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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/06/04 00:45 By: dok Status: Utente  
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Io ne ho viste cose che voi apuani non potreste immaginarvi.
Navi da combattimento in fiamme al largo dei pitoni di Orione,
E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino ai sentieri di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo…
come lacrime nella pioggia.
È tempo… di dormire.

...o di svegliarsi...e di cominciare a leggere e ragionare un po' di più?
complimenti per l'arringa, è anche un capolavoro di tatto e diplomazia di cui ahimè non sarei mai capace.
o Bergame, se scherzavi per davvero, io non l'avevo mica capito, complimenti per le tue capacità teatrali...

Credo che oggi le Apuane abbiano bisogno di noi più che noi di loro: occorre che la questione investa il più possibile non solo appassionati e addetti ai lavori, ma la stessa opinione pubblica. Vediamo pertanto di dar loro tutti una mano senza perderci in sterili battibecchi, ma nel rispetto delle strade che ciascuno intende seguire, mettendo la propria più o meno modesta competenza a servizio di un bene più grande. E in questo sta anche il senso del possibile progetto di ripristino e valorizzazione dei sentieri della libertà, comunque ancora tutto da determinare e aperto - lo ripeto - al contributo di tutti, purché nel rispetto di un metodo che, almeno in questo caso, deve essere per forza anche storico, e che porta pertanto a concentrare l'attenzione su alcuni sentieri e ad escluderne altri che non trovano sufficienti riscontri e testimonianze, anche se con buona probabilità - ma non con certezza storica - ugualmente percorsi.

Marco

perfettamente d'accordo, Marco, il rispetto di un metodo che non può che essere storico, cioè inevitabilmente basato sulla ricerca e l'elaborazione critica di documenti e testimonianze, e ci mancherebbe: proprio questo è il punto anche per me, e credo di averlo già espresso a sufficienza in passato, e a più riprese.
mi fa piacere vedere che qualche voce critica si leva ogni tanto a risvegliare l'attenzione su quello che si sta facendo e su come lo si sta facendo, e questo per me è un buon segno per voler tornare a far parte della discussione: dico critica e la distinguo bene da polemica, come può magari apparire a chi non è abituato a fare i conti con un'opposizione che può essere costruttiva, e mi pare di averne dato atto finora
questa breve assenza dal forum mi ha giovato dimolto e spero anche a voi, che così avete potuto procedere più sciolti senza il rompiballe di turno, non è vero? il temporaneo distacco mi ha permesso in particolare, valutando un po' tutto il topic dall'inizio come ha fatto anche Bergame, di osservare meglio me stesso e voi: per quanto mi riguarda anche il recente incontro con persone estranee al forum, ma ugualmente interessate alla questione della Via della Libertà e al fatto che questa, come dicevi prima, diventi una questione pubblica al di là di strette cerchie di appassionati e addetti ai lavori, mi ha fatto estremamente piacere e allo stesso tempo mi ha <spiazzato> di brutto, facendomi avvertire anche in senso autocritico l'esigenza di una maggiore chiarezza e universalità nel linguaggio, nel metodo e nello stile di partecipazione alla ricerca: il forum è uno spazio aperto e pubblico, anche chi non interviene legge, vuole capire, osserva, e valuta.
qualche appunto critico ho invece da farlo alla cordata del <trio de'bombaroli> Guido-Pisanino-Fabbri: ma è bene che frammenti quello che ho da dire in più interventi, per evitare quell'<effetto valanga> di cui parlava Bergame, che a quanto pare ha solo effetti controproducenti.
un effetto positivo ha certamente prodotto la mia assenza, l'entrata in campo di Enzo, un elemento che mi chiedo che diavolo ci facesse in panchina, e questo mi fa riflettere sul fatto che tempi più lunghi e ritmi più lenti di metabolizzazione non sono necessariamente un danno, anzi...a dispetto di chi vuole bombe e subito.
c'è ancora la questione del Fondone in sospeso, forse il piccolo tassello mancante per la definizione del quadro di Campiglia, e poi il Col della Perlettaia su cui Bergame mi aspetta con una certa giustificata tensione. vedo che è ancora critica la questione Canal dal Prado-Palerosa, su questo ho ancora qualcosa da dire. senza furia però, in questo periodo sono più impegnato anch'io.
o Marco, a proposito della scelta di Palerosa, vedi un po' se questo ti persuade di più della <politica> risposta di guido, che ultimamente mi pare non sappia più che canali pigliare...dev'essere stato il passaggio al digitale, l'articolo è del grande Marco Rovelli:
ciao
Luca
sabato, 14 maggio 2005



Per il numero appena uscito di Alp, dedicato alle Alpi Apuane, mi è stato chiesto di tracciare un itinerario per le amate montagne attraverso i canti partigiani e anarchici. Lo riporto qui.

Siamo i ribelli della montagna.

“Dalle belle città date al nemico / fuggimmo un dì sull’aride montagne / cercando libertà fra rupe e rupe / contro la schiavitù del suol tradito. (…). Siamo i ribelli della montagna / viviam di stenti e di patimenti / ma la gran fede che ci accompagna / sarà la legge dell’avvenir”.

Questo è uno dei canti partigiani più belli, adeguato per essere intonato nei sentieri delle Apuane, dove già risuonava durante le stagioni della Resistenza. Cominciò nelle Apuane meridionali, la lotta partigiana (e dire che fu eroica, non è cadere nella retorica). Erano gli ultimi mesi del ’43, quando si formarono i Cacciatori delle Apuane. Ricordatevene, quando sarete sulla Pania della Croce – una delle due vette regine di queste Alpi. I partigiani stavano dal lato della Garfagnana, verso Piglionico, dove una cappella ricorda i partigiani uccisi il 28 agosto 1944 nelle loro postazioni sul Monte Rovaio, che sta di fronte alla cappella. Ma se passate da Stazzema (paese di cui è frazione Sant’Anna, dove il 12 agosto del ’44 vi fu un eccidio nazifascista che causò 560 morti), incontrerete il rifugio Del Freo, dove c’è ancora il ritratto del ‘nonno’. Chiedete al gestore di raccontarvi la sua storia. Chissà quante volte, qui, è risuonato ‘Fischia il vento’, il canto più amato dai partigiani (‘Bella ciao’, che è passata alla storia come l’inno partigiano, in realtà si diffuse all’indomani della Liberazione).

Risalendo a nord, si va avanti nel tempo: alla metà del ’44, quando alleati e nazifascisti si fronteggiavano sulla Linea Gotica – che tagliava l’Italia da ovest a est. Partiva dal Cinquale, sul litorale versiliese, passando per Montignoso, al monte Altissimo, e di qui, tagliando il gruppo delle Panie e la Garfagnana all’altezza di Barga, arrivava all’Appennino, proseguendo fino a Rimini. Tra il Carchio e l’Altissimo, c’era il cosiddetto Varco delle Apuane. Di lì, partendo dal paese di Antona, passando per la cresta che congiunge i due monti, e scendendo per il canale di Palerosa, passarono a sud, nell’Italia liberata, migliaia di condannati e di perseguitati politici. Migliaia di persone che trovarono la salvezza grazie ai Patrioti Apuani del comandante Pietro Del Giudice. Il feldmaresciallo Kesserling, al processo di Venezia, dirà di aver avuto più preoccupazioni dai partigiani dell’Altissimo che dalle truppe alleate schierate sul fronte. Furono molti a lasciarci la vita per la libertà altrui, come ricorda questo riadattamento di un noto canto degli alpini: “Il bersagliere ha cento penne / e l’alpino ne ha una sola / il partigiano ne ha nessuna / e va sui monti a guerreggiar. / Quando cade giù la neve / la tormenta dell’inverno /anche venisse pure l’inferno / il partigian riman lassù. / E se poi ferito cade / non piangetelo dentro il cuore / perché se libero un uomo muore / cosa ci importa di morir”.

Era invece dal passo del monte Tambura – l’altra vetta regina delle Apuane – che passavano i partigiani massesi e quelli della Garfagnana. E di lì arrivavano i rifornimenti agli affamati partigiani del massese, sacchi di farina in dorso ai muli per la via Vandelli. Di lì si scendeva a Forno. Dove magari si sentiva cantare una versione partigiana della vecchia canzone anarchica di Pietro Gori ‘Amore ribelle’ (già ripresa dalle mondine in lotta). Me l’ha cantata Alda Fruzzetti, testimone diretta dell’eccidio del 13 giugno ’44: “Noi che amiamo l’uguaglianza / siam al par dei malfattori / ma noi siamo lavoratori / e padroni non ne vogliam. / Se verrai fanciulla cara / noi lassù combatteremo / e quel dì che vinceremo / braccio e cuor ti donerò. / I fascisti alla montagna / e i tedeschi alla pianura / i partigiani non hanno paura / del fucile mitragliator. / Dei ribelli sventoliamo / le bandiere insanguinate / su facciam le barricate / per la santa libertà”.

Nella zona carrarese, invece, c’era la Brigata Garibaldi, dove forte era la presenza degli anarchici (Carrara è città anarchica per eccellenza). Il Battaglione Lucetti, comandato da Ugo Mazzucchelli, era la formazione anarchica, che aveva la base nelle cave di Calocara: “Dai monti di Carrara / un dì discenderemo / all’erta partigiani /del battaglion Lucetti / Più forte sarà il grido / che salirà lassù /fedeli a Pietro Gori / noi scenderemo giù”. E poi, i tanti bei canti degli anarchici: “Addio Lugano bella”, “Sante Caserio”, “Amore ribelle” (tutti e tre opera di Pietro Gori), “Figli dell’officina” (forse il canto più noto a Carrara, composto da un montignosino all’indomani della prima guerra mondiale).

La formazione Ulivi del comandante Memo era invece la formazione prevalentemente comunista: ““E se sapessi o mamma / quanti compagni che ci son lassù / lassù sulla montagna / ch’è presidiata dalla gioventù. La causa nostra / è la riscossa / di Garibaldi / camicia rossa. / Sono orgoglioso di esser coi ribelli /prima di andare contro i miei fratelli”. Ma anche i comunisti cantavano “Figli dell’officina” (salvo sostituire il verso “innalzeremo al vento bandiere rosse e nere” con “innalzeremo al vento la libera bandiera”). Portatele con voi, queste parole, quando sarete sul Monte Sagro, dove ci fu una storica battaglia il 24 agosto del ’44.

E infine, il Monte Brugiana inespugnato. Un monte dal grande valore strategico, tenuto dal vice-comandante Vico, col dispiegamento di tutte le armi pesanti in possesso del comando partigiano.

Oggi ‘la Brugiana’, boscosa e umbratile, è tornata a essere rifugio per solitari. E’ la Brugiana che faceva palpitare il cuore tormentato del poeta apuano Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, il Ceccardo furioso e innamorato che scorgeva “uno spiccio di luna” salire su quei boschi, un “simbolo lucido di scure” che sovrastava il “violaceo cono”, “i tronchi noderosi, e le aperte capigliature”… E lì potete andare a rinfrancarvi dopo le camminate per i sentieri apuani. E se andate al trekking di Paolo Monteleone, per andare a cavallo, o semplicemente per godere di quello splendido posto (per ogni evenienza vi lascio il telefono: 337713610), chiedete a Paolo di cantarvi la canzone del cavatore. Io ci capito spesso: se ci incontriamo, vi prometto che un paio di questi canti ve li farò sentire.
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/06/04 02:23 By: bergame Status: Utente  
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Free Climber

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Anzitutto ... Bentornato Luca il tuo rientro era atteso, il tuo ruolo sul campo di gioco era rimasto vacante Non entro nel merito del tuo intervento perché è ormai tardi. Avevo invece in serbo alcune considerazioni sugli ultimi interventi di Guido, Fabri e Marco. Ecco qua di cosa si tratta.

Per quanto riguarda il volume “Guerra sulle apuane” ringrazio Guido per l’offerta ma ho già provveduto per mio conto e tra non molto dovrei poterlo sfogliare. Però se passi a trovarmi mi fa piacere ... A prescindere

Io non sono “uomo di un sol libro” e nemmeno “di un sol pitone”. Non sono nemmeno così affezionato alle mie tesi da voler chiudere in fretta la questione alla prima parvenza di prova. Da 4 mesi fino ad oggi, dopo aver esplorato il terreno finchè ho potuto, ho continuato a documentarmi e continuerò a farlo .

Anche solo per rompere la monotonia (come il cambiar lavoro di Monti ) sarei felice di trovare qualcosa che ribaltasse veramente le mie convinzioni. Parlo di qualcosa di storicamente fondato e logicamente ineccepibile. Della fondatezza e dell’attendibilità della testimonianza di Nicodemi nessuno dubita, ma non mi venite a dire che quella della lapide è una prova inoppugnabile. Come ha dimostrato Marco, da autentico e navigato “principe del forum”, la lapide lascia piuttosto a desiderare sotto tutti i punti di vista, sia come prova che come attendibilità storico-documentale. Non trasformiamo una seria indagine storica in una disputa tra tifoserie.

Fabri giustamente si chiede “gli studiosi , gli storici ... debbono per forza avere ragione ? “ E’ vero al convegno del 1994 c’erano molti studiosi, ma i membri della segreteria del convegno erano 4: due studiosi (Armanini e Michelucci) e due protagonisti di quelle vicende (Gino Briglia e Pietro del Giudice). Il primo volume degli atti (quello dove compare la tavola XXVII) è stato curato da Briglia, Del Giudice e Michelucci. Quindi le tesi presentate in quel convegno non si possono liquidare come se fossero ipotesi formulate da un qualunque studioso di storia venuto dal nulla. La tavola XXVII è per il momento l’unico documento, visionato e vidimato da autorevoli testimoni dell’epoca, che dia una collocazione geograficamente non ambigua al passo del pitone.

In ogni caso, a prescindere dalla questione della lapide, secondo me valgono le considerazioni finali di Marco. Quello della pulralità dei valichi è un discorso affrontato e dibattuto più volte sul forum, Lo ha tirato in ballo varie volte Luca e ancora continua a ritornare a galla. Probabilmente già all’epoca dei fatti , col termine “passo del pitone” ci si riferiva ad una pluralità di valichi nel tratto tra il passo della Focoraccia e il passo della Greppia (dato che non ha un nome potremmo chiamare quel tratto di crinale "cresta o crinale dei pitoni" ). La spiegazione più semplice è che persone diverse chiamassero in quel modo valichi diversi , vicini tra loro, caratterizzati dalla presenza di un grosso spuntone roccioso e funzionalmente simili.

Non a caso nel progetto di Marco (pag. 47) (su cui mi pare che Pisa si sia pronunciato in modo un po' generico, mentre Guido lo ha fatto con una sostanziale stroncatura sul nascere), tra i valichi della libertà figurano il passo della Focoraccia, quello del pitone di mezzo e in parte quello della Greppia (con tratti da verificare per i collegamenti con campiglia e con il Serra). Nessuno ha mai pensato di negare dignità al percorso amato e curato da Pisa e Fabri. Però non mettiamoci a sbandierare rivolgimenti e colpi mortali a pitoni che hanno l’unico torto di stare in ...mezzo
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/06/04 16:29 By: nonnomassese Status: Utente  
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Per quanto possa interessare. Apprendo da Accademia Apuana della Pace che ieri ci sarebbe stata una escursione guidata nella zona, appunto, del "sentiero della libertà". Referente dell'iniziativa era indicato alfio.raffaelli@montignoso.ms.it
nonn0omassese
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/06/04 17:11 By: Marco di AS Status: Utente  
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Grazie dell'informazione, Augusto; penso sia utile. E bentornato di cuore anche da parte mia, Luca, e... grazie dei complimenti, anche a Bergame, però sinceramente mi mettono un po' in imbarazzo .

Purtroppo ho tempo solo per un saluto frettoloso perché per tre giorni sono davvero di corsa per motivi familiari e di lavoro, poi avrò modo di farmi vivo di nuovo!

Marco
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/06/05 12:33 By: pisanino Status: Utente  
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Uf...uf..che corsa, scusate ragassssi del mio ritardo a rispondervi ma ero nel versante Azzanese alla ricerca dello storico disperso ) da piu' settimane,sinceramente ho trovato delle scatolette di tonno aperte nella grotta del Cele.....e vari appunti di canali Palerosa,Finocchiaia,passo del Pitone e poi invece mi ha avvisato Guido e Fabbri "i Bombaroli"che l'hanno trovato. Si è ritornato ha fatto anche l'intervento su Alpi Apuane .com al topic Sentiero della liberta'.Finalmente si è proprio Lui l'indiscusso persanaggio misterioso...il Messia,lo scriba,il maestro della via della Liberta'"DOK-LUCA"non ci crederai ma sono veramente contento che sei rientrato anche se non mi sei simpatico x la tua arroganza nel disperdere energie nagative verso persone che di umilta' ne hanno da vendere.Ma torniamo a noi dicevo sono contento del tuo ritorno perche credimi i tuoi "allievi scriba"Marco as-Bergame senza il loro maestro...mi sembravano 2 dispersi nel deserto.Sono contento del tuo arrivo perche Guido senza di te si stava annoiando senza le tue frecciatine...sono contento perchè con tutti i petardi che spari tieni sveglio il topic...sono contento perchè...il topic ha bisogno anche di un personaggio come te (anche se mi sei antipatico).
Mi viene da ridere....ha.ha.ha pero' pensando che qualcuno di voi è dal 2008 che sta'cercando la verita' sulla via della liberta'...e...tac...il mio socio non scriba...al primo colpo demolisce mesi,anni di studio..che ridere...lui butta le bombe voi fumi bianchi che li porta via il vento......che fenomeno è quel Fabbri ....e per fortuna Io faccio la parte pratica sul campo, se no altro che bombe atomiche ,ma questo lo lascio a voi scriba ho troppo lavoro da fare di ripristino sentieri.
Vi lascio,con un'altro BEN... VENUTO...RITORNATO DOK/LUCA e rimani il topic è piu' frizzante con Te.
Saluto .....tutti Pisanino
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/06/05 19:20 By: dok Status: Utente  
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ciao Bergame, ho finalmente rimesso le mani sulla tastiera, anche se me le metterei nei capelli, da tanto che c'è ancora da dire, e il problema è da dove cominciare.
così comincio da te, la precedenza alle vecchie domande non risposte, che a me, detto per inciso, danno veramente noia, soprattutto quando si dice di voler fare <lavoro di squadra>.
potrei anche dire di averti usato il garbo di non risponderti, o di avere distrattamente sorvolato sul tuo appello, magari una, due, tre volte...ma non sono fatto così, non mi riesce proprio, e a parte questo non ci provo nemmeno, perché non lo reputo serio, o come direbbe Pisanino, da uomini.
perciò rispondo con piacere alla tua domanda di...neanche un mesetto fa! -caspita, come vola il tempo!- riguardo al Col della Perlettaia, che è effettivamente un dato importante, come il Fondone nel versante massese, per definire un quadro storicamente corretto che metta in coerente relazione i tasselli di territorio finora esplorati e quelli che lo saranno di qui a poco.
voglio prima chiarire una piccola cosa con te, è l'unica bischeratella che ho da rinfacciarti, e la voglio chiarire non per apparire senza macchia, perché non sono certo un santo e i miei errori li faccio anch'io, ma perché chiarirsi è sempre la cosa migliore, poi si va avanti meglio, no?

Poi mi ha colpito questa affermazione di Luca che ho sentito stridere come la carta vetra sulla pelle:

“chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto”

Oooo Docche ! (come direbbe Panariello) un fà tanto lo sportivo perché quando ho chiesto (forse in modo un po’ sfacciato ) notizie sul Fanfani a te e Guido, Guido ha avuto il garbo di non rispondermi (ammesso e non concesso che avesse letto il mio appello) invece te non ti sei fatto scappare l’occasione per mandarmi , senza tanti riguardi, a quel paese ... di Azzano

come hai detto giustamente poi, nessuno mi ha obbligato a partecipare a questa discussione. mettiamo tra parentesi e anzi lasciamo da parte le complesse ragioni personali che mi hanno portato alla scelta di scendere in campo e di prendermi questa bella gatta da pelare e consideriamo i fatti: mi sono presentato come uno che ha già fatto un bel lavoro da anni, non solo, che si è prestato a presentarlo pubblicamente, non solo, che si è sempre mosso in pubblicità e trasparenza, cercando il coinvolgimento e la collaborazione di altre persone, associazioni e enti.
ora, una persona così viene a casa mia e si presenta in questo modo, dicendomi che le cose per cui sto tribolando nei pochi momenti di tempo libero sono già state fatte, e altre ancora, e che c'è quindi la possibilità di partire certo criticamente dal lavoro di un altro per andare meglio avanti senza perdere tempo e energie invano, e io che faccio? gli chiedo gentilmente di aggiornarmi sul suo lavoro e di procedere insieme? assolutamente no! e per la semplice ragione che sono troppo preso dal comprensibile entusiasmo per alcune piccole <scoperte> su cui sogno chissachecosa, per non vedere nel nuovo arrivato da chissadove che un losco intruso che mi vuole soffiare <onori e oneri>.
a parte il fatto, Bergame, che ho veramente fatto fatica a farmi sentire, quando ho cercato di relativizzare la tua <scoperta> con modi più gentili, stile chi deve intendere intenda...a parte questo, poi mi sono sentito interpellato non certo per parlare del mio lavoro, che era di interesse comune, ma per una semplice domanda e puramente strumentale, come quella della via Fanfani, che ti serviva solo per completare il quadro della tua <scoperta>. insomma una <miniera di informazioni> da sfruttare a tua discrezione, e non un minatore come te, che in questa miniera ci ha lavorato più di te e sicuramente più di tutti i partecipanti di questo topic. detto per inciso il fatto che uno ci abbia lavorato di più, o da più tempo, o soggettivamente con più fatica, o per una grande causa, di per sè non vuol dir nulla e non lo rende automaticamente più meritorio o più esperto: se questo lavoro è stato fatto male, allora vale poco o nulla, sono i risultati che contano ed è alla prova dei fatti e della critica che devono essere presentati e che devono reggere, qui si fa ricerca, non curiosi giochi di società.
comunque preferisco di gran lunga un atteggiamento come questo (ma ho fatto caso poi alla nota autocritica) a quello di un Pisanino che pretende di rispettarmi sì come <persona>, ma così <francescanamente> che lo stesso san Francesco impallidirebbe al confronto, e cioè spogliato di tutto, perché ogni volta che apre bocca mi leva qualcosa, e questo è sotto gli occhi di tutti, almeno finché i post storici rimangono al loro posto così come sono stati scritti: finora l'ho lasciato fare, mi è servito per capire, soprattutto se ci è o ci fa, ora sto preparando io una bella <bombetta> per lui...chi di bomba ferisce...
spero che questa spiegazione serva a far capire un po' meglio il mio punto di vista, e le ragioni di un atteggiamento che non è garbato molto, e ci credo. l'averti poi socraticamente mandato a quel paese...di Azzano non era certo offensivo, e anzi coltivo ancora la speranza di ritrovarci lì un bel giorno...comunque se preferisci faccio come Guido, o magari se ne riparla tra un altro mesetto...
via, e sto scherzando, veniamo al dunque:

Riporto le parole del Federigi citate da te:
Lungo il torrente, nei pressi della Polla ai piedi dell'Altissimo, c'è il Canal dal Prado di Greppia, salendo il quale, ad un certo punto, si trova il Col della Perlettaia. Poco sopra, c'è una grotta che prende il nome da un pastore, un certo Celè, e da qui si diramano diversi sentieri da capre

Luca, aiutami ad orientarmi facendo riferimento alla CTR5000 postata da Guido a pag. 41. Su quella mappa il col della Perlettaia è circa a quota 900 sul crinale dx orogr del canale del Prato, quel crinale che culmina col m. Focoraccia . Mentre se non ho capito male, la grotta di Celé secondo te è quella alla confluenza del fosso della Griffaia con i canali che scendono dagli uncini e dal passo della greppia, ovvero circa a quota 750mt. (così è riportata anche sulla mappa di Guido). Allora c’è qualcosa che non torna: o il colle della perlettaia non è lì o la grotta di Celé è un’altra, altrimenti la descrizione del Federigi è priva di logica. E anche gli itinerari riportati da te (quello di ConteGiò e quello di Silicani) non sembrano passare dalla grotta di Celé. Quindi dove collochi tu la grotta di Celé ?

ho seguito con una certa apprensione il fatto che seguendo il filo dei tuoi ragionamenti menavi il Col della Perlettaia per l'aia del Canal dal Prado, allo stesso modo di come io poco prima menavo il Fondone e il fosso di Campiglia appunto per l'aia di Campiglia, dato che, <sempre solerte e disponibile a dar sostegno quando serve>, quel mostro di un Pisanino si era sollecitamente premurato di farmi/farci avere quelle informazioni-chiave, o, se non ricordo male, che si sarebbe quanto prima attivato per procurarsele, ti ricordi te?
in realtà quello dove sei andato a parare come vedo nella foto a pagina 50 è la focetta che di lì consente di raggiungere la sommità di quella cascata per risalire il ravanetoso <fosso della griffaia>, come già ti dissi in uno dei miei primi interventi: questo canalaccio è vecchia conoscenza e del mi cugino, è da una ventina d'anni che si percorre specie in discesa, completando alpinisticamente -pericolo pietre volanti- fino alla Grotta di Celè la calata Tela-Tacca Bianca, attrezzata da nonsochi con tre chiodi a pressione.
il Col della Perlettaia in realtà si trova più in basso, e precisamente <al Forcello>, citato anche da Sciamino nel suo diario, dove si incontrano i due rami del Canal dal Prado: è quel colletto, rivestito di un concentrato boschetto di conifere, che già si vede dal Palazzo, ma ancor meglio da Mortigliani e poi dalla Fanfani.
in realtà ho sentito dare due versioni relative alla sua posizione: una più estesa, come il colle che rimane di fronte al <Col da'Monti>, che sarebbe quello sulla cui sommità passa la via Fanfani nel primo tratto prima di incontrare il Canal dal Prado, e una più ristretta, come il vistoso colletto di cui dicevo sopra. per la sentieristica questo colletto, risalendo il Canal dal Prado, lo puoi o evitare rimanendo basso nel canale sulla massicciata della vecchia lizza che proprio prima del Forcello, sull'ansa del fiume, conserva forse il tratto più maestoso, ce n'è solo un altro più in basso...oppure lo puoi aggirare a monte tenendoti più alto sul vecchio sentiero che passa per la Grotta Stiappata, cui ho già accennato nel mio ultimo vecchio intervento ma ci tornerò su più nel dettaglio e con le foto, e che è stato il più rognoso da riaprire per la forte presenza di scepaloni e vegetazione da giungla, quando si chiude quella altro che du'scopette col pennato...purtroppo nei canali è così. e comunque la fatica e i rischi sono qui ripagati oltre che dalla bellezza selvaggia della natura, da un curioso senso di mistero che ti attrae di cascata in cascata, di colle in colle, verso quella grotta, quella pianta, quel rudere, quel foro di piro, quel muretto, quella massicciata, quelle scalette, quella postazione, quella teleferica, e così via. e qui anche la solitudine è meno solitudine se a ognuna di queste cose sai dare il nome che le appartiene per la sua storia, e ne conosci un po' la vita, te ne senti un po' parte.
in ogni caso a me piace chiamare Col della Perlettaia quel colletto (credo un mucchio di pietre e detriti) al Forcello con sommità quota 685, per le caratteristiche uniche e autonome che ha rispetto all'ambiente circostante, evidentemente a effetto della sua antropizzazione che fu intensissima come dicevo nell'immediato dopoguerra col Piano Fanfani e gli interventi di rimboschimento e risistemazione idrica, e di conseguenza anche della viabilità: si possono notare resti di viottoli con le caratteristiche di mulattiere, resti di gradini di pietra che credevo appartenere all'antico Viarello del Prato, ma vallo a ritrovare te, il rudere di una casetta, una buca-fossa murata all'interno, forse una di quelle di cui parlava Sciamino nel diario, i resti di paletti e filo spinato che non sono della guerra, ma erano le recinzioni a protezione dagli animali del vivaio-piantonaio del cantiere di rimboschimento, e nella parte verso il Forcello una struttura a piane e poggi anche murati a secco...al di là di questi particolari quello che colpisce è la visione del mondo dell'Altissimo capovolto, nel senso che tutto ciò che di familiare uno ha visto per anni salendo le consuete vie, da qui, e ancora dalla cresta tra Palerosa e Canal dal Prado, che pure tratterò più avanti, lo vede per intero, standoci di fronte, ed è una visione che spiazza ma illumina, come il Zucco del Pinzio nella foto (anche lui citato da Sciamino) alla cui base passa la via Fanfani.
comunque, Bergame, se un lo sapevi Perletti vuol dire mirtilli, quindi se hai ancora dei dubbi, stavolta ti mando a quel...colle a cercarli, così ne sei sicuro. in realtà non ho ancora conosciuto un zanese che abbia visto mirtilli al Colle della Perlettaia.
sulla grotta /grotte di Celè, torniamoci anche più avanti: sono comunque d'accordo con te che i conti in tasca al Federigi tornano un pelo meglio se invece che la prima si considera la seconda grotta nell'ordine di salita, anche lì non hai una indicazione univoca, ma in questo caso cambia di poco, non mi pare uno di quei dettagli che fanno la differenza, comunque ora lascio a te la parola.
ciao
Luca



















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