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sisiziocane. la discussione si è arenata sul più bello, proprio
quando saltano fuori due testimonianze chiave e un reperto dalle
bancarelle del Cinquale. e dici bene Bergame, ce n'è da scriverci un
romanzo storico-thriller, il titolo c'è già su misura: <Il Nome del
Palerosa>... io, più modestamente, nei panni che mi sono stati
affibbiati di <Hannibal LuCannibal>, mi trovo però più a mio agio
nella sceneggiatura del mio filme...<Il Silenzio degli Scriba>, e
con un massiccio intervento rompo il suddetto silenzio, nell'attesa che
lo <scriba burocrate fiorentino> finisca di cucinare ammodo il
<ragguaglio alla tonfanese>. ma prima di venire al punto faccio
due osservazioni cui si è accennato nell'incontro, ma che non hanno
avuto gli onori della cronaca:
... x
BERGAME per quanto riguarda l episodio di Marchini e la bomba ,sembra da
testimonianze di, Giuseppini di Antona e Mario Canti di resceto era uno
dei seccorritori che sono andati a prenderlo,loro dicono che e'
successo una una cinquantina di metri appena dopo il passo dove ce la
lapide scendendo verso campiglia poi sulla cartina lo vedremo fatemi
sapere luogo e ora di domenica ciao Fabbrì o Fabri, a me il
Mario Giuseppini di Antona ha detto che il fatto di Marchini Antolini è
successo addirittura dopo il fosso, quindi in linea con quanto scritto
nell'opuscolo dell'ANPI. confermo invece la distinzione dei tre
passi: il Zappello, ovvero il passo della Focoraccia, il Pitone e la
Greppia. e la distinzione di una via bassa e una via alta di Campiglia,
quest'ultima come accesso al passo della Greppia.
xLuca:
ma quelli che hai disegnato sono tornantini o sbaglio ? sembrano
coincidere con la descrizione dell'Armanini (stretti tornanti subito
dopo l'attraversamento del fosso) . C'è qualcosa che non ti convince ?
forse perché vuoi prima capire come proseguiva il percorso nella parte
sopra il 188bis ? LA traccia che hai trovato sembra coincidere con una
linea tratteggiata presente anche sulle vecchie IGM, è quindi probabile
che questa traccia proseguisse verso la famosa linea tratteggiata
scomparsa che passava dal pitone di mezzo, ovvero, come fai notare te,
che la sua prosecuzione naturale fosse verso l'alto e non verso il
188bis. Poco più su di dove sei arrivato te si stacca poi la traccia che
avevo percorso io nella mia ultima esplorazione, quella che te hai
definito "cervellotica". A ben guardare la mia traccia "cervellotica"
sembra proprio la continuazione naturale di quei tornantini che hai
disegnato , anche perché non presenta perdite di quota e prosegue quasi
dritta fino al passo (come aveva fatto notare anche Marco in un post di
qualche giorno fa). o Bergame, chiarito che il passo da me
tracciato non ha corrispondenti con tracce IGM, dico che la mia
esitazione riguarda solo il fatto che questo passo non ha ancora avuto
il conforto nè di una testimonianza nè di un documento, perciò per ora
rimane una semplice ipotesi. comunque quando parlavo di <prosecuzione
naturale> tale da far apparire il 188bis una derivazione di quello
mi riferivo alla parte bassa del 188bis non a quella successiva, che
appunto prosegue verticale con un altro paio di tornanti, mentre il
188bis ci arriva in traversata: si tratta di impressioni, l'innesto è
comunque il punto di intersezione di due vie distinte che vengono dalla
parte bassa e dalla parte alta di Campiglia. per me rimane semmai da
verificare la possibilità di una discesa diretta dai <Gaglini di
Guido>, che a suo tempo avevo ipotizzato potesse essere stata
praticata da Sciamino in riferimento a un episodio raccontato nel suo
diario.
ma
diamo un'occhiata a questo percorso in Palerosa, che è stato
recentemente disseppellito come un'ascia di guerra dall'irriducibile
<trio de'bombaroli>... intanto qui un'occhiata dai
<Cornetti>, sulle placche di cresta tra Palerosa e Canal Dal
Prado, in una posizione strategica di primo piano con una vista a
360gradi, se non fosse per la crescita recente della vegetazione sul
versante nord. accanto al corno di sinistra il Palazzo
nella
mappa ho tracciato il percorso di Guido e quello, in rosso e con una
certa approssimazione, che secondo me potrebbe essere un percorso più
plausibile sulla falsariga dello schizzo del Silicani. le nostre strade
si dividono di brutto in A2, in località <ai Castagni del Moro>,
dove il viottolo, attrezzato e manutenuto dai zanesi per qualche
ragione, finisce. e la sua funzione doveva essere appunto quella, di
arrivare fino lì, dove c'era una selve e probabilmente qualche
manufatto.
risalendo
il versante sulle tracce che collegavano i castagni e sulla linea di
minor pendenza, si incontrano ogni tanto scavi a nicchia nei poggi come
questo, di origine incerta
poco
sotto la cresta, in corrispondenza di un tratto di bosco a grossi
alberi svelti, il versante si presenta un po' più aperto e mi affaccio
sulle placche rocciose lato sud, con vista sulla strada per Azzano e sul
Cavallo
e
in poco si è in cresta in A3, con uno scavo a nicchia lato Palerosa e
un paio di tane di volpe lato Canal Dal Prado. il camminamento di cresta
è ampio e pulito, capre e cinghiali hanno fatto un buon lavoro di
manutenzione. procedendo di pochi passi in direzione Palazzo si arriva
ai <Cornetti> B1, una curiosa formazione rocciosa al cui piede c'è
una postazione circolare scavata e rinforzata a pietre. la vista è
spettacolare e suggestiva, nessuna foto può renderla
procedendo
verso Focoraccia si vede il primo rilievo B2 che occorre montare in
parte e poi costeggiare sul lato nord, traversando un breve tratto di
pochi metri ben percorribile ma con grande esposizione B3, dopodiché si
apre il bosco che scende gradualmente fino al Col della Perlettaia B4
di
qui per procedere verso la Foce Capraia occorre risalire di poco su un
buon viottolo e poco sotto la cresta seguire una traccia ben marcata
quasi in pari che porta nel Canal Dal Prado nel punto dove si arriva
scendendo in prossimità del tornante della Via Fanfani B4-B5. da notare
lo scorcio sulle vie di cava dal Col della Perlettaia: quattro piccioni
con una fava, la lizza della Tacca Bianca e la via degli òmini, la lizza
della Mossa-Vincarella, e un breve tratto della marmifera poco prima
della Mossa, dove è scavata nel monte
di
qui B5 le possibilità sono due: o risalire il canaletto del tornante
B5-C1 e poi magari proseguire diretti lungo il crinale fino al Pitone
oppure risalire il ramo dx orografico del Canal Dal Prado sui percorsi
dei cacciatori, e che sia io che Marco e Fiorenzo conosciamo, seppure
con varianti di uscita diverse -io ne uscii sotto l'<Aiola> poco
prima di D1, Marco e Fiorenzo sull'altro versante- in direzione Foce
Capraia. lascio le considerazioni alla discussione ciao Luca
visto che Luca,nonostante la gamba malandata, ha riaperto le
danze, mi sento in dovere di riemergere temporaneamente dalla full
immersion lavorativa stagionale. Per prima cosa, per rispondere
parzialmente a Nonoomassese, voglio dare la mia versione sul'incontro
di domenica 8 agosto.
L'incontro si è tenuto al Lido di camaiore
al fresco dei pini in un pomeriggio torrido. Ci siamo seduti su vecchie
panche attorno ad un tavolaccio annerito e lì , dopo aver tirato fuori
carte e documenti , abbiamo cominciato a … tracannar: io mi son
scolato una birra grande, luca c'è mancato poco, marco tre bicchieri ,
Guido soltanto due (ma sottobanco secondo me teneva le riserve
strategiche). Fabri si è limitato ai succhi di frutta ma nonostante
l'apparente sobrietà si è lanciato nella difesa della tesi del pitone
di mezzo … ops forse non dovevo dirlo . Allora io per ripicca, sentendomi preso alle spalle,
mi sono messo a contestare la veridicità della mappa di Porneta e ad
avanzare dubbi sulle testimonianze portate da Fabri. Insomma le parti si
sono rovesciate ed ognuno si è trovato schierato sul fronte avversario
Visto che la discussione non prometteva nulla di buono, ad un certo
punto è intervenuto il provvidenziale Marco che ha rimesso uomini e cose
al loro posto, facendo rientrare ciascuno nei propri ranghi.
A
parte gli scherzi: la discussione è stata pacifica e vivace, nessuno si
è fatto male (tranne Luca ma per altri motivi) e l'intesa è stata
ampia. Non ci siamo accordati su programmi e tempi ma a me è sembrato
che il gruppo di ricerca fosse già di fatto costiuito e che fosse anche
ben affiatato. L'unico rischio che ho percepito a posteriori, è che, per
eccesso di unanimismo e di spirito di gruppo, potesse soffrirne la
ricerca e la vivacità della discussione. Io per esempio, alla fine mi
son scoperto un po' meno pitoniano di mezzo. Pure Fabri , che ha
riferito interessanti testimonianze dirette (che farebbe bene a mettere
nero sui bianco qui o da qualche parte) mi è sembrato propendere per un
pitonismo meno separatista e bombarolo. Bisogna dire però che mancava
il terzo del trio, quello più scapestrato ed insofferente delle
discussioni tra scriba. I presupposti comunque sono più che buoni. Poi
non so se alla fine prevarrà la linea aperta al dialogo di Fabri o
l'anima manichea e estremista di Pisa.
Ho
fatto un breve riassunto in cui ho messo un po' di invenzione e un po'
di impressioni. Le cose non sono andate esattamente così ma spero di
aver reso l'idea. Forse Marco saprà essere più preciso e, nel rispetto
dell' etica giornalistica, saprà fare un sunto meno sgangherato,.
Per
quanto riguarda Luca ci risiamo: si merita un'altra sonora bacchettata.
Ma questa volta non per le sue turbolenze dialettiche, ma per essere
arrivato alla riunione pedalando per vari km con uno strappo muscolare
che, a fine riunione, gli faceva assomigliare il polpaccio destro ad un
grosso melone.
Per
quanto riguarda il suo ultimo intervento ... bella la relazione
fotografica e la CTR rielaborata. Una osservazione volante (so che mi
ripeto, ma che ci volete fare invecchiando ci si fissa) : se la grotta
di celé è una di quelle nel canale del prato (ramo sx , cioè quello che
scende dal passo della greppia) e se il col della pelettaia è quello in
B4 mi chiedo come può il Federigi dire che "poco sopra il col della
perlettaia si incontra la grotta di celé" ?
o
Bergame, rispondo qui alle domande che sono sicuro mi farai dopodomani e
ti dico anche l'ora, tra le due e le tre di notte: sai com'è, con la
tua non più tenera età, per usare un eufemismo, stai diventando
estremamente prevedibile, vediamo un po' se ci azzecco. che dire poi
della battutaccia che farai per concludere in bellezza il post, non sto
qui ora a suggerirtela: dico solo che per aguzzà l'ingegno potresti
anche te metterti temporaneamente fuori uso una zampa, così mi
risparmerei di stare a spiegarti le cose...sisiziocane e in realtà
ero convinto che saresti arrivato da solo alla considerazione che quello
in rosso -e mettiamoci pure i segmenti blu tratteggiati nell'alveo del
canale, ora sulla destra ora sulla sinistra- non è, come dici,
<un'ipotesi di tracciato>, o <un percorso che per qualche
logica e convenienza potrebbe essere preferito ad altri>, ma è Il Percorso, La Via
del Canal Dal Prado, ovvero la via che da tempi immemorabili ha battuto
la gente apuana per portarsi in quel crocevia di percorsi che è la
cresta Focoraccia-Altissimo. tra l'altro martedì ho fatto una bella
chiacchierata col Davide Del Giudice, che spero di avere presto qui tra
noi sul forum, che oltre alle antichissime tracce di vita e di
insediamenti in quell'area, ha qualcosa da dire anche su quel tratto di
fronte dalla prospettiva dei tedeschi-alpini della Monterosa, aspetto
che ancora ci manca: posso anticipare che è emerso qualche datto
interessante riguardo alla toponomastica e geografia militare, in
particolare in riferimento al passaggio alla Greppia, rafforzando
un'ipotesi che avevo già espresso nel mio intervento sui Gaglini, e che
si era confermata nella mia ultima uscita di qualche settimana fa. altro
punto interessante è la versione dualistica -Focoraccia e Greppie- che
danno le testimonianze degli alpini della questione dei passi, che per
me paradossalmente rafforza la tesi del terzo passo, quello del Pitone
presso quota 1164, come unica zona realmente franca: un aspetto che ha
qualche implicazione interessante, su cui avremo modo di tornare.
avevo
già accennato in maniera puramente <scribistica> a questo
percorso in un intervento al mio rientro, ripromettendomi di tornarci
meglio in seguito: ora ci torno con mappe e materiale fotografico,
sperando di non scontentare nessuno...ma veniamo alla mappa, sulla base
di una rielaborazione della CTR in cui è evidente qualche ritocco alla
toponomastica dell'area, praticamente è rimasto al suo posto solo il
monte Focoraccia. il tracciato in rosso è definito da una serie di punti
con la lettera G, e non a caso, dato che questo è il percorso disegnato
anche dal ConteGiò. del tracciato fanno anche parte, come dicevo, i
segmenti tratteggiati in blu, che sono i pochi segmenti importanti della
strada-lizza del Canal Dal Prado resistiti al tempo e alla forza della
natura. l'importanza di questi tratti sta nel permettere di configurare
l'ipotesi, che avevo già espresso in passato, di un percorso misto tra
il sentiero della Grota Stiappata-Col della Perlettaia e lizza nel
canale, come era anche prassi più recente dei cacciatori di Azzano. le
ragioni questo percorso misto, e qui vengo a rispondere alla domanda di
Bergame, sono brevità e ergonomia del percorso da una parte, e
superamento di difficoltà dovute al periodo invernale-piena e comunque
roccia bagnata- e alla presenza di ostacoli praticamente insormontabili
dall'altra, come le cascate riprese in qualche foto: nel caso della zona
del Forcello, che è quella che interessa a Bergame, l'itinerario più
diretto è senz'altro quello sul tratto di lizza in buone condizioni
sull'ansa del canale, che permette di evitare l'aggiramento del Col
della Perlettaia, resta da vedere se fosse praticabile all'epoca e nella
stagione invernale il tratto di canale a basso dislivello G4-G6,
altrimenti è giocoforza seguire la linea rossa. avevo già detto che il
sentiero del Colle della Perlettaia è stato messo a punto nel periodo
postbellico del Piano Fanfani, ma probabilmente una qualche traccia era
già presente, anche se di difficile riconoscimento, come emerge dal
diario di Sciamino, oltre al fatto che alzarsi sul Col della Perlettaia
significava comunque esporsi alla vista dall'Altissimo-Cervaiole: dati
che fanno propendere per un percorso basso nel canale, oltre che
escludere qualsiasi percorso che scollettasse in Palerosa...come ho già
detto e non mi stanco di ripetere il passo era nel Canal Dal Prado e non
in Palerosa, e se un giorno riuscisse di fare un incontro da Andre con
la gente del posto di spiegazioni ce ne sarebbero per tutti.
la
via del Canal Dal Prado ha origine alla confluenza del canale nel fiume
Serra, dove si incontrano anche le rispettive lizze: qui il tratto del
fiume visto dal guado. in questo punto G2 l'attacco del sentiero è sulla
sinistra guardando verso Focoraccia, quello della lizza sulla destra,
vedi foto successiva
due
scorci sui tratti superstiti della lizza sui lati opposti presso G3-G4 e
un ostacolo insormontabile in G3, in corrispondenza del quale un buon
viottolo si stacca dal canale e procede a G4 dopo aver risalito di poco
il versante
superato
un tratto imboscatissimo in corrispondenza di un canaletto si raggiunge
la piattaforma G4 a strapiombo sul canale e di lì si risale il versante
su viottolo scalettato che si perde per un brevissimo tratto fino a
raggiungere la Grotta Stiappata, poi si procede praticamente in pari
fino al Col della Perlettaia, su uno stradello ampio e a tratti
scalettato, notare un paletto con filo spinato della recinzione del
cantiere vivaio della Fanfani
ma
facciamo un salto giù nel canale in corrispondenza dell'ansa del
canale, subito dopo la quale c'è il Forcello, in cui si incontrano i due
rami del Canal Dal Prato: qui la lizza è in buone condizioni e permette
di superare l'ostacolo della cascata che nella stagione invernale ha
una bella portata
risalendo il ramo dx orografico del canale si distingue bene il rilievo del piano di strada della lizza
e
alzando lo sguardo ci troviamo di fronte il Col della Perlettaia,
terrazzato a ampie piane e poggi anche murati e traversato il ramo dx
del canale un ampio stradello G6-G7 riporta nel ramo sx, poco sopra un
brevissimo tratto scalettato: che si tratti di un resto del Viarello del
Prato? in verità ho setacciato tutta la zona superiore fino a risbucare
sulla via Fanfani in corrispondenza del primo tratto esposto dopo la
Grotta di Celè, ma a parte tracce di animali e fili elicoidali di
teleferica non ho trovato altro. risalendo il canale canale, invece,
dopo un tratto meglio percorribile sulla sinistra alla base del bosco,
si perdono poi le tracce della strada-lizza in un ravaneto di massi
enormi che si attraversano comunque con facile arrampicata fino alla via
Fanfani in corrispondenza della Grotta di Cele'