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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/05/01 16:12 By: dok Status: Utente  
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Del resto te non dovresti aver problemi non sei quello che nelle macchie di stipa ci va a passeggio con la morosa in ciabatte e braette ?
o Bergame, e lo hai detto che ci vado in ciabatte e braette, in realtà io quelle le uso solo tra i ginestroni, che ci sono un popoino allergico...per il resto vado ignudo come un beco, specie per i canali, e s'intende

Visto che negli scepaloni sei a tuo agio, qualche cosa dovresti cavarne, a meno che anche questo non ti sembri un po' troppo “cervellotio”
...a dirla tutta, un po' cervellotio mi pare per davvero, anche se la procedura è chiara e semplice, soprattutto perché ben spiegata da te Pitone-Pitone...ooops, intendevo: passo-passo!
temendo che potessi rispondermi come alle volte rispondo io (da far girà i...gaglini, lo ammetto) avevo pensato a un altro sistema, più semplice e diretto, che ha tra l'altro il vantaggio di non sovraccaricare le pagine (che può essere un problema per chi ha una connessione lenta) e di lasciare a chi legge la scelta se darci un'occhiata o meno (url a spazio web personale). magari proverò a usare tutt'e due i sistemi
ciao e grazie ancora
Luca
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/05/01 16:26 By: dok Status: Utente  
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o Pisanino! come stanno andando le ricerche diperinnà? è un po' che non ti si sente. notizie del Fondone? e dalla parte bassa (mi vien quasi da dire dal Fondone) di Campiglia verso Focoraccia-Granarola?
a proposito, riguardando vecchie foto ho colto un dettaglio cui non avevo mai fatto caso prima:
XXXXXXXXXXfoto CapraraXXXXXXXXXX
e se fosse questo (per come poteva essere nel 44-45), il famoso Tecchione di cui parla Idea Rustighi?
di lì poi è una bischerata arrivare al passo della Focoraccia o volendo anche in Granarola, no?
ciao
Luca

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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/05/01 17:01 By: dok Status: Utente  
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quando si incontrano opere non d'arte, ma di natura, e di cotanta suggestione, viene spontaneo domandarsi: ma è mai possibile che una cosa del genere sia in passato passata inosservata, e che non le abbiano mai dato un nome? come si fa a non battezzare quello che è un vero e proprio imponente gruppo scultoreo, che pare fatto dalla mano di un artista?



e la suggestione è ivi vieppiù amplificata nei dì di nebbia, allor che cotesto palesasi in guisa di cangiante mistica apparizione...no no, qui nessuno s'è fatto una canna di troppo, provare per credere...











questa è la più...artistica delle ipotesi sui Gaglini, Gaggini: è possibile che Sciamino o altri prima di lui attribuissero la <paternità> di quest' <opera d'arte> a qualche scultore magari conosciuto sui banchi di scuola, in qualche libro o al catechismo, come un certo signor Gaggini, o Gagini?
<GAGGINI (Gagini). - Famiglia di scultori e marmorari lombardi originari di Bissone, in Canton Ticino, e attivi a Genova dal XV secolo...> (fonte Dizionario Biografico Treccani, in rete)
e in particolare:
<Antonello Gagini. Figlio dello scultore Domenico Gagini, è fratellastro dello scultore Giovanni II Gaggini...studia architettura non solo col padre...ma anche nei suoi viaggi in Toscana per acquisto di marmi...Trova anche il tempo per un soggiorno a Roma presso Michelangelo dal 1504 al 1506, collaborando alla tomba di Giulio II...> (fonte wikipedia)
...
insomma, se questo fosse il Gaggini o Gaglini di Sciamino, allora si può anche provare a disegnare il tracciato di una via che nella parte alta non passa per il canale-corridoio delle Greppie, quello a ridosso delle pareto dell'Altissimo, che è già difficile a farsi in buone condizioni meteo, ma proprio dal <gruppo scultoreo del Gaggini>, che poi altro non è che forse la più interessante e meglio riuscita delle guglie della zona: le altre due guglie in questione, che delimitano il passaggio scendendo dalle piccole guglie sul passo, potrebbero essere quelle che chiamerei, perché no?, della <meta>, riferendomi al <Pitone con Meta> del catasto lorenese (ci potrebbe anche stare...la meta del Viarello del Prato...): quelle due guglie, la più a valle è quella col vecchio cordino in cima salita da Guido, sembrano infatti come le due colonne di un portone per il passo.
e guarda caso la via che viene giù di lì inarcandosi leggermente nella ripida valletta fino al <gruppo scultoreo> passa proprio in mezzo a una macchia di ginestroni, che a quella quota, tra la Focoraccia e l'Altissimo, mi pare sia l'unica della zona.
e comunque, anche se un c'entrasse nulla la manodopera del signor Gaggini, la via rimarrebbe a pieno titolo la via dei Gaglini, ovvero la via delle piccole guglie.




...
il <gruppo scultoreo del Gaggini> si trova su quella che ho chiamato l'<alta via dei cavatori>, ovvero il sentiero in pari intorno a quota mille che collega tutti e tre i valichi della zona. in direzione mare si va verso i passi del Pitone, della Focoraccia e l'Aiola, a monte si va verso il canalone delle Greppie all'altezza del tornante della marmifera troncone Colonnoni, passando accanto ai resti di un paio di postazioni (documentata la presenza di postazioni avanzate partigiane-alleate subito sotto il Passo), e incontrando nella discesa verso la Grotta di Celè numerose altre grotte, grandi e piccole, più o meno naturali, in cui finita la guerra furono ritrovate una quantità di oggetti anche di civili: ma il ricordo più forte di chi durante o subito dopo la guerra è salito lassù era il solco profondamente scavato nel terreno dal passaggio di migliaia di persone.
questo convalida la tesi del canale delle Greppie come viadotto collettore del traffico proveniente anche dal passo del Pitone e dalla Focoraccia: a quote diverse tutte le vie di valico vi si innestavano, per dirla col Federigi, tutte le vie portano alla Grotta di Celè.





ciao
Luca
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/05/01 17:19 By: bergame Status: Utente  
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Rocciatore

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x Marco
Dalla tua foto Marco la traccia gialla sotto i Gaglini di Guido sembra un percorso possibile. Però mi è capitato varie volte di individuare in foto pseudotracce che poi alla verifica sul terreno non erano niente di definito o magari solo mini cengette naturali senza tracce di passaggio. Un po’ quello che accade quando riconosciamo volti e figure nelle rocce che poi cambiando anche di poco prospettiva svaniscono del tutto.

Mi è venuto in mente però di andare a verificare la cosa sulla tav. XXVII già postata qui da me (pag. 26) a corredo dell’ormai famoso articolo dell’Armanini. Siccome la foto ritrae proprio tutto quel versante e lo ritrae in condizioni di leggero innevamento (il che mette in evidenza le tracce) ho pensato che forse da lì si poteva ricavare qualche indizio. Per avere il massimo dettaglio possibile sono andato a riguardarmi la foto direttamente sul libro (comunque anche nell’immagine postata qui a pag. 26 si riesce a vedere qualcosa): si vede in alto il tracciato del 188, in basso in primo piano alcune case nel bosco di Campigli (quelle che sulla IGM sono a quota 860 e 750 ?), poi guardando attentamente in corrispondenza della tua pseudotraccia gialla effettivamente “sembra” di distinguere una linea lievemente più marcata che potrebbe essere anche un sentiero (o perlomeno si nota una linea della stessa rilevanza di quella del 188 appena più alto). Questo ripeto con la premessa generale che a volte le foto fanno prendere degli abbagli

xLuca
Nudo per canali ? Se ne era parlato tempo fa di uno che si aggirava ignudo tra passo del vestito e Macina , allora eri te ? ma anche quando ti metti in cerca della “via della libertà” ti metti in “libertà”? cioè ti ci butti proprio anima e “corpo”

Vedo che hai ingranato con le foto ora aspettiamo quelle della “eccentrica” Galleria d’arte naturale dei Gaglini

L’ipotesi del tecchione come cava mi pare interessante: del resto le cave erano il regno dei “tecchiaioli”

A proposito di Cave Caprara, "esplorando" i libri fotografici sulle apuane accumulati nel corso degli anni ho trovato una foto interessante su un libro del 1960 "Alpi Apuane" di Roiter-Montella, edizioni A.C.I.



Nella foto mi pare che si veda in primo piano la Cava Caparara e in secondo piano il passo del Pitone di mezzo (seminascosto) poi sullo sfondo il passo della greppia e gli Uncini. Guardando sotto il Pitone mi sembra di riconoscere la costa rocciosa da cui sono sceso nella mia esplorazione descritta a pag. 10. Sul costone si nota una evidentisima traccia che dovrebbe corrispondere a quella trovata da me in discesa e poi in risalita (lungo quella che ormai è nota come traccia blu) . Evidentemente all'epoca (fine anni '50) era piuttosto battuta. La stessa foto inquadra anche il versante attraversato dalla pseudo-traccia gialla di Marco. Lì non si nota niente, ma la zona è in ombra o potrebbe essere anche colpa della bassa definizione dell'originale.
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/05/01 19:07 By: Marco di AS Status: Utente  
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Eh sì, Bergame, quella della foto sembra proprio la tua traccia blu, e ben evidente. L'hai viste le "sculture" di Luca? Vi siete un po' sovrapposti... E non so, Luca, se hai visto la domanda che ti facevo sul figlio di Sciamino; già che ci sono posto come promesso l'articolo di Giannelli. Avevo letto frettolosamente solo "avevano", dice anche "e hanno" riferendosi evidentemente a Mauro... che a occhio e croce potrebbe essere sulla settantina o quasi se fosse nato dopo la guerra, cosa possibile dato che all'epoca della Linea Gotica Pacifico Luisi aveva 31 o 32 anni.

Marco


Sciamino. Si chiamava Pacifico Luisi e aveva 88 anni. Chissà se coloro che l’hanno accompagnato da via Cugnia al cimitero di Querceta sapevano chi fosse in realtà. Io, che gli ho dedicato venti pagine dei miei libri “La trappola del ‘44”,“Versilia kaputt!”e “Sant’Anna l’infamia continua”, lo consideravo un mito.
Anche suo padre, il nonno e il bisnonno, e lo stesso suo figlio Mauro, avevano e hanno lo stesso soprannome, come un titolo nobiliare. La madre del suo bisnonno coltivava la canapa nei campi e, per allontanare gli uccelli, conciava questo suo figlioletto da spaventapasseri con il compito di gridare “sciò-sciò”. Da 170 anni, i maschi di casa Luisi vengono chiamati Sciamino.
Era nato a Azzano e trovò posto all’Henraux come elettricista, ma durante la guerra l’ing.Balduini lo mandò alla Polla a far da guardiano alla casa dei cavatori. E, dopo l’occupazione tedesca del settembre 1943, lassù tra le capre dell’Altissimo, ebbe modo di conoscere il capo dei partigiani apuani, l’ex frate domenicano Pietro Del Giudice, che gli è rimasto amico per tutta la vita. Quando Pietro aveva bisogno di un punto di riferimento in Versilia, anche dopo la fine del conflitto, si rivolgeva inevitabilmente a Sciamino.
Un giorno bloccò un soldato di Hitler sulle Gobbie, a Campodallorzo, sparandogli con un vecchio fucile ’91, ma cercando di non centrarlo e, quando quello stava per arrendersi, gli fece cenno di scappare.
In cambio, qualche mese più tardi, durante un combattimento a fuoco fu lui ad esser centrato in pieno. Il colpo del “Mauser” lo prese in piena fronte sull’elmetto, il proiettile penetrò sotto il ferro e si depose innocuo lì, senza uccidere il partigiano che in quel momento faceva la guida alle truppe americane nel corso dell’ultimo attacco alla Linea Gotica. Quell’elmetto perforato ce l’ha ancora in salotto in via Luigi Salvatori, gliel’ho chiesto, ma se l’è voluto conservare tutto per sé.
Il compito affidatogli da Pietro Del Giudice non era quello di fare la guerra, bensì quello di manovrare la teleferica della cava della Tacca Bianca che portava i rifornimenti ai partigiani e trasportava anche sette uomini al sicuro del loro rifugio, si chiamassero Renzo Mencaraglia, Lorenzo Bandelloni, Lalle Berti o Aurelio Tonini. Quando il 27 giugno del ’44, dopo sei ore di duro combattimento, i tedeschi riuscirono a prevalere, presentarono le armi ai “ribelli” in segno di rispetto per avere difeso con onore le loro postazioni.
I partigiani dovettero ritirarsi, ma Pacifico Luisi rimase sul posto con l’incarico di controllare il passaggio clandestino dell’unico punto strategico dal quale si poteva ancora transitare, a rischio di prevedibili sorprese, dalle due parti della Linea Gotica da Azzano e Antona.
Da quel momento l’Altissimo prese il nome di “Zona Sciamino” perché era lui, con pochi uomini fidati, a fare da”spallone” ed a condurre la gente, dalla zona alleata a quella tedesca e viceversa, con i nazisti che avevano preso alloggio al palazzo Henraux, dopo aver minato la strada delle Cervaiole e costretto tutti gli uomini disponibili a lavorare alle dipendenze della Todt per costruire camminamenti e trincee fino al colle di Grattaculo. Conoscitore di ogni sentiero e di ogni sasso dell’Altissimo, alla fine del conflitto la sua opera di ardito venne contraccambiata con un pezzo di carta dove il comandante Pietro gli attestava di essersi “prodigato infaticabilmente per accompagnare oltre le linee, ufficiali alleati, missioni di comandanti patrioti, nonché di moltissimi profughi civili”. A lui bastò, non avendo in cuor suo altro da chiedere, ma dal colonnello Pursall, dell’Intelligence executive office, aveva in precedenza avuto un lasciapassare che lo contraddistingueva: “This man, Luigi Pacifico, is ok”, l’uomo cioè che sovrintendeva la zona del fronte come guida ufficiale del III battaglione, 442fanteria, Apo 464, e che seguì l’esercito alleato nell’operazione finale da Azzano a Genova. E con lui, Pursall volle condurre l’ultimo attacco che l’8 aprile portò alla definitiva liberazione di Montignoso e che a Carrara lo volle al suo fianco nel corso della sfilata delle truppe americane e poi sul palco quando, di fronte alla popolazione entusiasta, sentì il dovere di proclamare: “Non è solo a me che dovete il merito della vostra liberazione, ma anche a questo partigiano italiano, mister Sciamino, look, look, l’uomo che prevede tutto!”.
In un rapporto del dottor Vinci Nicodemi, comandante partigiano, si tentò una statistica del contributo dato da Pacifico Luisi: 1.996 passaggi clandestini solo nel mese di febbraio 1945 con un massimo di 156 il giorno 26. Nella cifra erano compresi 187 militari nazifascisti prigionieri o disertori. Fonti americane allargarono il numero dei passaggi a oltre ottomila, più o meno una media di 25 al giorno nell’arco di sette mesi.
Lascio la parola al protagonista che in “Versilia kaputt!” (1995) mi fece scrivere: “Di solito la traversata durava tre ore ed avveniva in certi punti che solo le capre avrebbero potuto superare. Mi giovai naturalmente di un accordo voluto da Pietro tra tedeschi e partigiani in modo da lavorare in una specie di zona franca. Facevo ormai comodo a tutti, anche se dovevo seguire certe regole come quella di muovermi in un solo sentiero da percorrere senza che nessuno avesse armi addosso. I tedeschi furono inflessibili, ogni altro accesso era stato minato, compreso quello che andava dal Pitone ai Goggini e foce Capraia e così scelsi un nuovo sentiero. I tedeschi avevano finalmente ceduto. L’8 novembre del 1944 avevano infatti dovuto riconoscere il diritto di belligeranza alle formazioni partigiane (grossa marcia indietro, rispetto all’eccidio di Sant’Anna di tre mesi prima!) il rilascio di ostaggi civili italiani in cambio di prigionieri nazifascisti, la dichiarazione della sovranità territoriale delle comunità locali ormai controllate dai patrioti, la facilitazione nell’approvvigionamento della popolazione. Non sempre l’accordo venne rispettato, ma divenne un fatto di eccezionale importanza che i tedeschi discutessero ormai alla pari con gli uomini della Resistenza”.


Giorgio Giannelli (da Versilia Oggi, settembre 2001). Nella foto, Sciamino con il suo elmetto, qualche anno prima della scomparsa

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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/05/01 20:16 By: pisanino Status: Utente  
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Dok...o preferisci Luca....in tempo remoto...(qualche post fa ) ho scritto...che dalle ultime case...basse diroccate del bosco di Campiglia si stacca un bel sentiero......per di piu' anche a suo tempo segnato di rosso,che in parallelo si porta a sfiorare il ravaneto,poi con andamento destroso aggira il ravaneto e ci passa sopra superandoo i blocchi di marmo (posti all'inizio del ravaneto) e il sentiero meno marcato ma molto visibile...si congiunge con il 188/bis in linea del passo del Pitone/Massese (piu' o meno dove c'è il cavetto nel canale).Abbiamo fatto anche sabato con Fabbri un sopraluogo..dal laghetto delle trote di Antona(loc.Darola).Risalendo il torrente di Antona e percorrendo il sentiero/mulattiera che usano anche per andare nella falesia della Laguna,in prossimita'della falesia (dopo aver attrversato il torrente Antona)ci siamo portati in direzione bosco di campiglia. All'inizio abbiamo seguito tracce di sentiero che tagliava tutti i terrazzamenti che sono stati costruiti nel bosco in tempi remoti........e la certezza del sentiero....era la comferma che le scope...sulla linea dello stesso,erano tagliate per passare.....siamo riusciti ad arrivare..piu' o meno in linea con le ultime case diroccate basse....non vicino....in quanto...il tempo a disposizione èra limitato.Al ritorno in prossimita' del torrente Antona (dove lo avevamo attraversato)abbiamo scoperto altra mulattiera (predominante un po' di vegetazione ma percorribile)che va in direzione Antona altezza via dei castagni (dove parte la via della liberta')anche questa ....percorsa solo 10 minuti per mancanza di tempo........Si aspettava a darvi notizie...di tutto cio' per completare meglio con altre uscite in loco........(Comunque anche nella cartina dei sentieri il fosso Campiglio (cosi è scritto)e il primo dopo il colle della Bianchina..........NB= per il sentiero del ravaneto mi riferisco alla foto della cava caprara.
x Bergame=non so dove vedi il sentiero in quella foto......ma volere e potere..x la cava in foto bianco/nero si chiama Caprara o Granarola tutalpiu'...perche' se sbagliamo ora noi...con i nomi figuriamoci gli altri dal 45..al 2012...
x Marco as..il sentiero 188/bis,non parte dalla tecchia come sostieni tu,....ma....dalla ex tana del lupo (circolo motociclisti)con itinerario pruneta-c.lle della bianchina-fosso di campiglio-campiglia- focoraccia.....come riportato sulla cartina multigraphic-attualmente in possesso di Fabbri..la foto dell'itinerario 188-bis è stata inviata anche a Bergame
Mi sa...che prima di trovare la via della liberta' diventiamo.....come Sciamino.....in foto..ha!ha!ha!
Vi salutiamo tutti Fabbri/Pisanino...
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