La visita al centro storico di Torino permette di ripercorrere la storia della città stessa,
dall'epoca romana, al medioevo, al rinascimento, al barocco, fino all'800 neoclassico.
Cuore della città è Piazza Castello, da sempre fulcro dell'attività politica e della storia della città
e punto di origine di vie storiche come Via Garibaldi, Via Pietro Micca, Via Roma e Via Po.
Al centro della piazza sorge Palazzo Madama, l'antico castello che da il nome alla piazza,
oggi sede del Museo Civico d'Arte Antica.
Sotto i portici del lato della piazza da cui parte via Po s'innalza la facciata del Teatro Regio.
L'edificio originario fu costruito tra il 1738 e il 1740 da Benedetto Alfieri, ma l'incendio del 1936
ha imposto la ricostruzione di molte sue parti.
La facciata attuale è stata progettata da Carlo Molino e Marcello Zavelani Rossi (1973) mentre la cancellata è di Umberto Mastroianni (1994).
Proseguendo lungo i portici s'incontrano due complessi museali molto importanti,
la Biblioteca Reale e l'Armeria Reale, e l'imponente Palazzo Reale, circondato dalla Piazzetta Reale, con la splendida cancellata in ghisa di Pelagio Pelagi e dai Giardini Reali.
Altro monumento protagonista della piazza è la chiesa di San Lorenzo, iniziata nel 1634, completata dal Guarini e consacrata nel 1680.
Sul fianco sinistro della Piazzetta Reale s'innalza il secentesco Palazzo Chiablese rimodellato da Benendetto Alfieri nel 1740,sede del Museo Nazionale del Cinema fino al 1996.
Su Piazza San Giovanni invece si può ammirare l'unico esempio di architettura rinascimentale della città, la Cattedrale,dedicata a San Giovanni Battista, patrono della città, da cui si può accedere alla Cappella della Sacra Sindone.
Proseguendo per Via XX Settembre si possono visitare i resti più antichi di Torino, l'area archeologica del Teatro Romano,i resti delle mura romane e la Porta Palatina (I secolo d.C.), costituita da due torri a sedici lati unite dall'interturrio.A pochi passi si può raggiungere il Museo di Antichità (C.so Regina 105), che custodisce i reperti archeologici di Torino, dall'epoca preistorica.
In Piazza della Repubblica sorge invece la chiesa di San Domenico, mentre ritornando in Corso Regina Margherita si può visitare la Casa della Divina Provvidenza (il Cottolengo) e la basilica ottocentesca di Maria SS. Ausiliatrice, custode delle spoglie di San Giovanni Bosco e di importanti opere di Giuseppe Rollini e Tommaso Lorenzone.
Tornando verso il centro si può raggiungere Piazza della Consolata e visitare il Santuario della Consolata.
Svoltando in Via Milano si raggiunge la piazza del Palazzo di Città, con al centro il monumento al Conte Verde Amedeo VI di Savoia di Pelagio Palagi. L'edificio fu costruito da Francesco Lanfranchi (1659-1665) e successivamente modificato da Benedetto Alfieri, Francesco Valeriano Dellala di Beinasco, Luigi Barberis e Filippo Castelli. A pochi passi si può raggiungere la chiesa del Corpus Domini (in Piazza Corpus Domini) la cui decorazione interna fu progettata da Benedetto Alfieri, la chiesa dello Spirito Santo (in Via Porta Palatina), realizzata da G. B. Feroggio nel 1765, e la Basilica Mauriziana (Via Milano 20). Via Garibaldi termina nella bella Piazza Statuto, realizzata nel 1864 con un giardino centrale dominato dal monumento commemorativo al traforo del Frejus.
In Via Pietro Micca angolo Via Monte di Pietà s'innalza la chiesa Francescana di San Tommaso. Giungendo invece in Piazza Solferino ci si trova di fronte al Teatro Alfieri, alla Fontana Angelica della Quattro Stagioni e al Monumento Equestre a Ferdinando Duca di Genova.
Da Piazza Solferino parte Via Cernaia che si allarga subito sulla destra con i Giardini Lamarmora e il monumento ad Alessandro Lamarmora.
In Via Santa Maria sorge invece la chiesa di Santa Maria di Piazza, ricostruita nel 1751-52 da Bernardo Vittone.
Ritornando su Via Cernaia si trovano i resti della Cittadella, fortezza a pianta pentagonale fatta costruire nel 1564 da Emanuele Filiberto, oggi sede del Museo Storico Nazionale di Artiglieria. Da Via Guicciardini 7 invece si può accedere al Museo Pietro Micca
e dell'Assedio di Torino del 1706.
All'incrocio tra Corso Vittorio Emanuele e Corso Galileo Ferraris, due tipici viali rettilinei torinesi, s'innalza per 39 metri il monumento a Vittorio Emanuele II. In Via Magenta 31 c'è l'ingresso della Galleria Civica D'Arte Moderna e Contemporanea e in Via Bricherasio 8 quello del Museo civico di Numismatica, Etnografia e Arti Orientali. Ritornando su Corso Vittorio si può visitare la Stazione di Porta Nuova che ha una bella facciata di Alessandro Mazzucchetti e Carlo Ceppi e Piazza Carlo Felice, di fronte alla stazione, che ospita un bel giardino con piante rare, una fontana e il monumento ad Edmondo De Amicis.
Da qui si possono imboccare gli eleganti portici di Via Roma. Quest'ultima costituì l'asse del primo ampliamento urbanistico della città, realizzato dal 1620 da Carlo di Castellamonte. In Piazzetta CLN, le fontane raffiguranti il Po e la Dora sono addossate alle absidi delle chiese di origine secentesca di San Carlo e Santa Cristina. Su Via Teofilo Rossi (adiacente alla piazzetta) il secentesco Palazzo Bricherasio, sede dell'omonima Fondazione. La più elegante piazza di Torino è sicuramente Piazza San Carlo, il cui aspetto secentesco gli fu conferito da Carlo di Castellamonte (1642-50), con degli splendidi palazzi e al centro il monumento equestre a Emanuele Filiberto (1838).
Imboccando Via Santa Teresa si raggiunge la chiesa di Santa Teresa d'Avila, affiancata dal Teatro Gianduja,sede del Museo della Marionetta. Spostandosi in Via Accademia delle Scienze si può visitare il Palazzo dell'Accademia delle Scienze, sede del Museo Egizio e della Galleria Sabauda. La via sbocca nella bella Piazza Carignano dove si affacciano il grandioso Palazzo Carignano, sede del Museo Nazionale del Risorgimento, e il Teatro Carignano, ricostruito nel 1787 dopo un incendio da G. B. Feroggio e restaurato nell'800 da Francesco Gonin.All'incrocio con Via Maria Vittoria sorge la chiesa di San Filippo Neri. Di fronte alla chiesa s'innalza Palazzo Carpano, edificato nel 1684-86 da Michelangelo Garove e ripreso da Benedetto Alfieri e Francesco Martinez nel secolo successivo.