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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/05/29 16:16 By: Marco di AS Status: Utente  
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Quella di Guido l'ho già vista su Facebook ma sinceramente m'è parsa... un petardo!
Spero bene pertanto per quella di Fabri. Che abbia trovato i famosi tornantini?

Marco
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/05/29 17:38 By: guido Status: Utente  
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Le parole di Marco di As mi fanno ritornare alla mente le parole di qualcuno che mi diceva sempre "Ah beh, allora niente di rilevante..."

Non avevo quasi voglia di pubblicare la cosa, ma vista la situazione lo farò.

Sabato 27 maggio un equipe specializzata (Guido, Pisanino, Fabbri, Il Moro e la Luisa), ha ripristinato l'itinerario del Canale di Finocchiaia di cui rammenta la guida delle Alpi Apuane del 1905 con una relazione che allego qui sotto:

Proseguendo sempre tra boschi per la buona mulattiera che passa ai casolari Croce in ore 0.30 si raggiunge la via marmifera che scende dalle Cave del Carchio, della quale sono così evitati i lunghi svolti inferiori. Continuasi per questa per circa ore 0.40, e quindi occorre dirigersi al soprastante piano del Campaccio, dove sono disseminate numerose casupole pastorali (m. 938), e da questo piano tracce di sentiero conducono al crinale tra il Monte Focoraccia ed il Monte Carchio (ore 2.30 da Canevara). Raggiunta così la Foce di Focoraccia a SO del monte omonimo, indicatada un termine che segnava il confine tra il Massese ed il Pietrasantino Granducale, incomincia si a scendere sul versante della Valle Serra per un piccolissimo stradello che correndo tra alti cespugli raggiunge i sottostanti boschi di castagni, e passati accanto ad un rustico casolare, conosciuto localmente col nome di Casa del Gallicano, sempre scendendo sulla destra e per brevissimo tratto sulla sinistra del Canal di Finocchiaia, in ore 1.45 dal Passo si è al fondo della valle, di fronte alla Segheria Verini. Attraversato il torrente, si raggiunge la gran strada marmifera delle Cave dell’Altissimo e continuando a scendere per essa, passata Casa Ricci, il paesello di Riomagno (ved. Itin. XX pag. 258), si giunge in ore 1 dalla Segheria Verini a Seravezza (ved. Itin. XVIII, pag. 246); ore 5.15 da Canevara (estratto da L.Bozani, E.Questa e G.Rovereto – GUIDA DELLE ALPI APUANE. Sezione Ligure. Anno MCMV; pag.213-214).

Avvertiamo che quest’itinerario è raramente seguito anche dai valligiani stessi. Fino al colle vi si previene molto facilmente, ma la discesa nel Canal di Finocchiaia richiede nella sua parte superiore molta attenzione, per non smarrire la traccia dello stradello appena marcato e dissimulato da folte erbe e cespugli. Nel dicembre del 1901 essendo da parecchio tempo abbandonata dal bestiame era appena visibile. Non ci illudiamo quindi che possa nella sua parte superiore, a monte della Casa del Gallicano, sparire completamente, e abbia quindi a parer fantastico il nostro itinerario. Sulla tavola 1:25.000 Monte Altissimo è segnato il Canal Finocchiaia; ma non vi si fa cenno del viottolo, nemmeno nella sua parte inferiore dove è marcatissimo, né della Casa del Gallicano.
Guido
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/05/30 03:12 By: bergame Status: Utente  
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Quando Pisa ha annunciato la bomba in arrivo, mi son detto: “vai è la volta bòna che qualcuno riesce a prendisi in consegna 'sta patata bollente” Contavo nell'apporto di nuovi documenti e conseguenti riscontri sul terreno, che permettessero di allontanare il fardello della "via della libertà" dal sonnacchioso e stanco piton di mezzo verso altri passi meno decantati. E invece ...

In effetti qualcosa in tal senso è accaduto , però devo dire che sono rimasto un po’ perplesso aspettavo bombe, petardi e colpi di scena e invece non sono riuscito a capire che cosa è stato messo sul piatto della bilancia.

Dato che si tratta di un lavoro di una "equipe specializzata" nel seguito mi rivolgo al gruppo nel suo complesso: quella che avete ripercorso e riportato alla luce seguendo le indicazioni della guida del 1905 secondo voi è una via della libertà ? la relazione della guida del 1905 avvalora l’autenticità e l’antichità del sentiero che avete riscoperto ma per poter dire che questa è una via della libertà non vi sembra che manchi qualcosa ? perlomeno qualche pezza d’appoggio non vi sembra che dovrebbe essere fornita ?

Per cercare di inquadrare la questione, in mancanza di apporti documentali nuovi, mi sono arrangiato come potevo ricorrendo a documenti già pubblicati: prima un brano di Cipollini (postato per esteso a pag. 29) poi un brano dell’Armanini (in parte già postato a pag 26):

Cipollini: ... dal mese di settembre, dopo l’avanzata degli Americani in Versilia, diversi abitanti della provincia apuana avevano raggiunto le zone liberate, passando dalle colline di Strettoia, poi, con la dislocazione sul territorio dei capisaldi difensivi tedeschi, lungo un sentiero più a monte:”In un primo tempo il passaggio si effettuava nelle parti di Palatina - scrive in una relazione il sacerdote montignosino don Giuseppe Vagli - ma quel sentiero fu minato dai tedeschi. Allora si scelse un altro sentiero dietro il Carchio, ma anche questo alla fine, anzi alla metà di dicembre, fu minato. Si aprì allora un passaggio vicino al monte Altissimo e questo fu usato fino alla Liberazione. Il passaggio del fronte era una cosa diventata comune non soltanto per noi, ma anche per altri che venivano dall’Alta Italia ed erano accompagnati oltre la linea del fronte dalle nostre guide al momento opportuno. In un primo tempo si fermavano da noi poi, quando il passaggio si spostò verso il monte Altissimo, si riunivano nelle frazioni di Antona, Pariana ed Altagnana.

M.G. Armanini (Pagg. 328-329): ... Il passaggio del fronte venne tenuto aperto pressoché regolarmente dalla Resistenza Apuana dal 10 ottobre 44, data in cui il comandante Sergio (Gino Briglia) passò le linee dal Passo del Pitone con 12 rappresentanti di tutte le compagnie dei Patrioti Apuani, sino alla Liberazione. ....
In un primo momento il passaggio fu spontaneo, animato prevalentemente dalla solidarietà umana: ma quando vennero segnalati al Comandante dei Patrioti Apuani casi di persone abbandonate sul percorso montano per timore delle raffiche delle mitragliatrici tedesche, ed altri abusi, il fenomeno venne regolamentato da parte degli stessi partigiani affidandone la gestione ad un magistrato di Carrara, Roberto Mariani, il quale coordinò il servizio del transito delle Apuane.
Il punto di partenza era stato organizzato ad Antona, dove fu attrezzato un centro di raccolta in un fabbricato adibito ad asilo offerto dalle suore, che continuarono ad abitare nello stesso.
Su questa strada aperta tra i monti , quindi , chiamata poi “Via della Libertà”, iniziò l’esodo di tanta gente disperata. DA Antona a Serravezza e Pietrasanta il tragitto era di quasi 17 km (16,900): da un livello di 442m. ad Antona si saliva fino a 1164m sulle Apuane per arrivare poi a 500m nella valle del Serra, a 249m. a Seravezza e poi a Pietrasanta in pianura.
In un primo tempo veniva percorso il Passo della Cardella, sul lato sinistro del Monte Carchio, ed il Passo del Pitone. Poi, il passo della Cardella venne abbandonato perché facilmente controllabile dal nemico.
Le guide disponibili si trovavano nelle frazioni della nostra montagna, spinte in gran parte da solidarietà umana ma anche dal compenso che le persone offrivano per un servizio del genere.
Il 1° febbraio ‘45 l’organizzazione militare del passaggio del Fronte inizia ad Antona sotto la responsabilità del Comandante Vinci che organizzò le guide e i portatori, rendendoli responsabili delle loro azioni (i portatori erano gli uomini che trasportavano oltre le linee materiale di sopravvivenza per le persone, o si caricavano sulle spalle i bambini i quali, date le condizioni ambientali, non avrebbero mai potuto da soli scavalcare quei passi).
A queste guide e a questi portatori fu assegnata una quota in denaro, ricavata dalle somme che venivano offerte al comando da aprte delle persone che intendevano attraversare il Fronte.
....
Il percorso avveniva secondo secondo queste modalità e tappe: sul far della sera la comitiva partiva dal sentiero che da Antona porta alle Vigne, a Campareccia ed a Porneta (tutte località sopra Antona), attraversava a mezza costa lo sperone della Tecchia ed entrava nel castagneto di Campiglia. Superato il Fosso di Campiglia il sentiero saliva prima con stretti tornanti, e poi pressoché verticale sino al Passo del Pitone. Di là scendeva nella valle del Serra (vedi tavole XXVII, XXXVIII, XXXIX).


Il percorso “altagnana-la croce-campaccio-foce-canale di finocchiaia –riomagno” potrebbe essere quello di cui parla don Giuseppe Vagli : “un altro sentiero dietro il Carchio, ma anche questo alla fine, anzi alla metà di dicembre, fu minato” Se fosse il sentiero di cui parla il sacerdote sarebbe comunque stato utilizzato fino a metà dicembre del 44 quindi prima che cominciasse il passaggio organizzato con guide dal GPA (1 febbraio ‘45). Questa testimonianza coincide anche con la ricostruzione della Armanini : “In un primo tempo veniva percorso il Passo della Cardella, sul lato sinistro del Monte Carchio ... Poi, il passo della Cardella venne abbandonato perché facilmente controllabile dal nemico

Infatti nell’inverno 44-45 le zone percorse dal sentiero Altagnana-Riomagno erano in buona parte sotto il controllo tedesco, in quanto attraversavano un tratto di linea gotica che era presidiato dalle loro postazioni o nelle immediate vicinanze di queste. La cosa si evince anche dal disegno di ConteGiò nel libro di Palla (vedi mappa postata da dok a pag. 44) : la linea gotica presenta una interruzione in corrispondenza del crinale tra Focoraccia e Uncini. Questa specie di zona franca o terra di nessuno, credo che fosse il principale varco utilizzato per il passaggio del fronte nel periodo in cui l’esodo di civili e disertori si fece più intenso.

Questo dato mi sembra emergere dai documenti che conosco, però nulla toglie che se ne possano produrre altri che possano avvalorare ricostruzioni diverse . In attesa di chiarimenti e altri riscontri pongo un paio di questioni: Il sentiero riesumato è secondo voi quello del passo della Cardella di cui parla l'Armanini ? nel contesto storico e cronologico di quei mesi tra 44 e 45, il sentiero del canale di Finocchiaia dove e come si inserisce ?

In attesa di ulteriori ragguagli, da quello che si può intuire dalla descrizione postata da Guido, questo sentiero sembra comunque annoverabile tra i sentieri della libertà.

Mi si perdoni infine, a suggello dell'impresa, una chiusura stile cinegiornale LUCE

La ricerca delle vie della libertà , come una sana competizione cultural-sportiva, esercita il suo fascino anche sulle generazioni più giovani stimolando l’entrata in campo di nuove e fresche energie. Ci sembra doveroso menzionare l'opera di un manipolo di giovani volenterosi, impavidi e motivati, che si sono cimentati in un'ennesima fatica di Sisifo: un'improba spedizione “pulitiva” volta alla riesumazione di antichi percorsi sugli ostici costoni versiliesi del Carchio.
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/05/30 09:55 By: Marco di AS Status: Utente  
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Scusate se insisto, senza nessuna polemica, ma lo faccio per spiegare le mie perplessità e per riproporre una questione di metodo. Del sentiero di Finocchiaia, ricordato come "traccia di sent. quasi scomparsa" anche dalla guida Nerli-Sabbatini del 1958 (mi sembrava lo avesse ricordato anche Guido, ma ora non trovo più la citazione) avevamo già parlato in questo forum a pagina 12, sia io che Enzo. Può essere che quella traccia, già semiabbandonata nel 1901, sia stata riaperta per il passaggio del fronte e poi abbia teso nuovamente a richiudersi, suggerendo agli autori della guida CAI-TCI la descrizione sopra riportata. Però c'è un fatto: quella traccia collegava (e collega, se è quella che avete ritrovato) il fondovalle del Serra al Passo Focoraccia Sud, non a quello della Cardella, a meno che non presenti in alto una diramazione. Voi però siete arrivati al Passo della Cardella, stando almeno a quello che tu, Guido, hai postato su Facebook. E questo è un primo punto interrogativo.

Il secondo riguarda invece proprio la Cardella: nessun dubbio che sia stato usato dai profughi, sia pure per un periodo limitato, ma perché allora avrebbero dovuto dirigersi verso Finocchiaia anziché prendere il sentiero che da lì scende nel canale del Carchio, riportato nelle catastali più recenti (non quelle lorenesi, per intenderci) e indicato addirittura come "Strada vicinale del Carchio". Ora è quello che è, d'accordo (ne percorsi qualche anno fa con Fiorenzo la parte iniziale e cercammo di ritrovarlo anche sotto al valico con un giro attorno al Carchio), a meno che non abbiate già ripulito anche lui, ma dato anche il tipo di classificazione non vi viene in mente che doveva essere un tantinello più comodo e pratico di Finocchiaia, scendendo appunto dalla Cardella?

La questione di metodo è stata posta a più riprese e sostanzialmente l'ha ribadita anche Bergame nell'ultimo post. Cosa cerchiamo? Lavoriamo per trovare la via o le vie più attendibili dal punto di vista storico o vogliamo solo riesumare uno dopo l'altro tutte le salite dal fondovalle del Serra? Beh, se è così potete continuare, l'opera è ugualmente meritoria, non c'è dubbio (magari si potesse anche, in seguito, mantenerle aperte!). Ce ne sono altre anche più a valle, tra cui la via di Palatina citata da Bergame che stando alla testimonianza riportata servì allo scopo. E stando a un'altra testimonianza, se ben ricordo, fu davvero usata anche la strada tra Strettoia e Montignoso da me citata come battuta, ma non a sproposito, su fb.

Erano un po' tutte "vie della libertà"? Forse, ma a me e certo anche a Bergame (ma pensavo anche agli altri) francamente interessa invece mettere maggiormente a fuoco le vie più seguite nel periodo topico degli attraversamenti del fronte, sulla base del poco materiale storico che abbiamo a disposizione. Che nel caso di Finocchiaia, mi spiace dirlo - ma accetto volentieri di essere smentito - si tramuta in un niente. E anche per Palerosa mi pare si sia sulla stessa strada, Guido: ti ho chiesto due volte di ricordarmi perché puntammo lì nel 2008 ma non ho avuto ancora risposta. Forse perché non c'è?

Marco
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/05/30 10:27 By: Enzo Status: Utente  
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Credo che si stia partendo da un equivoco. Guido, con i suoi amici (correggimi se sbaglio, Guido), ha ripristinato uno storico sentiero di cui si aveva notizia, appunto, dalle guide liguri, ma non pretendeva di candidarlo a sentiero della libertà, anzi forse non si è neppure posto il problema. L'equivoco consiste nel fatto che, trovandosi il post in un topic intitolato al sentiero della libertà, è molto facile fraintenderlo.
Detto questo, quello che è stato fatto da Guido e dagli altri nel canale di Finocchiaia è molto molto rilevante a prescindere dal sentiero della libertà: infatti, è stata riaperta e resa percorribile una via storica di collegamento tra Massa e Seravezza, e ci voleva davvero molta determinazione a farlo, considerando che già nel 1905 questo sentiero veniva dato praticamente per perso! Il lavoro fatto da Guido e dagli altri lo considero quindi espressione del migliore escursionismo, quello capace di affrontare il territorio con rispetto ma senza farsene intimidire e con la piena consapevolezza del suo 'spessore' umano e storico.

Approfitto dell'occasione per una piccola postilla toponomastica, anche questa forse poco attinente al sentiero della libertà: ma ormai considero questo topic una specie di enciclopedia sull'Altissimo...
Il sentiero del canale di Finocchiaia valica il crinale a 'la foce di Focoraccia a S.O. del monte omonimo, indicata da un termine che segnava il confine tra il Massese e il Pietrasantino granducale' (guide liguri del 1905 e del 1921). Il termine c'è ancora, e la foce è situata alla quota di 1090 m, per la verità più vicina al Carchio che al Focoraccia. All'epoca delle guide liguri, quindi, il Passo Focoraccia era questo: ciò significa, tra l'altro, che l'attuale Passo della Focolaccia, situato a Nord-Est del M. Focoraccia, aveva un altro nome (Pitone?) oppure era anonimo.
La guida CAI-TCI del 1958 introduce un errore e un toponimo nuovo: l'errore consiste nel far terminare il sentiero di Finocchiaia (vedi it. 115b) non alla sella 1090 dei liguri ma a una sella 1100 c. situata molto più vicina al M. Focoraccia; il toponimo nuovo è 'Passo Focoraccia Sud', coniato ex novo per distinguerlo dal valico situato a Nord-Est del M. Focoraccia, che nel frattempo, evidentemente, era stato battezzato 'Passo Focoraccia'.
In realtà, una volta chiarito che il sentiero di Finocchiaia NON sbuca al Passo Focoraccia Sud, questo toponimo diventa quasi inutile: che io sappia da qui partono solo due brevi raccordi più o meno orizzontali (uno l'ho percorso) verso il crinale divisorio tra Finocchiaia e Prato di Greppia.
Enzo
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/05/30 10:35 By: Enzo Status: Utente  
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Aggiungo per maggiore chiarezza, dopo aver letto il post di Marco, che la foce 1090 dei liguri non è il Passo della Cardella, che è situato ancora più vicino al Carchio.
Enzo
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