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aggiornato esclusivamente con risorse private.
Diego scritto: Lo conosco sì "Rino" che era anche un bravo atleta anche se è un pò di tempo che non lo vedo. Sì.
La mulattiera che parte dalla vecchia chiesa è il sentiero a cui mi
riferivo parlando del Muturlungo. Passa un pò sotto il colle della
Tecchia sbuca dove ora c'è la casa del Prete a Campiglia da cui si può
salire con sentiero tutt'ora abbastanza evidente al famoso passo e
scendere ad Azzano o andare a Granarola-Pasquilio. Io credo che a quel
passo dove vi sono lapidi o croci di due partigiani morti sulle mine, si
possa attribuire il nome di Pittone (da "allungato" tipo "pittolo" o
"pittolone" in gergo x persona o cosa alta e lunga). Però appena posso
m'informo con qualche anziano. Se non dovessi rispondere prossimamente
non è x maleducazione o disinteresse ma perchè probabilmente verrò
ricoverato (coliche renali insistenti). Un saluto a tutti
Diego curati bene.
Brutti dolori le coliche.
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/04/20 12:31
By: bergame
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Intanto un augurio a Franco e a Diego per rimettersi quanto prima in ... lizza
Poi voglio ringraziare Luca/Dok per aver citato (qualche post fa) il volume: Eserciti
Popolazione Resistenza sulle Alpi Apuane, Prima parte: aspetti
geografici e militari / a cura di Gino Briglia - Pietro del Giudice -
Massimo Michelucci / Massa 1995 con particolare riferimento all’articolo di M.Grazia Armanini: Il Passaggio del Fronte pagg. 325-334.
Lo
ringrazio perché mi ha dato modo di continuare le “esplorazioni” su
altri terreni dato che per qualche mese difficilmente potrò fare uscite
sul campo
. in secondo luogo perché l’articolo della Armanini è veramente
interessante e fa luce su molte cose mettendo dei punti fermi (anche se
poi si può discutere e ridiscutere tutto, sulla base ovviamente di
adeguati riscontri documentali o testimoniali).
Riporto qui i
passi più rilevanti in relazione all'argomento trattato in questo topic.
I brani estratti dall'articolo dell'Armanini (pagg. 328-329) sono in
grassetto.
Il passaggio del Fronte venne tenuto aperto
pressoché regolarmente dalla Resistenza Apuana dal 10 ottobre 1944 ...
sino alla Liberazione. Attraverso di esso dal Nord andavano al Sud,
nell’Italia liberata: perseguitati politici, civili, militari, sia
italiani che prigionieri alleati fuggiti dai campi di concentramento
nazisti, ed anche tanti soldati della Repubblica Sociale Italiana.
In
un primo momento il passaggio fu spontaneo, animato prevalentemente
dalla solidarietà umana: ma quando vennero segnalati al Comandante dei
Patrioti Apuani casi di persone abbandonate sul percorso montano per
timore delle raffiche delle mitragliatrici tedesche, ed altri abusi, il
fenomeno venne regolamentato da parte degli stessi partigiani
affidandone la gestione ad un magistrato di Carrara, Roberto Mariani, il
quale coordinò il servizio del transito delle Apuane.
Il punto
di partenza era stato organizzato ad Antona, dove fu attrezzato un
centro di raccolta in un fabbricato adibito ad asilo offerto dalle
suore, che continuarono ad abitare nello stesso.
Su questa strada
aperta tra i monti , quindi , chiamata poi “Via della Libertà”, iniziò
l’esodo di tanta gente disperata. DA Antona a Serravezza e Pietrasanta
il tragitto era di quasi 17 km (16,900): da un livello di 442m. ad
Antona si saliva fino a 1164m sulle Apuane per arrivare poi a 500m nella
valle del Serra, a 249m. a Seravezza e poi a Pietrasanta in pianura.
In
un primo tempo veniva percorso il Passo della Cardella, sul lato
sinistro del Monte Carchio, ed il Passo del Pitone. Poi, il passo della
Cardella venne abbandonato perché facilmente controllabile dal nemico.
Le
guide disponibili si trovavano nelle frazioni della nostra montagna,
spinte in gran parte da solidarietà umana ma anche dal compenso che le
persone offrivano per un servizio del genere.
Il 1° febbraio ‘45
l’organizzazione militare del passaggio del Fronte inizia ad Antona
sotto la responsabilità del Comandante Vinci che organizzò le guide e i
portatori, rendendoli responsabili delle loro azioni (i portatori erano
gli uomini che trasportavano oltre le linee materiale di sopravvivenza
per le persone, o si caricavano sulle spalle i bambini i quali, date le
condizioni ambientali, non avrebbero mai potuto da soli scavalcare quei
passi).
A queste guide e a questi portatori fu assegnata una
quota in denaro, ricavata dalle somme che venivano offerte al comando da
aprte delle persone che intendevano attraversare il Fronte.
....
Il
percorso avveniva secondo secondo queste modalità e tappe: sul far
della sera la comitiva partiva dal sentiero che da Antona porta alle
Vigne, a Campareccia ed a Porneta (tutte località sopra Antona),
attraversava a mezza costa lo sperone della Tecchia ed entrava nel
castagneto di Campiglia. Superato il Fosso di Campiglia il sentiero
saliva prima con stretti tornanti, e poi pressoché verticale sino al
Passo del Pitone. Di là scendeva nella valle del Serra (vedi tavole
XXVII, XXXVIII, XXXIX).
Le Tavole XXXVIII e XXXIX sono i
disegni di M. Pegollo già pubblicati sul topic (post a pag. 17).
Mentre la tavola XXVII è la seguente
La didascalia in calce la trascrivo perché a questa risoluzione non si legge: Il "varco della libertà" nella Linea Gotica: i passi delle Greppie (A) e del Pitone (B ) sul monte Focoraccia
La
frequentazione del varco aumentò sensibilmente col passare dei giorni:
esisteva sempre più gente pronta a correre quel rischio. Quando i
tedeschi minarono il passo del Pitone venne messo in funzione un nuovo
percorso più alto: quello che da Pian della Fioba portava alla Tecchia,
dove ora sorge il piccolo sacrario dedicato ai caduti del varco della
Linea Gotica, fino al Passo degli Uncini, per poi scendere lungo il
fosso delle Greppie.
dall’ottobre 1944 all’aprile 1945 persero la
vita lungo l’impervio cammino sedici Patrioti Apuani e diversi civili
caduti sotto il fuoco delle mitragliatrici. I civili caduti furono
molti; tutti casi avvenuti prima della nuova organizzazione e pertanto
non è stato possibile accertare il numero esatto. I nazisti non
riuscirono mai a bloccare questo passaggio di civili, partigiani e
militari dell RSI sulla Linea Gotica, se non in qualche rara occasione.
Chi era nativo del luogo sapeva come muoversi con sicurezza tra le rocce
delle Alpi Apuane, anche di notte, nonostante le difficoltà, le
intemperie, la neve ed il ghiaccio.
Il passaggio del fronte dominerà la scena fino al 29 marzo ‘45.
L’importanza
di questo attraversamento è testimoniata dall’incontro tenutosi il 20
marzo ‘45 nel palazzo ducale di Massa tra ufficiali tedeschi ed il
comandante dei Patrioti Apuani, Piero del Giudice. Tra l’altro, si parlò
anche, da parte del comando tedesco, dell’autorizzazione per un
passaggio a favore dei civili con modalità da stabilirsi; fu la proposta
di un patteggiamento che poi non si concretizzò.
I dati
riguardanti il febbraio 1945, sottolinenao le difficoltà del percorso ed
il grosso rischio di essere colpiti dalle raffiche nemiche subito dalle
guide, in prevalenza di Antona.
...
Sono conservati
presso l’Archivio dell’ANPI di Massa gli elenchi dettagliati di coloro
che attraversarono la Linea Gotica, ad esempio: nel mese di febbraio ‘45
passarono ben 1996 civili; nel solo giorno 26 febbraio, 157. Attraverso
il passo del Pitone , nei due mesi di febbraio e marzo, furono 2146
coloro che varcarono le linee. ... In tutto il periodo i Comandi Alleati
su Fronte hanno controllato l’arrivo di oltre 8000 persone, ma ve ne
sono molte altre che hanno attraversato la Linea Gotica senza sottoporsi
ad alcun controllo ... Nel marzo del ‘45 furono 47 le guide impegnate
nell’attraversamento del Fronte. Nei mesi di febbraio e marzo i
portatori utilizzati per superare la Linea Gotica furono ben 153.
il
passo del pitone è identificato in modo categorico e non ambiguo col
Piton di Mezzo (vedi foto). Luca lo aveva già fatto notare (post pag.
17) “il solo fatto che a quel convegno ci fossero, citiamo per tutti i
due nel titolo: Pietro del Giudice e Gino Briglia (Sergio), che avevano
entrambi una buona conoscenza del territorio, è una autenticazione della
tesi che quelle due lettere non siano state messe lì a casaccio.
un'ulteriore conferma indiretta potrebbe essere il fatto che quella
attribuzione non ha successivamente scatenato dispute topografiche,
almeno a quel che mi risulta”
Inizialmente si passava anche dal
passo della Cardella ma poi quel tracciato fu abbandonato privilegiando
quello del Pitone (di mezzo)
Successivamente, dopo che il passo
del Pitone (di mezzo) fu minato , sii optò per il passo delle
Greppie/Uncini,. Quindi questa ricostruzione storica non è in antitesi
coi documenti prodotti da Marco (opuscolo del 1975).
La
descrizione del tracciato che fornisce la Armanini (“Superato il Fosso
di Campiglia il sentiero saliva prima con stretti tornanti, e poi
pressoché verticale sino al Passo del Pitone.”) non sembra compatibile
col tratto iniziale del sentiero di Pisanino&co perché questo taglia
quasi in orizzontale tutto il versante.
Quest’ultimo punto
richiama l’ipotesi che avevo formulato (con beneficio di verifica sul
campo) qualche post fa (pag 19): l’esistenza di un terzo tracciato che
ricalca più o meno la linea tratteggiata delle vecchie IGM 25000 e che
dal fosso di Campiglia (o da quello successivo del Pozzone) sale
puntando direttamente ai pendii sotto il passo del Pitone (di mezzo) e
da qui si biforca in due rami: uno che sale direttamente al passo del
Pitone di mezzo l’altro che taglia in obliquo le balze rocciose e arriva
al passo della Focoraccia, rimanendo sempre più alto del tracciato di
Pisanino&co. Sulla foto presa dalla Tecchia (tavola XXVII) ho
disegnato in rosa tratteggiato quello che potrebbe essere il tracciato
di questo sentiero, in blu la traccia della mia risalita partendo dal
sentiero basso (vedi mappa CTR 5000 pag. 19) e in rosa continuo il
sentiero basso di Pisanino&co.
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/04/20 19:34
By: pisanino
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20-01-2012..ore18.42 sul topic..anello dei cavatori litigavo con
Guido e pronunciavo la prima volta "sentiero della
liberta'"29-01-2012...Bergame apriva il topic"sentiero della liberta'" oggi 20-04-2012...post 25 siamo ancora distanti dal nastro d'arrivo............ Volevo fare alcuni chiarimenti. 1)il
sentiero ex cai 188/bis (mulattiera/sentiero che usavano gli
Antonesi,non l'ho scoperto io e soci...sul forum qualche tempo
prima.....chiesi imformazioni a Guido,se era un sentiero usato dai
partigiani per cui la paternita'è/o di Guido o avanti a Guido...forse
Luca....io e soci abbiamo fatto solo una ricostruzione momentanea (con
ometti e nastrini)del PROBABILE SENTIERO DELLA LIBERTA'. 2 )la
carrareccia....dalla polla al passo/Focoraccia, èra gia'ultravisitata da
Guido e Compani,IO ho solo aggiunto gli ometti nel canale....dal famoso
tornantone 3 )il sentiero nastrato dalla carrareccia (ora segnato
con colore spray)fino al passo/Focoraccia è stato fatto da
Luigi....edicolante di Massa. dai a Cesare...quel che è di Cesare......... Ancora
voglio far presente (e mi ripeto ancora)che forse voi non avendo
esperienza.....(a parte Guido)di ripulitura sentieri cai o altri....(e
visto le molteplici...possibilita' di segliere il passo/sentiero,in
quanto sono piu'di uno)....optare per il passo/sentiero
piu'idoneo...per..storia-..pulizia-sicurezza-eee...ripulizia negli anni a
venire...... Domenica mattina...con il mio socio faccio un
sopraluogo...(tempo permettendo).dal fosso di Campiglia...al Piton di
mezzo (quello preferito da Bergame.....chi si vuol aggregare....faccia un fischio...sul forum..mi sa pero' che piovera' Vi saluto........... Pisanino
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/04/20 23:00
By: bergame
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Mi scuso con tutti quelli che hanno contribuito alla riscoperta
del sentiero che io ho attribuito a Pisanino&co. In realtà Il
riferimento non era un'ipoteca sulla paternità del sentiero ma dovuto
solo alla necessità di farsi capire.
Domenica non posso accompagnarvi ma se occorre hai il mio numero e non ti far scrupoli
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/04/21 00:01
By: moka
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ciao a tutti io sono il ....co ...di pisanino come ci definisce
bergame seguo il forum con grande interesse ma non sono mai intervenuto
.nel mio piccolo vorrei dire la mia x quanto riguarda il sentiero della
liberta ,non sono esperto come molti di voi ma mi sono documentato
leggendo qualcosa e ascoltando testimonianze di persone che la guerra l'
hanno vissuta e.mi sento di dire che ognuno di noi a trovato il proprio
sentiero, in quanto ce ne sono piu'di uno .e sono stati usati in
maniera e momenti diversi come si e detto utilizzavano prima il passo
della gardella poi il pitone .la greppia ecc.tra le tante possibilita
dobbiamo tener presente, che la strada dopo antona non esisteva la
galleria della tecchia non cera quindi perche la chiesetta?partivano da
antona e seguvano il sentiero che porta al monte antona e all attuale
rifugio citta di massa"( all orto botanico)"per poi arrivare alla
tecchia dove poi seguivano per l attuale 188 fino alla greppia oppure il
41, risalivano il canale d angiola per poi andare al passo degli uncini
oppure alle cave delle cervaiole per poi discendere l ormai abbandonato
sentiero 31 che porta ad azzano. siccome la gente ormai era allo stremo
delle forze e diventava sempre più difficile affrontare certi percorsi
Pietro fece un accordo con il generale Kasseling (tra l altro poi non
rispettato fino in fondo ) per far passare i civili dalla strada della
fortezza di montignoso .allora dico io e' pure questo un sentiero della
libertà? devo condividere il pensiero di Guido quando dice che dobbiamo
trovare un sentiero idoneo affinché ne possa usufruire anche persone
come me" poco esperte "e soprattutto di facile mantenimento perché come
si dice.. passato il santo finita la festa .. poi chi lo vorrà potrà
fare il suo personale sentiero io faccio parte del c.a.i di massa e
credo che si possa recuperare tranquillamente il 188 bis che a mio
avviso e per gran parte di facile manutenzione visto che e' in buono
stato e posso prendermi insieme a pisanino la responsabilita di segurlo
ma dalla parte azzano ???un saluto e spero ci si possa incontrare presto
tutti ....ciao fabri...
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Re:Altissimo - Sentiero della libertà ?
Date: 2012/04/21 02:12
By: dok
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Re: La descrizione del tracciato che fornisce la Armanini
(“Superato il Fosso di Campiglia il sentiero saliva prima con stretti
tornanti, e poi pressoché verticale sino al Passo del Pitone.”) non
sembra compatibile col tratto iniziale del sentiero di Pisanino&co
perché questo taglia quasi in orizzontale tutto il versante. Quest’ultimo
punto richiama l’ipotesi che avevo formulato (con beneficio di verifica
sul campo) qualche post fa (pag 19): l’esistenza di un terzo tracciato
che ricalca più o meno la linea tratteggiata delle vecchie IGM
25000(...)
o Bergame, guardando la tavola XXVII ritoccata non
vedo dove vuoi andare a parare, anche se è apprezzabilissima la verifica
che stai facendo sui tracciati delle mappe. purtroppo non conosco bene
il versante massese come quello di qua, ci sono stato davvero poche
volte, per cui ti parlo delle impressioni che mi sono potuto fare sulla
base di quelle poche ricerche. se infatti quello che cerchi è il
tracciato descritto nell'articolo della Armanini, come ho provato
anch'io con un paio d'amici nel dicembre 2009, non mi sembra proprio che
quello che dici te corrisponda a quella descrizione, per l'idea che me
ne sono fatto, e cioè che gli stretti tornanti siano subito dopo il
Fosso di Campiglia e che poi ci sia l'impennata praticamente verticale
fino al passo: tra l'altro questo dato, dei tornanti in prossimità del
canale, è ripreso nella pubblicazione di Maria Del Giudice in relazione
all'episodio di Marchini e Antolini. invece dal tuo schizzo sembra di
capire diversamente. quella volta si fece un percorso diverso da
quello di Pisanino per intenderci: scesi da Porneta nelle selve di
Campiglia si cercò un percorso più basso rispetto a quello che porta
alla <casa del prete>, lo vedi bene nella vecchia IGM che punta
alle casette intorno a quota 750, ma il tratto nel castagneto si trovò
con alterna fortuna solo al ritorno. alle casette ci arrivammo sul
tracciato dalla <casa del prete> alla <casina dei
cacciatori?>, dove invece che attraversare il fosso abbiamo seguito
la traccia cul costone roccioso fino alle casette, che si vedono bene
anche nella tavola XXVII. qui sei ancora alto sul costone del Fosso, ma
proprio lì accanto trovi un buon viottolo che scende nel canale in
prossimità di una guglia caratteristica. come vedi dalla IGM in quel
punto c'è più di una possibilità, oltre a quelle segnate la più
plausibile mi sembrò la risalita di una piccola costa coperta di scope,
facile e necessariamente a zig-zag, che andrebbe a risortire sul 188bis
poco prima della curva verso il Pitone quando ti si apre la vista sulla
cava della Caprara. dico andrebbe perché non l'ho percorsa tutta, era
ora di tornare e gli altri mi aspettavano, ma sono arrivato fino a
vedere, se non ricordo male, che fino all'innesto non c'erano
difficoltà. ma non ci sono più tornato, e quindi non so dirti con
maggiore certezza. comunque quella costa si trova risalendo di poco il
canale, mi pare che c'erano i resti di una fornace e altri segni di
vecchi passaggi. tra l'altro all'inizio del viottolo che scende nel
canale c'erano vecchi segni sbiaditi di vernice. nessuno è ancora
stato lì? ero convinto di aver visto qualcosa nel topic, ma dalle ultime
mappe postate non si direbbe. Pisaninooo, dove seeei? insomma
questo, se comprovato, sarebbe un attacco più diretto e più
<invernale> del tracciato di Pisanino, evitandone la parte più
scabrosa, cioè quella dell'attraversamento del ventaglio di affluenti
del Fosso. all'innesto nel 188bis, poi, potrebbe proseguire sulla tua
traccia blu, che non conosco, o proseguire su quello fino al bivio dei
passi (l'avete mai notato il grottone sottovia, che poteva essere un
posto tappa?) e, perché no?, risalire diretti i pratoni sotto i paretoni
del Pitone...<pressoché verticale fino al Passo del Pitone>. non
ti persuade l'idea? ciao Luca
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