ALCUNI MANOSCRITTI GRECI CHE CONTENGONO IL TETRAGRAMMA

UN ANTICO MANOSCRITTO EBRAICO CHE CONTIENE IL TETRAGRAMMA

(II° secolo a.C.)

 

 Il papiro di Nash misura 7,5 X 12,5 centimetri, è costituito da soli 4 fragmenti di 24 linee ed è scritto in ebraico. Fu chiamato così da W. L. Nash, segretario della Society of Biblical Archaeology, che nel 1902 lo acquistò da un mercante egiziano. Il papiro fu reso pubblico l’anno successivo e venne presentato alla Cambridge University Library, dove è tuttora conservato. Si tratta molto probabilmente del più antico papiro ebraico mai ritrovato e potrebbe risalire al II secolo avanti Cristo. Contiene parti di Esodo 20 (con larghi stralci del Decalogo) ed alcuni versetti di Deuteronomio 6 (con varie ripetizioni dello Shema). Il tetragramma è visibile più volte e, nell’ultima riga del manoscritto, è addirittura ripetuto due volte (Ascolta Israele, YHWH è Dio, YHWH è uno). Il Santo Nome יהךה ricorre poi in altri 6 punti del papiro e solo una volta è privo dello iod iniziale. Il papiro di Nash costituisce una evidente testimonianza della presenza del tetragramma nel testo pre-masoretico.

 

 

 

 

 

 

ALCUNI MANOSCRITTI GRECI CHE CONTENGONO IL TETRAGRAMMA

(I° secolo a.C. – III° secolo d.C.)

  

  1. LXXP. Fouad Inv. 266 rende il nome divino col Tetragramma scritto in caratteri ebraici quadrati nei seguenti luoghi: Deuteronomio 18:5, 5, 7, 15, 16; 19:8, 14; 20:4, 13, 18; 21:1, 8; 23:5; 24:4, 9; 25:15, 16;Deuteronomio 26:2, 7, 8, 14; 27:2, 3, 7, 10, 15; 28:1, 1, 7, 8, 9, 13, 61, 62, 64, 65; 29:4, 10, 20, 29; 30:9, 20; 31:3, 26, 27, 29; 32:3, 6, 19. Perciò in questa collezione il Tetragramma ricorre 49 volte in luoghi identificati di Deuteronomio. Inoltre, in questa collezione il Tetragramma ricorre tre volte in frammenti non identificati, cioè nei frammenti 116, 117 e 123. Questo papiro, trovato in Egitto, fu datato al I secolo a.E.V. Union College Annual, vol. XLII, Cincinnati, 1971, pp. 125-131.

 

  1. LXX8HevXII (lato A e B) (manoscritto dei 12 profeti minori) rende il nome divino col Tetragramma scritto in caratteri ebraici antichi in Giona 1:16; 3:3; 4:2; Michea 1:1, 3; 4:4, 5, 7; 5:4, 4; Abacuc 2:14, 16, 20; 3:9; Sofonia 1:3, 14, 17; 2:10; Zaccaria 1:2, 3, 3, 4; 3:5, 6, 7; 8:20; 9:1, 1, 4.. Questo frammento di pergamena, trovato in una caverna del deserto della Giudea presso Nahal Hever, è stato datato alla fine del I secolo E.V. Fu pubblicato nell’Israel Exploration Journal, vol. 12, 1962, p.203 . I frammenti di questo rotolo furono anche pubblicati in Supplements to Vetus Testamentum, vol. X, Leida, 1963, pp. 170-178.

 

  1. LXXP. Oxy. 3522 del I secolo d. C. rende il nome divino col Tetragramma scritto in caratteri ebraici antichi in Giobbe 42

 

 

  1. 4Q LXX Levb rende il nome divino in lettere greche (Ιαο) in Le 3:12; 4:27. Questo manoscritto papiraceo, trovato nella Caverna n. 4 di Qumran, è stato datato al I secolo a.E.V. Un resoconto preliminare su questo manoscritto fu presentato in Supplements to Vetus Testamentum, vol. IV, 1957, p. 157.

 

  1. LXXP. Oxy. VII.1007 rende il nome divino con una doppia jod (יי) in Ge 2:8, 18. Questo foglio di pergamena, datato al III secolo E.V., fu pubblicato in The Oxyrhynchus Papyri, parte VII, con traduzioni e note a cura di Arthur S. Hunt, Londra, 1910, pp. 1, 2.

 

 

  1. Aq Burkitt rende il nome divino col Tetragramma scritto in caratteri ebraici antichi  nei seguenti luoghi: 1Re 20:13, 13, 14; 2Re 23:12, 16, 21, 23, 25, 26, 27. Questi frammenti del testo greco della versione di Aquila furono pubblicati da F. Crawford Burkitt nella sua opera Fragments of the Books of Kings According to the Translation of Aquila, Cambridge, 1898, pp. 3-8. Questi frammenti di palinsesto dei libri dei Re furono trovati nella Genizah della sinagoga del Cairo, in Egitto. Sono stati datati alla fine del V secolo o al principio del VI secolo E.V.

 

  1. Aq Taylor rende il nome divino col Tetragramma scritto in caratteri ebraici antichi  nei seguenti luoghi: Salmo 91:2, 9; 92:1, 4, 5, 8, 9; 96:7, 7, 8, 9, 10, 13; 97:1, 5, 9, 10, 12; 102:15, 16, 19, 21; 103:1, 2, 6, 8. Questi frammenti del testo greco della versione di Aquila furono pubblicati da C. Taylor nella sua opera Hebrew-Greek Cairo Genizah Palimpsests, Cambridge, 1900, pp. 54-65. Sono stati datati alla seconda metà del V secolo E.V. o al massimo al principio del VI secolo E.V.

 

 

  1. Sym P. Vindob. G. 39777 rende il nome divino col Tetragramma scritto in caratteri ebraici arcaici  nei seguenti luoghi: Salmo 69:13, 30, 31. Questo frammento di un rotolo di pergamena con parte del Salmo 69 nella versione di Simmaco (Salmo 68 nei LXX), conservato nella Österreichische Nationalbibliothek di Vienna, è stato datato al III o IV secolo E.V. Fu pubblicato dal dott. Carl Wessely in Studien zur Palaeographie und Papyruskunde, vol. XI, Lipsia, 1911, p. 171.

 

  1. L’Ambrosiano O 39 sup. rende il nome divino col Tetragramma scritto in caratteri ebraici quadrati in tutte cinque le colonne nei seguenti luoghi: Salmo 18:30, 31, 41, 46; 28:6, 7, 8; 29:1, 1, 2, 2, 3, 3; 30:1, 2, 4, 7, 8, 10, 10, 12; 31:1, 5, 6, 9, 21, 23, 23, 24; 32:10, 11; 35:1, 22, 24, 27; 36: sopr, 5; 46:7, 8, 11; 89:49 (nelle colonne 1, 2 e 4), ÞSalmo 89:Ü51, 52. Questo codice, datato alla fine del IX secolo E.V., ha cinque colonne. La prima contiene una traslitterazione del testo ebraico in greco, la seconda la versione greca di Aquila, la terza la versione greca di Simmaco, la quarta quella dei LXX e la quinta la versione greca Quinta. Un’edizione in facsimile di questo palinsesto, insieme con una trascrizione del testo, a cura di Giovanni Mercati, fu pubblicata a Roma nel 1958 col titolo Psalterii Hexapli reliquiae . . . Pars prima. Codex rescriptus Bybliothecae Ambrosianae O 39 sup. phototypice expressus et transcriptus.

 

  1. MS B11 Cairo Geniza rende il tetragramma con una tripla jod (ייי)  in Siracide 51. Fu scoperto nel 1896 da Solomon Schechter. Per una discussione vedere Rabinowitz, The Qumran Hebrew Original of Ben Sira’s Concludine Acrostic on Wisdom, HUCA, 42, 1971, pp. 173-184.

 

 

 

 

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ALCUNI RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:

 

Robert A. Kraft , The 'Textual Mechanics' of Early Jewish LXX/OG Papyri and Fragments,  University of Pennsylvania, 2001

Robert A. Kraft , Early Jewish Papyri and MSS for LXX/OG Study,  University of Pennsylvania, 2001

Natalio Fernandez Marcos, La Bibbia dei Settanta, Brescia, 2000, pp. 121, 124, 134, 193 ss, 197, 212, 354

G. Howard, The Tetragram and the New Testament, in Journal of Biblical Literature, Vol. 96, marzo 1977, pp. 63-83.

A. Pietersma, Kurios or Tetragram, A Renewed Quest for the Original Septuagint, in Pietersma, De Septuaginta, 1984, pp. 85-101.

Matteo Pierro, Il Tetragramma nel Nuovo Testamento, "Rivista Biblica", anno XLV, n. 2, Aprile-Giugno 1997, pp. 183-186.

Matteo Pierro, Geova ed il Nuovo Testamento Rescaldina, Sacchi Editore, 2000

C. Savasta, Il Nome Divino nel Nuovo Testamento, Rivista Biblica, 1998, n. 1, pp.89-92