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Quella di Guido l'ho già vista su Facebook ma sinceramente m'è
parsa... un petardo! Spero bene pertanto per quella di Fabri. Che abbia
trovato i famosi tornantini?
Marco
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/05/29 17:38
By: guido
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Le parole di Marco di As mi fanno ritornare alla mente le parole
di qualcuno che mi diceva sempre "Ah beh, allora niente di rilevante..."
Non avevo quasi voglia di pubblicare la cosa, ma
vista la situazione lo farò.
Sabato 27 maggio un equipe
specializzata (Guido, Pisanino, Fabbri, Il Moro e la Luisa), ha
ripristinato l'itinerario del Canale di Finocchiaia di cui rammenta la
guida delle Alpi Apuane del 1905 con una relazione che allego qui sotto:
Proseguendo sempre tra boschi per la buona mulattiera che passa
ai casolari Croce in ore 0.30 si raggiunge la via marmifera che scende
dalle Cave del Carchio, della quale sono così evitati i lunghi svolti
inferiori. Continuasi per questa per circa ore 0.40, e quindi occorre
dirigersi al soprastante piano del Campaccio, dove sono disseminate
numerose casupole pastorali (m. 938), e da questo piano tracce di
sentiero conducono al crinale tra il Monte Focoraccia ed il Monte
Carchio (ore 2.30 da Canevara). Raggiunta così la Foce di Focoraccia a
SO del monte omonimo, indicatada un termine che segnava il confine tra
il Massese ed il Pietrasantino Granducale, incomincia si a scendere sul
versante della Valle Serra per un piccolissimo stradello che correndo
tra alti cespugli raggiunge i sottostanti boschi di castagni, e passati
accanto ad un rustico casolare, conosciuto localmente col nome di Casa
del Gallicano, sempre scendendo sulla destra e per brevissimo tratto
sulla sinistra del Canal di Finocchiaia, in ore 1.45 dal Passo si è al
fondo della valle, di fronte alla Segheria Verini. Attraversato il
torrente, si raggiunge la gran strada marmifera delle Cave
dell’Altissimo e continuando a scendere per essa, passata Casa Ricci, il
paesello di Riomagno (ved. Itin. XX pag. 258), si giunge in ore 1 dalla
Segheria Verini a Seravezza (ved. Itin. XVIII, pag. 246); ore 5.15 da
Canevara (estratto da L.Bozani, E.Questa e G.Rovereto – GUIDA DELLE ALPI
APUANE. Sezione Ligure. Anno MCMV; pag.213-214).
Avvertiamo che
quest’itinerario è raramente seguito anche dai valligiani stessi. Fino
al colle vi si previene molto facilmente, ma la discesa nel Canal di
Finocchiaia richiede nella sua parte superiore molta attenzione, per non
smarrire la traccia dello stradello appena marcato e dissimulato da
folte erbe e cespugli. Nel dicembre del 1901 essendo da parecchio tempo
abbandonata dal bestiame era appena visibile. Non ci illudiamo quindi
che possa nella sua parte superiore, a monte della Casa del Gallicano,
sparire completamente, e abbia quindi a parer fantastico il nostro
itinerario. Sulla tavola 1:25.000 Monte Altissimo è segnato il Canal
Finocchiaia; ma non vi si fa cenno del viottolo, nemmeno nella sua parte
inferiore dove è marcatissimo, né della Casa del Gallicano. Guido
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/05/30 03:12
By: bergame
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Quando Pisa ha annunciato la bomba in arrivo, mi son detto: “vai è
la volta bòna che qualcuno riesce a prendisi in consegna 'sta patata
bollente” Contavo nell'apporto
di nuovi documenti e conseguenti riscontri sul terreno, che
permettessero di allontanare il fardello della "via della libertà" dal
sonnacchioso e stanco piton di mezzo verso altri passi meno decantati. E
invece ...
In effetti qualcosa in tal senso è
accaduto , però devo dire che sono rimasto un po’ perplesso aspettavo bombe, petardi e colpi di scena e invece non
sono riuscito a capire che cosa è stato messo sul piatto della bilancia.
Dato che si tratta di un lavoro di una "equipe specializzata" nel seguito mi rivolgo al gruppo nel suo complesso: quella
che avete ripercorso e riportato alla luce seguendo le indicazioni
della guida del 1905 secondo voi è una via della libertà ? la relazione
della guida del 1905 avvalora l’autenticità e l’antichità del sentiero
che avete riscoperto ma per poter dire che questa è una via della
libertà non vi sembra che manchi qualcosa ? perlomeno qualche pezza d’appoggio non vi sembra
che dovrebbe essere fornita ?
Per cercare di inquadrare la
questione, in mancanza di apporti documentali nuovi, mi sono arrangiato
come potevo ricorrendo a documenti già pubblicati: prima un brano di
Cipollini (postato per esteso a pag. 29) poi un brano dell’Armanini (in
parte già postato a pag 26):
Cipollini: ... dal mese di
settembre, dopo l’avanzata degli Americani in Versilia, diversi abitanti
della provincia apuana avevano raggiunto le zone liberate, passando
dalle colline di Strettoia, poi, con la dislocazione sul territorio dei
capisaldi difensivi tedeschi, lungo un sentiero più a monte:”In un primo
tempo il passaggio si effettuava nelle parti di Palatina - scrive in
una relazione il sacerdote montignosino don Giuseppe Vagli - ma quel
sentiero fu minato dai tedeschi. Allora si scelse un altro sentiero
dietro il Carchio, ma anche questo alla fine, anzi alla metà di
dicembre, fu minato. Si aprì allora un passaggio vicino al monte
Altissimo e questo fu usato fino alla Liberazione. Il passaggio del
fronte era una cosa diventata comune non soltanto per noi, ma anche per
altri che venivano dall’Alta Italia ed erano accompagnati oltre la linea
del fronte dalle nostre guide al momento opportuno. In un primo tempo
si fermavano da noi poi, quando il passaggio si spostò verso il monte
Altissimo, si riunivano nelle frazioni di Antona, Pariana ed Altagnana.
M.G.
Armanini (Pagg. 328-329): ... Il passaggio del fronte venne
tenuto aperto pressoché regolarmente dalla Resistenza Apuana dal 10
ottobre 44, data in cui il comandante Sergio (Gino Briglia) passò le
linee dal Passo del Pitone con 12 rappresentanti di tutte le compagnie
dei Patrioti Apuani, sino alla Liberazione. .... In un primo momento
il passaggio fu spontaneo, animato prevalentemente dalla solidarietà
umana: ma quando vennero segnalati al Comandante dei Patrioti Apuani
casi di persone abbandonate sul percorso montano per timore delle
raffiche delle mitragliatrici tedesche, ed altri abusi, il fenomeno
venne regolamentato da parte degli stessi partigiani affidandone la
gestione ad un magistrato di Carrara, Roberto Mariani, il quale coordinò
il servizio del transito delle Apuane. Il punto di partenza era
stato organizzato ad Antona, dove fu attrezzato un centro di raccolta in
un fabbricato adibito ad asilo offerto dalle suore, che continuarono ad
abitare nello stesso. Su questa strada aperta tra i monti , quindi ,
chiamata poi “Via della Libertà”, iniziò l’esodo di tanta gente
disperata. DA Antona a Serravezza e Pietrasanta il tragitto era di quasi
17 km (16,900): da un livello di 442m. ad Antona si saliva fino a 1164m
sulle Apuane per arrivare poi a 500m nella valle del Serra, a 249m. a
Seravezza e poi a Pietrasanta in pianura. In un primo tempo veniva
percorso il Passo della Cardella, sul lato sinistro del Monte Carchio,
ed il Passo del Pitone. Poi, il passo della Cardella venne abbandonato
perché facilmente controllabile dal nemico. Le guide disponibili si
trovavano nelle frazioni della nostra montagna, spinte in gran parte da
solidarietà umana ma anche dal compenso che le persone offrivano per un
servizio del genere. Il 1° febbraio ‘45 l’organizzazione militare
del passaggio del Fronte inizia ad Antona sotto la responsabilità del
Comandante Vinci che organizzò le guide e i portatori, rendendoli
responsabili delle loro azioni (i portatori erano gli uomini che
trasportavano oltre le linee materiale di sopravvivenza per le persone, o
si caricavano sulle spalle i bambini i quali, date le condizioni
ambientali, non avrebbero mai potuto da soli scavalcare quei passi). A
queste guide e a questi portatori fu assegnata una quota in denaro,
ricavata dalle somme che venivano offerte al comando da aprte delle
persone che intendevano attraversare il Fronte. .... Il percorso
avveniva secondo secondo queste modalità e tappe: sul far della sera la
comitiva partiva dal sentiero che da Antona porta alle Vigne, a
Campareccia ed a Porneta (tutte località sopra Antona), attraversava a
mezza costa lo sperone della Tecchia ed entrava nel castagneto di
Campiglia. Superato il Fosso di Campiglia il sentiero saliva prima con
stretti tornanti, e poi pressoché verticale sino al Passo del Pitone. Di
là scendeva nella valle del Serra (vedi tavole XXVII, XXXVIII, XXXIX).
Il
percorso “altagnana-la croce-campaccio-foce-canale di finocchiaia
–riomagno” potrebbe essere quello di cui parla don Giuseppe Vagli : “un
altro sentiero dietro il Carchio, ma anche questo alla fine, anzi alla
metà di dicembre, fu minato” Se fosse il sentiero di cui parla
il sacerdote sarebbe comunque stato utilizzato fino a metà dicembre del
44 quindi prima che cominciasse il passaggio organizzato con guide dal
GPA (1 febbraio ‘45). Questa testimonianza coincide anche con la
ricostruzione della Armanini : “In un primo tempo veniva
percorso il Passo della Cardella, sul lato sinistro del Monte Carchio
... Poi, il passo della Cardella venne abbandonato perché facilmente
controllabile dal nemico”
Infatti nell’inverno 44-45 le
zone percorse dal sentiero Altagnana-Riomagno erano in buona parte sotto
il controllo tedesco, in quanto attraversavano un tratto di linea
gotica che era presidiato dalle loro postazioni o nelle immediate
vicinanze di queste. La cosa si evince anche dal disegno di ConteGiò nel
libro di Palla (vedi mappa postata da dok a pag. 44) : la linea gotica
presenta una interruzione in corrispondenza del crinale tra Focoraccia e
Uncini. Questa specie di zona franca o terra di nessuno, credo che
fosse il principale varco utilizzato per il passaggio del fronte nel
periodo in cui l’esodo di civili e disertori si fece più intenso.
Questo
dato mi sembra emergere dai documenti che conosco, però nulla toglie
che se ne possano produrre altri che possano avvalorare ricostruzioni
diverse . In attesa di chiarimenti e altri riscontri
pongo un paio di questioni: Il sentiero riesumato è secondo voi quello
del passo della Cardella di cui parla l'Armanini ? nel contesto storico e
cronologico di quei mesi tra 44 e 45, il sentiero del canale di
Finocchiaia dove e come si inserisce ?
In attesa di ulteriori
ragguagli, da quello che si può intuire dalla descrizione postata da
Guido, questo sentiero sembra comunque annoverabile tra i sentieri della
libertà.
Mi si perdoni infine, a suggello
dell'impresa, una chiusura stile cinegiornale LUCE
La ricerca delle vie della libertà , come una
sana competizione cultural-sportiva, esercita il suo fascino anche sulle
generazioni più giovani stimolando l’entrata in campo di nuove e
fresche energie. Ci sembra doveroso menzionare l'opera di un manipolo di
giovani volenterosi, impavidi e motivati, che si sono cimentati in
un'ennesima fatica di Sisifo: un'improba spedizione “pulitiva” volta
alla riesumazione di antichi percorsi sugli ostici costoni versiliesi
del Carchio.
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/05/30 09:55
By: Marco di AS
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Scusate se insisto, senza nessuna polemica, ma lo faccio per
spiegare le mie perplessità e per riproporre una questione di metodo.
Del sentiero di Finocchiaia, ricordato come "traccia di sent. quasi
scomparsa" anche dalla guida Nerli-Sabbatini del 1958 (mi sembrava lo
avesse ricordato anche Guido, ma ora non trovo più la citazione) avevamo
già parlato in questo forum a pagina 12, sia io che Enzo. Può essere
che quella traccia, già semiabbandonata nel 1901, sia stata riaperta per
il passaggio del fronte e poi abbia teso nuovamente a richiudersi,
suggerendo agli autori della guida CAI-TCI la descrizione sopra
riportata. Però c'è un fatto: quella traccia collegava (e collega, se è
quella che avete ritrovato) il fondovalle del Serra al Passo Focoraccia
Sud, non a quello della Cardella, a meno che non presenti in alto una
diramazione. Voi però siete arrivati al Passo della Cardella, stando
almeno a quello che tu, Guido, hai postato su Facebook. E questo è un
primo punto interrogativo.
Il secondo
riguarda invece proprio la Cardella: nessun dubbio che sia stato usato
dai profughi, sia pure per un periodo limitato, ma perché allora
avrebbero dovuto dirigersi verso Finocchiaia anziché prendere il
sentiero che da lì scende nel canale del Carchio, riportato nelle
catastali più recenti (non quelle lorenesi, per intenderci) e indicato
addirittura come "Strada vicinale del Carchio". Ora è quello che è,
d'accordo (ne percorsi qualche anno fa con Fiorenzo la parte iniziale e
cercammo di ritrovarlo anche sotto al valico con un giro attorno al
Carchio), a meno che non abbiate già ripulito anche lui, ma dato anche
il tipo di classificazione non vi viene in mente che doveva essere un
tantinello più comodo e pratico di Finocchiaia, scendendo appunto dalla
Cardella?
La questione
di metodo è stata posta a più riprese e sostanzialmente l'ha ribadita
anche Bergame nell'ultimo post. Cosa cerchiamo? Lavoriamo per trovare la
via o le vie più attendibili dal punto di vista storico o vogliamo solo
riesumare uno dopo l'altro tutte le salite dal fondovalle del Serra?
Beh, se è così potete continuare, l'opera è ugualmente meritoria, non
c'è dubbio (magari si potesse anche, in seguito, mantenerle aperte!). Ce
ne sono altre anche più a valle, tra cui la via di Palatina citata da
Bergame che stando alla testimonianza riportata servì allo scopo. E
stando a un'altra testimonianza, se ben ricordo, fu davvero usata anche
la strada tra Strettoia e Montignoso da me citata come battuta, ma non a
sproposito, su fb.
Erano un po'
tutte "vie della libertà"? Forse, ma a me e certo anche a Bergame (ma
pensavo anche agli altri) francamente interessa invece mettere
maggiormente a fuoco le vie più seguite nel periodo topico degli
attraversamenti del fronte, sulla base del poco materiale storico che
abbiamo a disposizione. Che nel caso di Finocchiaia, mi spiace dirlo -
ma accetto volentieri di essere smentito - si tramuta in un niente. E
anche per Palerosa mi pare si sia sulla stessa strada, Guido: ti ho
chiesto due volte di ricordarmi perché puntammo lì nel 2008 ma non ho
avuto ancora risposta. Forse perché non c'è?
Marco
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/05/30 10:27
By: Enzo
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Credo che si stia partendo da un equivoco. Guido, con i suoi amici
(correggimi se sbaglio, Guido), ha ripristinato uno storico sentiero di
cui si aveva notizia, appunto, dalle guide liguri, ma non pretendeva di
candidarlo a sentiero della libertà, anzi forse non si è neppure posto
il problema. L'equivoco consiste nel fatto che, trovandosi il post in un
topic intitolato al sentiero della libertà, è molto facile
fraintenderlo. Detto questo, quello che è stato fatto da Guido e
dagli altri nel canale di Finocchiaia è molto molto rilevante a
prescindere dal sentiero della libertà: infatti, è stata riaperta e resa
percorribile una via storica di collegamento tra Massa e Seravezza, e
ci voleva davvero molta determinazione a farlo, considerando che già nel
1905 questo sentiero veniva dato praticamente per perso! Il lavoro
fatto da Guido e dagli altri lo considero quindi espressione del
migliore escursionismo, quello capace di affrontare il territorio con
rispetto ma senza farsene intimidire e con la piena consapevolezza del
suo 'spessore' umano e storico.
Approfitto dell'occasione per una
piccola postilla toponomastica, anche questa forse poco attinente al
sentiero della libertà: ma ormai considero questo topic una specie di
enciclopedia sull'Altissimo... Il sentiero del canale di Finocchiaia
valica il crinale a 'la foce di Focoraccia a S.O. del monte omonimo,
indicata da un termine che segnava il confine tra il Massese e il
Pietrasantino granducale' (guide liguri del 1905 e del 1921). Il
termine c'è ancora, e la foce è situata alla quota di 1090 m, per la
verità più vicina al Carchio che al Focoraccia. All'epoca delle guide
liguri, quindi, il Passo Focoraccia era questo: ciò significa, tra
l'altro, che l'attuale Passo della Focolaccia, situato a Nord-Est del M.
Focoraccia, aveva un altro nome (Pitone?) oppure era anonimo. La
guida CAI-TCI del 1958 introduce un errore e un toponimo nuovo: l'errore
consiste nel far terminare il sentiero di Finocchiaia (vedi it. 115b)
non alla sella 1090 dei liguri ma a una sella 1100 c. situata molto più
vicina al M. Focoraccia; il toponimo nuovo è 'Passo Focoraccia Sud',
coniato ex novo per distinguerlo dal valico situato a Nord-Est del M.
Focoraccia, che nel frattempo, evidentemente, era stato battezzato
'Passo Focoraccia'. In realtà, una volta chiarito che il sentiero di
Finocchiaia NON sbuca al Passo Focoraccia Sud, questo toponimo diventa
quasi inutile: che io sappia da qui partono solo due brevi raccordi più o
meno orizzontali (uno l'ho percorso) verso il crinale divisorio tra
Finocchiaia e Prato di Greppia. Enzo
L´administrator ha disattivato l´accesso pubblico in
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/05/30 10:35
By: Enzo
Status: Utente
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Rocciatore
Posts: 127
Aggiungo per maggiore chiarezza, dopo aver letto il post di Marco,
che la foce 1090 dei liguri non è il Passo della Cardella, che è
situato ancora più vicino al Carchio. Enzo
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