio

Spazio

Siriaca-Peshitta

5th - 6th Secolo

Virgola

Virgola

Siriaca Harclensis

5th Secolo

Virgola

Virgola

Copta

6th Secolo

Virgola

Virgola

Armena

6th Secolo

Virgola

Virgola

Codex Claromontanus (D)

6th Secolo

Nessun segno

Nessuna interruzione

Etiopica

6th Secolo

Virgola

Virgola

Codex Regius (L)

8th Secolo

Punto in alto

Interruzione lunga

Codex Boernerianus (GP)

9th Secolo

Punto medio

Pausa breve

Codex Augiensis (FP)

9th Secolo

Punto medio

Pausa breve

Codex Athos (ψ)

9th Secolo

Punto medio

Pausa breve

0151

9th Secolo

Punto in alto

Interruzione lunga

049

9th Secolo

Punto medio

Pausa breve

056

9th Secolo

Punto medio

Pausa breve

0142

10th Secolo

Punto in alto

Interruzione lunga

 

 

Confronto tra alcune versioni bibliche

 

 

  • quorum patres et ex quibus Christus secundum carnem qui est super omnia Deus benedictus in saecula. Amen [Vulgata]
  • i patriarchi; da essi proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen. [C.E.I]
  • i Patriarchi, da loro proviene Cristo secondo la sua natura umana, egli che domina tutto, è Dio, benedetto nei secoli, amen! [NVB Paoline]
  • de' quali sono i padri, e de' quali è uscito, secondo la carne, il Cristo, il quale è sopra tutti Iddio benedetto in eterno. Amen. [Diodati]
  • dei quali sono i padri, e dai quali è venuto, secondo la carne, il Cristo, che è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno. Amen. [Riveduta (Luzzi)]
  • dei quali sono i padri e dai quali proviene secondo la carne il Cristo che è sopra tutte le cose Dio, benedetto in eterno. Amen. [Nuova Diodati]
  • ai quali appartengono i padri e dai quali proviene, secondo la carne, il Cristo, che è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno. Amen! [Nuova Riveduta]

 

 

  • Whose are the fathers, and of whom is Christ, according to the flesh, who is over all things, God blessed for ever. Amen. [Douay Reims]
  • Whose [are] the fathers, and of whom as concerning the flesh Christ [came], who is over all, God blessed for ever. Amen. [KJV]
  • whose [are] the fathers, and of whom [is] the Christ, according to the flesh, who is over all, God blessed to the ages. Amen.. [Young ]
  • whose [are] the fathers; and of whom, as according to flesh, [is] the Christ, who is over all, God blessed for ever. Amen. [Darby]
  • whose are the fathers, and of whom is Christ as concerning the flesh, who is over all, God blessed for ever. Amen. [ASV]
  • to them belong the patriarchs, and of their race, according to the flesh, is the Christ. God who is over all be blessed for ever. Amen. [RSV]
  • to them belong the patriarchs, and of their race, according to the flesh, is the Christ, who is God over all, blessed for ever. Amen. [RSV-CE]
  • Theirs are the patriarchs, and from them, in natural descent, sprang the Messiah. May God, supreme above all, be blessed for ever! Amen. [NEB]
  • theirs the patriarchs, and from them, according to the flesh, is the Messiah. God who is over all be blessed forever. Amen. [NAB]  Nota: Some editors punctuate this verse differently and prefer the translation, "Of whom is Christ according to the flesh, who is God over all." [NAB]
  • Theirs are the patriarchs, and from them is traced the human ancestry of Christ, who is God over all, forever praised! Amen [NIV]  Nota: i) Or Christ, who is over all. God be forever praised!  ii) Or Christ. God who is over all be forever praised! [NIV]
  • of whom are the fathers and from whom, according to the flesh, Christ came, who is over all, the eternally blessed God. Amen. [NKJV]
  • whose are the fathers, and from whom is the Christ according to the flesh, who is over all, God blessed forever. Amen. [NASB]
  • To them belong the patriarchs, and from their race, according to the flesh, is the Christ who is God over all, blessed forever. Amen. [ESV]


[1] Per una analisi critica si veda, ad esempio:

 

·         Wescott and Hort, The New Testament in Original Greek, [II], Introduction and Appendix, 2nd. edition, London, 1896, pag 110;

·         S. Lyonnet, Quaestiones in epistulam ad Romanos II, Roma, 1963, pp. 21-25;

·         E. Abbot, "On the Construction of Romans IX.5", Journal of the Society of Biblical Literature and Exegesis, 1881, pp. 87-154;

·         E. Abbot, "Recent Discussion of Romans IX.5", Journal of the Society of Biblical Literature and Exegesis, 1883, pp. 90-112;

·         B. M. Metzger, The Punctuation of Rom. 9:5, in "Christ and Spirit in the New Testament: In Honour of Charles Francis Digby Moule" [ed. Barnabas Lindars and Stephen Smalley; Cambridge: Cambridge University Press, 1973];

·         B. M. Metzger, A Textual Commentary on the Greek New Testament, 2nd. edition, 1994, pp. 459-462.

 

[2] Presentano un punto in alto (dopo σαρκα) alcuni codici piuttosto recenti come il Codice Regio L (VIII secolo) ed i codici 0142 e 0151 (IX-X secolo). Un punto medio (corrispondente ad una pausa breve) è invece presente nei Codici Alessandrino (V secolo) e Vaticano (IV secolo) ed in alcuni codici minori. Mancano segni di interpunzione nel Codice Sinaitico (IV secolo) ed in altri codici e papiri autorevoli, mentre una virgola è presente nelle versioni Gotica (IV secolo), Siriaca-Peshitta (V secolo), Copta (VI secolo), Armena (VI secolo), Etiopica (VI secolo) e Harclensis (VI secolo).

 

[3] La punteggiatura dei manoscritti greci risulta infatti sporadica, casuale e molto spesso inattendibile.

[4] Secondo opinioni autorevoli nei manoscritti più antichi il punto situato in basso corrispondeva al nostro punto e virgola, il punto situato in alto al vero e proprio punto ed il punto medio (situato in una zona intermedia della riga) aveva valore di pausa breve o virgola. In seguito il punto in alto assunse funzione di punto e virgola (o di due punti), mentre il punto in basso venne usato per introdurre una pausa lunga cioè un vero e proprio punto. Il punto medio si trasformò in virgola, mentre il punto e virgola continuò ad essere usato come punto interrogativo. A tal proposito vedansi, ad esempio, A. T. Robertson, A Grammar of the Greek New Testament: in the Light of Historical Research, Nashville, 1934, pag. 242 e Turner & Parsons, Greek Manuscripts of the Ancient World, 2nd ed, London, 1987, pag. 9.

[5] Agostino, De Trinitate, II, 13, 23.

 

[6] Il testo ebraico ברך  אדני (Adonai barak = Signore benedetto) è qui tradotto con κυριος ο θεος euloghtoς;  euloghtoς κυριος  dalla Versione dei Settanta, introducendo un evidente duplicazione enfatica di κυριος e di euloghtoς. La forma più lunga del Salmo 67,19-20 (contenuta nella versione greca dei LXX), fornisce così una traduzione molto libera del Salmo 68,19 (contenuto nel testo ebraico).

 

[7] Nel Nuovo Testamento, l’omissione del verbo essere (come copula o come predicato verbale nel senso di "esistere") è molto comune nei proverbi, nelle costruzioni impersonali (specialmente in quelle che esprimono necessità o possibilità), nelle domande, nelle esclamazioni, in particolari forme poetiche, in numerose forme idiomatiche, nelle benedizioni, nelle dossologie, in alcune formule augurali ed in molte strutture volutamente brevi e concise. A tal proposito vedasi, ad esempio, Matteo 5,3 (5,5-5,10); Matteo 7,9; Matteo 10,10; Matteo 13,11; Matteo 21,9; Marco 13,33; Luca 2,25; Luca 4,36; Luca 6,34; Luca 22,37; Giovanni 1,6; Giovanni 3,1; Atti 10,21; Atti 13,11; Atti 19,28; Atti 19,34; Romani 3,1; Romani 4,8; Romani 4,14; Romani 8,27; Romani 11, 16; Romani 12,9; Romani 13,11; Romani 14,21; Romani 15,33; 1 Corinzi 1,26; 2 Corinzi 2,16; 2 Corinzi 4,13; 2 Corinzi 8,16; 2 Corinzi 11,16; Filippesi 2,11; Filippesi 4,3; Efesini 4,5; Efesini 5,17; Colossesi 4,6; Tito 3,15; 1 Tessalonicesi 4,6; 2 Tessalonicesi 3,2; 1 Timoteo 1,15; 1 Timoteo 5,18; 1 Timoteo 6,7; 2 Timoteo 2:11; 2 Timoteo 3,16; 1 Pietro 1,6; 1 Pietro 3,8; Ebrei 2,11; Ebrei 6,8; Ebrei 13,4; Apocalisse 2,17; Apocalisse 5,1; Apocalisse 13,4; Apocalisse 17,5…..Per un esame dettagliato della tendenza, nel greco del Nuovo Testamento, ad omettere il verbo "essere" vedasi Blass & De Brunner, Greek Grammar of the New Testament, Chicago: University of Chicago Press, 1961, pp. 70-71. Sulle cosiddette "incomplete structures"con omissione del soggetto o del verbo essere (come copula e come predicato verbale) vedasi, ad esempio, Winer, A Treatise on the Grammar of New Testament Greek, 1870, pp. 731-751.