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O Pisa, ma che gli ha' letti i nostri post o son troppo lunghi per
i tu' gusti? Bergame ha lanciato l'idea della cresta de' Pitoni, io
t'ho detto icché ne penso della lapide, dok gli ha scritto che ni' mi'
progetto mancava la Greppia, te 'un tu' rispondi nulla di concreto ma
tu' continui a sparare a raffica 'un ti dico icché (ma tu' lo po' capi'
da solo) come se 'un si fosse scritto nulla. Come si fa a ragionare?
Mah! 'Un ci rimane che stendere un velo pietoso...
o Pisanino, guarda che non ho poi questa gran cultura, tu mi fai
anche troppi complimenti. e non mi ci nascondo dietro, è semplicemente
il mio modo di esprimermi in questo contesto, perché mi pare il più
serio e il più appropriato. in altri contesti mi esprimo anche
diversamente e quando ci conosceremo (se per te è importante si può fare
anche prima a quattr'occhi, e forse può anche essere opportuno in
previsione dell'incontro) avrai modo ci verificarlo. e a questo punto
concordo anch'io che è importante conoscersi di persona, sinceramente
sono anch'io un po'curioso di vedere in faccia le persone che per tutto
questo tempo mi sono rappresentato con la fantasia, a parte Guido che è
l'unico credo che ho visto finora. credo che questo è importante
soprattutto per me, dato che mi pare che più o meno tutti bene o male vi
conosciate già. e spero che questo sia utile anche per procedere con un
attimo più di positività e fiducia, di cui qualcuno stenterà a
crederlo, ma sento anch'io un gran bisogno: già che è un grosso impegno,
e per giunta non retribuito, se poi mi tocca pure fare la guerra... certo
sono sempre disposto a scendere in campo se la ritengo una giusta
causa, ma sono tutt'altro che bellicoso per natura e soprattutto lungi
da me il tirare in campo altre persone, o marionette come le chiami te,
che invece anche senza di me se la cavavano già egregiamente -e questo
mi pare tu non l'abbia ancora capito- tanto che la prima cosa che non ho
potuto fare a meno di far loro sono stati i miei più sentiti
complimenti: come giustamente dici, se hai un problema con me non tirare
in ballo altre persone che non c'entrano nulla e che pur non conoscendo
ancora di persona mi sento di rispettare anche solo per quello che
fanno e per come lo fanno...poi quella degli opposti schieramenti su
pitoni opposti come tutti hanno capito era solo un'ipotesi che serviva
al filo del ragionamento, non era certo una dichiarazione di guerra tra
fazioni opposte.
il punto è invece proprio nell'espressione
<per quello che fanno e per come lo fanno>: questo è certo uno
spazio virtuale, come sottolinea Bergame, ma il confronto dei fatti e
delle tesi è reale. la virtualità ha il lato positivo di darci la
possibilità di confrontarci a distanze anche enormi e in tempi
limitatissimi e con strumenti potenti, ma ha senz'altro il lato negativo
di non poterci dare una presenza in carne e ossa, e soprattutto una
conoscenza personale che ci permette di meglio interpretare e dare un
giusto peso a espressioni, battute, modi di scrivere o di far polemica. io
non conoscendovi ancora di persona, ma oltretutto non sarebbe neanche
richiesto per trattare una questione di carattere storico e geografico,
mi limito a valutare e a intervenire nel merito di <cosa viene fatto e
di come viene fatto> e, diversamente da tanti, in modo tanto più
forte quanto più forte o autorevole o semplicemente gagliarda è la
persona <che fa quelle cose e le fa in quel modo>, perché quanto
più è grande in tutti i sensi una persona, tanto più grande è la sua
forza a dare un verso alle cose, e di conseguenza la sua responsabilità. ma a prescindere da questo, credo che la ragione della mia rinnovata discesa in campo era evidente. io
sono più o meno nessuno, a dispetto dei tuoi appellativi mistici o
dottorali, ma questo, quando riesco a dare il meglio di me, è il mio
atteggiamento, che qualcuno può anche valutare semplicemente
autolesionistico, e qualcun'altro forse no. ma senz'altro è quello che
diciamo vorrei essere...sarà anche perché in realtà non ciò i coglioni,
potresti pure averci azzeccato, anche se sinceramente credo che la
psicanalisi esuli dai temi trattati in questo forum, in questo topic
quantomeno. ma se ci tieni tanto possiamo davvero parlarne a
quattro...occhi. in ogni caso, dagli ultimi tuoi pacati interventi io
sarò anche meno <maschio> e meno <gagliardo>, ma ho come la
netta impressione che tu sia diventato...come dire...più <messia>
e più <dottore>...mi sbaglio? e mi pare che ora un pochino
cominci a roderti anche a te, come sicuramente a me e ad altri che si
sono messi su questa strada, o forse meglio via o sentiero, il fatto che
della rassicurante forza di facili certezze ahimè dobbiamo fare a meno,
purtoppo è un dato, assurdo e bastardo quanto ti pare, ma un dato...e
che la forza e la certezza vanno cercate altrove, forse proprio a
cominciare da noi stessi, quello è senza dubbio il primo <sentiero
della libertà> che va trovato: la capacità di metodo, la capacità di
camminare sulle proprie gambe facendo della strada, dei validi passi
avanti. perciò non trattarmi come uno che sa ma non vuole dire, è più
vero piuttosto quello che tu dici di me, che sono un <poveraccio>
(perché non ho in realtà altra ricchezza che la fame di sapere, ma non
ti credere che sia poco), che cerca, come tutti gli altri e come te,
quando dai il meglio di te.
dimmi una cosa piuttosto: ma quel
libro che hai citato <Partigiani apuani e linea gotica>, è forse
quell'opera in due volumi curata da Ermenegildo Della Bianchina,
Michelucci e altri, raccolta di preziose testimonianze di partigiani,
che ho appena descritto nella mia lista bibliografica dicendo solo, ed è
l'unica della lista, che non mi ricordavo il titolo e non mi sono poi
premurato di fornire successivamente? non ne sono sicuro, ma se è così mi scuso solo ora, è una svista piuttosto grave, con gli autori e l'ANPI di Massa. ciao Luca
LIBERO VIRGINIO ANTOLA-partigiano combattente Gruppo F3,Compagnia "Falco" libro PARTIGIANI APUANI E LINEA GOTICA VOL. I I di Massimo Michelucci e altri. pag.90
racconto
"Sono andato a San Marcore,nel Monte Antona,con Gildo e con Sergio e
poi venuto il 2 dicembre,lo sbandamento.Sono rimasto ad Antona ed è
venuto il momento di passare il fronte,che eravamo vicino a Natale,e
praticamente ero con ANTOLINI,e eravamo con il gruppo di VINCI
NICODEMI,"Sergio"era di la', e allora io e questo Antolini si decise di
passare il fronte;mi disse che sarebbe andato a salutare a Forno i
suoi,e che sarebbe tornato su la mattina per metterci in viaggio verso
il fronte.In quella notte li,è andato su al passo del PITONE a prendere
Marchini e via discorrendo,e ci hanno lasciato la pelle.La mattina del
15 dicembre 1944 dovevamo passare il fronte insieme,ed invece quella
notte stessa sono morti.Ritornai al Forno,avvisai la famiglia,e dopo un
paio di giorni mi decisi di passare il fronte."oggi ho partecipato all'
inaugurazione nuova sede A.N.P.I Massa e guarda caso ho avuto l'ennesima
conferma per quanto riguarda un sentiero della liberta':,(quello che
secondo "Ofenomeno"dice che con opera golpistica me ne sono appropriato)
e cioe',usavano il 188 bis e, che il cippo dei caduti e posto sul PASSO
DEL PITONE e da li si buttavano giu'nel canale ,verso Azzano, anche a
rotta di collo perche un vero e proprio sentiero non c era.
Per quanto riguarda DOK...(ofenomeno) a
me sembra di non averti mai dato dell incompetente o quant altro ,ma mi
sa che se ti bacchettano nelle mani( vedi Pisanino) allora scendi dal
tuo piedistallo di sapientone e acculturato che sa tutto e non sa una
sega , e allora fai il modesto come tutti noi che stiamo cercando di
dare chi, piu chi, meno il proprio contributo (da parte mia
modestissimo)...o no?
comunque visto che, come gia detto
vorrei fare l attraversata totale o una parte di notte visto che il lato
Azzano non e' molto semplice per ora con un gruppo di ragazzi, dimmi
tu che sai tutto dove devo farli passare, anche perche probabilmente
faremo anche un articolo sul giornale ...sai non vorrei che io e alcune
personaggi dell A.N.P.I.(vedi libro di Vinci )e anche qualcun' altro
Pisanino. ci facesse una figura di M...A..!!!!saluti dal patetico e
ridicolo fabbri
TO...!!! NON è POSSIBILE...non ti posso lasciare un giorno
solo...eee tac...ritrovi un'altra bomba sul passo del Pitone,ma mica
vorrai rubare il mestiere agli scriba...!!!certo li stai massacrando con
tutte queste notizie vergini e affidabili...Pero'non essere cosi
severo con Luca...Lui almeno e sceso con noi dal piedistallo e ne ammiro
le gesta...roba da attributi,mentre qualcuno è salito ancora piu' in
alto a Firenze e non sa piu' che piccioni prendere,dai non fare
l'ingordo passa qualche notizia anche a noi...siamo o no una
squadra...??? x Luca il libro è quello PARTIGIANI APUANI E LINEA GOTICA vol II, di Massimo Michelucci,e altri ANPI Massa 2007 Vi saluto Pisanino
un sincero ringraziamento a Paolo Capovani dell'associazione
culturale Sirio Giannini di Seravezza, per avermi concesso di disporre
dei nastri originali pre-montaggio del filmato <La Via della
Libertà>, intervista a Pietro del Giudice, a cura di Paolo Capovani e
Giovanni Cipollini, pubblicandone questo stralcio che fornisce
senz'altro un significativo elemento in più all'indagine.
in
attesa di una reazione in particolare da Pisanino, sto seguendo
un'altra pista, che ha dei punti di contatto con la recente
opportunissima segnalazione di nonnomassese che ringrazio. si tratta tra
l'altro del sentiero della Cardella di cui ho avuto modo di sentire
oggi che, partendo dalla lapide, doveva tenersi, senza mai toccarlo,
nella macchia sulla sinistra orografica del ravaneto, puntando in
direzione Finocchiaia, per poi ricollegarsi al sentiero e al vione di
Carchio. per cui per intanto niente Finocchiaia e niente Palerosa
all'orizzonte...
torno poi su una questione che era rimasta in
sospeso: quella dei tornanti di Campiglia in relazione all'episodio
Marchini-Antolini, posso finalmente citare le testuali parole di Maria
del Giudice:
Pietro consegnò tale somma
(si riferisce qui ai famosi sei milioni che portava da Roma, la nota è
mia) al CPLN a Carrara dopo averne concordato le modalità di
distribuzione e il 23 dicembre raggiunse il Comando Gruppo a Forno dove
venne a sapere di essere scampato, un'altra volta a una trappola
mortale. il Comando tedesco che aveva tra le sue priorità la sua
cattura vivo o morto, a mezzo delle proprie spie, venne a conoscenza del
suo viaggio oltre le linee per incontrare gli Alleati e decise di
predisporre, in attesa del suo rientro, un micidiale agguato minando gli
ultimi stretti tornanti del sentiero che dal Passo del Pitone porta al
Fosso di Campiglia. In quella zona il sentiero, alpinisticamente
impegnativo, si snoda attraverso un'erba aspra, fatta a ciuffi e oramai
ingiallita dalla stagione invernale, il 'palero'. In mezzo a quell'erba i
tedeschi installarono e collegarono tra loro con fili, che
attraversavano ripetutamente il sentiero, una serie di mine antiuomo. La
trappola non era stata posta in alto fra i picchi dei passi, dove
sarebbe stato facile per i partigiani ed il loro comandante evitarla, ma
vicino al Fosso di Campiglia, che rappresentava la linea di
demarcazione fra il territorio dei Patrioti Apuani e quello tenuto dai
tedeschi: arrivati nei pressi di detto fosso tutti si sentivano
praticamente fuori pericolo e diminuivano la vigilanza. Nel gruppo
che doveva rientrare da Seravezza non c'era Pietro, in viaggio per Roma,
ma c'erano il comandante Vinci Nicodemi, Andrea Marchini e un gruppo di
partigiani che tornava al di qua della Linea Gotica per continuare a
fianco dei compagni rimasti la Lotta di Liberazione. Raggiunto il
Passo del Pitone, nelle prime ore del mattino del giorno 15 dicembre
1944 il gruppo iniziò la discesa: Marchini era in testa con Vinci
subito dopo di lui e tutti gli altri in fila indiana, obbligata dalla
ristrettezza e dalla pericolosità di quel sentiero percorso, in tempi di
pace, solo dalle capre. Fu in fondo al sentiero che scattò la
trappola: le mine antiuomo urtate iniziarono ad esplodere, molti vennero
colpiti da schegge e scaraventati lontano dallo spostamento d'aria. Un
giovane partigiano di Antona morì sul colpo. A Vinci venne strappato di
dosso il giubbotto di cuoio e una scheggia lo ferì alla fronte.
Marchini fu colpito più gravemente di tutti: perse una gamba, aveva
ferite gravi in tutto il corpo e, nonostante avesse cercato di
ingaggiare battaglia con il nemico, morì poco dopo. Per due volte i
partigiani tentarono di recuperare la salma del compagno Marchini e per
due volte, operando in una zona scoperta e pattugiata costantemente
dall'alto dai tedeschi, dovettero ritirarsi lasciando sul campo altri
due morti. Il giorno dopo il comandante tedesco presentò ai propri
ufficiali il giubbotto di cuoio che Vinci aveva usato per riscaldare il
corpo di Marchini e che era rimasto sulla salma. Sul giubbotto c'era la
coccarda tricolore, riconoscimento del grado di comandante, non avevano
dubbi: il comandante dei Patrioti Apuani era morto. Al Comando tedesco
potevano brindare all futura distruzione dei partigiani. brindisi affrettati che me ne ricordano ahimè di più recenti...comunque...allegria! e salute a tutti Luca