PITTURA
"Il sonno" atrio Stazione FS di Fabriano. Serigrafia 1981

 

  Quando nel Decretale del monaco camaldolese Graziano vissuto a Bologna nel sec. XII, si legge che " in pictura legunt qui litteras nesciunt”, vuol significare che un artista ha il dovere intanto, di essere capito per cui un'opera dev'essere come una 'lezione' di pittura.  Barbarossa scultore, è in primis, un prezioso disegnatore, preciso e puntuale che ama il 'segno', così come il poeta ama la 'parola'.  Il segno dunque, di questo illustre Autore. È un parlare: sembra quasi che il Barbarossa desideri allacciare un discorso con l'osservatore dell'opera con il più distratto, prima ancora che col soggetto, ma questo colloquio di amorosi sensi, che un artista cerca in continuazione, è diciamo, obbligatorio per scoprire la sperduta 'verità' nascosta in un modello; essa insomma, scaturisce da quel particolare trattamento che l'animus creandi impone e Renzo Barbarossa ci pare davvero l'artista vocato a tal forma di rappresentazione che egli - per la sua propria condizione esistenziale - considera la più intima, la più segreta, talora imperscrutabile, ma che l'opera disvela come un tenero, amabile, soffio vitale            (G.  Nocentini)  

"La Bastula" dipinto sul muro m.6x4 Gualdo Tadino 1988 "L'attesa" acquerello 1980 "Selva Valgardena" 1996 3° Premio al concorso Estemporanea nazionale FS 
"Particolare del Chiostro di San Venanzo"  "La pesca" serigrafia 1980 "L'inverno" 1994 acquerello
"Bimba" olio su carta "Riflessi di vita" 1992 m.2,00x1,20 donato all'ospedale di Fabriano "Alberto Moravia" 1986 tecnica sanguigna

 

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"Solchi" 1994 "Agnese" 2000