Dolomiti, Alpi Giulie, ma non solo...

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nel futuro?

 

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Escursioni del 2017

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Cima di Ciol de Sass

2072

1250  
Salti nel Ciol Risalendo il Ciol
Barriere da aggirare Landro
In vista della stretta forcella di Val Piovin Ultimi pendii
Forcella Si risale la cresta
Cima Discesa in Val Piovin
Monte Cristallo

3221

1450

 
Baraccamenti grande guerra Passaggio in cengia
Caratteristico uovo Cortina in basso
La lasta Nevaietto
Lo splendido Piz Popena Canale con passaggio di III
Punta Nera

2847

1100

 
Attacco della breve via Terreno instabile
In cresta Tutta la dorsale da forcella di Punta Nera
Spalla del Duranno

2234

1300

 
Duranno e Spalla molto lontani Val Zemola
Sentiero Zandonella Stambecco curioso
Pramperet 2337

1300

 
Cadin di Cornia Accesso alla forcella tra Pramper e Pramperet
Tratto esposto in cengia Su detriti
Uscita della cengia In cresta tra massi instabili
Di ritorno sul tratto esposto Pramper sullo sfondo
Cima dei Bureloni

3130

1600

 
Bureloni a sinistra Residui di ghiacciaio delle Zirocole
Cima di Valgrande Cima di Valgrande e anticima
Vezzana e Cimon dalla vetta Campido e Focobon

Escursioni del 2016

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Cima di Bortolusc

2160

1250

 
Forcella delle Pregoane Canale sbagliato
Facili balze rocciose Gendarmi
Canale Fradeloni Passaggio II-
Laste Ciol in discesa
Cima d'Auta Est

2624

1350

 
Tratto finale con attrezzature Sud della Marmolada
Turlon Stambecchi di casa

Escursioni del 2015

   
Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Monte Ferrara

2258

 

1100

Dalla forcella che precede f.lla Savalons si prende a sinistra, indicazioni in rosso, risalendo facilmente prima far mughi e poi su terreno a zig zag per raggiungere l'anti-cima sud. Ancora pochi minuti per la cima principale. Per abbreviare il ritorno si può proseguire sccendendo verso la cresta nord in direzione della fisibile f.lla S'ciol de Mont. Dopo alcune decine di metri si abbandona la linea di cresta e ci si districa tra mughi anche fitti indovinando i passaggi più convenienti. Talora si incrocia qualche confortante ometto, benchè la forcella di destinazione resti quasi sempre visibile il che riduce i patemi di sbagliare completamente percorso. Guadagnata la forcella si torna a pian di Meluzzo discendendo il dissestato vallone, parzialmente invaso da nevaio, senza grandi opportunità di accelerare i movimenti.
Anticima sud e cima principale del Monte Ferrara Il Turlon
Cima dei Pecoli

2352

1200

Interessante salita di media difficoltà, affrontabile senza l'utilizzo di materiale con la giusta dose di accortezza. Si abbandona il sentiero che porta al biv. Marchi Granzotto quando, in prossimità di due laghetti alla sinistra, si nota ben stagliata la finestra naturale che segna l'inizio della via normale. Raggiunto l'arco con dura salita per ghiaione non segnato si individua subito la cengia di attacco, che merita attenzione nei primi 5/10 metri. Si entra quindi in un canale franoso e si supera il passaggio chiave con un masso strapiombante, scalando la paretina di destra (II-, 4m) comunque non esposta. Il resto del percorso, un po' da cercare ma con limitati pericoli, oppone solo qualche ulteriore passo sul I grado.
Arco naturale L'attacco della cengia
Sulla cengia Canali nella parte mediana della
In discesa Il salto di II
Cima di San Francesco (tentativo)

 

 

Cima dirimpettaia alle Caserine, remota e per nulla frequentata.
Cima di San Francesco col recente distacco Il remoto Ciadin di Gasparin
Inizio delle Inizio delle placconate Verso Cima Pussa
Cima Toro

2355

1250

Stupenda Cima, la maggiore tra gli Spalti di Toro, affiancata a sud dalla sinuosa Punta Pia. Dal Biv. Perugini si prende il sentiero diretto a forcella segnata e lo si abbandona poche decine di metri prima della stessa piegando a sinistra per uno scosceso canale. Superate alcune strettoie e dei saliscendi si attacca la normale sotto la cengia principale, che si guadagna scalando con attenzione 10m appoggiati con detrito (I delicato). La cengia avvolge tutto il versante est e sud del monte, senza particolari difficoltà, dovendo scendere in arrampicata per qualche metro poco prima dell'attacco, già in vista di Punta Pia. La via si svolge con alcuni tiri di corda, inizialmente II poi I su gradoni verso sinistra, quindi sormontando il passaggio chiave, 4m III strapiombante. Si prosegue quindi per facili gradoni detritici fino sotto la torretta finale, che si scala con un breve tiro di 15/20m sul II grado. Discesa seguendo la via di salita con alcune doppie nei punti verticali.
Attacco della via per prendere la cengia Inizio della cengia
Piccola interruzione Verso Punta Pia
Attacco della parete Da secondo...
Sull'articolata parete sud Ultimi 20m di II
Pareva più facile... In discesa su placchette
Cima di Pino Sud

2057

1700

Le selvagge cime di Pino coronano a nord l'imponente Col Nudo. Lungamente vagheggiata la cima Sud si approccia da Casera Ditta. La salita è molto lunga, circa 1700m di dislivello inclusi i frequenti sali-scendi. L'orientamento non è facile e rischia di far perdere tempo ed energie. La traccia è pochissimo segnata e solo i tagli di mughi, nella parte finale, aiutano a destreggiarsi in ambiente selvaggio. Le uniche vere difficoltà si accentrano in prossimità del cocuzzolo verde finale. Serve scendere sul versante ovest per una cinquantina di metri per imboccare il canalone che scende dalla stretta forcella ai piedi della cima. Risalendo il canale con attenzione si devono affrontare, verso la fine, 4m di II, meglio con sicura di corda sia a salire che a scendere. La piramide finale, invasa dai mughi, si risale stando ben attenti ai tagli, e in frequente arrampicata vegetale.
Cima di Pino sud cresta
cresta cresta cresta Traccia tra i mughi
Risalita all'ultima forcella Si attacca la piramide finale

Escursioni del 2014

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Col Siron 1671 1030

Lasciata l'auto al parcheggio di Olantreghe si prende la comoda mulattiera diretta a casera Busnik. Giunti in località Col, presenza di segnavia CAI, si piega liberamente a sinistra nel bosco, superando in saliscendi alcune doline che portano alla base dei ripidi prati, macchiati di mughi, sul versante est del Col Siron. Si individua subito lo stretto intaglio di forcella, tra i verdi, alla sinistra del corpo principale delle verticali pareti est del monte. Si risale verso la forcella evitando i mughi e si prende, la cresta sud, prima aggirando in versante oves un torrione e poi seguendo i rari tagli tra i mughi, fino alla base del cocuzzolo finale, da attaccare in versante ovest per evitare alcuni spuntoni rocciosi.

Il Col Siron da ovest Ripidi prati a est del Col Siron
La cresta di salita da sud Gruppo del Bosconero innevato
Bivacco Marchi Granzotto 2168 1000

Dal parcheggio a Pian di Meluzzo, sotto il rif. Pordenone, si prosegue per il 361 della val di Meluzzo e poi il 359 per la val Monfalcon di Forni fino al panoramico bivacco.

Cima del Venier 2237 1100

Via di salita per il Viaz sora la Fopa che si attacca al bivio per il biv. Carnielli de Marchi rimontando la rampa ghiaiosa verso destra. Giunti su uno spallone, in presenza di un grosso gendarme, gli ometti fanno perdere quota fino ad un fitto di mughi. qui serve calarsi per una decina di metri, i primi con l'aiuto dei mughi stessi, poi altri 5m di II solido per guadagnare una selletta che segna l'inizio del Viaz. La cengia è spesso molto larga e assume i connotati di una bancata ascendente. Anche le poche strettoie non creano particolari patemi. I passi un po' più delicati in uscita, ormai in vista della forcella Sagrona. Poco prima della forcella, ove la cengia si interrompe, si prende il canale ghiaioso che scende evidente dalla sinistra. Il camino si restringe e oppone alcuni passi sul I+ fino ad un caratteristico foro che si imbocca per discendere in vista della forcella, spostandosi ora sul versante est. Si resta poi alti su cengia prativa e aggirando, ancora verso est si risalgono alcune decine di metri facili, qualche passo di I forse, per poi affrontare gli ampi prati terminali che, ripidamente portano alla bianca torretta della cima.

Rampa di accesso al Viaz sora la Fopa Salto di II in discesa per guadagnare la cengia
Strettoia della cengia Versante est del monte prima dei prati terminali

 

Escursioni del 2013

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Urtisiel Ovest (tentativo) 2100 950

La salita dal versante sud, per un lungo e diramato canalone detritico non ha portato alla vetta. Si abbandona il sentiero diretto a Casera Val Binon (o Val Menon) appena usciti dal bosco, in corrispondenza di un ripido pendio misto di mughi, oltre il quale si identifica l'ampio svaso detritico che sale all'articolato castello della cima Urtisiel Ovest. Tenendo sempre la sinistra alle successive diramazioni, su ghiaione ripido ma non infido, si dovrebbe potersi collegare alla via normale che sale da Forcella Pecoli.

  Su ripido detrito Campanile Gambet
Sassolungo di Cibiana 2413 1400

Via normale per la dorsale sud. Dl passo di Cibiana si sale a Forc. Bela per poi perdere quota in versante Campestrin. Puntando una traccia sotto le pareti della bastionata sud del Sassolungo si contorna il catino ghiaioso e si prosegue in leggera pendenza sotto i canaloni che scendono dalla linea di cresta. Superate delle placchette rocciose si affronta con decisione a sinistra una pala ricoperta di mughi, forzando i passaggi ostruiti. La traccia è precaria. Raggiunta faticosamente la cresta la si percorre lungamente senza difficoltà apprezzabili fino al grande cocuzzolo finale che si guadagna risalendo un facile canalone con alcuni passi di I (bolli rossi). Discesa per la stessa via prestando attenzione al momento di ridiscendere verso il Campestrin.

  Sotto la dorsale sud Passaggio su roccette
In cresta Ultimo canale prima della cupola sommitale
Terza Piccola 2334 1150

Via normale per il canalone est da Lerpa. Dopo lungo percorso su strada sterrata nel bosco si percorre l'ampio cadin che conduce a Forc. Terza Piccola. La via inizia aggirando a destra un caratteristico dente roccioso per poi infilarsi in un canale detritico che va risalito per un centinaio di metri, solo un passaggio di I in una strozzatura a metà. Si perviene quindi al masso incastrato che chiude il canale, da superarsi passando sotto dello stesso con facile arrampicata, 4m di I+. Pochi metri sopra inizia una breve crestina esposta, circa 30m con un paio di passaggi molto delicati per l'esposizione ma non difficili, in sostanza si cammina usando le mani solo per equilibrio. La vetta è a portata di mano, risalendo neanche 50m di prato. Spettacolare visione sulle montagne di Sappada e sulle altre due Terze.

  Forcella terza Piccola Imbocco del canale
Il masso incastrato La crestina esposta
Cima Cadin

Cime Postegae

2313

2358

1500

Dal parcheggio in Val Cimoliana sotto il Rif. Pordenone si prosegue per il facile sentiero diretto al Passo Pramaggiore. Giunti sull'ampia insellatura erbosa si prosegue a sinistra per facile cresta ed in breve si risale l'appicco terminale, più ripido, della panoramica Cima Cadin. La traversata prosegue per cresta, scendendo ora su ripido pendio erboso e poi in continuo saliscendi per facile percorso spesso sabbioso. In questo tratto si arrampicano 3 m di I solido prima di arrivare in vista dell'ultimo erto tratto che risale il dorso settentrionale della Cima Postegae più elevata. La discesa, a chiudere un percorso ad anello, prosegue per un buon tratto ancora in cresta, aggirando una elevazione minore delle Postegae, con bella visione diretta delle slanciate Torri Postegae. Si scende poi per un tratto più ripido che richiede un po' di attenzione prima di risalire in breve all'intaglio di forcella S'ciol de Mont. Non resta che discendere il ghiaione detritico che ci ricongiunge, qualche centinaio di metri più in basso, al sentiero diretto a Casera Bregolina grande e poi in falsopiano al parcheggio.

  Cima Cadin Breve salto in arrampicata
Cima Postegae Torri Postegae
Monte Turlon

(Tentativo)

2160

 

1950

Dalla Stai de Nuci in Val Settimana si prende il ripidissimo sentiero che sale dietro la stalla e per diverse centinaia di metri di dislivello si arranca su bosco quasi verticale. Superato un passaggio di I, alcuni metri su placca rocciosa in discesa si riprende la salita ora su bosco più rado per poi guadagnare un primo filo di cresta con vista sulla sella del Turlon. Traversato in quota con leggera pendenza tra i mughi si accede alla sella da ripidi prati. Ora ci si sposta sulla cresta prativa in saliscendi e conviene abbandonarla, scendendo sul versante ovest prima di imbattersi in due torrioni rocciosi meno agibili. (to be continued)

Placca inclinata Alti sulla Val Settimana
Profili in controluce La cresta del Turlon
Corno del doge 2615 1600

Da Ponte degli Alberi presso Palus San Marco Si imbocca la sterrata, sentiero CAI 226, che per oltre un chilometro e mezzo scorre pianeggiante nel bosco e si seguono ai bivii le indicazioni per il Bivacco Voltolina. Risalita una ripida faggeta con percorso a zig-zag si perde poi un po’ di quota prima della biforcazione che porta a seguire il sentiero CAI 278. Superata una parete appoggiata con attrezzature fisse si giunge in breve in vista del bivacco. Prestando attenzione a delle segnalazioni su di un masso si volge ora a destra in direzione della cengia erbose ben evidente che taglia la parete est del Corno del Doge. Per circa un centinaio di metri si segue il sentiero CAI 280, Alta via Numero 5, e lo si abbandona quasi subito quando i mughi lasciano spazio alla sinistra ad una paretina dove si scorge a sinistra un ometto circa 10 m sopra la traccia. Si sale così su pendio prevalentemente erboso, tenendo la destra dovendo intercettare la cengia proprio al suo inizio. Si percorre ora lungamente la cengia, sempre comoda ed in leggera pendenza ascendente, passando sotto bellissimi appichi di roccia gialla solidissima. Quando si apre un canale accessibile sulla destra è il momento di abbandonare la cornice erbosa, rimontando facili salti, sempre con zolle affioranti, mantenendo la destra come direzione dominante. I radi ometti portano ad un bel ballatoio erboso dal quale si scorge il tratto chiave della salita. Ci si abbassa un po’ su cengia fino alla placca verticale che interrompe il percorso. Sono 4 m di roccia buona da percorrersi in orizzontale con buoni appigli per le mani, piccole scaglie, mentrei per i piedi serve qualche appoggio in aderenza. L’esposizione è consistente pertanto conviene attrezzare una breve corda fissa. All'uscita si doppia uno spigolo su roccia solida (II-) sempre in orizzontale per poi infilare un canalone detritico che si risale lungamente per uscirne sulla destra. Rimontati ancora ripidi pendii erbosi si approccia la dorsale che scende dalla cima, ormai in vista, e faticosamente senza percorso fisso si raggiunge la cresta ormai a poche decine di metri dalla vetta.

Il profilo del Corno Parete gialla in cengia
Il passaggio chiave I pendii terminali
Cima della Beta 2723 1600

Seguendo il sentiero CAI 771 si giunge alla stazione sommitale della ormai dismessa seggiovia e in breve alla sella erbosa sopra Malga Losch, lasciando sulla sinistra il Rifugio Scarpa-Gurekian. Si asseconda in quota verso occidente l’unica traccia senza indicazioni ma ben marcata, che conduce alla base di un primo canalone dove si scorgono delle opere per una presa d’acqua. Si mantiene la direzione fino a superare lo sbocco di un successivo canale caratterizzato dalla presenza di grossi massi erratici. Si risale subito il primo pendio erboso indovinando l’inizio di una cengia sopra un nero risalto roccioso poco prima dell’incombere delle pareti. Ci si alza tra mughi e ripide erbe, si supera un friabile antro caratterizzato da un abete rinsecchito e si prosegue verso ovest su pale sempre erbose fino a entrare nel fondo di un largo canale che ospita la Dolada: si tratta di un ripido pendio di circa 200 m caratterizzato da placche levigate frammiste ad erbe che costituisce il tratto più insidioso dell’intera salita. Si asseconda la costola erbosa di sinistra fin sotto le rocce a ridosso di ombrosi antri. Il passaggio chiave inizia pochi metri sulla destra, dove le rocce appaiono più cedevoli e una fettuccia su uno spuntone 5 m più in alto segnala il percorso. I primi movimenti sfiorano il III grado, ma subito le difficoltà calano e, superata la citata fettuccia, si raggiunge un buon ancoraggio su clessidra pochi metri più in alto. Si prosegue ora per delicato terreno di zolle erbose interrotto da rocce affioranti, cercando il passaggio più conveniente, puntando alla fascia rocciosa sotto l’evidente torrione che segnala l’uscita dalla Dolada. Gli ultimi 40 metri, decisamente più ripidi e insidiosi non lascerebbero spazio ad errori, ma una clessidra in uscita e un chiodo alla base della fascia di rocce prima raggiunte, permettono di affrontare in sicurezza questo tratto. Si insiste salendo verso sinistra su prati divenuti più docili, si attraversa un ampio canale e se ne risale il suo lato sinistro fino a un intaglio da cui appare la maestosa Croda Granda. Si piega verso destra e per un ripido canalino si esce dalla parte erbosa in corrispondenza di una più alta forcelletta. Si prosegue nell’opposto versante salendo verso destra, portandosi così fin sotto le rocce da dove si inizia ad affrontare un lungo traverso in quota verso sinistra, ricercando con attenzione gli sporadici ometti, lungo un frastagliato versante che alterna svariate costole e rientranze, I/I+. Dopo un ultimo spigolo si accede a una delicata cengia che si affaccia sul profondo canalone che discende direttamente dalla cima. La si percorre per buon tratto e con andamento ascendente fino a toccare il fondo detritico del canalone, I/I+ con passi di II-, esposto ma sempre ben appigliato. Si risale ora senza difficoltà il canale via via sempre più ampio che termina su un’aerea e panoramica terrazza ormai in vista della cupola finale che si affronta centralmente con divertente arrampicata di I grado.  Si guadagna finalmente l’isolata cima che sul versante nord precipita vertiginosamente nella profonda Valle d’Angheraz.

Nevaio perenne Attacco
La Dolada Uscita dalla Dolada
Appare Croda Granda Spostamenti in quota
La vetta Sass de le Snare
Delicato traverso Su cengia esposta

Escursioni del 2012

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Monte Neva

Gruppo del Cimonega

2228 1100 Il percorso doveva essere teoricamente segnato ma, pure avevo un ricordo di una deviazione segnalata tornando dalla cima ovest del Sass de mura, proseguiamo troppo oltre verso la forcella Neva senza trovare il punto di scarto. Consultiamo la Tabacco e l'indicazione ci porta a ridiscendere un tratto ed attaccare un ampio canalone senza traccia di passaggio/ometti. Evitiamo un primo colatoio piuttosto ripido tenendoci sulle loppe alla destra e poi traversiamo un 50m tra baranci per riportarci nel greto, ora più abbordabile. L'idea che non possa essere la via normale di salita prende corpo, nondimeno guadagniamo quota mirando alla forcella che intaglia la cresta sommitale. Alcuni passaggi risultano un po' scabrosetti con abbondante detrito sotto le suole (I, qualche passo I+). Ad un possible bivio notiamo qualcosa somigliante ad un ometto giusto all'uscita di un'esile cengetta (destra salendo). Superatala con passo del gatto e bagnato, si accede velocemente alla calotta finale, dove finalmente si torna in posizione bipede. Ancora una occhiata alla cartina e ci convinciamo che deve esserci un altra via per scendere. Infatti proseguendo in direzione ovest sulla cresta ci si trova subito a percorrere una traccia di sentiero ben evidente. Il giro sarà quindi ad anello, ma con una curva verso ovest molto più pronunciata di quella indicata sulla Tabacco, per poi rientrare sul segnavia CAI in corrispondenza della malga già incontrata all'andata.
 Inizio del canale  Balze
 Passo del gatto  Piz de Mez
Monte Sestier

Val Salatis

2084 1200 Da Malga Cate si percorre tutta la lunga Val Salatis, puntando la testata a destra del Monte Sestier. Si abbandona quindi il sentiero che conduce al Rif. Semenza e, attraversando anche un po' di mughi, si perviene in cresta incrociando l'Alta via Nr 7. Si prosegue in direzione nord ovest, abbassandosi ove la cresta non risulta percorribile. Si raggiunge così in breve la sommità arrotondata del Sestier. La discesa diventa più interessante, con tratti di cresta veramente affilati. Necessaria attenzione e condizioni meteo buone.
 Discesa dal Sestier  Cresta affilata
 Vento che spazza  Alta via Nr 7
Spigol del Palon 2314 1300 Il rif. Pramperet è il punto di partenza ideale. Si segue il 521 abbassandosi non poco in val Costa dei Nass, per poi risalire a forcella Piccola che offre una splendida apertura sulla conca di Cornìa. In vista della cima si segue una traccia tra i mughi che consente di stare in quota sino ad imboccare la ripida rampa erbosa che porta alla forcella Sagretta a nord dello Spigol. Da qui si prosegue per cenge e piccoli risalti, con passaggi di I anche esposto. Si perviene ad un'ampia cupola rocciosa che fa da anticima. Quindi occorre scendere per una ventina di metri, ancora su terreno delicato e friabile, per poi imboccare una cengia sempre più larga che conduce sino in cresta. Gli ultimi 50 m sono ancora meritevoli di attenzione, su cresta rotta dalle intemperie. Rientro avventuroso, sino a congiungersi al canale di salita della via normale al Coro.
 La profonda Val Costa dei Nass  Spigol Del Palon e Coro
 Temporale in arrivo  Anticima
Ultimi metri su terreno infido  
La Cesta 2768 970 Dal Passo Tre Croci si imbocca la carrareccia (sent. 213) che sale molto dolcemente in versante Faloria. Al bivio con il sentiero 216 si prende a destra in direzione forcella del Ciadin, che non si raggiunge, dovendo scartare a destra nell'ampio cadin che si apre tra il versante nord della Cesta e le cime di Loudo. Aiutati da alcuni ometti si costeggia il cadin sulla destra, alla base della costola rocciosa, innalzandosi fin alla base della parete appoggiata della Cesta. Qui 2 alternative: salire in corrispondenza di un paletto rosso piantato, quasi sullo spigolo che da verso Cortina, per poi imboccare un canale friabile e risaltare un ultimo gradone guadagnando un ampio colletto con grosso ometto (I continuo, anche moderatamente esposto); alternativamente si prosegue alla base delle rocce in direzione di un'altro ometto, fino all'imbocco di un evidente canale roccioso, alquanto stretto, appoggiato anch'esso. Risalendolo, anche uscendo sullo spigolo ove si restringa troppo, si perviene al colletto citato prima (I e I+ abbastanza solido). Noi abbiamo adottato la prima soluzione in salita e la seconda in discesa, in entrambi i casi con un tiro di corda da 40m. Più oltre le difficoltà diminuiscono, con solo sporadici tratti di I; in particolare si traversa un esile filo di cresta con spuntoni, alcuni non affidabile, ma con esposizione moderata. La parte finale dell'ampia cupolona sommitale è decisamente facile. Peccato per le nuvole che oscurano Sorapiss e Dito di Dio, invece interessanti gli scorci verso Punta Nera e cime Ciadin di Loudo.
  Cime Ciadin del Loudo Verso il Sorapiss
Ometto di vetta Esplorazioni
Pinnacoli Cresta
Canale di discesa  Canale di discesa 
Cima di Campido 3001 1250 Salita entusiasmante, sempre nei limiti dell'escursionismo. All'imbocco del Pian di Campido si lascia il sentiero diretto al Passo delle Fede, per scartare a destra nell'ampio canalone del Passo Zopel. Prima per zolle e ghiaie sulla destra, quindi passando più sul versante sinistro anche arrampicando per qualche decina di metri (nemmeno I, ma con detrito) si supera il primo tratto che risulta il più ripido. Già in vista della Cima si risale tutto il ripido pendio, evitando sul finale il passo Zopel per piegare a sinistra, seguendo gli ometti che conducono al canale di accesso alla normale. Scalato senza problemi un passo iniziale di I+ si procede lungamente per il canale fino in cresta, I discontinuo. In vista del Mulaz si attacca la cresta est, mantenendosi comunque distanziati dal filo, percorso sempre guidato da ometti. Gli ultimi 30m impegnano un po' di più su terreno meno solido, conviene piegare a destra verso la parete nord per poi chiudere in vetta sempre da nord. Panoramica stupenda sulle cime principali delle Pale e di fronte tutte le dolomiti fassane.
 Agner la sera ...e la mattina
Canalone al Passo Zopel Attacco della normale
Ultimi metri Passo Zopel
F.lla dei Cacciatori

Alta via Nr. 6

2173 1270 Uscita lavorativa in ottima compagnia. Divertente la paretina che porta a f.lla dei Cacciatori, buon I continuo, più ripido nella zona basale sopra il nevaio.
Testata Val del Drap Placche
Verso est La Bocciarda
Cima Vacalizza 2266 1650 Cima isolata in ambiente selvaggio, nonostante il percorso sia segnalato da sbiaditi bolli rossi fino all'anticima principale. Impegno ai limiti dell'escursionismo, con un salto di 5m di III- obbligatorio e 3 brevi tratti di II anche molto esposti nella cresta finale. Salita grandiosa, in grado di appagare i più esigenti amanti del genere.
Forcella in lontananza Contrapposta Torre Vacalizza
Cengetta solida Cima dei Vieres
Vetta Sua maestà e la Regina
Cresta in discesa Muretto iniziale di III

Escursioni del 2011

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Pale de la Mola (Rece del Gat)

Gruppo della Schiara 

1832 1300 La salita inizia a Ponte Mariano in val d'Art a circa mezz'ora da case Bortot.
Risaliamo la Pala Bernarda per bosco di faggi e conifere fino a sbucare nei paraggi del Biv. Medassa.
Dal ricovero, incassato nella roccia, si stacca il sentiero che porta alla forcella Pis Pilon. Lo si segue fino ad un evidente abete rosso, ove conviene virare a sinistra su per l'invitante pala erbosa. Si mantiene la destra del declivio piuttosto ripido per poi puntare la sommità più alta in faticosa arrampicata vegeto-minerale, su loppe ripide ma non impossibili. Si guadagna così la "recia" più alta che offre una visione ideale sulla sud della Schiara. Scendendo si può facilmente calcare la sommità minore (a sud).
Cartello vintage Ripido finale
Sas de Mel Sud della Schiara

Monfalcon di Montanaia

2548 1400 Salita remunerativa ma che richiede impegno fisico e determinazione. Dal rif. Pordenone si prende il sentiero che conduce alla forc. del Leone, prima nel bosco in falsopiano, poi più faticosamente su ghiaione. Quando il sentiero migliora e si accosta al torrentino, prima del bivio per forc. Cimoliana, conviene risalire direttamente il conoide detritico a sinistra del sentiero, costeggiando i mughi che lo delimitano a destra. Guadagnando velocemente quota si aggira un grande masso bianco verso destra e si sbuca su erba nell'isolato cadin di Cimoliana. Si risale la pala erbosa che delimita a sinistra il cadin (sasso con 2 frecce rosse) e si va ad infilare il canale morenico all'estrema sinistra del cadin, individuando già la cima, qualche centinaio di metri sopra una parete nerastra. Si segue il canale fino al suo termine per attaccare a destra la normale. Si salgono le prime balze per poi inoltrarsi in un canale che va stringendosi (I discontinuo). I bolli rossi sono molto radi e gli ometti spesso franati, data la diffusa friabilità. All'uscita di questo canale le relazioni porterebbero ad affrontare un risalto leggermente strapiombante sulla sinistra (II), mentre è possibile aggirare tranquillamente a destra e rimontare la spalla con difficoltà elementari. Si esce su di una cengetta da seguire per una decina di metri in direzione del prossimo canale che già si inquadra davanti. Imboccatolo si sale facilmente, ma su terreno franoso, per qualche decina di metri, fin dove le pareti si stringono a camino. Circa 8 metri di II, da affrontare evitando di incassarsi troppo nel fondo marcio. L'uscita è leggermente strapiombante (II+ per 2m) con chiodo munito di moschettone Cassin per la discesa. Attenzione nell'uscita alle malsicure ghiaie inclinate. Si guadagna quindi un'evidente cengia che corre lungamente sul versante est, inizialmente da non sottovalutare per esposizione, poi molto comoda. Questa parte alta della normale è più facile con solo alcuni tratti di I. Un po' più complicato invece l'orientamento. La salita si conclude uscendo in versante ovest in vista del rif. Padova. Qui si supera un 5m di cengia alquanto esposta per poi infilare il canale finale che si mantiene su difficoltà di I+, II-, però su roccia malsicura ed in discreta esposizione. Scarse le possibilità di assicurazione anche per la discesa. Dopo una decina di metri si esce nell'esile vetta. Nella discesa si può attrezzare una doppia nel camino intermedio sfruttando il moschettone in loco.
Cadin Camino Coassa
Discesa Cima

Tentativo Cima Stalla

~1950 800 Dal rif. Pordenone si prende il sentiero che conduce alla forc. del Leone e lo si abbandona quando si apre a destra il canale di forcella Stalla. La risalita del canalone è alquanto selvaggia e pericolosa per le scariche di sassi, più evitabili costeggiando il versante sinistro. Giunti alla forcella occorre spostarsi sulla destra per guadagnare il successivo intaglio, circa 40m molto ripidi, da affrontare tenendosi alla parete. La discesa sul versante est diventa subito esposta dopo i primi 10m. Possibilità di far sicura sui mughi fino a raggiungere il colletto con ometto ben visibile. Da li si fa un tiro tra i mughi spostandosi a sinistra in direzione della parete nord-est, per poi uscire su un ulteriore ballatoio sempre tra la vegetazione. Segue un ulteriore tiro più ripido, circa 50m con passaggi di I... ma da qui non è certa la bontà della descrizione. Si finisce sotto un gradino di circa 3m (II+ almeno) su una bancata che fa da cengia erbosa, aggirante ancora verso la direzione della forcella (ovest). Qui abbiamo individuato un nut alcuni metri dalla base, provando così la risalita in cordata. Superati alcuni metri sul II- le difficoltà poi però aumentavano considerevolmente dopo un secondo chiodo (III+, IV-), pertanto, nella quasi certezza di aver sbagliato via siamo discesi per la via appena percorsa in salita.
  Ambiente, dopo la forcella Mughi

Cresta Sud di San Sebastiano - Quote 2420 e 2405

2420 950 Il percorso si stacca dal sentiero che porta alla forc. di San Sebastiano all'altezza di un ampio canalone ghiaioso che appare subito evidente sulla destra. Si risale tutto il canale scegliendo il percorso a piacimento con eventuali passaggi di I evitabili. Dalla forcella per raggiungere la quota maggiore si va a destra e per facili terrazzamenti e bancate si perviene sull'isolata cima (ancora qualche passo di I mai esposto). La quota 2405 si raggiunge tornando alla forcella e proseguendo in cresta fin sotto la torretta sommitale che si guadagna facilmente seguendo gli ometti che indicano una comoda cengetta. La cima è decisamente angusta e in tre si sta stretti.
  Quota maggiore I Tamer

Monte Popera

3046 1000 + 800 Prima di forcella Giralba, versante Val Fiscalina, si prende a sinistra la "Strada degli Alpini" fino a superare un piccolo orrido su comoda cengia in discesa. Da li si abbandona per inoltrarsi a destra nella Busa di Dentro. La  si risale tutta prima su falsopiano e poi su ripido ghiaione fino a portarsi alla base dei terrazzamenti rocciosi che conducono alla cresta del Popera. Per facili balze e cenge ci si sposta sul lato destro della parete ove la normale segue una crestina appoggiata di circa 40m, I continuo con alcuni passi I+, roccia buona. Alternativamente si può risalire il canale detritico che si sviluppa appena alla destra dello spigolo. In vista dell'ampia cresta terminale le difficoltà diminuiscono e si cammina quasi sempre, arrivando velocemente alla croce di vetta con impagabili panorami su Cima Undici, Croda dei Toni, Tre Scarperi...
Cima Undici e cresta Zsigmondy Croda dei Toni
Via Normale Tre Cime

Punta del Borsat

2220 1400 La piramide del Borsat incombe fin dalla partenza. Invece di attaccare il ciol Tramontin alla sua base, si può seguire una traccia che porta a risalire una ripida faggeta, che a un certo punto si trasforma in muro di baranci simil-verticali. Il ciol Tramontin risulta decisamente abbordabile, pochi passi sul I grado e con una pendenza che non affatica troppo. Giunti al secondo serbatoio occorre prendere la diramazione di destra. Qui la pendenza aumenta progressivamente, anche su ghiaione. La vista della base della Spia dei Camosci preannuncia la ormai imminente forcella che si affaccia sulla placca inclinata, punto chiave della salita. L'assicurazione dalla forcella risulta praticamente inutile in caso di pendolo. Soprattutto non si vede neppure un modo affidabile di assicurarsi al ritorno. Si decide di seguire pertanto un'esile traccia che scende dalla forcella sul versante ovest (val Cimoliana) contornando il basamento della Spia dei Camosci. Percorsi un 200m in leggera salita, la parete sembra abbordabile e si intravede pure qualche ometto malridotto. Si può attaccare la paretina di I grado, roccia buona, però  con esposizione che cresce guadagnando metri dalla base. Affrontata qualche cengetta un po' sporca di detrito dopo i primi 50 m la parete si appoggia con alcune balze/placche da non sottovalutare ancora per il detrito. Il resto della variante risulta più elementare, con rampe erbose che permettono di evitare alcune placche anche umide. In vista della cuspide terminale si punta ad un canale marcissimo con fondo terroso, circa 40m da sudare in salita, molto meglio la discesa. Si esce quindi finalmente in cresta, congiungendosi con la "normale" classica, quando però si è già a 20m dall'ometto di vetta. Salita nel complesso di grande soddisfazione escursionistica, con pochi problemi di orientamento ma decisamente perseverante.
 Ciol Tramontin   Uscita dal Ciol
Placca Placca
Canalino finale  Spia dei Camosci
Cima Preti Paretina versante ovest

 

Escursioni del 2010

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Mugoni - Cima di Mezzo

Catinaccio

2750 800

Dalla Busa de Vael si individua il canale che spacca la parete ovest dei Mugoni. Qualche passo di I all'inizio, poi solo ripido e friabile. Nessuna traccia o ometto.
A metà  canale lo troviamo completamente invaso da una lingua di neve. Piuttosto che traversare 30m sul duro si decide di passare al bordo delle rocce superiore con tanto di passo del gatto in un tunnel di neve.
La forcella della Torre è stupenda sia come ambientazione che come vedute.
La normale alla cima di mezzo si individua più
verso il versante di Vael. Da li in 10 minuti si calca la esilissima cima, 15m di I all'inizio, poi una bancata con zolle e una breve crestina terminale.

Salendo la normale Verso sud dalla cima
Punta del Ciadin

s.gruppo Cima Uomo

2919 1020

Da Passo S. Pellegrino (chiesetta) si segue per la normale a cima Uomo fino alla deviazione, poi gli ultimi 100m verso la forcella sono veramente fastidiosi per la
pendenza ed il marciume. Arrivati in vista dei segni dell'alta via "Bepi Zac" si prende a sinistra seguendo questi per un 2/300m in cengia/sentiero in quota fino a distinguere il canale di salita dopo una forcelletta. Si deve prendere l'intaglio a sinistra del canale per evitare di finire sotto
i salti che sbarrano il canale una quarantina di metri sopra. Il canalino è solido sul I discontinuo, qualche passo I+ per una ventina di metri. Poi si esce a destra verso la parte superiore del canale dove si cammina. Ometti, uno anche fuorviante verso sinistra, mentre bisogna puntare il lato destro che sbuca all'esile forcelletta. Da li si identifica un canalino con due staffe in ferro che si imbocca dopo un paio di metri di cengetta leggermente esposta. Fuori dal canale si intravede già  la cima che si raggiunge brevemente superata con un po' di attenzione una crestina finale.

Cresta finale Cime d'Auta
Cima Urtisiel Est 2119 1000

Dal parcheggio del rif. Pordenone in Val Montanaia si segue in piano verso Casera Valmenon. Quindi, sempre per sentiero CAI (361) si giunge in prossimità di f.lla Urtisiel. Abbandonare il sentiero circa 50m sotto la forcella e salire a destra per una banca di zolle contornata da mughi. Si punta verso destra una insellatura che, valicata, conduce brevemente alla rampa finale senza difficoltà alcuna.

La cima Rampa di salita
Cima Spe 2314 ~1300

Sentiero A. Marini dal parcheggio del Rif. Pordenone. Il sentiero presenta alcuni brevi passaggi in cengia un po' esposti, ma il tratto più scabroso è in corrispondenza dei canali franati di sabbia cementata che scendono dai Cadini, nella parte finale del percorso già prossimi al biv. Gervasutti. Da forcella Spe la salita alla cima non presenta ne problemi di orientamento, sempre in cresta fino al "testone" finale, ne difficoltà di rilievo. Arrivati in prossimità della cupola terminale ci si sposta a destra sul versante nord per una facile cengetta fino ad imboccare un canalone di massi rotti che porta in cima senza percorso obbligato (passi I pure evitabili).

  Sent. Marini, cengia Sent. Marini, esposizione
Sent. Marini, frana Cima Spe
Canalone finale Spunta il Cadin degli Elmi
Sasso Todesco + tentativo Campanile dei Campidei 2541 ~1400

Da Gares si sale al favoloso pian di Campido, attraversato il quale si attacca la parete appoggiata del Sasso Todesco in corrispondenza di un canale ad intaglio e poi uscendo un po' in esposizione per un 5m verso destra (I+, passaggio chiave) su roccia sempre solida, pur macchiata da zolle. Raggiunta una banca semi-erbosa, da li le difficoltà svaniscono con solo qualche altro breve tratto sul I per guadagnare l'ampia e tondeggiante sommità.

  La normale Cima Zopèl
Focobon e Campido Altipiano
Cima Bel Pra 2917 150+1150

 

Il rifugio S. Marco serve come punto di partenza per la Forcella Grande. Si cammina quindi in falsopiano per una traccia che corre lungo i ghiaioni alla base della Torre Sabbioni, fino ad aggirarla completamente sul lato nord. Risulta a questo punto evidente la cengia che sale verso sinistra (1h 20min), senza alcuna difficoltà, lungo le bastionate di cima Bel Pra. Aggirato il tornante la cengia prosegue ora verso destra (sud-est), dovendo risalire alcuni metri per riprenderla (I) per arrivare dopo poco al passaggio chiave, con un restringimento su colatoio (possibilmente vetrato), e calata di circa 4m, I e 2m II. Un altro punto ostico della lunga cengia si presenta nel finale dovendo aggirare uno spigoletto con poco spazio per i piedi. Risalite alcune placche in aderenza si sbocca nel faticosissimo ghiaione, circa 300m di estenuante risalita per affacciarsi sul versante di S. Vito. Da qui si può già attrezzare una sicura per affrontare una rampa in lieve salita piuttosto esposta. Pervenuti ad un terrazzo si arrampica per 5m in verticale (II-) e poi ancora a destra con roccia sempre più friabile (passi di I, vari spuntoni per assicurazione). L'aggiramento di un ultimo risalto in cengia costituisce il passaggio più esposto, con appigli malsicuri per le mani. Infilato un facile canale in direzione nord si affronta un risalto di II in spaccata per approdare alla cresta finale che porta in vetta con un giro a ferro di cavallo su roccia rotta (3h dall'attacco). Salita bellissima ed appagante.

Cengia ghiacciata Cengia
 Torretta finale Torretta finale
Antelao Torre Sabbioni

Escursioni del 2009

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Colli Euganei - Monte Ceva 255 200

Descrizione completa sul sito Magico Veneto

La rocca di Monselice In cima
Colli Euganei - Cresta di Rocca Pendice 320 250 Descrizione completa sul sito Magico Veneto
In cresta Da sotto
Monte Toc 1920 1180 Lasciata l'auto poco dopo l'imbocco della strada che porta in val Mesaz (dopo la diga del Vajont) abbiamo risalito il fianco destro detritico delle ultime placche della frana verso ovest. Alla fine dei blocchi franati siamo saliti per un 20m su placche per poi entrare nel bosco evitando inutili pericoli. Ripreso poi il sentiero principale in vetta, aggirando anche un po' di neve nel cadin tra cima Mora e Toc. Numerosi crolli recenti di alberi anche lungo il sentiero e sciami di zanzare tigre nel bosco, consigliatissimo del repellente.
Detriti Placche
Crolli Cima Mora dal Toc
Sass da Mezdì - Sora Crep e troi del Buro 1860 max 550 Partenza dal bivio per Malga Rezila verso Lusia. Belle vedute su Moena e Val di Fassa.
Lingua di neve  
Punta Ciampac - Catinaccio 2319 ~600 Partenza dal Hotel Savoy al passo Costalunga. Cimetta panoramica giusto sopra il rif. Pederiva.
...fuori pista Latemar
Roda de Vael Marmolada

Monte Zita - Val Zemola

2190

1000

Si segue la strada/sentiero che porta a casera Bedin, fino ad evidenti segnalazioni verso forcella Zita (sinistra) che si raggiunge dopo faticoso pendio erboso - m 1960. Dalla forcella si prosegue a destra per lo più in cresta, con la traccia che si incanala tra i mughi. La cima è solitaria ed isolata, offrendo un bel colpo d'occhio verso le dolomiti di sinistra Piave da un lato, Bosconero, Sfornioi e Cibiana dall'altro.

Il Duranno Parete della Palazza
Cima Nord di San Sebastiano

2488

980

Da Ponte Caleda si sale al van di Caleda per sentiero ripido con alcuni tratti di I grado su terreno tranquillo. Si prende quindi la diramazione verso sinistra che punta alla forcella di San Sebastiano, ove si perviene risalendo con fatica i ghiaioni. Da qui restano 20/25 minuti di cresta con sentiero alternato a brevi tratti di I grado divertente anche su placchette. La cima offre un buon punto di osservazione centrale verso Pelmo, Civetta, Antelao a nord-est con bei scorci sui vicini Tamer piccolo e grande.
Corvo i Tamer
Van di Caleda Cresta finale
Rif. Locatelli

2438

~200

Scampagnata turistica con salita in auto al rif. Auronzo, quindi tra giapponesi in ciabatte e americani in scarpette da ginnastica, abbiamo percorso il panoramico sentiero fino a forc. Lavaredo per poi, quasi in quota per sentiero, raggiungere il rif. Locatelli. Non serve rimarcare la spettacolarità  dolomitica dei paesaggi e l'affollamento degno di un bagno di Rimini.
  Rif. Locatelli Pareti nord
Spiz Belvedere

~2150

~1000

Dal Rif Angelini sora l'Sass si prosegue sul 532 fin in vista della forcella La Porta. In corrispondenza dell'alto campanile detto "il Prete" si svolta a sinistra e, per ripido ghiaione si punta alla forcella Belvedere (attenzione alle scariche di sassi). Circa 70m sotto la forcella si inizia ad attaccare le balze semi-erbose alla sinistra cercando un evidente canale che si tiene al margine destro delle rocce. Si risale lo stesso fin quasi alla fine (15m I+) per uscirne verso sinistra e proseguendo in modesta pendenza (mughi) per una ventina di metri. Con pochi passi si guadagna il filo di cresta, ma il risalto più elevato resta una trentina di metri a destra. Per raggiungere l'appicco finale si prosegue in quota su una sorta di cengetta sempre sul versante degli Spiz, qualche passo un po' delicato. La cima si raggiunge o scalando gli ultimi 5/6m su II- solido oppure proseguendo ancora qualche metro in cenga, fino in vista di forcella Belvedere. Si sale poi sul ripido e marcio, guadagnando la cima con solo gli ultimi 2m in arrampicata. Il sasso di vetta è molto limitato e non ci stanno più di due persone.
  Spiz nord-ovest e nord-est   Canale I+
Rif. Sommariva al Pramperet

1857

~700

 
Cima delle Forzelete

2448

~1100

Da Ponte di Caleda si segue il sentiero diretto al Pramperet fino ad evidente segnalazione a sinistra per F.lla Larga (di Moschesin), 1h circa. Risalire faticosamente tutto il ghiaione, tenendosi prevalentemente sulla destra negli ultimi 100m, 1h circa. Da qui si attacca decisamente il ghiaione a sinistra che scende dalle Forzelete. Si prosegue duramente accanto alla barriera rocciosa fin quando si apre una conca. A questo punto NON bisogna seguire troppo a sinistra la prosecuzione del ghiaione e NON bisogna puntare troppo a destra una evidente forcella che porterebbe verso il van del Tamer. Il canale giusto e quello centrale, spostato leggermente a sinistra, roccioso fin dalla base. Raggiunto l'attacco si risale il canale: due alternative, tutto a sinistra per terriccio ripido adiacente le rocce, oppure verso destra con facili passi di I grado. In pochi minuti si raggiunge lo stretto intaglio di forcella da dove si attacca la breve via normale, 0,45h da F.lla Larga. Superato un muretto iniziale si aggira verso sinistra un'anticima fino in vista del conoide detritico finale che si risale su traccia mantenendosi al centro, lontani dall'esposizione. Preoccupano un po' gli ultimi metri, aggirando a destra il blocco di vetta, dovendo passare in esposizione su terreno ripido. Conviene stare ben attaccati alla roccia, I. La vetta e' molto stretta, ci stanno al massimo 3/4 persone. Discesa per la stessa via, senza possibilità  di guadagnare gran che sul tempo di salita (poco meno di 6h complessive).
Su ghiaione ripido Il canale giusto
Passo esposto in vetta La Gardesana dalla vetta
Seebodenspitz
Seekopfl

(Val Venosta)

2859
2562

~800

Sentiero facile, quota rispettabile. Bella visuale verso Resia.
  Cima Lago Verde
Watles

(Val Venosta)

2555

400

Sentiero facile. Buon panorama sulla val Venosta.
Il Monpiccio Ortles sullo sfondo

Escursioni del 2008

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Monte Punta 1952 450

Neve gli ultimi 200m. Buon punto di osservazione verso zoldano e Civetta

Cime Centenere

(Val Zemola)

2295 e 2275 ~1150

Dal Rif. Maniago si sale alla forcella Duranno (2220), superando qualche breve passaggio di I nel tratto conclusivo. Quindi per portarsi sulla prima quota (la piu' elevata) delle cime Centenere si risale la cresta erbosa a destra che in pochi minuti porta alla vetta (palo con ometto). Si può a questo punto anche raggiungere l'altra quota leggermente inferiore più a sud. Occorre scendere con cautela fino al sentiero che porta a casera Lodina (2m I+ forse evitabili) per poi rimontare l'evidente cresta stavolta per lo piu' rocciosa senza Difficoltà  alcuna (15 min). La zona è popolata da molti stambecchi (per lo più femmine con cuccioli), che si lasciano avvicinare senza timore.

Duranno da Sud Duranno dalla forcella
Piccolo di stambecco Gruppo dei cima Preti

Tentativo Spiz nord-est

~2040 850

Dal Rif. Angelini Sora l'Sass si prende il sentiero 532 che si inoltra nel "giaron dantre i spiz". Lo spiz nord-est e' il primo che si trova sulla destra. Per accedere alla evidente cengia della via normale si risale a zig-zag per le bancate verdi appoggiate sotto la forcella dei 3 gendarmi. Scartare a destra un 30m sotto la forcella. Abbiamo sbagliato percorso prendendo una cengia 50m più in alto. Poi ritirati causa pioggia insistente.

Cengia sbagliata Canalino sbagliato

Tentativo Cima delle Ciazze Alte

~2240 1530

Dal ponte Scandoler in Val montanaia (m. 950) si risale il vallone dello s'ciol de Tarsia fino a quota 1330, poco dopo evidenti cascate sulla sinistra. Si risalta su una bancata di mughi e poi per canalone di sfasciumi. Si incontra quindi una prima zona rocciosa con colatoi e marmitte (attraversamento delicato con piedi in aderenza, I+ 8m in orizzontale). Si guadagna poi qualche centinaio di metri fino alla fine degli scivoli rocciosi, tenedosi a destra. Per accedere al cadin alto si attraversa a destra il piccolo ruscello e ci si alza per mughi fino in vista dell'affilata cima dei Cantoni. Da qui inizia un tratto piu' facile, misto ghiaioni, puntando una bancata di mughi che fa da cappello ad un costone roccioso. Da li (1930m) si piega a sinistra infilando un canalone articolato in roccia (I frequante con qualche passaggio I+), puntando ormai l'evidente cresta. Giunti in vista della val Compol si piega a sinistra seguendo la cresta fino all'anticima (2240) ove iniziano le difficolta su massi seghettati, verso la Cima delle Ciazze alte (sud-est). Noi ci siamo fermati qui, vista la esposizione elevatissima del tratto finale, che consigliava sicurezza di corda...ma ormai si faceva pure tardi. Nel complesso la salita è molto avventurosa e richiede parecchia attenzione nel tenere la traccia, peraltro quasi assente. Gli ometti talora potrebbero portare fuori via. Anche l'impegno fisico è notevole, con circa 1000m di dislivello praticamente senza sentiero. Le fatiche sono ripagate da un'ambientazione grandiosa, sin da quando si accede al cadin delle Ciazze Alte.

Verso cima Preti La cresta finale

Monte Pizzocco

2186 1350

Saliti dalla chiesetta di S. Felice. Usciti dalle nuvole quasi al rifugio Ere, poi giornata stupenda e visuale importante dalla cima, con le Pale schierate a nord e tutta la val Belluna sotto di noi.

3 Pietre Schiara

Escursioni del 2007

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto

Monte Zerten

1863 1000

La parte finale della salita nel van esposto a nord si è svolta in parte su neve anche fonda. La leggera foschia ha pregiudicato in parte la visione delle imponenti bastionate nord del Col Nudo.

Zerten01.jpg (198672 bytes) Erto Zerten02.jpg (161325 bytes) Ultimi metri
Zerten03.jpg (85997 bytes) Col Nudo da nord Zerten04.jpg (276700 bytes) Zerten
Monte Porgeit 1864 650+ Da casera Galvana si va alla forcella (5 min) e si prende a destra risalendo il cono terminale per ripida loppa. Al ritorno, 50m sotto la forcella ho preso il sentiero che in costa, con ripetuti sali-scendi anche consistenti, porta al rif. Maniago (1720 m).
porgeit01.jpg (194462 bytes) Duranno e Preti  porgeit02.jpg (168327 bytes) Il Borga'
Cima Brica 2362 1200 Dal parcheggio sotto il rif. Pordenone  (quota 1160) si prosegue in piano per quasi 1h lungo la val Meluzzo (dir. Nord). Quindi si sale a destra (indicazioni Cason di Brica) che si raggiunge dopo 500m dislivello. Da qui il percorso si fa parecchio selvaggio. Occorre salire per un centinaio di metri dietro il cason tra mughi fitti praticamente senza traccia. Pervenuti in un ampia e suggestiva conca alla fine di val Brica ci si tiene sulla destra e si inizia a risalire ancora senza traccia su terreno ripido, fino ad imboccare il canale che porta a f.lla Brica. Percorso ripido, faticoso e delicato soprattutto per le pericolose scariche di sassi che si possono creare. Dalla forcella si vede la cima sulla destra (ovest). Si punta l'insellatura erbosa alla base del castello finale. Da qui si prende una cengia in direzione sud (50m qualche ometto fin nei pressi di un banco di mughi, da dove si deve salire un gradone di 3m circa, II- solido. Poi con zig-zag abbastanza libero si perviene in cima, con qualche passo di I e terreno comunque friabile che richiede attenzione soprattutto in discesa. Bella vista sui Monfalconi e Pramaggiore.
brica01.jpg (261927 byte) Alta val Brica brica02.jpg (277482 byte) Cima Brica
Viaz del Fonch ~2200 1100 Da passo Cibiana per forcella Ciavazole e poi seguendo la normale allo Sfornioi Nord si arriva all'attacco del Viaz. Si scende per decine di metri, poi  la cengia diventa pressochè orizzontale. Nella discesa occorre scendere un 3m circa di II . più avanti ci sono un paio di passaggi critici, anche esposti con scarsa possibilità  di assicurazione. Si risale poi con passaggi di I alla Forcella Dantre Sfornioi. Abbiamo poi proseguito in discesa per il versante Campestrin in direzione Forcella del Matt. Anche in questo tratto di percorso ci sono passaggi un po' delicati. La risalita a forcella del Matt è piuttosto faticosa nel canalone rotto di massi. Discesa poi al rif. Bosconero.
fonch01.jpg (205576 byte) Verso la Rocchetta fonch02.jpg (337875 byte) Viaz del Fonch
Pelmo 3169 1630 Partenza da Zoppè. Dal rif. Venezia in 20 minuti si giunge all'attacco dello zoccolo che porta alla cengia. Le segnalazioni in rosso portano ad arrampicare sul I+ continuo per un 20m con esposizione crescente guadagnando i metri. Si può comunque partire più a destra vicino alla parete, riducendo il tratto di arrampicata. I primi 300m della cengia di Ball sono facili, poi si arriva al primo intaglio ove, o si passa alti con limitati appoggi per i piedi, o si scende per un paio di metri in piena esposizione per poi risalire. Qui abbiamo messo il cordino, e si può considerare passaggio chiave visto che non è attrezzato in loco se non con un chiodo all'uscita. Seguono un centinaio di metri molto esposti e prima del passo dello Stemma occorre abbassarsi per passare. Passo dello Stemma attrezzato con cordini, come anche il successivo passo del Gatto. Solo gli ultimi 100m della cengia tornano tranquilli, prima sempre in esposizione consistente e passaggi stretti. Si esce nel van alto e seguono alcune centinaia di metri di ghiaione abbastanza solido. Occorre poi superare delle facili bastionate rocciose (max I, anche evitabile) per poi pervenire all'ampio catino superiore tra le spalle del Pelmo (neve e grotte carsiche). Si attraversa tutto il van verso sinistra (ovest) fino alla spalla che da verso il Pelmetto ed il Civetta (3000m circa). Qui si risale tutta la cresta ovest che presenta solo un paio di passaggi un po' esposti poco prima della cima (passi I+, chiodo). La visione è superba a 360 gradi vista la posizione isolata del monte.
pelmo_01.jpg (303053 bytes) Attacco normale pelmo_02.jpg (358064 bytes) Bastionate superiori
pelmo_03.jpg (231673 bytes) Il Pelmetto pelmo_04.jpg (370217 bytes) Passo del Gatto
Pramper 2409 1350 Dal Rif. Pramperet si prende il sentiero 521 sino a Forcella Piccola. Da qui si scende per pochi metri e si segue subito una evidente traccia verso sinistra che, attraverso mughi prima e poi su bancate misto erbose, ci porta in direzione della forcella del Palon. Poche decine di metri prima della forcella conviene risalire l'evidente canale molto ripido che porta in cresta. Da qui si sale a sinistra lungo la dorsale, sempre abbastanza ampia. Si seguono gli ometti per evitare salti rocciosi, con solo alcuni passi di I. Quasi in vetta occorre scendere da un terrazzo per 2m (I+ non esposto). Nella discesa, arrivato alla forcella del Palon, sono sceso direttamente in val Pramper. Il canalone richiede attenzione soprattutto nei primi 100/200m di discesa (ripido e friabile). Poi bisogna seguire le tracce poco evidenti per trovare il percorso più agevole. Nella parte mediana il canale diventa greto di ruscello, quindi molto scivoloso. La parte finale e' più facile, su ghiaione, ma ormai troppo poco ripido per accelerare la discesa.
pramper01.jpg (360141 bytes) Verso Forc. Palon pramper02.jpg (408701 bytes) La cresta, a scendere
Coro (Val Pamper) 2326 1160 Risalito lungamente tutto il Giaron de la Fopa fino a forcella del Coro. Il percorso è misto tra ghiaioni, massi e tratti più compatti con pendenze elevate nel tratto finale. La segnalazioni sono inesistenti. Dalla forcella si aggira il primo spuntone tenendosi sul versante orientale per poi guadagnare l'ampia cresta che porta alla vetta senza Difficoltà  alcuna.
coro01.jpg (436426 byte) Giaron de la Fopa coro02.jpg (417704 byte) Verso il Pramper
Pelmetto 2990 1480 Da Coi in 1h si arriva all'attacco del canalone della fissura. Si rimonta un risalato di mughi per poi risalire lungamente per ghiaione o su facili balze rocciose alla destra del canale. A 2/3 del canalone bisogna superare un salto di rocce. Seguendo gli ometti verso la destra si superano 3m di II- e poi si risale un serie di canalini cengette, (max I+) l'ultima delle quali e' esposta e stretta (10m circa in piano). Poi faticosamente si arriva quasi alla fissura per prendere l'ampia cengia del Pelmetto (2h.45). La cengia prima sale leggermente, molto larga. Dopo il primo spigolo tende a restringersi e gli ultimi 100/150m sono piuttosto su terreno esile e stretto. Solo un paio di passaggi richiedono attenzione. Girato l'ultimo spigolo si perviene al salto del mago. Si devono scalare per 6m due gradoni (II) e poi c'e' il passaggio chiave, 4m IV, che porta ad una cengia abbastanza comoda con sosta però spostata un 5m a destra rispetto al punto chiave. Da qui non abbiam più usato la corda e l'arrampicata risulta piacevole sul I continuo con un paio di passaggi di II-, uno dei quali esposto ma solido. Gli ultimi metri di dislivello sono più facili, su sentiero che scavalca una forcelletta di un'anti-cima. 5h.15 alla cima, 3h a scendere con rapida discesa per i ghiaioni della fissura.
pelmetto01.jpg (223054 bytes) Cenge nel canalone pelmetto02.jpg (631922 bytes) Cengia del Pelmetto
pelmetto03.jpg (565927 bytes) Salto del Mago pelmetto04.jpg (562365 bytes) Parete superiore
pelmetto05.jpg (567257 bytes) Passaggio esposto (II-) pelmetto06.jpg (480449 bytes) In cima

Escursioni del 2006

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto

Gena Alta

 

(Monti del Sole)

800 400

Seguendo la strada asfaltata

Boca de Rosp

(Serva)

 

1635 600

 

Abbiamo raggiunto la cima seguendo la cresta ovest dei pendii rivolti a sud. Si incontrano tratti alquanto ripidi, sui 45% che sconsigliano assolutamente la caduta. Personalmente nella discesa ho indossato i ramponi per un tratto.
BocaDelRosp_01.jpg (278433 bytes) Sulle loppe BocaDelRosp_02.jpg (276070 bytes) In cima
Monte Boccaor

(Grappa)

1532 950

Abbiamo raggiunto la cima per la ferrata del Sass Brusai. Si arriva all'attacco dopo circa 500m di dislivello per bosco anche ripido. C'e' un primo strappo quasi verticale di circa 20m abbastanza impegnativo. Poi la ferrata e' piuttosto discontinua con tratti di sentiero e altri elementari, ma si incontrano pur tuttavia dei passaggi ancora impegnativi ma brevi. Poco prima della cima si passa sulla carrareccia che va verso cima grappa attraversando un ponte tibetano sospeso della lunghezza di circa 8m. Percorso attrezzato nel complesso da non sottovalutare visto anche lo sviluppo.

SassBrusai_01.jpg (219653 bytes) Il M. Boccaor SassBrusai_02.jpg (351686 bytes) Ponte tibetano
Piz Meda

(Monzoni)

2200 900

Salita da Someda e discesa versante San pellegrino. Canale finale innevato da non sottovalutare.

Forcella Serra

(Bosconero-Tovanella)

2040 1550

Lasciata l'auto in val zoldana poco dopo l'osteria da Ninetta. Salita faticosa nel Bosco, lasciano poi le indicazioni che portano al bivacco Toanella, per invece piegare a sinistra fin a risalire il cadino ovest di forcella serra. Neve nei 100m finali. Tornati per il versante est in vista di cima dell'Albero. Ambiente abbastanza solitario, camosci, attenzione alle zecche.

GiroCimaSerra_01.jpg (204932 bytes) Panorama da forc. Serra
Monte Cimone

Monte Tre Pietre

1932

1965

1670

Partiti dalle Marianne si sale verso il Palmar, lasciandolo pero' a sinistra per poi risalire in van erboso ripido che porta alla cresta del Cimone. Si giunge in cima senza difficolta' ma su pendenze rispettabili (1330 dislivello fin qui, 2h e mezza). Poi in direzione del Tre Pietre per cresta senza difficolta'. Occorre perdere circa 100m sempre sul versante sud e poi si risale per facili canali misto erba-roccia. Ci si cala per 2m nel versante nord poco prima della vetta macchiata di mughi nei paraggi (3h e 10min). Grande visione su Pizzocco e Sass de Mura/Comedon. Il ritorno l'abbiam fatto seguendo la cresta verso ovest. Non lontano ancora dalla cima si scalano 5m di I fino un intaglio ove si trova un anello metallico che permette di far una calata di corda sui 7/8 m della parete sottostante (altrimenti II e III in arrampicata). Altrenativamente si scende in piena esposizione sul versante nord per questi pochi metri (II-). Quindi si guadagna la forcella prativa con 3 caratteristici gendarmi  e poi a casera Bosc dei Buoi su traccia molto incerta tra mughi e faggeto. Per chiudere il giro siamo risaliti al Palmar e poi giu' alle Marianne tagliando nel bosco.

3Pietre01.jpg (342759 bytes)Il Pizzocco 3Pietre02.jpg (443502 bytes) Casera Bosc dei Buoi
Dent dela Fopa

(Spiz di Mezzodì)

2161 960

Si lascia l'auto in val Pramper al parcheggio a 1200m e si prende il ripido sentiero che va al biv. Carnielli. La nostra cima e' ben visibile col suo profilo triangolare a chiudere la valle verso est. Si perviene alla base della parete che porta al Carnielli (un passaggio di I un centinaio di metri piu' sotto). Si prende quindi una cengia verso destra che conduce all'imbocco del canalone alla sinistra del Dent dela Fopa. Subito occorre superare una difficolta' sul I+ o a sinistra scivolando su un masso lisciato o piu' a destra su paretina scalinata e poi cengetta friabile. Poi si risale lungamente il canale per massi senza difficolta' e, ad una biforcazione, si prende la strettoia di desta. Qui con qualche passo di I si perviene a un piccolo intaglio di forcella (alternativamente salire direttamente a destra per gradoni pochi metri prima della forcella (I+). La cima e' in vista sulla destra e la si raggiunge facilmente senza percorso obbligato, magari usando le mani su qualche placca appoggiata. Salita nel complesso abbordabile anche perche' breve, ma in ambiente abbastanza vergine una volta lasciato il sentiero che del biv. Carnielli. Bella visione d'infilata verso le cime che a sud-est vanno verso il Pramper e ottimo balcone panoramico per le pareti degli Spiz.

denteFopa01.jpg (95232 bytes) Il Moschesin denteFopa02.jpg (364490 bytes) Il Dente
denteFopa03.jpg (429476 bytes) Biv. Carnielli denteFopa04.jpg (300006 bytes) Nel canale
Sass d'Ortiga 2649 1350

La via normale presenta subito il tratto chiave con 2m di II+ e una rampa esposta che finisce ad una sosta con catena. Consigliata la doppia a scendere per circa 15m. Il resto della salita comporta vari passaggi di I ed un ulteriore risalto di II, su roccia comunque buona e senza esposizione. La cima consegna un ripagante panorama sul versante sud delle Pale.

Rampa iniziale   Paretina di II
  Verso Croda Grande   Calata di doppia finale
Toanella 2430 1720

Escursione fantastica. Da Pontesei si punta al il rifugio Bosconero e oltrepassatolo si procede alla forcella della Toanella (m 2100 circa, 1300 dislivello). Da qui si scende verso destra, abbandonando subito il sentiero che porterebbe al Biv. Toanella, costeggiando le pareti ed ignorando un primo canale che sale alla cima. Si sceglie invece il secondo, prima largo e ghiaioso, poi per massi fino a che si stringe in un primo salto di 3m II-. La salita e' sempre avvincente con tratti discontinui di I e I+ sempre pero' chiusi nel canale. Ad una diramazione si segue per il ramo di sinistra, ometto alla base. Guadagnando quota, con difficolta' paragonabili, la roccia si fa moderatamente piu' friabile. Usciti su un'aerea forcelletta si prosegue per una cengia di una cinquantina di metri, stretta ed abbastanza esposta, in vista della cima. Qui il percorso si fa articolato per cenge ed occorre anche saltare su una spaccatura di circa 1m. Un ultimo canale porta alla cima (un passo breve di II in una strettoia) piuttosto esigua e frastagliata, con una visione a 360 gradi memorabile su dolomiti e prealpi bellunesi

toanella01.jpg (144329 byte) toanella02.jpg (226251 byte)
toanella03.jpg (138760 byte) toanella04.jpg (168509 byte)

Escursioni del 2005

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto

Zimon del Terne

1794 1150

Da forcella Mompiana si prende la cresta del Terne aggirando a sinistra (est) un primo risalto, per poi attaccare una ripida pala mista loppa-roccette. A meta' di questa abbiam fatto assicurazione su albero, superando un paio di metri di II. Alternativamente si puo' stare piu' a sinistra ma senza assicurazione. Quindi, verso sinistra si costeggia un risalto roccioso abbastanza ripidamente per poi sbucare ancora in cresta. Dopo un po' di saliscendi e superato anche un tratto a "dorso di mulo" si perviene ad una cengetta esposta sul versante ovest. Dopo questa si scende di una ventina di metri per poi risalire all'ultimo intaglio che conduce alla rampa terminale della montagna. Anche quest'ultima assume pendenza considerevole prima delle ultime roccette finali. Panorama superbo verso nord, circa 4h in salita e 1 e mezza in discesa da sud.

ZimonTerne01.jpg (255619 bytes)Schiara e Pelf ZimonTerne02.jpg (385267 bytes)Passaggio assicurato
ZimonTerne03.jpg (228392 bytes)Pala bassa verso Bus Del Diaol e  Agner ZimonTerne04.jpg (309425 bytes)Burel
ZimonTerne05.jpg (338430 bytes)Assicurazione su larice ZimonTerne06.jpg (235669 bytes)Parete nord-ovest
Colombera 2066 900

Tentativo di cresta nord verso il Cimon di Palantina. Tornato indietro a meta' perche' troppo esposta da farsi in solitaria

Colombera01.jpg (199774 bytes)Da casera Palantina Colombera02.jpg (196175 bytes)Verso il Cavallo
Cima della Palazza (Val Zemola) 2210 1050

Dopo la galleria verso Casera Bedin si prende a destra ripidamente su per la pala erbosa puntando i massi bianchi dell'anticima. Giunti li si scende per un 20 metri e poi si aggira a sinstra (ovest) la piramide finale, passando per una brevissima cengetta.

PalazzaZemola01.jpg (197250 bytes)Borga' PalazzaZemola02.jpg (170826 bytes)Duranno e Cima Preti
Rif. Antelao 1796 240

Da rifugio Costapiana per chiesetta di San Dionisio.

Cima Emilia 2369 ~1300

Dal rif. Padova a forcella Montanaia (1050m dislivello). Si scende tenendo la destra, tracce alla base di Cima Both, fino alla forcella del campanile. Qui si prende la cresta nord superando con facili passaggi di arrampicata dei saliscendi (passaggi I, esposto in un caso). Percorsa una cengia sul versante del campanile si attacca la parete nord-est, salendo per una settantina di metri, I abbastanza continuo, alquanto detritico che richiede attenzione per la movimentazione di sassi. Si esce su una spalla per proseguire in direzione sud per facili creste  e canalini fino a sbucare nella strettissima sommita' che offre una visuale ottima sul circondario degli Spalti di toro-Monfalconi. Cima nel complesso abbastanza selvaggia, benche' piuttosto frequentata.

CimaEmilia01.jpg (235790 bytes)Ghiaione di Forc. Montanaia CimaEmilia02.jpg (108994 bytes)Il Campanile
CimaEmilia03.jpg (182227 bytes)Sulla normale CimaEmilia04.jpg (127921 bytes)Cima Both e il Cridola
Cima Gea 

(Tentativo)

2265 ~1400

Dalla Val montanaia si sale alla casera Laghet de Sora, e poi alla forcella Val de Frassin. Quindi si prende una traccia in quota verso sinistra (ovest). Arrivati gia' in vista della cima Gea si deve scendere per un 80m nel cadin sotto la porta di Gea, per poi risalire il ripido pendio erboso che porta alla base della roccia terminale. Da qui parte l'arrampicata su misto roccia/erba abbastanza malsicura, con due possibilita':

1- praticamente dritti verso la cresta con circa 20m sul II grado, eventualmente proteggibile dall'alto su dei mughi

2- tagliando obliquamente verso sinistra con prevalenza di erba e scarse possibilita' di appigli (I+ piuttosto problematico in esposizione). Io mi sono fermato alla base, gli altri in vetta.

gea02.jpg (288394 bytes)Cima Gea e Antelao gea01.jpg (296555 bytes) La parte finale (Desc. 1)
gea03.jpg (350841 bytes) Cima Sella gea04.jpg (288465 bytes) Il Cadin di Gea
Gran Paradiso 4061 780

+

1350

Dal rif. Vittorio Emanuele II si seguono le tracce che puntano verso nord. Attraversato un vallone con massi (attenzione per la carenza di luce) si prende una crestina che si segue lungamente per poi abbandonarla quasi alla fine e scendere a destra in direzione del ghiacciaio. Montata l'attrezzatura da ghiaccio si risale un primo costone piu' ripido per poi seguire lungamente la pista che porta alla base della cresta rocciosa finale. La si scala senza difficolta' segnalabili su misto ghiaccio roccia incrociando le probabili altre cordate. A 15 metri dalla vetta occorre superare un masso di cresta esposto sul ghiacciao della Tribolazione, operazione che sarebbe consigliabile fare in sicurezza. Salita nel complesso molto faticosa soprattutto per chi non e' abituato alla quota.

granPa06.jpg (206287 bytes) Il Cianforon al tramonto granPa01.jpg (128900 bytes) Verso sud, 5 di mattina
granPa02.jpg (95012 bytes) Cordate sul ghiacciaio granPa03.jpg (67818 bytes) Michele in vetta
granPa04.jpg (70045 bytes) Scendendo la cresta finale granPa05.jpg (311380 bytes) Di ritorno al rifugio
Gallerie del Pasubio (Rif. Papa) 1929 950 Per la strada delle 52 gallerie.
Monfalcon di Forni 2453 ~ 1500

Dal rif. Pordenone si perviene a Forcella Cimoliana seguendo il sentiero per il biv. Marchi-Granzotto. Da qui a sinistra verso il Monfalcon di Cimoliana si sale un 50 m, per poi ridiscendere e puntare la forc. del Leone. Quindi si scende verso nord-ovest in versante d'Arade, seguendo le tracce che costeggiano la parete del Monfalcon di Forni. Si imbocca l'evidente canale verso destra e da qui, saliti per un 70 m (1 passaggio II-) due possibilita':

a) una trentina di metri prima della fine del canale si sale a destra per un ulteriore canale detritico fino ad una paretina di 5m (bolli rossi). Si supera il salto di II pieno e si prosegue verso la parete appoggiata finale.

b) si risale tutto il canale e si affronta la parete appoggiata a destra (segnalazione rossa) che si mantiene sul I+ costante (attenzione ai sassi),  per poi sbucare allo stesso punto della variante precedente.

Quindi si sale liberamente verso la torretta terminale (sentiero e I). Qui attenzione che ad una quindicina di metri dalla vetta si presentano difficolta' superiori a quelle descritte in letteratura. I segni rossi portano verso sinistra ad infilare un canalino, 7m di I friablie fin dove si chiude e si deve arrampicare una fessura per 3m di III-. In alternativa si puo' scalare direttamente la crestina con un 4/5m iniziali di II abbondante e poi comunque sbucare in vetta. Nel ritorno, prima della forc. del Leone abbiamo tagliato in quota per i ghiaioni in direzione di forcella Montanaia, per poi risalire la forcella Ferrucci tra Punta Koegel e Cima d'Arade (solo qualche traccia, molto faticoso, 150m di salita con qualche metro di I+ nel finale) per infine ridiscendere in Val Cimoliana.

Forni04.jpg (236023 bytes)Monfalcon di Forni Forni01.jpg (236357 bytes) Spigolo vivo del Sigaro
Forni02.jpg (164886 bytes) Sulla paretina finale Forni03.jpg (264158 bytes) Coston di Giaf
Cima Tanzon 

+ tentativo cengia Pala Bassana

1926 900

Da Cajada si prosegue per F.lla Caneva per poi piegare a destra nel bosco senza tracce nei pressi dei ruderi di casera. Faticosamente si perviene ai salti che conducono all'erbosa cengia della Pala Bassana.Si devono guadagnare un 7/8 m alternativamente passando per ripida cengetta erbosa esposta, o salendo in un canale (II) o ancora spostandosi piu' avanti e risalendo la spalla rocciosa (II-, appoggiato, appigli piccoli ma abbondanti). Si arriva quindi nei pressi di un camino verticale di una ventina di metri. La via sale a destra per misto erba roccia con scarse possibilita' di assicurazione ed esposizione nei primi metri. Qui siamo tornati per poi salire a cima Tanzon da forcella Caneva e ritorno per forcella Tanzon.

Tanzon02.jpg (177700 byte) Cengia Pala Bassana Tanzon01.jpg (166351 byte) Sass de Mel
Mangart 2677 680

Al termine della strada carrozzabile del Mangart si risale la cresta con orride visioni sulla ferrata italiana che sale da nord. Al bivio abbiam preso a destra verso la ferrata slovena che si sviluppa seguendo un canale che taglia tutta la piramide del monte. La ferrata e' facile ma le condizioni di innevamento han reso insidiosi alcuni gradoni di I non attrezzati. Dalla vetta immenso panorama a 360 gradi, con il Jalovec che si staglia di fianco verso sud-est. La discesa per la normale e' elementare con solo alcuni tratti appoggiati provvisti di fune metallica.

mangart01.jpg (137677 byte)Jalovec mangart03.jpg (165507 byte)Mangart
mangart02.jpg (179404 byte)Cupola finale mangart04.jpg (129073 byte)Il Tricorno

Escursioni del 2004

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto

Monte San Mauro

(Vette Feltrine)

1836 1200

Faticosa la risalita su loppe a forcella S. Mauro

SanMauro01.jpg (118022 bytes)Cresta sommitale SanMauro02.jpg (128570 bytes)Alberto in cima
Forcella Mompiana e "troi de panza" Gruppo della Schiara, pale dei Pinei - tentativo 1700 circa 1400

Da forcella Mompiana spostandosi verso il Tiron si perviene ad un'ulteriore forcella da dove parte il "troi de panza" (cartello in legno). Il percorso e' piuttosto selvaggio e segnato a vernice gialla, ma richiede un po' di attenzione per non perdere la traccia. Si devono effettuare parecchi sali-scendi e superare un tratto attrezzato. Dopo 4 ore da forcella mompiana e superati alcuni passaggi un po' esposti,  ci siamo fermati in una delle svariate gole che scendono dalle pale dei Pinei. Occorreva scendere una rampa molto ripida e friabile senza alcuna possibilita' di assicurazione e con circa 100m di salto sotto. Probabilmente affrontando il giro dal lato opposto si alleviano le difficolta' (partendo dal VII Alpini). Al ritorno siamo scesi direttamente per bosco in val d'Art, trovando una gola che ha consentito di evitare dei salti rocciosi. Dieci ore di cammino quasi ininterrotte.

pinei01.jpg (126750 bytes)Discesa attrezzata pinei02.jpg (174634 bytes)Su placche
Rif. Treviso in Val Canali 1624 330 Era chiuso per lavori...
Monte Teverone 2328 1300

Molto faticoso. Sbagliato percorso dopo la prima ripida pala boschiva, abbiamo seguito vecchi bolli rossi verso sinistra fermandoci dopo 50m. Seguire segnavia bianco-rossi verso destra.

teverone01.jpg (197632 bytes)Attraversamento di nevaio teverone02.jpg (192291 bytes)Ultimi metri
Spiz Nord (Spiz di Mezzodì) - tentativo 2305 (circa 2200 raggiunta) 1350

Dal rif. Sora l' Sass, raggiungiblie dalla val Pramper per sentiero o ferrata, si sale a forcella La porta. Gli ultimi 300m di dislivello sono da farsi su pendenze notevoli e ghiaione (molto dura). Dalla forcella si scende verso destra per alcune decine di metri fino ad individuare un bollo rosso su di una cengetta. Seguendo questa dopo pochi metri si entra in un canale. Superati 4m di II si arriva ad un terrazzino detritico. Da questo occorre superare un altro salto di circa 4m con masso incastrato (spaccata obbligatoria II+). Io mi sono fermato qui causa stanchezza. Piu' sopra vi sono ancora alcuni passaggi sul II, in particolare un canalino per accedere alla cresta sommitale.  In cima gli amici Michele, Alberto e Antonio

spizNord01.jpg (108312 bytes)Il salto iniziale di II spizNord02.jpg (107412 bytes) Verso lo Spiz Est
Cima della Gardesana 2446 1300

Da Pian de Caleda, dopo lungo avvicinamento in falsopiano si risale la ripida f.lla Larga. Quindi ci gira il massiccio della Gardesana verso est (val Pramper) fino a giungere alla cresta. Da qui si prosegue per cenge e pendii detritici sul versante nord-est (1 passaggio esposto, anche evitabile). Si perviene quindi sotto una bastinata rocciosa. Qui si prende la cengia che per un 20m prosegue verso sinistra ( si torna sul versante est), fino ad affacciarsi ad un profondo canale. Questo tratto richiede di scendere alcuni metri per roccette friabili e un po' esposte I+). Quindi si risale un pendio semi-erboso per poi piegare decisamente a destra su per un facile canale (ometto). All'uscita conviene spostarsi ulteriormente a destra e montare in cresta finale (2m di I+). Alternativamente si puo' proseguire dritti arrampicando su roccia abbastanza buona (alcuni passaggi II-). La cima e' estremamente panoramica e la salita e' nel complesso abbastanza vergine e solitaria. Tornando siamo saliti sino a F.lla Forzelete, e c'e' chi ha fatto anche questa cima (65m dislivello dalla forcella).

gardesana01.jpg (174822 bytes)Per cenge gardesana02.jpg (123226 bytes)Cima
Marmolada (Punta Penia) 3343 650 + 850

Ferrata per cresta Ovest a salire, nevaio del Vernel senza problemi. La ferrata e' lunga ma ben attrezzata. A scendere per la normale. Terminata la schiena non ripida occorre scendere arrampicando per circa 200m fino al ghiacciao sottostante; una serie di canalini con tratti di I+ e I continuo, con roccia spesso levigata dall'uso. Il ghiacciao era alquanto molle (neve) e solo in una occasione e' stato necessario saltare un piccolo crepaccetto.

marmolada01.jpg (71805 bytes)Sassolungo e Roda de Mulon al tramonto marmolada02.jpg (89190 bytes)Ghiacciao verso le Tofane
Banche ovest del Serva e cresta ovest 2100 circa 1200

Il percorso parte dalla Boca del Rosp e si sviluppa con leggero saliscendi sulle banche occidentali del monte. Il sentiero e' pochissimo segnato e la traccia e' disagevole su erba, con alcuni punti delicati per l'esposizione. Si perviene a forc. dela ciavala (1615m circa). Da qui occorre perdere 150m scendendo una pala boschiva di larici molto delicata data la pendenza elevatissima, con sotto dei salti di roccia (consigliabile la corda). Pervenuti in un vallone detritico si deve risalire faticosamente verso nord-est, prima su ghiaie e poi su erba sempre alquanto ripida e senza traccia. Poi le pendenze diminuiscono a tratti e sempre con traccia molto incerta si giunge in vista della cresta ovest che si risale facilmente fin al ripetitore Enel rettangolare. Discesa per la normale.

Cimon de la Pala - tentativo 3184 1200 circa

Dal Bi.v fiamme gialle prendere le tracce verso nord-ovest fino alla base delle roccette che si arrampicano fino ad un intaglio (50m passaggi I). Poi si scende per alcuni metri e si prosegue per cengia fino all'imbocco della grotta del Bus del Gat (II-, un passo esposto). Usciti dal bus si aggira verso destra e si risale un canalone detritico per 30m fino alla base della parete attrezzata con fune metallica. Io mi sono fermato qui causa freddo e nevischio ghiacciato (quota 3090 circa). Salire la parete per 40m (II-II+). Piu' oltre si scala una placca di 4m (III) e quindi un ultimo risalto di 3m (III) per poi uscire in cresta esposta e malsicura (terre rosse).

cimonPala01.jpg (100808 bytes)Altipiano delle Pale cimonPala02.jpg (146338 bytes)Parete attrezzata
Sasso di Bosconero 2468

 

1670

Risalita abbastanza dura fino a forcella Toanella, compensata da panorami dolomitici esaltanti. Dalla forcella alla vetta sono 330m di dislivello su sentiero ben evidente (ometti e qualche sbiadito segnavia rosso). Lo sviluppo e' abbastanza lungo anche su cengia (un solo punto richiede un po' di attenzione). Gli ultimi 20m sono su blocchi accatastati (passaggi di I). Cima estremamente panoramica ed isolata.

bosconero01.jpg (112038 bytes)Verso Toanella e Rocchetta bosconero02.jpg (109406 bytes)Verso il viaz de l'Ors
bosconero03.jpg (77334 bytes)In vista di forcella Toanella bosconero04.jpg (82166 bytes)Cima
Col Mat

Cima sora il Ciot

Cima Secca

1981

2318

2350

1200 circa in salita

1500 in discesa

Dal parcheggio del rifugio Dolomieu al Dolada si prende il sentiero naturalistico in direzione nord-est. Prima del Col Mat si guadagna la cresta che si segue su sentiero segnato (alta via Nr. 6). Abbiamo evitato di salire il Cimon di Basilighe prediligendo le ultime due cime prima della forcella bassa del Col Nudo (discesa un po' avventurosa da cima Secca alla forcella stessa). Impressionanti visioni sulla maestosa parete ovest del Col Nudo e sulle cime di Pino. Quindi rientro "interminabile" per la normale del Col Nudo fino in Carota (usare 2 auto!).

CresteColNudo01.jpg (461480 bytes)Il Teverone tra le nuvole CresteColNudo03.jpg (572780 bytes)Parete ovest del Col Nudo

Escursioni del 2003

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Spiz Galina 1545 870

La via parte ad uno stretto intaglio sul versante sud-est. Aiutandosi con una catena si supera un salto verticale di 5m. Poi ci si inerpica per un costone, nel nostro caso ghiacciato con sicurezza di corda. Dopo un tratto nel bosco meno ripido si arriva alla base del canale erboso principale. Circa 150m di "loppe" e radi mughi o carpini. La pendenza e' molto elevata. Abbiamo fatto tre tiri di corda da 50m circa. Si esce quindi in cresta da dove ci si sposta verso la vetta tenendosi sul versante est (percorso obbligato). L'ultimo tratto e' alquanto vertiginoso. Altrenativamente si possono salire gli ultimi metri affrontando un salto di 3m meno esposto (III). A scendere sempre con la corda fino alla catena.

spizGalina01.jpg (101560 bytes)
Fratta del Moro, sommità est 1673 1380

Percorsa tutta Val Ru da Molin, poi a destra verso il Forzelon. Giunti in vista dela forcella prima di traversare un torrente si piega a sinistra. Salita molto faticosa, ultimi 200m con neve alta. Visione paurosa dalla sommità  est verso la parete ovest  del Burel e verso Val de Piero. La Val Ru da Molin presenta una cengia molto aerea in alcuni tratti, e nella zona centrale un paio di passaggi sempre su cengia abbastanza impegnativi per l'esposizione.

frattaDelMoro01.jpg (67051 byte)In vista del Burel frattaDelMoro02.jpg (154971 byte)Sulla cengia in Val Ru da Molin
Dolada 1938 460

 

Rif. Sora l' Sass 1588 600

 

Sass dla Crusc (Fanes)

tentativo Sass dle Diesc

2907

2942

1200 La salita si sviluppa per cengia e risalti attrezzati piuttosto facili, l'esposizione e' quasi sempre trascurabile. Poi la cresta e' molto semplice e non molto ripida. Per la cima del Sass dle Diesc occorre affrontare un tratto di attrezzata con corda verticale alquanto esposto.
sassDlaCrusc01.jpg (102305 byte) Verso le Odle sassDlaCrusc02.jpg (115682 byte)Sulla cengia in parete ovest
Cimon del Froppa 2932 1250 (I giorno)

750 (II giorno)

Salendo dal Bivacco Tiziano verso forcella Froppa l'ultimo tratto è molto ripido e friabile, ci sono corde metalliche per superare uno spallone roccioso. Sul versante sud la risalita di forcella Kugy presenta tratti di I, pochissimo esposto. L'attacco della via impone 5/6m di III grado con un passo leggermente strapiombante, ove abbiamo trovato un cordino inserito in un chiodo. Poi ci sono altri 5m di II per arrivare alla prima sosta. più oltre un breve canale di II+ alquanto stretto (pochi metri). Successivamente la salita è meno difficile e mai pericolosa con qualche passo di II. Il canalone finale che porta all'intaglio di vetta presenta Difficoltà  sul I+ con roccette piuttosto malsicure. Nel ritorno calata alla forcella dalla prima sosta attrezzata. La salita è nel complesso molto faticosa per l'avvicinamento, segnalata a vernice rossa fina a forcella Froppa e poi con ometti; consigliabile farla in due giorni.
Froppa01.jpg (114252 byte)Dalla Cima Froppa06.jpg (162135 byte) Sulla fessura iniziale
Froppa03.jpg (64516 byte)Verso l'Oltrepiave Froppa04.jpg (39795 byte) Il Cristallo
Froppa05.jpg (85041 byte) Cimon del Froppa Froppa02.jpg (65936 byte) Da forcella Kugy
Antander 2185 1020 Prima del biv.Toffolon si prende l'ampio ghiaione sulla sinistra. Si risale fino in cresta, puntando leggermete a destra della cima per ripidi pendii erbosi intervallati da qualche roccetta. Poi brevemente in cima sulla cresta (50m). Salita facile ma incontaminata. Qualche passaggio di I grado evitabile.
antander01.jpg (105961 bytes)Biv. Toffolon antander02.jpg (111820 bytes)Duranno e Cima Preti
antander03.jpg (150178 bytes)Ultimi metri in cresta antander04.jpg (102712 bytes)Pelmo
Spiz Sud e Spiz di Mezzo

(Spiz di Mezzodì)

2309

2324

1300 Al biv. Carnielli si perviene affrontando qualche passo esposto in cengia e rimontando circa 200m di rocce sul I grado discontinuo (1 passaggio I+). Dal bivacco si risale l'intaglio tra i due Spiz verso sinistra, guadagnado qualche decina di metri su sentiero. Poi si puo' continuare a sinistra nel fondo del canalone con difficolta max I+ fin sotto un masso incastrato. Li occorre infilarsi in una stretta fessura e forzare il passaggio (III). Alternativamente alla base del canalone si segue la traccia verso destra e quindi si rimonta una parete di circa 30m. Anche qui piu' varianti, passaggi anche di II+ esposti. Raggiunto un gendarme si risale con difficolta' minori sino ad un'altra paretina in vista della cengia di salita. Si puo' scalare la paretina o piu' a sinistra dentro il canale (10m, II). Poi la cengia si presenta stretta solo in un paio di punti. La cresta finale e' sul I grado o terreno inclinato e friabile che richiede molta attenzione. Il concatenamento allo Spiz di Mezzo prevede di risalire un canale sulla zona nord-est del torrione. Ancora piu' friabile dello Spiz Sud, difficolta' max I+. Per la discesa si trovano anelli di cordino per calate su un pino mugo, con varie altre possibilit� di assicurazione su spuntoni o clessidre.
Spiz01.jpg (100972 bytes)Spiz di Mezzo da Spiz Sud Spiz02.jpg (100115 bytes)Verso lo Spiz Nord
Spiz03.jpg (114078 bytes)Spiz Est Spiz04.jpg (78279 bytes)Moschesin e Tamer
Sass de Mura (Cima Ovest) 2520 1500 Si perviene a forcella Neva senza Difficoltà . Presa la cresta verso il monte si supera un intaglio (3m II-), poi lungamente con modesta pendenza fino alla spalla che volge verso la parete sud (veduta della finestra). Qui si prende una cengia verso sinistra che porta all'attacco. Si deve superare una parete di 10m, verticale, roccia solida, II, un passo II+. Quindi verso destra (sud) per cengia pochi metri, fino ad un camino (8m II- e II). Piu' oltre lungo la cresta sud si deve superare una paretina di 5m I+ e poi lungamente per cresta aerea, ma mai esposta, fino alla cima (libretto in un contenitore metallico). La prosecuzione verso cima Est e' sembrata molto delicata (osservando un alpinista che l'ha percorsa).
SassDeMura01.jpg (145093 byte)Verso cima Est SassDeMura02.jpg (144749 byte)Camino di II
SassDeMura03.jpg (166949 byte)Piz de Sagron e Piz de Mez SassDeMura04.jpg (158505 byte)Parete iniziale
SassDeMura05.jpg (184766 byte)Dal Pass de Mura SassDeMura06.jpg (174287 byte)L'amico Damiano

Escursioni del 2002

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Tentativo al Zimon (Cajada) 1750 circa 700 circa Arrivati fino nei pressi delle rampe finali. Ritirati per raffiche di vento e pendio nevoso molto ripido con esposizione a nord (senza ramponi e piccozza). A scendere percorso libero prima di arrivare alle selle di Gravedel su erba bagnata e canali innevati.
pelfDaCajada.jpg (125818 byte)Il Pelf da Cajada moschesinDaCajada.jpg (94965 byte)Moschesin/ Pramper da Cajada
Val molini dei Frati 1520 max  1400 Partendo nei pressi di Pian di Vedoia risalita tutta la selvaggia val molini dei Frati fino ai piedi delle Peverele. Poi salita fino a forcella Palughet, quindi discesa in Cajada e risalita a Casera Becola per poi rientrare a Fortogna. Numerosi saliscendi, occhio alle zecche!
Tentativo alla  Pala Bassa 1790 circa 1280 circa Val Medon fin sotto la frana del Tiron: elementare, dopo salita a sinistra su bosco ripido fino a un bivio (ben segnato fin qui), poi il sentiero diventa abbastanza aleatorio; segue un  attraversamento di roccette/terriccio in parte bagnate con 10m di salto sotto, poi 8/10m di cordino metallico fine e parecchio lasco, appoggi per i piedi discreti; risalita su pendio molto ripido- baranci bruciati-; si arriva a un salto di roccia da affrontare in un mini diedro di circa 4/5 m, roccia media e media esposizione I+, II- ; risalita estenuante sotto la parete della Pala Alta. Dalla forcella (1630m) si va a destra verso la cima, lato sud su cengette, un passaggio dove o si fa il passo del gatto o fuori con la schiena. Dopo la cresta diventa assolutamente aerea ed espostissima per alcuni tratti, solo l'amico Michele arriva in cima (1350m di dislivello totali).
Cava di marmo sul Buscada 1758 600 Ritorno per il sentiero di salita al Borgà. Pioggia tutto il tempo, la meta preventivata era la Palazza.
Col Nudo 2472 1470 Percorso faticoso ed elementare sino all'anticima. Dopo bisogna percorrere un centinaio di metri in cresta (roccia martoriata dai fulmini). C'e' un passaggio di 3m da fare in arrampicata scendendo in una fessura (I+) e dopo la cresta presenta tratti aerei con in particolare un passaggio alquanto esposto (sconsigliabile a chi soffre di vertigini).
ColNudo01.jpg (56607 byte)Cresta del Col Nudo
Monte Brentoni 2547 800 circa Prima di forcella Brentoni 10m di I, passaggio I+. Dalla forcella parte una rampa di circa 100m, sulla prima parte ben articolata I grado, nel tratto finale più liscia (II-). Tre chiodi già  in loco per eventuali manovre di corda. Salita nel complesso molto varia e divertente, senza eccessivi rischi oggettivi.
Brentoni01.jpg (123392 byte)Dalla normale al Monte Brentoni Brentoni02.jpg (119450 byte) Diedro del Monte Brentoni
Le Cime (Pale di San Lucano) 2296 1430 Scendendo dalla cresta nord su traccia, passaggi delicati su erba ripida e detriti (I).
Cima di Valdarcia 

+ giro del Pelmo

2624 700 circa

1000 totali

Da F.lla Valdarcia si sale un canale ghiaioso appena sul lato nord e si attacca una paretina di 10 m, o per cresta, appigli non molto grandi ma solidi (II, II-) poi ci si infila in un diedro di una ventina di metri, già  più detritico, comunque stando sulle scaglie del diedro si sale bene (I+). Quindi si esce in cresta che fortunatamente non e' mai esposta. Si alternano tratti meno ripidi su sfasciumi (occorre non muovere sassi per evitare finiscano in testa a quelli che risalgono la f.lla Valdarcia) o su placchette di pochi metri, appoggiate, da scalare anche in aderenza con gli scarponi. Gli ultimi metri sono su cresta molto solida. (30/40 min dalla forcella. Panorama ottimo, pochi ometti e roccia pressochè vergine.
Pelmo01.jpg (90595 byte)Pelmo, spalla ovest

Pelmo03.jpg (85770 byte)Pelmo, spalla est

Pelmo02.jpg (69090 byte)Pelmo, attacco della normale

CimaValdarcia01.jpg (113244 byte)Cima di Val d'Arcia

Sass Rigais 3025 940 Salita per la ferrata Ovest, discesa per la ferrata sud. Entrambe piuttosto facili. Sulla sud si devono superare dei tratti sul I grado (mai esposti) senza cavo. Giornata splendida con panorama a 360 gradi. 
Puez01.jpg (89785 byte)Puez Furcheta01.jpg (124491 byte)La Furcheta dal Sass Rigais
Cima Tosa 3172 750 s

1900 d

Lo zoccolo prima del camino I grado un passaggio II, poi il camino/spigolo 25 metri II e passaggi II+ sul verticale, appigli abbondanti ma lisciati dall'uso. Sopra solo passi di I divertenti, calotta di neve innocua (non portare i ramponi). A scendere 2 calate in doppia da 10/15 metri.
crozAltissimo.jpg (79519 byte)Il Croz dell'Altissimo

campanilBasso02.jpg (92370 byte)Il Campanil Basso da sud-ovest

cimaTosa03.jpg (67423 byte)Cima Tosa

cimaTosa04.jpg (99806 byte)Il camino sulla normale

campanilBasso01.jpg (46801 byte)Il Campanil Basso da est

cimaTosa01.jpg (76582 byte)Verso l'attacco a Cima Tosa

cimaTosa02.jpg (149382 byte)Il camino sulla normale

crozzonBrenta.jpg (68377 byte)Il Crozzon di Brenta

Fradusta 2919 550 s

1400 d

Siamo saliti a lato del ghiacciaio sul lato ovest della cresta, con passaggi di I grado su terreno instabile.
fradusta01.jpg (87463 byte)Altipiano delle Pale

fradusta03.jpg (112820 byte)Ghiacciaio della Fradusta

fradusta02.jpg (84323 byte)La Pala di San Martino
Croz di Stavel 2636 1280 Si abbandona il sentiero che porta al rifugio Denza circa a quota 2200, puntando a destra su per erti pendii erbosi. Rarre tracce di sentiero, visione splendida del versante nord della Presanella.
presanella01.jpg (97053 byte)Parete nord della Presanella
Cima Grostè 2905 900 s

1350 d

Si lascia il sentiero che porta alla ferrata "Benini", salendo a destra per banche rocciose e cenge anche mediamente esposte. Si sale un primo camino di 20 metri, molto chiuso, con salti di I e II- intervallati da comodi ballatoi. Più sopra ancora una paretina appoggiata di I e un  risalto di 15 metri con passaggi di I+ mai esposti. Bella veduta  a sud verso Cima Faulkner e Cima Brenta.
Groste01.jpg (94317 byte)Cima Faulkner da cima Grost�
Castello di Moschesin 2499 1150 circa Salita durissima a forcella Larga da ovest. Il primo camino presenta Difficoltà  di I e I+ con un passo di II in uscita. Sulla seconda paretina I+ continuo per 15 metri circa. La via è segnata con minio rosso. Splendida architettura di montagna isolata nel contesto Zoldano.
Moschesin01.jpg (78805 byte)Sulla normale al Moschesin Moschesin02.jpg (130779 byte)Passaggio di II sulla normale al Moschesin
Monte Messer 2430 1050 Cima dell'Alpago facile da salire, con possibilità di sosta al Bivacco Toffolon. Per la cima passa l'alta via Nr. 7.
Tofana di Rozes 3225 1140 Salita facile ma abbastanza faticosa per la via normale dal Rif. Dibona passando per i ruderi del Rif. Cantore. Ambientazione grandiosa
Terza Grande 2583 1200 Dopo un lungo avvicinamento la via si sviluppa per 350m di dislivello sul versante sud orientale della montagna. Si tratta quasi sempre di sentiero con un paio di passaggi sul I grado. Prima della cresta finale si supera un canale di 40/50m di II- discontinuo con gli ultimi 5m di II. Segue una breve cresta finale con alcuni passi di I friabile; l'esposizione è praticamente assente su tutto il percorso. Impressiona l'imponenza della montagna percorrendo il tratto da Casera Razzo al passo di Ciampigotto.
TerzaGrande01.jpg (136528 byte)Ultimo canale TerzaGrande02.jpg (79540 byte)Gino Buscaini in vetta
TerzaGrande03.jpg (142368 byte)Con Gino e Silvia
Monte Zermula 2145 590 Ferrata per la parete nord, su placche inclinate, resa scivolosa dalla pioggia, altrimenti decisamente facile.
Zermula01.jpg (45373 byte)

Escursioni del 2001

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Passo Costalunga ~1700 500 Da Moena centro
Rif. Scoiattolo 2000 450 Da Pejo paese
Serva 2133 1100 Ultimi 150m neve
Pasubio ~1950 950  
Monte Borga' 2228 1400 Da Erto, ultimi 200m neve a tratti
Biv. Perugini 2050 850 Spalti di Toro dalla base del Campanile di Val Montanaia
Zervoi 1842 600 zervoi01.jpg (76523 byte)Cima del Zervoi
Casera Bosch dei Buoi 1500 1000 circa Qualche passo pericoloso nel bosco ripidissimo e bagnato
Crep Nudo 2207 1050  
Rif. Vazzoler 1714 600 + 200 Proseguito verso il Tissi, fino ai prati pianeggianti con massi
Cridola 2581 1300 Neve sulla cengia iniziale rivolta ai Gendarmi della Val Cridola. Neve anche in corrispondenza del muretto di II grado nei pressi dell'uovo. Nel complesso i 300md della via si mantengono attorno al I grado con brevi traversate  elementari e tre tratti di 4-6 m attorno al II grado, dei quali l'ultimo abbastanza esposto
uovoCridola.jpg (138327 byte)Uovo del Cridola cridola.jpg (156712 byte)Discesa normale al Cridola
Passo Santner 2736 800 Da Gardeccia, ancora neve
vaiolet.jpg (84001 byte)Torri del Vaiolet dal Santner
Sassopiatto 2958 650 Dal Col Rodella, discesa fino a Campitello. Lingue di neve
Burel 2281 ~1400s  ~1800d Dal Bianchet, forcella del Balcon (tratti di I) poi attraverso ghiaioni al van del Burel. Primo canalino a sx 4m con passaggio di II, poi traversata su cengia e secondo canalino (I e 3m II), si esce in cresta prossimi alla cima. A scendere risalita a forcella Sperti e poi ferrata Sperti fino al VII Alpini.
cimaBurel01.jpg (76542 byte)Ore 9 in cima al Burel
Monte Forato 2498 700 Per la normale slovena, lunghi nevai attraversati, elementare
Cima Laste (gruppo Duranno Cima Preti) 2555 950 + 700 La via e' breve, facilmente individuabile con gli ometti, con alcuni passaggi di I grado ed alcune rampe/cenge piuttosto detritiche che richiedono molta attenzione in discesa
cimaLaste02.jpg (103128 byte)Spalti/Monfalconi da Cima Laste cimaLaste01.jpg (84721 byte)Cima Preti/Duranno da Cima Laste
verso Cima Scotter ~2500 600 + 700 Tentativo da sud. La risalita verso il Passo del Camoscio e' massacrante su ghiaione ripidissimo senza traccia. Poi un lungo terrazzone inclinato assolutamente marcio porta ad una forcelletta con vista sul Galassi. Qui inizia la via segnata a bolli rossi che presenta subito un passaggio esposto di II- e poi una cengia esile ed espostissima. L'amico Michele Tome' sale da solo fino ad un ultimo canale prima del Passo dove si trova un masso incastrato (passaggio III). Ritorno per la stessa con scariche di massi!!!
pelmoDaSMarco.jpg (247166 byte)Il Pelmo dal Rif. S.Marco

antelaoDaScotter.jpg (106299 byte)L'Antelao dalla via alla Scotter

rifGalassi.jpg (172053 byte)Il Rif. Galassi dalla via alla Scotter
Rif. Larcher 2608 800  
Vioz 3645 1300 Discesa per il canalone sotto la teleferica. A meta' canalone neve ripida. Poi altri attraversamenti  e discese su nevai ripidi senza ramponi.
Cima rossa di Saent

Cima Mezzena

Cima Campisol

3347

3172

3156

900      1� g

1100    2� g

 

 

Da Cima Rossa la visuale e' splendida verso ovest: ghiacciaio del Careser e relativo lago, gruppo Vioz-Cevedale; piu' verso nord d'infilata Gran Zebru', Zebru' e Ortles. Nessuna difficolta' tecnica per queste salite in medio-alta quota.

 

Talvena 2542 1500 Avvicinamento lungo dalla Val Pramper per la Costa del Barancion, forc. de Zita' Sud, forc. degli  Erbandoi. La cresta e' facile (forse qualche passo di I-) ma un po' malsicura per le roccette instabili. Panorama grandioso.
Talvena01.jpg (115664 byte)Formazioni sulle cime di Zita' Talvena02.jpg (93950 byte)In cima alla Talvena
Monte Venal 2212 1070 Elegante cima a nord di Messer e Antander. Dall'alta via N.6 ci si stacca in corrispondenza di un canale erboso che appare facilmente percorribile. Si perviene in cima dopo circa 250md con nessuna difficolta', prestando pero' attenzione alle "loppe" ripide pensili sopra i saltini rocciosi appena aggirati.
Venal01.jpg (75005 byte)Carcassa in cima al Venal
Jof di Montasio 2754 1250 Salita del 14-ottobre, neanche una nuvola caldo quasi fastidioso (!). Si è preferito fare la via dei Verts da Brazzà sia in salita che in discesa, visto l'affollamento e le scariche di sassi che si verificavano in corrispondenza della scala Pipan. Superati alcuni passaggi di I e un paio di I+, oltre a una cengia un po' esposta nella deviazione dei Verts.
montasio02.jpg (67710 byte)Parete sud del Montasio montasio01.jpg (94837 byte)Via normale da Brazzà al Montasio
Jof di Miezegnot 2087 720 La cupola sommitale presenta un 50 m friabili con sentiero che sale molto ripido a zig-zag su terriccio e roccette insicure. Panorama stupendo sul versante nord di Montasio e Jof Fuart

Escursioni del 2000

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Cima Carega      
Dolada 1938    
Piani eterni max ~1900 ~1200  
Cornetto      
Doss d'Abramo      
Col Ombert 2670    
Sasso Vernale 3058   Cresta finale tra le rovine della grande guerra, sempre  max I-.
vernale01.jpg (84436 byte)Marmolada dal Vernale colOmbert01.jpg (90248 byte)L'Uomo dal Col Ombert
Cima Frati 2355   Splendida via da trovare, si risolve con un canale inizialmente II, poi I+ molto friabile, infine una costa rocciosa  alquanto instabile porta in vetta. Consigliabile corda da almeno 35/40 m.
Cima Brenta 3152 700 Ottima via facile su roccia stupenda nel primo canale (I+, II-), piu' delicato l'attraversamento della forcella che da sullo scivolo ghiacciato a nord. Nell'avvicinamento tratto di ferrata Bocchette.
cimaBrenta01.jpg (82713 byte)Dalla Cima Brenta cimaBrenta02.jpg (115010 byte)Via normale alla Cima Brenta
Tamer Grande 2547 900 Dopo il cengione si sale per gole ripide e abbastanza franose, un passaggio piu difficile in corrispondenza di un salto di 5m (I+ delicato).
Sulla cengia del Tamer
Jof Fuart 2666   Salita dal Corsi, normale e poi Anita Goitan a scendere. Tutti i punti piu impegnativi sono attrezzati. Nel nostro caso nevicava e le cengette del castello sommitale erano ghiacciate.
fuart01.jpg (65746 byte)Dal Jof Fuart fuart02.jpg (115436 byte)Jof Fuart dal sentiero A. Goitan
Cimon del Latemar 2842 700 cimonLatemar.jpg (61168 byte)Mio cugino sul Cimon del Latemar
verso il Castello di Moschesin   1000 Fallito, in vetta solo l'amico Michele Tome' (parete di II).
verso il Paterno     Fallito, ritirati alla ferrata sommitale per troppo traffico.
paterno01.jpg (81653 byte)Via normale al Paterno

paterno03.jpg (79893 byte)Croda dei Tone

paterno02.jpg (72598 byte)Tre Cime

Escursioni del 1999

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Valbruna max ~1600 650  Fino alla costa dirimpetto allo Stuparich, neve oltre il ginocchio
Rifugio San Marco 1850 250  
Piz Boe' 3152 250  
Val Cimoliana max 1220 480  
Rif. Venezia   250  

Escursioni del 1998

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Cimon del Cavallo / Cimon di Palantina   2250 / ~2200   1100 5 m di corda metallica a salire; tratti di I e passaggi di II a scendere alla forcella con il Cimon di Palantina.  
Monte Ortigara / Cima Caldiera   2106 / ~2240 400  
Monte Pelf (Schiara)   2501 1350 Tratti di I+ sulla cresta finale di 50 m.  
verso Cima dei Preti / Cima dei Frati   2701 /  2355 2100 (due giorni)   Fallite entrambe; saliti fino all’attacco della Cima dei Preti, poi alta via dei silenzi N.6 sino a Forc. Duranno.  
Cima della Vezzana 3192 800 Brevi passaggi di I in valle dei Cantoni.  
Monte Agner   2872 1150 (due giorni)   Tratti di I sulle placche e prima del Biv. Biasin; corda metallica esposta, poi I e un passaggio di II per la vetta.
bivaccoBiasin.jpg (44356 byte)Tramonto dal biv. Biasin

agner02.jpg (50716 byte)Dalla cima dell'Agner II

agner01.jpg (41631 byte)Dalla cima dell'Agner
Cima Sfornioi Nord 2410 900 I e II nei due canali friabili sul castello sommitale.  
sfornioiNord01.jpg (69474 byte)Dalla cima dello Sfornioi Nord
Roda de Vael   2806 650 Ferrata facile in salita, un po’ esposta in discesa.  
catinaccio01.jpg (86744 byte)Dal Passo del Vajolon - Catinaccio catinaccio02.jpg (61056 byte)Il Latemar dalla Roda di Vael
Monte Cauriol   2486 900  
Sass 12 / Sass Aut / Valacia (Monzoni)   2446/ 2555/ 2637 1500 Ferrata Gadotti a tratti esposta e discesa in canalone tra massi incastrati.  
Sorapiss   3205 1600 Via lunga, un passaggio III (12 m. di doppia a scendere), per lo più I friabile e passi di II, lunghe cenge detritiche e a tratti esposte.  
sorapiss01.jpg (66736 byte)Dalla via normale al Sorapiss
 Tentativo Cima dei Frati 2355 1500 Fallita, salito sino a 100 m dalla vetta dopo aver abbandonato l’alta via N.6 (I e tratti attrezzati).  
duranno01.jpg (89604 byte)Il Duranno
Lago Coldai   2150 650 coldai01.jpg (81382 byte)Con mia madre al lago Coldai

Escursioni del 1997

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Civetta  3221  1200 Percorso faticoso (sentiero Tivan). Tratti di I e passaggi di II, qualche cavo metallico verticale per evitare il fondo dei canali detritici.
civetta01.jpg (83000 byte)In cima al Civetta

civetta03.jpg (114403 byte)Il lago Coldai dall'omonima cima

civetta02.jpg (27348 byte)Il profilo del Pelmo all'alba

civetta04.jpg (63895 byte)Su cima Coldai la sera prima

Cima Coldai 2350 300 Breve ascensione sopra l'omonimo rifugio. Sulla cresta finale erbosa alcuni passi da non sottovalutare.
Cima Uomo 3001 1030 Salita abbastanza impegnativa nella parete ovest. Probabilmente smarrita la traccia in un passaggio di II+. Alcuni punti delicati ed esposti di I.
uomo01.jpg (61237 byte)Dalla cima dell'Uomo
Cresta de do Peniola (Latemar) ~2400 ~600 Breve passaggio di I- su bagnato.
Cadin degli Elmi 2424 1000 Salita faticosa da forcella Spe, poi serie di canalini poco frequentati, mai superiori al I.
Sassolungo di Cibiana 2413 1600 Selvaggia attraversata nei baranci (mughi), solo tracce di sentiero.
Giro del Duranno max 2253 tanto... Ripidissima e friabile Forcella Frati lato est, cavo metallico insicuro e ghiaione franoso lato ovest (breve passaggio II+)
duranno02.jpg (94380 byte)Sotto il Duranno verso forc. Frati

Escursioni del 1996

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Cima Nord di San Sebastiano 2488 ~980  Vedasi descrizione della gita del 2009.

Escursioni del 1995

Meta Quota Dislivello Difficoltà  / Note / Foto
Cima d'Asta  2847 ~1800 (due giorni)  Quasi interamente elementare, alta quota.