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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/05/28 15:36 By: dok Status: Utente  
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Rocciatore

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andre scritto:
O dok ancora vivi? Hai visto il cartellone al inizio della (mia)(haha) strada? quando vieni? Voglio sapere che cosa significa.
Poi uno di questi giorni fanno rimettere il cancello.
E meglio per me, per Henraux ma anche "male" per chi vuole butare via i rifiuti illegali nel Parco NATURALE!
E a quelli chi hanno distrutto una finestra di una macchina dei miei amici e sono entrata nella questa macchina.
Attenta per un Mercedes Bianca Classe A.
Andre

ciao Andre! senti che storie...ci vediamo presto
ciao
Luca
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/05/28 17:30 By: andre Status: Utente  
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Escursionista

Posts: 16
graphgraph
ecco le foto:
Spero funziona

150 anni Anniversario del Club Alpino Italiano
500 anni Anniversario della Versilia Medicea

La Sezione di P I S A del Club Alpino Italiano
sta realizzando il
PROGETTO MONTE ALTISSIMO
Recupero della "Via Fanfani" e di "Sentiero dei Cavatori"
tra La Polla e La Cresta del Monte Altissimo
Con il patrocinio del Comune di Seravezza
Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca
Parco Regionale delle Alpi Apuane
Gruppo regionale Toscana del C.A.I.

I lavori sono a buon punto - 26.5.2013 - Giornata CAI sentieri


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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/05/29 08:36 By: Marco di AS Status: Utente  
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Master

Posts: 911
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Ciao Andre, quei cartelli li ha fatti mettere Nerli, me lo ha detto ieri sera. Era contrariato per il fatto del cancello che impedirebbe di parcheggiare più in alto, sotto la tua casa o poco sopra. Per questo pensa che il Comune debba attivarsi per chiedere all'Henraux di lasciare aperto nel week end.

Enzo, non me lo ricordo proprio, direi in qualche sito o proprio qui nel forum; ho fatto una veloce ricerca ma senza risultato.

Luca, non ne dubito anche se lei non mi ha detto niente in merito. Direi però che non le ho fatto una domanda diretta in questo senso.

Marco
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/05/30 21:38 By: dok Status: Utente  
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Rocciatore

Posts: 121
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Enzo ha scritto:
Sulle questioni toponomastiche, ne aggiungo un'altra, sperando di chiarire quello che per me è rimasto un piccolo mistero: è già stata rammentata da qualcuno la focetta situata sul lato sinistro idrografico di quello che è normalmente chiamato canale degli Uncini, e cioè di quel canale che dai pressi del Passo degli Uncini scende nei pressi del Passo della Greppia, focetta dalla quale si scende per tracce alla marmifera del versante Sud dell'Altissimo a monte dell'ultimo tornantone; ebbene, quando vi passai la prima volta, nel '95, su un sasso situato proprio sulla foce stava scritto in rosso 'Foce obiettivo', scritta scomparsa al mio passaggio successivo. Qualcuno ne sa qualcosa?
Faccio un'altra domanda, andando di sicuro fuori tema, ma ho troppa curiosità: in quegli anni, in un certo punto del crinale tra Passo degli Uncini e cresta Ovest dell'Altissimo figuravano una freccia e la scritta 'Serra', ambedue in rosso, anch'esse scomparse alle visite successive; qualcuno è a conoscenza di un itinerario di discesa diretta verso Sud da quel tratto del crinale, e cioè a monte del Passo degli Uncini?

e a proposito di vecchie scritte rosse con freccia c'era pure questa, alla Foce Capraia: non ricordo se <VIA> o <SENTIERO> della libertà, e sembrava che la freccia puntasse in direzione di quella traccia che costeggia il torrione del Focoraccia in direzione Aiola...



per quanto riguarda le due scritte più alte, Enzo, non ricordo di averle mai viste, ma ricordo bene la segnatura a bolli rossi di un tracciato di discesa dalla focetta intermedia Greppia-Uncini.
ciao
Luca
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/06/02 18:22 By: dok Status: Utente  
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Rocciatore

Posts: 121
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a pag.93 ASdL ho accennato al fatto che a quel punto, come nella rivoluzione copernicana, non girava più tutto intorno alla Foce Capraia [alias passo del Pitone], ma si era arrivati a una spiegazione per cui ciascuno dei tre passi successivamente tenuti aperti dalla Resistenza ha una storia e importanza specifiche, attorno a cui orbitano epoche ed eventi che vanno individuati e differenziati: come non è corretto chiamare tutti indifferentemente passi o sentieri della libertà, così pure non è corretto accentrare tutto in un solo Passo del Fronte per antonomasia.
se il passo del Pitone [Foce Capraia, passo della Focoraccia] domina la scena in contemporanea e dopo quello della Cardella fino ai primi del dicembre '44, e ad esso è associata la memoria dell'episodio Marchini, a quello della Greppia vanno associati il passaggio delle formazioni del 2 dicembre, e a quanto pare il successivo transito relativo alla fase di riorganizzazione partigiana e all'istituzione a partire dal febbraio della Via della Libertà.

viene così a cadere quello che chiamerei un <luogo comune>, basato sull'impropria associazione Foce Capraia-Via della Libertà.

come si è detto non si vuole mettere in dubbio il fatto che un gran numero di persone [e forse anche la parte più consistente] passò di lì nell'impresa di attraversare le linee: ma solo rimarcare che, se per Via della Libertà va propriamente inteso il modulo organizzativo del passaggio del fronte concretizzatosi nei primi di febbraio sotto la supervisione del comandante Vinci, allora l'associazione corretta è passo della Greppia-Via della Libertà.

questa associazione risulta essere, diversamente da come si credeva, comprovata più che a sufficienza dalla ricerca storica, dai documenti e dalle testimonianze, tanto che, come suggerivo provocatoriamente in quello stesso post, è piuttosto quella Foce Capraia-Via della Libertà a dover essere verificata e legittimata con altrettanta forza almeno.

ricordo che nel topic il più <importante> tentativo di legittimazione in questo senso fu quello tentato dall'inossidabile trio con la <bomba> a pag.58, bomba che era destinata inevitabilmente a scoppiargli in mano, per un peccato di omissione mica da poco:

Premessa

Lo sviluppo di ulteriori imformazioni effettuate,hanno portato ad una conclusione che non lascera' ombra di dubbio,nel proseguo delle future ricerche.Tale conclusioni porteranno discordanze,tra i componenti del gruppo "via della liberta'"

Ringraziamenti

Si ringraziano tutti i componenti del gruppo,(nessuno escluso)per le imformazioni e i dati inerenti alla composizione del topic,in particolare il mio socio Fabbri,che con l'ultima sua ricerca "il libro di Vinci Nicodemi" c/o l'A.N.P.I. di Massa,ha finalmente risolto l'enigma del passo del Pitone,creando un corridoio per il proseguo delle ricerche nel versante Azzanese.

testi originali dal libro "Guerra sulle Apuane"di Vinci Nicodemi e Giuseppe Lenzetti edizioni A.N.P.I. Massa

All?inizio si passava dal Cinquale,dall'Aurelia e dalla Fortezza,poi da Venturello,dal Carchio e dalla Cardella,ma,poco alla volta.con il completamento dello schieramento delle truppe tedesche e fasciste,ogni valico veniva chiuso.
Resto' aperto soltanto un punto dal quale si poteva cercare di passare.
Un punto nel quale per la SUDDIVISIONE dei compiti tra tedeschi e fascisti nella difesa della "Linea Gotica"era rimasta una FALLA,un luogo non ASSEGNATO ad uno dei schieramenti: IL PASSO DEL PITONE.
Era uno scosceso sentiero di montagna adatto piu' ad essere percorso da alpinisti che da gente normale;che doveva essere percorso di notte ed in silenzio perche esposto al fuoco delle truppe fasciste del Battaglione Intra della Monte Rosa.
pag.97/98 [...]

beh non potrei essere più d'accordo di così...il libro l'ho letto anni fa ed è stato quello che ha dato il mio incipit alla ricerca di questi percorsi proprio in base al pezzo di testo che hai riportato. se la fonte fosse attendibile al 100% forse saremmo arrivati a capo della cosa...voi che ne dite?
Guido

la particella omessa in coda alla citazione del testo <originale>, che riporto qui integralmente...

[Guerra sulle Apuane, pag. 98]
Era uno scosceso sentiero di montagna adatto più ad essere percorso da alpinisti che da gente normale: che doveva essere percorso di notte ed in silenzio perché esposto al fuoco delle truppe fasciste del Battaglione Intra della Monte Rosa posizionato in alto sopra quel sentiero (foto); che le milizie fasciste, sapendo che da quel passo fuggivano dei cittadini, periodicamente minavano per impedire il passaggio.
...è infatti proprio il dato chiave che permette, con una piccola caccia al tesoro, di trovare nel libro un riferimento certo per il <passo del Pitone> di Vinci Nicodemi: la posizione relativa delle truppe della Monterosa rispetto a quel passo.

[Guerra sulle Apuane, pag. 70]
I varchi usati per il passaggio durante i lunghi mesi della Linea Gotica e dell'occupazione Nazi-fascista, erano stati numerosi, ma a quel punto l'unico valico aperto, sempre molto pericoloso da attraversare, era rimasto il "Passo del Pitone", dove a poca distanza e un po' più in alto, aveva preso posizione un gruppo di Alpini della Monte Rosa, il battaglione Intra, per respingere gli Alleati in caso di una loro avanzata da Arni. Si tenga presente che il passo, nel versante massese, era stato minato fino ai primi castagni di Campiglia.
e ancora:

[Guerra sulle Apuane, pag. 56]
Prima di arrivare al Passo del Pitone mi fermai per far cenno ad ognuno che da lì in avanti bisognava tacere assolutamente perché stavamo per passare a poche decine di metri dalle truppe nazi-fasciste che avrebbero potuto individuarci e spararci.
Arrivati al Passo trovammo che la visibilità era molto scarsa e cominciammo la discesa quasi seduti, aiutandoci con le mani e con i piedi per il lungo, scosceso sentiero che, attraverso il Monte Altissimo, conduce al paese di Azzano.

ribadendo il concetto esposto nel post precedente sempre a pag.93: prossimità delle truppe della Monterosa posizionate a poche decine di metri di distanza in alto [Uncini] sopra il passo: non vedo di che altro si può parlare qui se non del passo al Pizzo del Tabarrani...perché dalla Foce Capraia alla posizione della Monterosa ci sarà anche un chilometro, altro che qualche decina di metri: per questo non si vede come i nostri siano potuti arrivare a quelle conclusioni.

un riferimento altrettanto esplicito alla posizione relativa del passo viene da una testimonianza di Lido Galletto:

[Lido Galletto, A coloro che...perché conoscano, pag. 33]
[17 dicembre]
[...] Arriviamo ad Antona, da dove una guida ci porterà sull'Altissimo prima dell'alba, per poi discendere il versante versiliese nelle terre di nessuno. [...]
Ad Antona si forma un piccolo gruppo a cui ci aggreghiamo, per seguire la strada su sentieri conosciuti, lambendo postazioni della Divisione Alpina «Monterosa» della R.S.I in silenzio. Quando la guida ci lascia sul passo, albeggia. Lontano si distende la costa versiliese illuminata. Scendiamo velocemente su sentieri ghiacciati nel fondovalle.

si noti che il suo passaggio è avvenuto quasi in contemporanea al terzo di Nardo Dunchi, e comprova che a quella data il modulo organizzativo della Via della Libertà non era ancora in uso, a differenza di quello di Renato Putamorsi dei primi di febbraio '45.

e a guardar bene c'è secondo me, in Guerra sulle Apuane capitolo Marchini, un altro indizio sul fatto che il passaggio in uso era già quello al Pizzo del Tabarrani:

[Guerra sulle Apuane, pag. 61-62]
Da Forte dei Marmi fummo trasportati con dei camion fino nei pressi di Azzano. Ad Azzano fummo trattenuti dagli Americani che, senza darci alcuna spiegazione, ci impedirono, trattenendoci, di passare il fronte con la luce del giorno come noi avremmo desiderato fare. Gli Alleati avevano notato un insolito movimento sui crinali del Monte Altissimo, occupati dalle truppe nazi-fasciste; si erano preoccupati delle nostre sorti e ci avevano fermato così a lungo per farci passare di notte.

Quello che gli Americani non sapevano (e che era la vera causa del movimento delle truppe nazi-fasciste) era una soffiata pervenuta al Comando Tedesco. Questa spiata dava per certo il passaggio del fronte, in quel giorno, del Comandante dei Patrioti Apuani cioè di Pietro partito da Firenze nella mattinata.

Fummo così obbligati ad attendere il buio per iniziare il nostro passaggio del fronte attraverso il Passo del Pitone. Passare il fronte di notte per noi era una cosa normale ed abituale in quanto le nostre guide conoscevano il percorso palmo per palmo e noi, dopo il lungo periodo trascorso in montagna, eravamo diventati dei provetti alpinisti. Diversamente dalle altre, questa volta, io, tutto il tempo che siamo stati trattenuti al Azzano, ho sentito dentro di me il desiderio di partire con la luce del giorno perché, mi dicevo, con la luce, su quei terreni accidentati e pieni di grotte, in caso di attacchi nemici ci si sarebbe potuti difendere molto meglio che nel buio. Non mi era venuto alla mente il pericolo delle mine perché da molto tempo le mine non erano più state utilizzate per impedire il passaggio dai vari valichi. Ero come spinto da un oscuro presentimento di cose che avrebbero potuto minacciarci stando fermi ed attendendo senza far nulla.

Era il 15 dicembre la notte scese rapidamente e verso le ore 17 ci avviammo nel buio. In conseguenza dei movimenti che erano stati notati sul monte durante la giornata ci muovemmo con molta maggior cautela delle altre volte. Non volevamo provocare cadute di massi o scivoloni o rumori che avrebbero potuto allertare le forze nemiche che, anche se nel buio più profondo nel quale noi eravamo avvolti, avrebbero potuto sparare con le mitragliatrici verso i luoghi ove sapevano che passava il sentiero del Pitone.

Vinci parla qui di terreni accidentati e pieni di grotte, atti a favorire tatticamente un passaggio in pieno giorno, e la notazione mi porta inevitabilmente a pensare al Canal dal Prado [Greppia], sulla linea delle Grotte di Celè e a ridosso delle pareti dell'Altissimo: quello era il percorso in uso, e probabilmente, come da testimonianza del Gildo Della Bianchina, quella volta l'obiettivo fu spostato [Foce Capraia], in conseguenza delle preoccupazioni per il movimento notato in giornata sul crinale dell'Altissimo.

riporto infine un'altra testimonianza tratta dagli Atti del convegno della Lunigiana:

[Daniele Bucchioni, Il passaggio dei civili, delle missioni e dei prigionieri attraverso la linea gotica, testimonianza di Fausto Vignudelli, pagg. 150-151]
[dicembre 1944]
[...] Ripartimmo la notte successiva, e superato l'abitato di Monzone, salimmo alla frazione di Vinca. Qui facemmo tappa, mentre io, anche in base alle direttive ed alle notizie fornitemi alla partenza, valutavo il successivo itinerario da seguire.
Le difficoltà che ci si presentavano erano enormi.
Salire in alto, lungo le creste, significava affrontare le insidie di un terreno impervio; superare crepacci profondi mascherati dalla neve; attraversare burroni e perdersi nella tormenta senza possibilità di soccorso in caso di incidenti.
Scendere in basso facilitava le sorprese da parte tedesca. Decisi quindi di seguire la via mediana, che presentava minori difficoltà per quegli uomini già tanto provati dalla fatica e dalle privazioni.
Il giorno 23 sostammo al Forno di Massa. Proseguimmo risalendo verso Monte Altissimo e nella notte sul 25 scendevamo lungo i costoni orientali. Percorrevamo un sentiero ghiacciato e battuto dal vento e procedevamo con estrema fatica. La temperatura era polare: nevischio e ghiaccioli colpivano i nostri volti come proiettili. Sotto di noi c'era solo buio e burroni senza fondo. [...]
Verso le 05 incappammo nel fuoco che le artiglierie americane e quelle tedesche si scambiavano. Ci riparammo sotto le rocce in attesa che il fuoco cessasse. Sentivamo che ormai la meta era vicina.
Scendemmo a valle con estrema cautela cercando di evitare le postazioni tedesche, e cademmo al centro di una batteria americana!
Era il giorno di Natale e fu per noi una doppia festa!

ciao
Luca
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2013/06/03 12:10 By: bergame Status: Utente  
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Free Climber

Posts: 253
graphgraph
essendo ormai alla soglia della pagina n. 100 ho pensato di festeggiare con un indice che ho inserito in un topic separato

http://www.alpiapuane.com/php/index.php?option=com_joomlaboard&Itemid=34&func=view&catid=2&id=20648#20648

questo è l'ultimo post prima della pagina 100 … è aperta la gara a chi arriva ….100esimo
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