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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
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Date: 2012/06/04 00:45
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By: dok
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Io ne ho viste cose che voi apuani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei pitoni di Orione, E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino ai sentieri di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo… come lacrime nella pioggia. È tempo… di dormire. ...o di svegliarsi...e di cominciare a leggere e ragionare un po' di più? complimenti per l'arringa, è anche un capolavoro di tatto e diplomazia di cui ahimè non sarei mai capace. o Bergame, se scherzavi per davvero, io non l'avevo mica capito, complimenti per le tue capacità teatrali...
Credo
che oggi le Apuane abbiano bisogno di noi più che noi di loro: occorre
che la questione investa il più possibile non solo appassionati e
addetti ai lavori, ma la stessa opinione pubblica. Vediamo pertanto di
dar loro tutti una mano senza perderci in sterili battibecchi, ma nel
rispetto delle strade che ciascuno intende seguire, mettendo la propria
più o meno modesta competenza a servizio di un bene più grande. E in
questo sta anche il senso del possibile progetto di ripristino e
valorizzazione dei sentieri della libertà, comunque ancora tutto da
determinare e aperto - lo ripeto - al contributo di tutti, purché nel
rispetto di un metodo che, almeno in questo caso, deve essere per forza
anche storico, e che porta pertanto a concentrare l'attenzione su alcuni
sentieri e ad escluderne altri che non trovano sufficienti riscontri e
testimonianze, anche se con buona probabilità - ma non con certezza
storica - ugualmente percorsi.
Marco perfettamente
d'accordo, Marco, il rispetto di un metodo che non può che essere
storico, cioè inevitabilmente basato sulla ricerca e l'elaborazione
critica di documenti e testimonianze, e ci mancherebbe: proprio questo è
il punto anche per me, e credo di averlo già espresso a sufficienza in
passato, e a più riprese. mi fa piacere vedere che qualche voce
critica si leva ogni tanto a risvegliare l'attenzione su quello che si
sta facendo e su come lo si sta facendo, e questo per me è un buon segno
per voler tornare a far parte della discussione: dico critica e la
distinguo bene da polemica, come può magari apparire a chi non è
abituato a fare i conti con un'opposizione che può essere costruttiva, e
mi pare di averne dato atto finora questa breve assenza dal forum mi
ha giovato dimolto e spero anche a voi, che così avete potuto procedere
più sciolti senza il rompiballe di turno, non è vero? il temporaneo
distacco mi ha permesso in particolare, valutando un po' tutto il topic
dall'inizio come ha fatto anche Bergame, di osservare meglio me stesso e
voi: per quanto mi riguarda anche il recente incontro con persone
estranee al forum, ma ugualmente interessate alla questione della Via
della Libertà e al fatto che questa, come dicevi prima, diventi una
questione pubblica al di là di strette cerchie di appassionati e addetti
ai lavori, mi ha fatto estremamente piacere e allo stesso tempo mi ha
<spiazzato> di brutto, facendomi avvertire anche in senso
autocritico l'esigenza di una maggiore chiarezza e universalità nel
linguaggio, nel metodo e nello stile di partecipazione alla ricerca: il
forum è uno spazio aperto e pubblico, anche chi non interviene legge,
vuole capire, osserva, e valuta. qualche appunto critico ho invece da
farlo alla cordata del <trio de'bombaroli> Guido-Pisanino-Fabbri:
ma è bene che frammenti quello che ho da dire in più interventi, per
evitare quell'<effetto valanga> di cui parlava Bergame, che a
quanto pare ha solo effetti controproducenti. un effetto positivo ha
certamente prodotto la mia assenza, l'entrata in campo di Enzo, un
elemento che mi chiedo che diavolo ci facesse in panchina, e questo mi
fa riflettere sul fatto che tempi più lunghi e ritmi più lenti di
metabolizzazione non sono necessariamente un danno, anzi...a dispetto di
chi vuole bombe e subito. c'è ancora la questione del Fondone in
sospeso, forse il piccolo tassello mancante per la definizione del
quadro di Campiglia, e poi il Col della Perlettaia su cui Bergame mi
aspetta con una certa giustificata tensione. vedo che è ancora critica
la questione Canal dal Prado-Palerosa, su questo ho ancora qualcosa da
dire. senza furia però, in questo periodo sono più impegnato anch'io. o
Marco, a proposito della scelta di Palerosa, vedi un po' se questo ti
persuade di più della <politica> risposta di guido, che
ultimamente mi pare non sappia più che canali pigliare...dev'essere
stato il passaggio al digitale, l'articolo è del grande Marco Rovelli: ciao Luca sabato, 14 maggio 2005
Per il numero appena uscito di Alp, dedicato alle Alpi Apuane, mi è
stato chiesto di tracciare un itinerario per le amate montagne
attraverso i canti partigiani e anarchici. Lo riporto qui.
Siamo i ribelli della montagna.
“Dalle belle città date al nemico / fuggimmo un dì sull’aride
montagne / cercando libertà fra rupe e rupe / contro la schiavitù del
suol tradito. (…). Siamo i ribelli della montagna / viviam di stenti e
di patimenti / ma la gran fede che ci accompagna / sarà la legge
dell’avvenir”.
Questo è uno dei canti partigiani più belli,
adeguato per essere intonato nei sentieri delle Apuane, dove già
risuonava durante le stagioni della Resistenza. Cominciò nelle Apuane
meridionali, la lotta partigiana (e dire che fu eroica, non è cadere
nella retorica). Erano gli ultimi mesi del ’43, quando si formarono i
Cacciatori delle Apuane. Ricordatevene, quando sarete sulla Pania della
Croce – una delle due vette regine di queste Alpi. I partigiani stavano
dal lato della Garfagnana, verso Piglionico, dove una cappella ricorda i
partigiani uccisi il 28 agosto 1944 nelle loro postazioni sul Monte
Rovaio, che sta di fronte alla cappella. Ma se passate da Stazzema
(paese di cui è frazione Sant’Anna, dove il 12 agosto del ’44 vi fu un
eccidio nazifascista che causò 560 morti), incontrerete il rifugio Del
Freo, dove c’è ancora il ritratto del ‘nonno’. Chiedete al gestore di
raccontarvi la sua storia. Chissà quante volte, qui, è risuonato
‘Fischia il vento’, il canto più amato dai partigiani (‘Bella ciao’, che
è passata alla storia come l’inno partigiano, in realtà si diffuse
all’indomani della Liberazione).
Risalendo a nord, si va
avanti nel tempo: alla metà del ’44, quando alleati e nazifascisti si
fronteggiavano sulla Linea Gotica – che tagliava l’Italia da ovest a
est. Partiva dal Cinquale, sul litorale versiliese, passando per
Montignoso, al monte Altissimo, e di qui, tagliando il gruppo delle
Panie e la Garfagnana all’altezza di Barga, arrivava all’Appennino,
proseguendo fino a Rimini. Tra il Carchio e l’Altissimo, c’era il
cosiddetto Varco delle Apuane. Di lì, partendo dal paese di Antona,
passando per la cresta che congiunge i due monti, e scendendo per il
canale di Palerosa, passarono a sud, nell’Italia liberata, migliaia di
condannati e di perseguitati politici. Migliaia di persone che trovarono
la salvezza grazie ai Patrioti Apuani del comandante Pietro Del
Giudice. Il feldmaresciallo Kesserling, al processo di Venezia, dirà di
aver avuto più preoccupazioni dai partigiani dell’Altissimo che dalle
truppe alleate schierate sul fronte. Furono molti a lasciarci la vita
per la libertà altrui, come ricorda questo riadattamento di un noto
canto degli alpini: “Il bersagliere ha cento penne / e l’alpino ne ha
una sola / il partigiano ne ha nessuna / e va sui monti a guerreggiar. /
Quando cade giù la neve / la tormenta dell’inverno /anche venisse pure
l’inferno / il partigian riman lassù. / E se poi ferito cade / non
piangetelo dentro il cuore / perché se libero un uomo muore / cosa ci
importa di morir”.
Era invece dal passo del monte Tambura –
l’altra vetta regina delle Apuane – che passavano i partigiani massesi e
quelli della Garfagnana. E di lì arrivavano i rifornimenti agli
affamati partigiani del massese, sacchi di farina in dorso ai muli per
la via Vandelli. Di lì si scendeva a Forno. Dove magari si sentiva
cantare una versione partigiana della vecchia canzone anarchica di
Pietro Gori ‘Amore ribelle’ (già ripresa dalle mondine in lotta). Me
l’ha cantata Alda Fruzzetti, testimone diretta dell’eccidio del 13
giugno ’44: “Noi che amiamo l’uguaglianza / siam al par dei malfattori /
ma noi siamo lavoratori / e padroni non ne vogliam. / Se verrai
fanciulla cara / noi lassù combatteremo / e quel dì che vinceremo /
braccio e cuor ti donerò. / I fascisti alla montagna / e i tedeschi alla
pianura / i partigiani non hanno paura / del fucile mitragliator. / Dei
ribelli sventoliamo / le bandiere insanguinate / su facciam le
barricate / per la santa libertà”.
Nella zona carrarese,
invece, c’era la Brigata Garibaldi, dove forte era la presenza degli
anarchici (Carrara è città anarchica per eccellenza). Il Battaglione
Lucetti, comandato da Ugo Mazzucchelli, era la formazione anarchica, che
aveva la base nelle cave di Calocara: “Dai monti di Carrara / un dì
discenderemo / all’erta partigiani /del battaglion Lucetti / Più forte
sarà il grido / che salirà lassù /fedeli a Pietro Gori / noi scenderemo
giù”. E poi, i tanti bei canti degli anarchici: “Addio Lugano bella”,
“Sante Caserio”, “Amore ribelle” (tutti e tre opera di Pietro Gori),
“Figli dell’officina” (forse il canto più noto a Carrara, composto da un
montignosino all’indomani della prima guerra mondiale).
La
formazione Ulivi del comandante Memo era invece la formazione
prevalentemente comunista: ““E se sapessi o mamma / quanti compagni che
ci son lassù / lassù sulla montagna / ch’è presidiata dalla gioventù. La
causa nostra / è la riscossa / di Garibaldi / camicia rossa. / Sono
orgoglioso di esser coi ribelli /prima di andare contro i miei
fratelli”. Ma anche i comunisti cantavano “Figli dell’officina” (salvo
sostituire il verso “innalzeremo al vento bandiere rosse e nere” con
“innalzeremo al vento la libera bandiera”). Portatele con voi, queste
parole, quando sarete sul Monte Sagro, dove ci fu una storica battaglia
il 24 agosto del ’44.
E infine, il Monte Brugiana
inespugnato. Un monte dal grande valore strategico, tenuto dal
vice-comandante Vico, col dispiegamento di tutte le armi pesanti in
possesso del comando partigiano.
Oggi ‘la Brugiana’, boscosa e
umbratile, è tornata a essere rifugio per solitari. E’ la Brugiana che
faceva palpitare il cuore tormentato del poeta apuano Ceccardo
Roccatagliata Ceccardi, il Ceccardo furioso e innamorato che scorgeva
“uno spiccio di luna” salire su quei boschi, un “simbolo lucido di
scure” che sovrastava il “violaceo cono”, “i tronchi noderosi, e le
aperte capigliature”… E lì potete andare a rinfrancarvi dopo le
camminate per i sentieri apuani. E se andate al trekking di Paolo
Monteleone, per andare a cavallo, o semplicemente per godere di quello
splendido posto (per ogni evenienza vi lascio il telefono: 337713610),
chiedete a Paolo di cantarvi la canzone del cavatore. Io ci capito
spesso: se ci incontriamo, vi prometto che un paio di questi canti ve li
farò sentire.
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
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Date: 2012/06/04 02:23
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By: bergame
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Free Climber Posts: 205 | | |
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Anzitutto ... Bentornato Luca il tuo rientro era atteso, il tuo ruolo sul campo di gioco era rimasto vacante
Non entro nel merito del tuo intervento perché è ormai tardi. Avevo
invece in serbo alcune considerazioni sugli ultimi interventi di Guido,
Fabri e Marco. Ecco qua di cosa si tratta.
Per quanto
riguarda il volume “Guerra sulle apuane” ringrazio Guido per l’offerta
ma ho già provveduto per mio conto e tra non molto dovrei poterlo
sfogliare. Però se passi a trovarmi mi fa piacere ... A prescindere
Io
non sono “uomo di un sol libro” e nemmeno “di un sol pitone”. Non
sono nemmeno così affezionato alle mie tesi da voler chiudere in fretta
la questione alla prima parvenza di prova. Da 4 mesi fino ad oggi, dopo
aver esplorato il terreno finchè ho potuto, ho continuato a
documentarmi e continuerò a farlo .
Anche solo per rompere la monotonia (come il cambiar lavoro di Monti )
sarei felice di trovare qualcosa che ribaltasse veramente le mie
convinzioni. Parlo di qualcosa di storicamente fondato e logicamente
ineccepibile. Della fondatezza e dell’attendibilità della testimonianza
di Nicodemi nessuno dubita, ma non mi venite a dire che quella della
lapide è una prova inoppugnabile. Come ha dimostrato Marco, da autentico
e navigato “principe del forum”, la lapide lascia piuttosto a
desiderare sotto tutti i punti di vista, sia come prova che come
attendibilità storico-documentale. Non trasformiamo una seria indagine
storica in una disputa tra tifoserie.
Fabri giustamente si
chiede “gli studiosi , gli storici ... debbono per forza avere ragione ?
“ E’ vero al convegno del 1994 c’erano molti studiosi, ma i membri
della segreteria del convegno erano 4: due studiosi (Armanini e
Michelucci) e due protagonisti di quelle vicende (Gino Briglia e Pietro
del Giudice). Il primo volume degli atti (quello dove compare la tavola
XXVII) è stato curato da Briglia, Del Giudice e Michelucci. Quindi le
tesi presentate in quel convegno non si possono liquidare come se
fossero ipotesi formulate da un qualunque studioso di storia venuto dal
nulla. La tavola XXVII è per il momento l’unico documento, visionato e
vidimato da autorevoli testimoni dell’epoca, che dia una collocazione
geograficamente non ambigua al passo del pitone.
In ogni caso, a
prescindere dalla questione della lapide, secondo me valgono le
considerazioni finali di Marco. Quello della pulralità dei valichi è un
discorso affrontato e dibattuto più volte sul forum, Lo ha tirato in
ballo varie volte Luca e ancora continua a ritornare a galla.
Probabilmente già all’epoca dei fatti , col termine “passo del pitone”
ci si riferiva ad una pluralità di valichi nel tratto tra il passo della
Focoraccia e il passo della Greppia (dato che non ha un nome potremmo
chiamare quel tratto di crinale "cresta o crinale dei pitoni"
). La spiegazione più semplice è che persone diverse chiamassero in
quel modo valichi diversi , vicini tra loro, caratterizzati dalla
presenza di un grosso spuntone roccioso e funzionalmente simili.
Non
a caso nel progetto di Marco (pag. 47) (su cui mi pare che Pisa si sia
pronunciato in modo un po' generico, mentre Guido lo ha fatto con una
sostanziale stroncatura sul nascere), tra i valichi della libertà
figurano il passo della Focoraccia, quello del pitone di mezzo e in
parte quello della Greppia (con tratti da verificare per i
collegamenti con campiglia e con il Serra). Nessuno ha mai pensato di
negare dignità al percorso amato e curato da Pisa e Fabri. Però non
mettiamoci a sbandierare rivolgimenti e colpi mortali a pitoni che hanno
l’unico torto di stare in ...mezzo
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
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Date: 2012/06/04 16:29
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By: nonnomassese
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Status: Utente
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Rocciatore Posts: 105 | | |
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Per quanto possa interessare. Apprendo da Accademia Apuana della
Pace che ieri ci sarebbe stata una escursione guidata nella zona,
appunto, del "sentiero della libertà". Referente dell'iniziativa era
indicato alfio.raffaelli@montignoso.ms.it nonn0omassese
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
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Date: 2012/06/04 17:11
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By: Marco di AS
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Status: Utente
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Master Posts: 825 | | |
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Grazie dell'informazione, Augusto; penso sia utile. E bentornato
di cuore anche da parte mia, Luca, e... grazie dei complimenti, anche a
Bergame, però sinceramente mi mettono un po' in imbarazzo .
Purtroppo
ho tempo solo per un saluto frettoloso perché per tre giorni sono
davvero di corsa per motivi familiari e di lavoro, poi avrò modo di
farmi vivo di nuovo!
Marco
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
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Date: 2012/06/05 12:33
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By: pisanino
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Status: Utente
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Rocciatore Posts: 128 | | |
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Uf...uf..che corsa, scusate ragassssi del mio ritardo a rispondervi ma ero nel versante Azzanese alla ricerca dello storico disperso
) da piu' settimane,sinceramente ho trovato delle scatolette di tonno
aperte nella grotta del Cele.....e vari appunti di canali
Palerosa,Finocchiaia,passo del Pitone e poi invece mi ha avvisato Guido e
Fabbri "i Bombaroli"che l'hanno trovato.
Si è ritornato ha fatto anche l'intervento su Alpi Apuane .com al topic
Sentiero della liberta'.Finalmente si è proprio Lui l'indiscusso
persanaggio misterioso...il Messia,lo scriba,il maestro della via della
Liberta'"DOK-LUCA"non ci crederai ma sono veramente contento che sei
rientrato anche se non mi sei simpatico x la tua arroganza nel
disperdere energie nagative verso persone che di umilta' ne hanno da
vendere.Ma torniamo a noi dicevo sono contento del tuo ritorno perche
credimi i tuoi "allievi scriba"Marco as-Bergame senza il loro
maestro...mi sembravano 2 dispersi nel deserto.Sono contento del tuo
arrivo perche Guido senza di te si stava annoiando senza le tue
frecciatine...sono contento perchè con tutti i petardi che spari tieni
sveglio il topic...sono contento perchè...il topic ha bisogno anche di
un personaggio come te (anche se mi sei antipatico). Mi viene da
ridere....ha.ha.ha pero' pensando che qualcuno di voi è dal 2008 che
sta'cercando la verita' sulla via della liberta'...e...tac...il mio
socio non scriba...al primo colpo demolisce mesi,anni di studio..che
ridere...lui butta le bombe voi fumi bianchi che li porta via il vento......che fenomeno è quel Fabbri ....e per fortuna Io faccio la parte pratica sul campo, se no altro che bombe atomiche ,ma questo lo lascio a voi scriba ho troppo lavoro da fare di ripristino sentieri. Vi lascio,con un'altro BEN... VENUTO...RITORNATO DOK/LUCA e rimani il topic è piu' frizzante con Te. Saluto .....tutti Pisanino
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
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Date: 2012/06/05 19:20
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By: dok
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Status: Utente
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Scalatore Posts: 51 | | |
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ciao Bergame, ho finalmente rimesso le mani sulla tastiera, anche
se me le metterei nei capelli, da tanto che c'è ancora da dire, e il
problema è da dove cominciare. così comincio da te, la precedenza
alle vecchie domande non risposte, che a me, detto per inciso, danno
veramente noia, soprattutto quando si dice di voler fare <lavoro di
squadra>. potrei anche dire di averti usato il garbo di non
risponderti, o di avere distrattamente sorvolato sul tuo appello, magari
una, due, tre volte...ma non sono fatto così, non mi riesce proprio, e a
parte questo non ci provo nemmeno, perché non lo reputo serio, o come
direbbe Pisanino, da uomini. perciò rispondo con piacere alla tua
domanda di...neanche un mesetto fa! -caspita, come vola il tempo!-
riguardo al Col della Perlettaia, che è effettivamente un dato
importante, come il Fondone nel versante massese, per definire un quadro
storicamente corretto che metta in coerente relazione i tasselli di
territorio finora esplorati e quelli che lo saranno di qui a poco. voglio
prima chiarire una piccola cosa con te, è l'unica bischeratella che ho
da rinfacciarti, e la voglio chiarire non per apparire senza macchia,
perché non sono certo un santo e i miei errori li faccio anch'io, ma
perché chiarirsi è sempre la cosa migliore, poi si va avanti meglio, no?
Poi mi ha colpito questa affermazione di Luca che ho sentito stridere come la carta vetra sulla pelle:
“chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto”
Oooo
Docche ! (come direbbe Panariello) un fà tanto lo sportivo perché
quando ho chiesto (forse in modo un po’ sfacciato ) notizie sul Fanfani a
te e Guido, Guido ha avuto il garbo di non rispondermi (ammesso e non
concesso che avesse letto il mio appello) invece te non ti sei fatto
scappare l’occasione per mandarmi , senza tanti riguardi, a quel paese
... di Azzano come hai detto giustamente poi, nessuno mi ha
obbligato a partecipare a questa discussione. mettiamo tra parentesi e
anzi lasciamo da parte le complesse ragioni personali che mi hanno
portato alla scelta di scendere in campo e di prendermi questa bella
gatta da pelare e consideriamo i fatti: mi sono presentato come uno che
ha già fatto un bel lavoro da anni, non solo, che si è prestato a
presentarlo pubblicamente, non solo, che si è sempre mosso in pubblicità
e trasparenza, cercando il coinvolgimento e la collaborazione di altre
persone, associazioni e enti. ora, una persona così viene a casa mia
e si presenta in questo modo, dicendomi che le cose per cui sto
tribolando nei pochi momenti di tempo libero sono già state fatte, e
altre ancora, e che c'è quindi la possibilità di partire certo
criticamente dal lavoro di un altro per andare meglio avanti senza
perdere tempo e energie invano, e io che faccio? gli chiedo gentilmente
di aggiornarmi sul suo lavoro e di procedere insieme? assolutamente no! e
per la semplice ragione che sono troppo preso dal comprensibile
entusiasmo per alcune piccole <scoperte> su cui sogno
chissachecosa, per non vedere nel nuovo arrivato da chissadove che un
losco intruso che mi vuole soffiare <onori e oneri>. a parte il
fatto, Bergame, che ho veramente fatto fatica a farmi sentire, quando
ho cercato di relativizzare la tua <scoperta> con modi più
gentili, stile chi deve intendere intenda...a parte questo, poi mi sono
sentito interpellato non certo per parlare del mio lavoro, che era di
interesse comune, ma per una semplice domanda e puramente strumentale,
come quella della via Fanfani, che ti serviva solo per completare il
quadro della tua <scoperta>. insomma una <miniera di
informazioni> da sfruttare a tua discrezione, e non un minatore come
te, che in questa miniera ci ha lavorato più di te e sicuramente più di
tutti i partecipanti di questo topic. detto per inciso il fatto che uno
ci abbia lavorato di più, o da più tempo, o soggettivamente con più
fatica, o per una grande causa, di per sè non vuol dir nulla e non lo
rende automaticamente più meritorio o più esperto: se questo lavoro è
stato fatto male, allora vale poco o nulla, sono i risultati che contano
ed è alla prova dei fatti e della critica che devono essere presentati e
che devono reggere, qui si fa ricerca, non curiosi giochi di società. comunque
preferisco di gran lunga un atteggiamento come questo (ma ho fatto caso
poi alla nota autocritica) a quello di un Pisanino che pretende di
rispettarmi sì come <persona>, ma così <francescanamente>
che lo stesso san Francesco impallidirebbe al confronto, e cioè
spogliato di tutto, perché ogni volta che apre bocca mi leva qualcosa, e
questo è sotto gli occhi di tutti, almeno finché i post storici
rimangono al loro posto così come sono stati scritti: finora l'ho
lasciato fare, mi è servito per capire, soprattutto se ci è o ci fa, ora
sto preparando io una bella <bombetta> per lui...chi di bomba
ferisce... spero che questa spiegazione serva a far capire un po'
meglio il mio punto di vista, e le ragioni di un atteggiamento che non è
garbato molto, e ci credo. l'averti poi socraticamente mandato a quel
paese...di Azzano non era certo offensivo, e anzi coltivo ancora la
speranza di ritrovarci lì un bel giorno...comunque se preferisci faccio
come Guido, o magari se ne riparla tra un altro mesetto... via, e sto scherzando, veniamo al dunque:
Riporto le parole del Federigi citate da te: Lungo
il torrente, nei pressi della Polla ai piedi dell'Altissimo, c'è il
Canal dal Prado di Greppia, salendo il quale, ad un certo punto, si
trova il Col della Perlettaia. Poco sopra, c'è una grotta che prende il
nome da un pastore, un certo Celè, e da qui si diramano diversi sentieri
da capre
Luca, aiutami ad orientarmi facendo riferimento alla
CTR5000 postata da Guido a pag. 41. Su quella mappa il col della
Perlettaia è circa a quota 900 sul crinale dx orogr del canale del
Prato, quel crinale che culmina col m. Focoraccia . Mentre se non ho
capito male, la grotta di Celé secondo te è quella alla confluenza del
fosso della Griffaia con i canali che scendono dagli uncini e dal passo
della greppia, ovvero circa a quota 750mt. (così è riportata anche sulla
mappa di Guido). Allora c’è qualcosa che non torna: o il colle della
perlettaia non è lì o la grotta di Celé è un’altra, altrimenti la
descrizione del Federigi è priva di logica. E anche gli itinerari
riportati da te (quello di ConteGiò e quello di Silicani) non sembrano
passare dalla grotta di Celé. Quindi dove collochi tu la grotta di Celé ?
ho seguito con una certa apprensione il fatto che seguendo
il filo dei tuoi ragionamenti menavi il Col della Perlettaia per l'aia
del Canal dal Prado, allo stesso modo di come io poco prima menavo il
Fondone e il fosso di Campiglia appunto per l'aia di Campiglia, dato
che, <sempre solerte e disponibile a dar sostegno quando serve>,
quel mostro di un Pisanino si era sollecitamente premurato di
farmi/farci avere quelle informazioni-chiave, o, se non ricordo male,
che si sarebbe quanto prima attivato per procurarsele, ti ricordi te? in
realtà quello dove sei andato a parare come vedo nella foto a pagina 50
è la focetta che di lì consente di raggiungere la sommità di quella
cascata per risalire il ravanetoso <fosso della griffaia>, come
già ti dissi in uno dei miei primi interventi: questo canalaccio è
vecchia conoscenza e del mi cugino, è da una ventina d'anni che si
percorre specie in discesa, completando alpinisticamente -pericolo
pietre volanti- fino alla Grotta di Celè la calata Tela-Tacca Bianca,
attrezzata da nonsochi con tre chiodi a pressione. il Col della
Perlettaia in realtà si trova più in basso, e precisamente <al
Forcello>, citato anche da Sciamino nel suo diario, dove si
incontrano i due rami del Canal dal Prado: è quel colletto, rivestito di
un concentrato boschetto di conifere, che già si vede dal Palazzo, ma
ancor meglio da Mortigliani e poi dalla Fanfani. in realtà ho
sentito dare due versioni relative alla sua posizione: una più estesa,
come il colle che rimane di fronte al <Col da'Monti>, che sarebbe
quello sulla cui sommità passa la via Fanfani nel primo tratto prima di
incontrare il Canal dal Prado, e una più ristretta, come il vistoso
colletto di cui dicevo sopra. per la sentieristica questo colletto,
risalendo il Canal dal Prado, lo puoi o evitare rimanendo basso nel
canale sulla massicciata della vecchia lizza che proprio prima del
Forcello, sull'ansa del fiume, conserva forse il tratto più maestoso, ce
n'è solo un altro più in basso...oppure lo puoi aggirare a monte
tenendoti più alto sul vecchio sentiero che passa per la Grotta
Stiappata, cui ho già accennato nel mio ultimo vecchio intervento ma ci
tornerò su più nel dettaglio e con le foto, e che è stato il più rognoso
da riaprire per la forte presenza di scepaloni e vegetazione da
giungla, quando si chiude quella altro che du'scopette col
pennato...purtroppo nei canali è così. e comunque la fatica e i rischi
sono qui ripagati oltre che dalla bellezza selvaggia della natura, da un
curioso senso di mistero che ti attrae di cascata in cascata, di colle
in colle, verso quella grotta, quella pianta, quel rudere, quel foro di
piro, quel muretto, quella massicciata, quelle scalette, quella
postazione, quella teleferica, e così via. e qui anche la solitudine è
meno solitudine se a ognuna di queste cose sai dare il nome che le
appartiene per la sua storia, e ne conosci un po' la vita, te ne senti
un po' parte. in ogni caso a me piace chiamare Col della Perlettaia
quel colletto (credo un mucchio di pietre e detriti) al Forcello con
sommità quota 685, per le caratteristiche uniche e autonome che ha
rispetto all'ambiente circostante, evidentemente a effetto della sua
antropizzazione che fu intensissima come dicevo nell'immediato
dopoguerra col Piano Fanfani e gli interventi di rimboschimento e
risistemazione idrica, e di conseguenza anche della viabilità: si
possono notare resti di viottoli con le caratteristiche di mulattiere,
resti di gradini di pietra che credevo appartenere all'antico Viarello
del Prato, ma vallo a ritrovare te, il rudere di una casetta, una
buca-fossa murata all'interno, forse una di quelle di cui parlava
Sciamino nel diario, i resti di paletti e filo spinato che non sono
della guerra, ma erano le recinzioni a protezione dagli animali del
vivaio-piantonaio del cantiere di rimboschimento, e nella parte verso il
Forcello una struttura a piane e poggi anche murati a secco...al di là
di questi particolari quello che colpisce è la visione del mondo
dell'Altissimo capovolto, nel senso che tutto ciò che di familiare uno
ha visto per anni salendo le consuete vie, da qui, e ancora dalla cresta
tra Palerosa e Canal dal Prado, che pure tratterò più avanti, lo vede
per intero, standoci di fronte, ed è una visione che spiazza ma
illumina, come il Zucco del Pinzio nella foto (anche lui citato da
Sciamino) alla cui base passa la via Fanfani. comunque, Bergame, se
un lo sapevi Perletti vuol dire mirtilli, quindi se hai ancora dei
dubbi, stavolta ti mando a quel...colle a cercarli, così ne sei sicuro.
in realtà non ho ancora conosciuto un zanese che abbia visto mirtilli al
Colle della Perlettaia. sulla grotta /grotte di Celè, torniamoci
anche più avanti: sono comunque d'accordo con te che i conti in tasca al
Federigi tornano un pelo meglio se invece che la prima si considera la
seconda grotta nell'ordine di salita, anche lì non hai una indicazione
univoca, ma in questo caso cambia di poco, non mi pare uno di quei
dettagli che fanno la differenza, comunque ora lascio a te la parola. ciao Luca
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