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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/06/08 11:24 By: dok Status: Utente  
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Rocciatore

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bon, Bergame, bentornato! e dopo i convenevoli del caso ci si pole anco rimettere <al pezzo>:

Marco ha scritto:
...quasi tutte le testimonianze citano espressamente il passaggio dalla Polla. Se fossero passati dalla Focoraccia o Foce Capraia che dir si voglia sarebbe stata una deviazione inutile se non impossibile, dato che con tutta probabilità avrebbero disceso direttamente il canale per poi piegare verso Azzano (la Fanfani ovviamente non c'era...). Viceversa, venendo dalla Greppia, il passaggio era praticamente obbligato perché avrebbero con tutta probabilità sfruttato il sentiero dei cavatori. Dico bene?
o Marco, in realtà a guardar bene un'affermazione come questa, del <passaggio praticamente obbligato> dove dici te [lizze e vie degli òmini Colonnoni-Tacca bianca], non meriterebbe neppure una risposta, quando è da più di un anno che mi appello alle testimonianze locali del passo calcato abbestia dal passaggio di migliaia di persone nel Canal dal Prado sulla linea delle grotte di Cele', e la quantità di tracce e di oggetti di civili ritrovate dentro a queste [ma diobbono queste non sono ipotesi!]...
ma anche senza testimonianze in merito, non vedo dove stia questa <praticamente obbligatorietà> di una deviazione così importante, impegnativa e rischiosa, rispetto al viadotto naturale del Canal dal Prado.

una spiegazione di questo equivoco sta nel comune uso esteso del toponimo <La Polla>, che denota su ampia scala la zona grossomodo comprensiva de La Polla-Mortigliani-Palazzo.
uso che ne fa...a dok anche Davide Del Giudice, di cui ho cominciato solo ora a leggere i libri:

[Davide Del Giudice, Penne nere sulle Apuane, pagg. 19-20]
Coloro che passavano il fronte salivano ad Antona, nel massese, dove si trovava un comando tappa partigiano tenuto dal Gruppo Patrioti Apuani dell'ex frate Petro Del Giudice, poi venivano avviati da guide per un sentiero in località Campiglia.
Da qui raggiungevano il Passo della Focoraccia, scendevano quindi il Canal del Prato di Greppia, per giungere nel letto del torrente Serra in località la Polla, da dove risalivano infine per giungere ad Azzano. Questo itinerario fu usato fino al dicembre 1944, dopodiché venne abbandonato per le perdite subite sulle mine o incontrando pattuglie tedesche. Dal gennaio 1945 alla fine di marzo, l'itinerario prese una strada più alta: Antona, Tecchia e Passo della Greppia. Dal Passo della Greppia, un sentiero mal messo scendeva a congiungersi infine col vecchio itinerario nel Canal del Prato di Greppia. In questo frangente, partigiani e civili ebbero a che fare più direttamente cogli alpini dell'Intra, i quali intensificarono la loro presenza sul Passo degli Uncini, dal quale a mezzo della discesa di un canale erboso si accede al Passo della Greppia.

...e qualcosa a dir poco interessante si trova qui anche a proposito del TUO fatto Marchini:

[Davide Del Giudice, Penne nere sulle Apuane, pagg. 52-53]
QUEL MALEDETTO 15 DICEMBRE SULLE APUANE

Il 15 dicembre fu per l'Intra giorno di gravi perdite: il cielo coperto e la temperatura sotto allo zero che ghiacciava la neve sui pendii, uniti allo stato d'allarme per l'attacco avversario ed ai bombardamenti su tutta la linea del Battaglione, crearono le premesse per una giornata tragica. Nel settore della 13^ Comp., una pattuglia scesa dall'Altissimo sul Passo degli Uncini e giunta nei pressi del Passo della Focoraccia, si scontrò erroneamente con un reparto tedesco, il quale poco prima era giunto in zona, allarmato dallo scoppio di mine sulle quali erano saltati dei partigiani.
Successe che gli alpini avanzarono nella fitta nebbia che impediva di vedere aldilà di pochi metri, finché una folata di vento improvvisa non li scoperse alla vista dei tedeschi, i quali credendoli partigiani apersero il fuoco; prima che l'equivoco fosse chiarito un alpino rimase ferito leggermente.

o Bergame, per il tracciato ti faccio aspettare ancora un popoino, anche perché in effetti non ce ne sarebbe neppure bisogno, dal momento che il percorso, a prescindere dalla mia anarrazione, è semplicissimo e basta andarci per ritrovarlo <a naso>...
intanto però non scordarti di rispondere alla mia domanda "non allineata":

..........................a che punto sono le ipotesi "non allineate"?
........................a che punto sono le ipotesi "non allineate"?
.............................a che punto sono le ipotesi "non allineate"?
...................a che punto sono le ipotesi "non allineate"?
......................................a che punto sono le ipotesi "non allineate"?

ciao
Luca
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/06/09 16:38 By: bergame Status: Utente  
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Free Climber

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Marco, devi ammettere però che un duello così congeniato non ha storia: che possibilità avrei io con un machete oriundo contro un pennato "doc" delle fiere genti apuane ?

Comunque la proposta di Montesanquirico mi sembra interessante. Si potrebbe unire l'utile al dilettevole : la zona è ricca di vigneti e frutteti e, a settembre, con roncole, pennati e cesoie invece che fassi del male si potrebbe anche fà del bene

Per il tracciato della tua ultima incursione dok 'un è il caso che ti scomodi per me, io t'ho capito e quanto a naso non ho problemi, lo dicevo con spirito altruistico

Quanto allo stato delle ricerche non allineate, mi sono seduto … sugli allori ??? magari, invece son sulle scope e i ginestroni come facevano quelli che arrancavano alla meno peggio verso la libertà.

Infatti, viste (anzi lette) le numerose testimonianze di discese "culo a terra" mi sono convinto che la via ufficiale verso la libertà non passava per il pitone di mezzo però aspetta a cantar vittoria Sul percorso Campiglia-Greppia ho forti perplessità: prima di tutto andrebbe trovato e studiato, e poi, oltre alle varie contrarietà documentali all'equazione pitone=greppia (quelle che avevo espresso nel mio ultimo intervento prima della pausa di riflessione) un altro forte motivo di dubbio è che il passaggio dalla Greppia mi sembra troppo sotto il tiro di chi stava appostato agli uncini: dal passo degli uncini SE NON RICORDO MALE c'è un bel canalone dritto "sparato" molto aperto che permette di fare una specie di tiro al bersaglio su chi si accinge a transitare per il passo della greppia. DIco male ?
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/06/09 22:10 By: Marco di AS Status: Utente  
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Master

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O Bergame, capisco la tua perplessità, soprattutto se il pennato in questione fosse vaglino (da quelle parti, tanto per sottolineare meglio il caratterino degli abitanti, c'è anche un proverbio che dice più o meno Di Vagli sono, a Vagli son nato / meglio morì che lasciare il pennato). Ne ho uno a casa che mi ha fatto il fabbro di Pedogna, insieme a un altro garfagnino (quello con la pancia): è un bel po' più lungo degli altri pennati, sarebbe come un duello pugnale contro sciabola...

A parte le digressioni pennatesche, sia pur a malincuore (perché anche a me, lo confesso, l'ambiente, oltre all'ipotesi, piaceva non poco...) penso anch'io si possa definitivamente ammainare la bandiera del Pitone di Mezzo. Sulla questione della Greppia sotto tiro, torna la questione, mai davvero chiarita, di una possibile tolleranza dei passaggi, che comunque avvenivano di notte, con tutte le cautele del caso, tanto che Silvia Germelli, la testimone che ho citato ricorda l'apprensione che causò mettendosì a piangere. Scrive tra l'altro:

Dopo molti anni lessi in un libro la testimonianza del Parroco di Magliano in Garfagnana, Don Emilio Barsotti. Scrisse di un bambino che: "Si mise a piangere nella gola e i suoi strilli echeggiavano sinistramente. Un brivido ci corse per le pssa e ci aspettavamo da un momento all'altro, una raffica di mitraglia in risposta a quei vagiti. La mamma riuscì a farlo tacere".
Quel bambino ero io. Dalla relazione del passaggio del fronte del Gruppo Patrioti Apuani, in data 26 febbraio il mio nome e quello di don Barsotti compaiono vicini.
Un partigiano dopo molti anni confidò a un mio conoscente che in realtà il parroco impaurito pretendeva che fossi riaccompagnata indietro. Per fortuna il partigiano rifiutò senza indugi e con una certa decisione.


Così sappiamo anche che c'erano relazioni precise sul passaggio del fronte, il che meriterebbe una visita agli archivi dell'Anpi o dell'Istituto Storico della Resistenza. Intanto con Luca sabato 8 giugno siamo andati a casa di Nino Mignani a Massa, che ci ha confermato le sue testimonianze. Una persona eccezionale e ancora estremamente in gamba, a 93 anni passati: l'indomani, ci ha detto, sarebbe andato con la figlia a Ugliancaldo, a rivedere tra l'altro la strada che aveva realizzato lavorando nella Forestale... Ma a questo punto non vado oltre, in attesa di un intervento... dok!

Marco
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/06/10 16:05 By: dok Status: Utente  
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Rocciatore

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Bergame ha scritto:
Quanto allo stato delle ricerche non allineate, mi sono seduto … sugli allori ???
o Bergame! e allora l'hai preso proprio sul serio quel saggio orientale: e ti ci vedo, lì sulla sponda del fiume, adagiato in un nido di allori col <becco> di fuori, hahaha...ma un vecchio saggio occidentale diceva più o meno così: chi si adagia sugli allori in riva al fiume, un piglia pesci...
e per quanto riguarda sfide alla bòcchisse o similari, historia docet:

[Davide Del Giudice, Penne nere sulle Apuane, pag. 45]
UNA SINGOLARE SFIDA AL CAMPIONE DI BOXE JOE LOUIS

Ricorda, a proposito della sua esperienza nell' Intra, Giuseppe Faroldi: [...] Correva poi voce che nella 92^ Div. USA vi fosse arruolato il famoso campione di Boxe dei pesi massimi Joe Louis [...], così un giorno proposi al nostro tenente di inviare un messaggio al nemico, lanciando una sfida al noto pugile che...avrebbe dovuto battersi con uno dei nostri, pugilatore dilettante. Buon per noi, anzi per il nostro boxeur, che la sfida non andò in porto..."

credo possiamo piuttosto trovare un accordo stile Baddespense, chi riesce a far fuori più pizze e birra, il tutto spesato dal Marco che si è volontariamente offerto arbitro: tra i due litiganti il terzo...paga! che ne dici?

prima di iniziare, dopo la carrellata di testimonianze partigiane, quella delle testimonianze di fronte avverso, eccoti qua lo schizzo grossomodo del percorso che dicevo, il cerchio rosso è dove trovai il proiettile di mortaio:



il breve tratto riaperto tra vecchi fusti di scope è la discesa lato Capraia dalla dorsale del <pitone di mezzo>, il solo tratto da rimarcare sarebbe poi quello tra scope sul colletto sotto la <Barba del Professore>, dove peraltro si passa ugualmente senza alcun intervento.
resta invece da riaprire, nell'altra direzione, il tratto dalla dorsale fin sotto i <Gaglini di Guido>, che facemmo quella volta con Fabri.
ciao
Luca
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/06/10 16:15 By: dok Status: Utente  
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Rocciatore

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ed ecco qui, per i lettori fondisti, una piccola maratona di appunti tratti dal libro di Davide, preziosissimi per farsi un quadro del passo del fronte dal punto di vista Monterosa e, nel successivo post, qualche significativo episodio tra le linee alpine nei luoghi di interesse:

[Davide Del Giudice, Penne nere sulle Apuane, pag. 16]
[27 ottobre, Garfagnana] [...] Altri Partigiani ci circondarono togliendoci la possibilità di reagire. Fummo disarmati e condotti in un paesino mezzo bruciato. Il comandante dei partigiani, un maggiore inglese (Oldham? N.d.A.) ci rassicurò, dicendoci che saremmo stati trattati come prigionieri di guerra; ci propose di passare le linee per consegnarci agli americani o essere trasferiti in Emilia: De Grandi ed un altro scelsero l' Emilia. Quella sera partimmo e si giunse due giorni dopo presso un paesino a pochi km da Massa (Antona? N.d.A.), si aggiunsero a noi 5 tedeschi disertori e 3 piloti inglesi.
Gli stranieri tentarono per primi di attraversare il varco del fronte sui monti ad est di Massa (attraverso il passo della Focoraccia o Pitone in gergo locale, N.d.A.), ma furono uccisi dai tedeschi: ormai non si passava più. [...] nei giorni segueni Brovelli saltò su una mina mentre stava attraversando il Passo della Focoraccia ed il suo corpo non fu mai ritrovato.

[pag. 17]
DISLOCAMENTO DELLE COMPAGNIE IN LINEA

Il 28 ottobre, tempo pessimo, con forti precipitazioni a carattere temporalesco, il Btg. Intra assunse il controllo di un tratto della Linea Gotica occidentale nel suo tratto più impervio delle Alpi Apuane, rilevando gli Jager della 42^ Div. tedesca. Il Btg. si piazzò tra l'Altissimo (1589 m l.s.m.) e Le Rocchette (999 m l.s.m.).[...]

[pagg. 19-20]
LA MANCATA SALDATURA DEL FRONTE

Sulla sinistra, nella zona delle Rocchette, il Battaglione prese contatto con la 6^ Comp. del 2° Btg./6° Rgt. Fanteria di Marina Div. San Marco. A destra invece, l' Intra non aveva un contatto diretto con i tedeschi del 281° Rgt. Granatieri/148^ ID, poiché tra gli ultimi presidi tenuti stabilmente dagli alpini sulla sommità del Monte Altissimo e la prima postazione tedesca (ridotta a soli 14 uomini), sulla cresta che dalla sommità del monte Focoraccia (1149 m l.s.m.) degrada verso le cave della località Granaiola (1050 m l.s.m.), vi era un tratto di fronte non fortificato per via del terreno estremamente impervio. In questo caso la natura stessa aveva provveduto ad ostruire virtualmente una possibile via d'accesso verso nord, nono sarebbe stato possibile per gli Alleati che spostarvi con grande rischio qualche pattuglia.
I tedeschi, nel fortificare l'Altissimo e il M. Focoraccia, evidentemente confidarono di poter difendere questo varco - esteso per circa 3 km in linea d'aria - mediante la posa di campi minati e con l'invio di pattuglie giornaliere. Inoltre essi potevano tener d'occhio le vie di approccio ai Passi della Focoraccia (1050 m l.s.m.) e della Greppia (1200 m l.s.m.), col fuoco incrociato di mitragliatrici e mortai. Il Passo degli Uncini (1407 l.s.m.) a nord-ovest dell'Altissimo era ben fortificato, ma gli alpini dell' Intra non ne occuparono stabilmente le posizioni difensive, se non negli ultimi giorni di guerra. Fino a quel periodo le fortificazioni sul Passo vennero occupate solo dagli uomini lasciati in copertura alle pattuglie che si appostavano sul Passo della Greppia.
I partigiani e i civili che intendevano passare la linea del fronte, approfittarono di questo varco per recarsi in territorio alleato, dove il primo presidio americano era ad Azzano. Coloro che passavano il fronte salivano ad Antona, nel massese, dove si trovava un comando tappa partigiano tenuto dal Gruppo Patrioti Apuani dell'ex frate Petro Del Giudice, poi venivano avviati da guide per un sentiero in località Campiglia.
Da qui raggiungevano il Passo della Focoraccia, scendevano quindi il Canal del Prato di Greppia, per giungere nel letto del torrente Serra in località la Polla, da dove risalivano infine per giungere ad Azzano. Questo itinerario fu usato fino al dicembre 1944, dopodiché venne abbandonato per le perdite subite sulle mine o incontrando pattuglie tedesche. Dal gennaio 1945 alla fine di marzo, l'itinerario prese una strada più alta: Antona, Tecchia e Passo della Greppia. Dal Passo della Greppia, un sentiero mal messo scendeva a congiungersi infine col vecchio itinerario nel Canal del Prato di Greppia. In questo frangente, partigiani e civili ebbero a che fare più direttamente cogli alpini dell'Intra, i quali intensificarono la loro presenza sul Passo degli Uncini, dal quale a mezzo della discesa di un canale erboso si accede al Passo della Greppia.

Sul Passo furono compiuti numerosi appostamenti, in realtà molto disagevoli, in quanto gli alpini dovevano trascorrere lunghe ore esposti a temperature rigide, alla neve e alla pioggia, senza poter contare su ripari predisposti. Rammenta un civile, poi noto professionista a Massa, che in una gelida mattina d'inverno si trovò a transitare sul Passo della Greppia. All' improvviso balzò fuori un alpino che pareva un brigante tanto i suoi indumenti erano laceri e consunti, questi puntò contro il gruppo di sfollati il mitragliatore, verificando che non vi fossero partigiani, poi con un gesto fece loro cenno di proseguire.[...]

[pagg. 68-69]
UN SALVATAGGIO DI CIVILI AL PASSO DELLA GREPPIA

Nel mese di gennaio, continuava incessante il passaggio di civili attraverso il varco cosiddetto della "Focoraccia". I Partigiani del Comandante Pietro per regolare il flusso di civili ed aiutarli a passare le linee con valide guide, organizzarono un comando tappa ad Antona, all'inizio del tragitto ed uno ad Azzano all'arrivo. Ciò avvenne anche per identificare eventuali informatori dei tedeschi, i quali passavano facilmente le linee mischiandosi ai civili. Spesso il transito avveniva di notte, per questo il comando dell' Intra ordinò l'invio di pattuglie notturne, in aggiunta alle altre. Il s. ten. Giglio ci ha fornito in merito un' interessante testimonianza: "Si organizzavano pattuglie, anche in collegamento con i reparti tedeschi di base al M. Focoraccia. L' appuntamento era nel fondo del canalone erboso degli Uncini, sceso con uso di corde in presenza di neve e ghiaccio. Si sorvegliava il Passo della Greppia per ore, più che altro per prevenire il transito di gente armata.
Una notte di gennaio fermammo una fila di gente. Venivano su dal massese arrancando alla peggio; gente anche scalza, intirizzita, con principi di congelamento, senza il minimo vestimento adatto. Pur di passare! Così ci capitò di soccorrerne un gran numero. Erano allo stremo, affamati e senza soldi. Li portammo al Comando di Compagnia, dal capitano di Pierro. Tutti gli alpini fecero una colletta: ebbero vestiti, scarpe, cibi e bevande. Furono identificati, non per essere rinviati in forma coatta, ma per tornare dov' erano partiti. Qualche volta le nostre pattuglie, se accertavano la presenza di soli civili, chiudevano un occhio. Umanità, null' altro, ma non è poco".
Un giorno gli alpini videro transitare sul Passo della Greppia addirittura un gregge di pecore! Aprirono il fuoco con le MG 42 ed abbatterono un gran numero d'animali; poi scesero a recuperare tutte le bestie che potevano, integrando così per qualche giorno il rancio sui capisaldi dell' Altissimo. Alcune carcasse ormai decomposte rimasero sul Passo e furono osservate dal Comandante partigiano di Pietro, in uno dei suoi spericolati transiti (era un valido montanaro e profondo conoscitore dei sentieri delle Apuane) per recarsi in missione presso il Governo Italiano del sud.
Una delle notti successive, l'alpino Ravasio fu inviato di pattuglia al passo della Greppia, sentiamo il suo ricordo: "Si partiva per queste ricognizioni con la dotazione extra di una coperta di lana, un telo da tenda ed un quarto di cognac od anche più, per proteggerci dal freddo durante l'appostamento. Quella notte salimmo sul Passo degli Uncini dal Canal delle Gobbie; una squadra rimase sugli Uncini a protezione, io scesi con gli altri lungo il canale erboso. Sul Passo della Greppia scoprimmo un gruppo di partigiani, i quali scapparono dopo averci visti, lasciando un notevole bottino: scatolette di viveri e stecche di sigarette appena ricevute ad Azzano dagli americani. Ricordo infine che sul Passo c'erano dei cadaveri insepolti, morti a causa delle mine, tra i quali un ufficiale americano".



[didascalia foto]
Il Passo della Greppia, visto da una postazione tedesca sul M. Focoraccia - da qui i tedeschi spararono per errore su Tullio Nadin ai primi di aprile del 1945 -. Il valico del Passo avveniva nella zona erbosa dietro al "gendarme" isolato. Si nota dietro al Passo, il lungo ed erto canalino erboso, percorso giornalmente dalle pattuglie dell' Intra, che conduce alla sommità del Passo degli Uncini dopo la visibile deviazione a sinistra nell'ultimo tratto. A sinistra dello sbocco del sentiero, sulla roccia più alta si trova la postazione dalla quale i bersaglieri spararono sugli americani, provocando una dura reazione di artiglieria.
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/06/10 16:22 By: dok Status: Utente  
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[Davide Del Giudice, Penne nere sulle Apuane, pag. 45]
UNA SINGOLARE SFIDA AL CAMPIONE DI BOXE JOE LOUIS

Ricorda, a proposito della sua esperienza nell' Intra, Giuseppe Faroldi: "Noi della Comp. Reggimentale ci piazzammo nel bunker più avanzato che sovrastava Pian di Lago, in mani avversarie, che potevamo osservare da una feritoia. Ricordo un paio di episodi curiosi: un giorno un pastore ebbe il coraggio di venirci a chiedere il permesso di attraversare le linee con il gregge al completo!
Gli fu risposto che egli poteva senz' altro passare, ma che le pecore essendo beni della RSI non potevano seguirlo; così egli dovette abbandonarle a malincuore agli alpini. Per diverso tempo la carne di pecora mal frollata fu la portata all' ordine del giorno per l' 11^ Comp., finché in molti non si trovarono vittime di una fastidiosa dissenteria a causa della scarsa cottura di tale cibo. Correva poi voce che nella 92^ Div. USA vi fosse arruolato il famoso campione di Boxe dei pesi massimi Joe Louis [...], così un giorno proposi al nostro tenente di inviare un messaggio al nemico, lanciando una sfida al noto pugile che...avrebbe dovuto battersi con uno dei nostri, pugilatore dilettante. Buon per noi, anzi per il nostro boxeur, che la sfida non andò in porto..."

[pagg. 71-72]
UN CADUTO DELL' INTRA RIMASTO IGNOTO

In un giorno imprecisato del mese di febbraio 1945, un alpino si trovava in osservazione sulla testata di un canalone - cosiddetto dai cavatori per la sua pericolosità: "Canal del Macello" -, poco sotto alla quota 1456, sul versante nord-ovest del Monte Altissimo. Con probabilità cercava di osservare il transito dei civili che passavano il fronte: si volle sporgere troppo e la neve ghiacciata lo tradì, facendolo scivolare lungo il ripido canalone. La sua discesa si fermò molto più in basso, in pratica sulla lingua di sentiero che dalla cava dei Colonnoni sale al Passo degli Uncini. La neve alta rallentò il suo scivolare e ne provocò l' arresto, prima che il canale diventi ripidissimo, lasciandolo ferito ma vivo. Qualcuno da basso lo udì gridare e lamentarsi: a causa di fratture agli arti non poteva camminare. [...]

[pag. 74]
NUOVA TRAGEDIA SULL' ALTISSIMO

Il 15 febbraio una pattuglia della 13^ Comp., comandata dal s. ten. Luigi Giglio, scese dalla vetta dell' Altissimo sulla cresta nord, portandosi dulla vedretta ghiacciata tra la quota 1456 ed il Passo degli Uncini, ove si trovava un campo minato. Era successo che il campo di mine si era spostato a causa del movimento della massa nevosa; compito della pattuglia era di riattivarlo. Gli alpini scesero senza ramponi, ma una volta ancora il ghiaccio tradì l'appoggio ad uno di loro, l'alpino Luigi Anselmi, il quale scivolò per decine di metri sul versante nord. Nella caduta, a causa della violenza dell'impatto, Anselmi stroncò degli alberelli di faggio, del diametro di 7-8 cm.

[pag. 75]
LE MINE MIETONO VITTIME

A metà febbraio, il Comando dell' Intra, visto l' intensificarsi dei passaggi di civili e partigiani attraverso il varco del fronte, decise di aumentare la sorveglianza dei Passi del Vestito e della Greppia, inviandovi un numero maggiore di pattuglie e posandovi qualche mina in più. Inoltre, l'inizio del disgelo e il conseguente calo del manto nevoso in cui erano nascoste le mine, rese necessario il riassetto dei campi minati. Il 23 febbraio una squadra di pionieri della 15^ Comp., scortata da una pattuglia di sicurezza dell' 11^ Comp. si trovava a posare mine sul Passo della Greppia.
Il cielo era sereno ma l'aria molto fredda ed il terreno ricoperto di neve. Nel primo pomeriggio, mentre i pionieri ponevano le mine a strappo, l'alpino Umberto Lumelli urtò inavvertitamente il filo di una di queste, provocandone lo scoppio. Lumelli ebbe un piede ed un polpaccio dilaniati dall'esplosione. [...]

[pag. 78]
UNA "POWER PATROL" ATTACCA AL PASSO DELLA GREPPIA

Il Comando dell' Intra, sempre ben informato dalla rete di spie che confondevano ai civili nel passaggio del fronte, venne a sapere che il Comando del 371° Rgt. USA avrebbe inviato una "Poer Patrol" sul Passo della Greppia, la notte del 27 marzo 1945. Così il magg. Appoggi inviò sul Passo un reparto ben armato di una ventina di uomini [...]
Ricorda Tullio Nadin: "In seguito a quest' episodio, la mia squadra fu spostata dopo il bivio Campagrina-Arni e con noi mandarono tre artigleri e un obice da montagna della 14^ Compagnia. Il nostro compito era di sparare sul varco del fronte alternando tiri di cadenza diversa ogni notte: la prima, un colpo di cannone l' ora, la seconda uno per mezz' ora e la terza tre colpi ravvicinati ogni ora, in modo che il nemico non venisse a conoscenza del momento di arrivo dei proiettili".

[pag. 84]
IL BTG. INTRA CONTATTA I TEDESCHI SUL MONTE FOCORACCIA

[6 aprile] Mentre l'attacco americano dilagava, le posizioni della 13^ Comp. mantenevano il contatto telefonico con il presidio tedesco del M. Focoraccia, ormai isolato dal resto della 148^ ID. Ad un certo punto anche questo contatto telefonico s'interruppe, così fu ordinato alla squadra del serg. magg. nadin di ristabilire il collegamento tramite un' azione di pattuglia. Gli uomini di Nadin rimasero di protezione sul Passo della Greppia mentre il ten. List, l' obergefreiter Karle e il serg. magg. Nadin, si diressero attraverso la cresta della Focoraccia, pervenendo nei pressi del monte omonimo.
Arrivati nel punto in cui il sentiero sale su uno stretto e ripido passaggio di roccia, furono accolti dal crepitare di una MG 42 che sparava dalla cresta del M. Focoraccia: il presidio tedesco aveva scambiato la pattuglia di collegamento per partigiani. Chiarito l' equivoco Nadin, List e Karle salirono verso la sommità del sentiero, che salendo su una stretta lingua rocciosa, conduce al Monte Focoraccia. Ricorda Tullio Nadin: "Il ten. List ci ordinò: - Voi mettere piede dove messo io! -, Ed io: - Perché? - Non ebbi risposta. Quando fummo in prossimità delle "tane di volpe" dove vivevano i tedeschi, ci arrivò addosso il fuoco avversario. Ci buttammo nelle "tane di volpe". I tedeschi ci dissero che potevano muoversi solo di notte. Il ten. List parlò con loro, informandoli che saremmo andati a prenderli prima della ritirata.
Ritornammo poi a ritroso sul sentiero, e finito l'esile passaggio roccioso List mi disse che avevamo attraversato un campo minato posato dai tedeschi, i quali non avevano lasciato nessuna mappa alla Monterosa. Ecco il perché delle sue parole di prima! Ed io a lui: -Questa è proprio una bella notizia per me! - Riuniti alla mia squadra risalimmo poi l'impervio percorso tornando alle nostre posizioni".

ciao
Luca
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