IL PROBLEMA DEL FILIOQUE




NEL PENSIERO CATTOLICO ED ORTODOSSO


 

 

 

 

1.     Il Problema 

 

In ambito religioso, la monarchia (dal greco monos = uno e arché = principio) è la credenza in un Dio unico e "monarchiani" sono tutti coloro che pongono come fondamento del loro credo la fede in un solo principio ed in un unico Dio. Il termine fu probabilmente usato per la prima volta da Filone Giudeo per esaltare il monoteismo ebraico, in chiara polemica con il politeismo e la poliarchia (moltitudine di principi) del mondo greco e pagano. Il primo tra i cristiani ad usare il termine "monarchia" fu Tertulliano (Contro Prassea, III, 2) quando difese contro il modalismo dell'eretico Prassea il monoteismo ebraico, dimostrando come l'ipotesi trinitaria non contraddica la monarchia. Secondo Tertulliano, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non sono un'unica persona manifestatasi in forme differenti, ma differenti persone (in greco ipostasi), che all'interno dell'economia della storia e della salvezza sono caratterizzate dalla stessa unica origine o monarchia (il Padre) e dalla medesima unica natura (in greco ousia).

 

Precisato che nella trinità ontologica o immanente si medita sull'essenza di Dio e sul mistero della sua vita intima, mentre nella trinità economica si studia ciò che Dio fa e soprattutto sul suo agire salvifico, occorre ricordare che la processione dello Spirito Santo come la generazione del Figlio Unigenito sono, normalmente, considerate in due tempi differenti:

 

·       a livello ontologico abbiamo la generazione del Figlio prima di tutti i secoli (Proverbi 8,22) direttamente dal Padre e la processione dello Spirito Santo dal Padre prima di tutti i secoli (Genesi 1,3 e Salmo 33,6)

 

·       a livello economico abbiamo la generazione del Figlio nella storia della salvezza (Salmo 2,7 e Ebrei 1,5) e la processione dello Spirito Santo nella Chiesa primitiva (Luca 24,49; Giovanni 7,37-39; Giovanni 15,26; Giovanni 16,7; Giovanni 16,13-15; Giovanni 20,22-23; Atti 2,33; Atti 10,23; Tito 3,4-6)

 

La prima generazione e la prima processione avvengono direttamente dal Padre, unico principio, mentre la seconda generazione del Figlio e la seconda effusione dello Spirito Santo avvengono anche tramite Maria e per mezzo di Gesù Cristo.

 

In estrema sintesi possiamo dire che:

 

·       a livello ontologico, la chiesa cattolica condivide con gli ortodossi sia la generazione eterna del Logos dal Padre (Proverbi 8,22) che la processione eterna dello Spirito Santo dal Padre, unico principio della divinità, mentre a livello economico gli ortodossi condividono con i cattolici, pur con qualche sfumatura critica, la processione dello Spirito Santo dal Padre per mezzo del Figlio, soprattutto nel tempo della Chiesa (Tito 3,4-6)

 

·       fin dai primi secoli i latini pongono il dono dello Spirito Santo dal Padre al Figlio al di fuori del tempo, in una prospettiva ontologica e, sempre in una prospettiva ontologica, affermano la processione dello Spirito dal Padre e dal Figlio come da un unico principio; tale prospettiva non è condivisa dagli ortodossi che, anche se sono disposti ad accettare l'effusione dello Spirito Santo "dal Padre per mezzo del Figlio" in una prospettiva storica ed economica, dall'ipotesi di due principi di processione, vedono intaccata la "monarchia" del Padre, indebolità la personalità dello Spirito Santo (spesso ridotto al semplice amore che il Padre e il Figlio si scambiano) e subordinata al Padre ed al Figlio la stessa essenza della terza persona della trinità.

 

·       secondo gli ortodossi, la proposizione del Credo sulla processione dello Spirito dal Padre intende affermarne la processione eterna e non la missione storica, l'aggiunta del Filioque non poggia su alcun consenso ecumenico e le scelte della Chiesa latina sembrano basarsi solo su possibili similitudini tra dinamiche ontologiche e relazioni storiche.

 

·       secondo la speculazione trinitaria cattolica, la generazione sarebbe legata all'intelletto divino, mentre la processione proverrebbe dall'amore divino: il Figlio sarebbe pertanto generato per via di intelletto, mentre lo Spirito Santo procederebbe per via di amore, cioè dell’amore del Padre verso il Figlio. La generazione avrebbe nel generante il desiderio di produrre un essere simile a se stesso, mentre la processione nascerebbe dal fuoco dell'amore verso il generato (prima) e verso le creature (dopo). [Agostino, La Trinità, XV, 27 e Tommaso d’Aquino, Summa Teologica, I, 27].

 

 

 

 

 

 

 

La teologia ortodossa, seguendo i Padri Cappadoci, sostiene che esiste un solo Dio perché esiste un solo Padre. Il Padre, pertanto, è la “causa” o la “fonte' della divinità”; Egli è il principio senza principio (arche' anarkos) dell'unità fra i tre; ed è in questo senso che l'Ortodossia parla di “monarchia” del Padre. Le altre due persone hanno la loro origine nel Padre e si definiscono nei termini della loro relazione con lui. Il Padre pertanto è la fonte della divinità, che non è nata da nessuno e non procede da nessuno; il Figlio è nato dal Padre "prima di tutti di secoli"; mentre lo Spirito procede dal Padre da tutta l'eternità.

Secondo la teologia cattolica, lo Spirito Santo, invece, procede eternamente dal Padre e dal Figlio; e ciò, secondo gli ortodossi, significa che, accettando il Filioque, il Padre cessa di essere la fonte unica della divinità, poiché anche il Figlio è una fonte. Dato che il principio dell'unità nella divinità non può più essere solo la persona del Padre, il cattolicesimo trova il suo principio di unità nella sostanza o essenza che tutte e tre le persone condividono.

Pertanto nell'ortodossia il principio dell'unità di Dio è personale; mentre nel cattolicesimo romano è ontologico.

Secondo gli ortodossi, la teologia cattolica e soprattutto la scolastica latina, enfatizzando l'essenza a spese della personalità, rischia di trasformare Dio in un'idea astratta, in un essere remoto e impersonale, la cui esistenza deve essere provata con argomenti filosofici e metafisici. Del resto, San Tommaso d'Aquino, si spinse fino a identificare le persone con le relazioni (Summa Theologica, I, questione 40, articolo 2), generando enormi perplessità tra i credenti ortodossi. Le relazioni, invece, secondo i teologi dell’oriente cristiano, non sarebbero le persone ma piuttosto le “caratteristiche personali”, mai sufficienti a costituire le persone in se stesse, limitandosi a caratterizzarle e non esaurendone in alcun modo il grande mistero.

 

 

 

 

2.     Le ragioni dei cattolici

 

·       Agostino, pur salvaguardando la monarchia del Padre in seno alla Trinità, afferma che lo Spirito Santo procede dal Padre primariamente e procede dal Padre e dal Figlio in comunione, scrivendo: “Solo il Padre infatti non ha origine da un’altra persona, perciò solo lui è chiamato ingenerato, non nella Scrittura ma nel linguaggio usuale di coloro che trattano di un così grande mistero e si sono espressi come hanno potuto. Il Figlio invece è nato dal Padre  e lo Spirito Santo procede primariamente (principaliter) dal Padre e, per il dono che il Padre ne fa al Figlio senza alcun intervallo di tempo, dal Padre e dal Figlio in comunione (communiter)” (La Trinità , XV, 26, 47).

 

·       lo stesso Agostino, per parte cattolica, afferma che lo Spirito Santo fu donato (secondo Giovanni 16,13-15) dal Padre al Figlio nel momento della generazione del Logos fuori del tempo, osservando che: Chiedersi se, quando il Figlio è nato, era già avvenuta la processione dello Spirito Santo dal Padre o se invece non era ancora avvenuta e, una volta nato il Figlio, lo Spirito Santo procedette dal Padre e dal Figlio, è cosa che può forse avere un senso, là dove non esiste affatto il tempo? Là dove il tempo entra in gioco abbiamo invece potuto chiederci se è la volontà per prima che procede dallo spirito umano per cercare ciò che, una volta trovato, si chiama prole; perché una volta nata e generata questa, la volontà riceve la sua perfezione, riposandosi nel suo fine, in modo che quello che era stato desiderio della volontà che cerca, divenga amore della volontà che fruisce, amore che ormai procede dall’uno e dall’altra, cioè dallo spirito che genera e dalla conoscenza generata, essendo questi due in una specie di relazione di paternità e di filiazione. Ma non si possono più porre assolutamente simili domande a proposito di una realtà dove nulla incomincia nel tempo, per compiersi nel tempo che viene dopo. Di conseguenza colui che può comprendere la generazione intemporale del Figlio dal Padre, intenda la processione intemporale dello Spirito Santo da ambedue. (Agostino, La Trinità, XV, 26, 47)

 

·       Il Concilio Laterano IV (1215), dopo aver chiarito alcune problematiche legate al mistero trinitario, afferma poi chiaramente la processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio, osservando che: Noi, con l'approvazione del sacro concilio universale, crediamo e confessiamo, con Pietro Lombardo, che esiste una somma sostanza, incomprensibile e ineffabile, la quale è veramente Padre, Figlio e Spirito Santo, le tre persone insieme, e ciascuna di esse singolarmente. In Dio, quindi, vi è solo una Trinità, non una quaternità, poiché ognuna delle tre persone è quella sostanza, essenza o natura divina, la quale è, essa sola, principio di tutte le cose, e fuori della quale non se ne può trovare altra. Essa non genera, non è generata, non procede, ma è il Padre che genera, il Figlio che è generato, lo Spirito Santo che procede; in tale modo vi è distinzione nelle persone e unità nella natura. Quindi, se altro è il Padre, altro il Figlio, altro lo Spirito Santo, non sono tuttavia altra cosa, ma ciò che è il Padre è il Figlio e lo Spirito Santo; la stessa identica cosa, così da doversi credere, conforme alla retta fede cattolica, che essi sono consostanziali. Il Padre, infatti, generando il Figlio eternamente, gli diede la sua sostanza, secondo quanto lui stesso attesta: Ciò che il Padre mi ha dato è la più grande di tutte le cose (10); e non si può certo dire che gli abbia dato una parte della sua sostanza, e che una parte l'abbia ritenuta per sé: perché la sostanza del Padre è indivisibile, in quanto del tutto semplice. E neppure si può dire che il Padre, generando, abbia trasfuso nel Figlio la sua sostanza, quasi che comunicandola al Figlio non l'abbia conservata per sé; in questo caso avrebbe cessato di essere sostanza. E’ chiaro, quindi, che il Figlio, nascendo, ha ricevuto la sostanza del Padre senza alcuna diminuzione, e quindi il Padre e il Figlio hanno la medesima sostanza; in tal modo il Padre e il Figlio sono la stessa cosa; e così lo Spirito Santo che procede dall'uno e dall'altro.

 

·       Il Concilio di Lione (1274) afferma la processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio come da un unico principio e attraverso una sola processione, sottolineando che: Con fedele e devota professione, confessiamo che lo Spirito Santo procede eternamente dal Padre e dal Figlio non come da due principi, ma come da uno solo; non per due spirazioni, ma per una sola. Questo ha ritenuto finora, ha predicato e insegnato, questo crede fermamente, predica, confessa e insegna la sacrosanta chiesa Romana, madre e maestra di tutti i fedeli. Questo crede l'immutabile e vera opinione dei padri e dottori ortodossi, sia Latini che Greci. Ma poiché alcuni, ignorando l'incontestabile verità ora accennata, sono caduti in vari errori, noi, desiderosi di precludere la via a questi errori, con l'approvazione del santo concilio, condanniamo e riproviamo tutti quelli che osano negare che lo Spirito Santo procede eternamente dal Padre e dal Figlio, o anche asserire temerariamente che lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio come da due principi e non come da uno solo.

 

·       la questione del “Filioque” tra greci ortodossi e latini cattolici fu risolta del Concilio di Firenze nel 1439, ammettendo la processione dal Padre e dal Figlio come da un unico principio con la seguente formulazione, in seguito rigettata dagli ortodossi: Radunatisi, infatti, i Latini e i Greci in questo sacrosanto concilio ecumenico, gli uni e gli altri hanno posto grande impegno perché, tra le altre cose, con somma diligenza e assidua. ricerca fosse discusso anche l'articolo della divina processione dello Spirito santo. Addotte, quindi, le testimonianze scavate dalle divine scritture e da molti passi dei santi dottori orientali ed occidentali, poiché qualcuno dice che lo Spirito santo procede dal Padre e dal Figlio, qualcuno, invece, che procede dal Padre attraverso il Figlio, dato che con diverse formulazioni tutti intendono la medesima realtà, i Greci affermano che dicendo che lo Spirito santo procede dal Padre non intendono escludere il Figlio; ma poiché sembrava loro, come dicono, che i Latini asseriscono che lo Spirito santo procede dal Padre e dal Figlio come da due principi e da due spirazioni, per questo si astengono dal dire che lo Spirito santo procede dal Padre e dal Figlio. I Latini dal canto loro affermano che dicendo che lo Spirito santo procede dal Padre e dal Figlio non intendono escludere che il Padre sia la fonte e il principio di ogni divinità, cioè del Figlio e dello Spirito santo; né vogliono negare che il Figlio abbia dal Padre [il fatto] che lo Spirito santo procede dal Figlio; né ritengono che vi siano due principi o due spirazioni; ma affermano che unico è il principio ed unica la spirazione dello Spirito santo, come finora hanno asserito. E poiché da tutto ciò scaturisce un unico ed identico senso della verità, finalmente con lo stesso senso e con lo stesso significato essi si sono intesi e hanno convenuto nella seguente formula d'unione, santa e gradita a Dio. Nel nome della santa Trinità, Padre, Figlio e Spirito santo, con l'approvazione di questo sacro ed universale concilio fiorentino, definiamo che questa verità di fede debba essere creduta e accettata da tutti i cristiani; e così tutti debbono professare che lo Spirito santo è eternamente dal Padre e dal Figlio, che ha la sua essenza e l'essere sussistente ad un tempo dal Padre e dal Figlio, e che dall'eternità procede dall'uno e dall'altro come da un unico principio e da un'unica spirazione; e dichiariamo che quello che affermano i santi dottori e padri - che lo Spirito santo procede dal Padre per mezzo del Figlio, - tende a far comprendere che anche il Figlio come il Padre è causa, secondo i Greci e principio, secondo i Latini, della sussistenza dello Spirito Santo. E poiché tutto quello che è del Padre, lo stesso Padre lo ha dato al Figlio con la generazione, meno l'essere Padre; questa stessa processione della Spirito Santo dal Figlio l'ha dall'eternità anche il Figlio dal Padre, da cui è stato pure eternamente generato. Definiamo, inoltre, che la spiegazione data con l'espressione Filioque, è stata lecitamente e ragionevolmente aggiunta al simbolo per rendere più chiara la verità e per necessità allora incombenti.

 

·       La dottrina del “Filioque” non manca di precisi riferimenti nei grandi Padri e Dottori d’Oriente (Efrem, Atanasio, Basilio, Epifanio, Cirillo d’Alessandria, Massimo, Giovanni Damasceno) e d’Occidente (Tertulliano, Ilario, Ambrogio, Agostino) ed è difficile pensare che tutta questa schiera di testimoni si riferisca sempre e solo alla trinità in senso economico e/o all’effusione dei doni e delle energie divine. Se, a livello ontologico, ammettiamo poi che il Figlio riceva dal Padre di esser principio della processione dello Spirito Santo, abbiamo una processione originaria (dal Padre) ed una processione derivata (dal Figlio), processione che non sembra ledere la "monarchia divina". Insomma il Padre spira lo Spirito Santo e conferisce al Figlio di essere principio di processione.....lo Spirito procede pertanto da entrambi (perchè il Padre ed il Figlio sono uno) ma procede dal Padre in via principiale ed originaria e dal Figlio in via donata, comunicata, derivata, ricevuta, secondaria e mediata.

 

 

 

3. La testimonianza di alcuni padri latini

 

Di fatto, a livello ontologico, la processione dello Spirito Santo dal Padre attraverso il Figlio è confermata dall'autorevole ed antica testimonianza di molti Padri Latini

 

Tertulliano che già all'inizio del III secolo scrive: Credo che lo Spirito non proceda in altro modo che dal Padre attraverso il Figlio (Contro Prassea, IV, 1).

 

Anche Ambrogio mostra di condividere il tema del "Filioque", quando scrive: “Lo Spirito Santo, quando procede (procedit) dal Padre e dal Figlio, non si separa dal Padre, non si separa dal Figlio” (Lo Spirito Santo, I, 11, 120).

 

Se, seguendo Atanasio, paragoniamo il Padre ad una pianta, il Figlio al suo unico fiore e lo Spirito Santo al profumo che spira da essa, possiamo lecitamente affermare che il profumo procede dalla pianta, oppure che procede dalla pianta e dal fiore, o anche che procede dalla pianta attraverso il fiore (Atanasio, Lettera a Serapione, I, 23-24).

 

Sulla processione dello Spirito Santo dal Padre in via principiale ed originaria e dal Figlio in via donata, comunicata, derivata, ricevuta, secondaria e mediata, Agostino scrisse: Come il Padre ha in se stesso anche la proprietà di essere principio della processione dello Spirito Santo, ha dato ugualmente al Figlio di essere principio della processione del medesimo Spirito Santo, processione fuori del tempo nell’uno e nell’altro caso, e comprenda che è stato detto che lo Spirito Santo procede dal Padre perché si intenda che l’essere anche il Figlio principio della processione dello Spirito Santo, proviene al Figlio dal Padre. Se infatti tutto ciò che il Figlio ha, lo riceve dal Padre, riceve anche dal Padre di essere anch’egli principio da cui procede lo Spirito Santo (La Trinità, XV, 26, 47).

 

 

 

4. La testimonianza di alcuni padri greci

 

Di qualche interesse sono pure le opinioni di alcuni importanti Padri Greci, che sembrano tutti condividere la processione dello Spirito Santo dal Padre per mezzo del Figlio

 

Per natura, lo Spirito Santo, nel suo essere trae sostanzialmente la sua origine dal Padre per mezzo del Figlio generato (Massimo Confessore, Questiones ad Thalassium, LXIII).

 

Sulla processione essi [gli occidentali] hanno portato le testimonianze dei Padri latini e, più sicuramente, quelle di San Cirillo d’Alessandria nel sacro studio composto da costui sul Vangelo di San Giovanni. A partire da questi, hanno mostrato che essi stessi non fanno del Figlio la causa dello Spirito Santo; sanno infatti che il Padre è la causa unica del Figlio e dello Spirito Santo, di uno per generazione e dell’altro per processione, ma hanno indicato che questo [lo Spirito Santo] proviene attraverso il Figlio, mostrando così l’unità e l’immutabilità della natura divina (Massimo Confessore, Opuscolo teologico e polemico, X e Lettera a Marino di Cipro, PG 91, 136AB)

 

Lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio: è chiaro che egli è di natura divina, procedendo in essa e da essa (Cirillo d’Alessandria, Thesaurus, PG, 75, 585)

 

Dico che Dio è sempre Padre avendo sempre, a partire da Lui, il suo Verbo e, per mezzo del suo Verbo, avendo il suo Spirito da Lui procedente (Giovanni Damasceno,  Dialogo contro i manichei, V)

 

È la stessa intelligenza, abisso di ragione [il Padre] che genera il Verbo e proietta, attraverso il Verbo, lo Spirito che lo manifesta….Lo Spirito Santo è la potenza che manifesta il segreto della divinità, che procede dal Padre per il Figlio come Lui stesso sa, e non per generazione (Giovanni Damasceno, La fede ortodossa, I, 12).

 

 

 

5. Trinità economica

 

Si deve fare una netta distinzione tra la processione eterna del Santo Spirito, e la missione temporale, l’invio dello Spirito nel mondo: la prima riguarda le relazioni che esistono da tutta l’eternità all’interno della divinità, la seconda riguarda la relazione di Dio con la creazione. Perciò quando l’Occidente dice che lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio, e quando l’Ortodossia dice che Egli procede dal solo Padre, entrambe le parti si riferiscono non all’azione esteriore della Trinità verso la creazione, ma a certe relazioni eterne entro la divinità, relazioni che sono esistite da prima che vi fosse il mondo. Ma l’Ortodossia, pur non essendo d’accordo con l’Occidente riguardo alla processione eterna dello Spirito, concorda con l’Occidente nel dire che, per quanto riguarda la missione dello Spirito nel mondo, Egli è inviato dal Figlio, ed è invero lo “Spirito del Figlio”. A livello economico, cioè all’interno della storia della salvezza, ortodossi e cattolici sono pertanto concordi nell’attribuire l'effusione dello Spirito Santo al Padre per mezzo del Figlio, basandosi soprattutto sui seguenti passi della Scrittura:

 

E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto [Luca 24, 49]

 

Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: «Chi ha sete venga a me e beva; chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno». Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato. [Giovanni 7,37-39]

 

Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza [Giovanni 15,26]

 

Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. [Giovanni 16,7]

 

Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà. [Giovanni 16,13-15]

· Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». [Giovanni 20,22-23]

 

Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire. [Atti 2,33]

 

Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo, effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, Salvatore nostro. [Tito 3,4-6]

 

Mi mostrò poi un fiume d'acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello [Apocalisse 22,1]

 

 

 

6.     Processione ed invio: due termini diversi che giustificano una divisione netta tra ontologia ed economia?

 

Posta la distinzione tra ontologia ed economia, i momenti di Dio si distinguono in "missioni" che implicano un coinvolgimento personale nel tempo (come la creazione, l'incarnazione e i doni dello Spirito Santo) e "processioni" che avvengono entro Dio stesso, prima della creazione e dell'inizio della storia. Nel Vangelo di Giovanni, Gesù dice che "Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza" [Giovanni 15,26]. Lo Spirito Santo pertanto «procede» dal Padre e il Figlio sembrerebbe limitarsi a «inviarlo».

 

Per questo, gli ortodossi propongono una distinzione sottile tra la «processione» dello Spirito Santo (espressa dal verbo ἐκπορεύω: «faccio uscire, chiamo fuori»; ἐκπορεύοµαι: «derivo, procedo, vengo fuori, emano») e il suo “invio” da parte del Figlio (che può esprimersi con diversi verbi, tra cui πέµπω: «mando, invio»; oppure προΐηµι: «mando avanti/via/fuori»).

 

Alla critica ortodossa secondo cui la processione dello Spirito Santo avverrebbe dal Padre e dal Figlio solo a livello economico, la Chiesa Cattolica ha spesso risposto che l’economia – sebbene non esaurisca l’immanenza e l'ontologia divina – corrisponde specularmente ad essa.

 

Sia l'accettazione acritica che il drastico rifiuto di mettere in relazione l'economia e l'ontologia divina creano, comunque, notevoli problemi sia a livello logico che sul piano teologico. Di fatto, seguendo passivamente il pensiero ortodosso, che nega ogni corrispondenza tra processione eterna e invio salvifico, si dovrebbe concludere in modo quasi inequivocabile che, come lo Spirito Santo non procedette dal Figlio in nessun tempo e in nessun modo, così ogni brano della Sacra Scrittura che parla della generazione del Figlio potrebbe riferirsi solo all'introduzione del Messia nel mondo. Ma allo stesso tempo, estremizzando la teologia cattolica, che enfatizza le similitudini tra l'economia e l'ontologia divina, si potrebbe finire per concludere che, come il Logos si incarnò per opera dello Spirito santo, così anche la generazione eterna del Verbo dovrebbe essere avvenuta, prima di tutti i secoli, soprattutto per opera dello stesso Spirito Santo. .

 

La prudenza e l'umiltà sembrerebbero pertanto suggerire un approccio meno dogmatico alla questione del "Filioque", trattandosi di un argomento difficilissimo da comprendere, da esplorare e da dimostrare. Probabilmente ci troviamo di fronte solo a differenti ipotesi teologiche, trasformate in dogma in modo prematuro ed affrettato e sfociate in un grave scisma per le crescenti incomprensioni storiche e politiche tra la cultura e le tradizioni dell'Oriente e dell'Occidente cristiano.