...Riflessioni ad alta voce...

 

"L'imboscata di Vipiteno", "il cardellino solitario di Carini", "l'operazione corvo imperiale di Scicli", tre vicende-fotocopia che, a mio avviso, hanno tantissime cose in comune e che sarebbe utile approfondire in modo adeguato.

Per una migliore chiarezza esporrò il mio pensiero in forma schematica:

1) in tutti e tre i casi si è trattato di veri e propri blitz delle forze dell'ordine con al seguito l'immancabile "megafono". Mi spiego meglio. A Vipiteno, alle operazioni dei militari hanno assistito giornalisti di provata fede ed esperienza natural-ambientalista (si mormora che qualcuno indossasse addirittura una pettorina del CFS), a Carini l'intervento è stato ripreso con telecamera (nascosta nella cintura dei pantaloni) da un operatore al seguito della giornalista Badaloni, a Scicli sono state scattate foto ed è stata successivamente organizzata una conferenza stampa per illustrare i risultati dell'operazione.

Come appare evidente in tutti e tre i casi il "megafono" è sempre stato parte integrante delle operazioni!!

2) la sua presenza ha permesso la divulgazione e l'amplificazione degli interventi con la massima efficacia; per Vipiteno e Carini, oltre alla informazione specializzata di settore (Geapress in particolare), sono arrivate addirittura sui telegiornali nazionali nelle ore di punta, mentre Scicli ha dovuto accontentarsi della stampa locale.

I messaggi che sono stati lanciati hanno sistematicamente associato il presunto reato alla categoria degli allevatori; a Vipiteno l'equazione è stata: allevatori=commercianti fuori legge e trafficanti senza scrupoli; a Carini, allevatori=bracconieri e malfattori; a Scicli, allevatori=carcerieri dediti al maltrattamento;

3) in tutti e tre i casi gli accertamenti successivi hanno escluso violazioni, degne di nota, alle leggi. Ad onore del vero a Scicli non si è ancora concluso l'iter processuale ma il Tribunale del Riesame di Ragusa ha respinto in blocco le accuse mosse dagli inquirenti (maltrattamento degli animali) e tutto lascia presagire che anche li finirà in una bolla di sapone;

4) Anche se non sono state erogate sanzioni non possiamo ritenerci soddisfatti perché gli effetti che i "megafoni" hanno prodotto sull'opinione pubblica con i loro servizi, spesso strumentalizzati all'eccesso, sono stati devastanti in ogni caso!

A tale proposito vi voglio raccontare una storia accadutami di recente.

Ho ceduto una coppia di inseparabili ad un ragazzo, mio vicino di casa, il quale mi ha confessato che li avrebbe alloggiati, non a casa sua, ma, dai suoi genitori perché la sua convivente, che è una naturalista convinta, non li avrebbe mai accettati.

Finalmente, con l'aiuto del ragazzo, sono riuscito a farla venire a visitare il mio aviario dove ho potuto mostrarle il rapporto che esiste tra un allevatore ed i propri animali... è rimasta colpita dal fatto che i miei uccelli non hanno paura dell'uomo e quindi non svolazzano, dalla musica che si irradia in sottofondo, dalle vaschette per il bagno presenti in ogni gabbia e soprattutto dal fatto che alcuni soggetti mi vengono a mangiare dalle mani.

Le ho poi spiegato che gli uccelli che teniamo negli allevamenti hanno perso ogni contatto con il loro remoto ambiente naturale, infatti, se resi liberi sarebbero destinati tutti a morte quasi certa, o per fame oppure predati da altri uccelli.

Le ho poi mostrato la differenza fra i tipi selvatici (ancestrali) e le variopinte mutazioni che abbiamo "inventato" noi allevatori precisandole come queste ultime non abbiamo mai avuto nessun collegamento con l'ambiente esterno.

Le ho anche detto che esistono specie minacciate di estinzione nel loro ambiente naturale, come gli Agapornis nigrigenis,  e che potrebbero essere salvati proprio grazie alla re-immissione in natura di soggetti nati in cattività e che io sarei disponibilissimo a regalare una parte del mio allevamento per un eventuale progetto di tale genere.

Dalle sue parole apparivano fin troppo evidenti le nefaste conseguenze dei messaggi lanciati dai "megafoni" di cui sopra, che finiscono per colpire, in primo luogo, le persone più sensibili e maggiormente dedite all'impegno per la salvaguardia dell'ambiente e della natura.

Ci siamo trovati d'accordo praticamente su tutto...dalla immissione dei gas in atmosfera, ai rischi del nucleare, dalla politica di salvaguardia del territorio, alle battaglie per salvare animali maltrattati (cani, orsi della luna, foche, delfini, balene etc. etc.)

Insomma, quell'incontro mi ha davvero fatto capire che, noi allevatori in primis, non possiamo rimanere immobili di fronte ad una situazione come quella che si è venuta a determinare...dobbiamo assolutamente ribellarci!!

Di gente che ragiona come la mia amica (soprattutto giovani e giovanissimi) ce n'è molta e, ripeto, sono anche convinto che sia la parte migliore della nostra società e che quando si tratta di esprimere il proprio voto tenga prioritariamente conto di questa loro convinzione naturalistica rispetto ad altre.

Questa è la ragione per cui tutti i partiti politici, ripeto, tutti, nessuno escluso, concedano molto volentieri "megafoni", spazi ed attenzioni di ogni tipo a questa nuova "ideologia pulita".

Da queste "riflessioni ad alta voce"  scaturiscono una serie di suggerimenti che vorrei proporre a tutti i soggetti sottoelencati:

 

1. Noi allevatori

1.1 - dobbiamo velocemente abbattere gli steccati che finora avevamo alzato pensando che qualcuno potesse uscire illeso dalle minacce di cui sopra; 

Coloro che ritenevano che i problemi fossero riservati agli allevatori di indigeni e/o di specie sottoposte al regime CITES si sbagliavano di grosso; anche i "canarinai" stanno finendo nel "tritacarne" insieme a tutti gli altri e le conseguenze si possono già rilevare, per esempio, andando a leggere la recente Legge Regionale del Piemonte (L.R. n. 6 del 18.2.2010);

1.2 - fare opera di sensibilizzazione, sulle problematiche si cui sopra, a partire dal nostro stesso mondo ornitologico;

1.3 - rimarcare in ogni occasione l'etica del buon allevatore sintetizzabile nell'indovinato slogan "allevare è proteggere!" ed emarginare con forza e determinazione coloro che praticano illeciti e che cercano di nascondersi in mezzo a noi;

1.4 - esercitare una decisa e convinta pressione nei confronti dei dirigenti delle nostre associazioni/federazioni affinchè attribuiscano un elevato grado di priorità, nei loro ordini dei lavori, a questa tematica.

 

2. Il Corpo Forestale dello Stato (CITES)

2.1 - Io, come credo la stragrande parte degli allevatori, nutro molta fiducia nel CFS perché svolge un importante lavoro di controllo per garantire una corretta applicazione delle leggi.

Il suo compito è prezioso perché rappresenta una garanzia per tutti gli allevatori onesti e rispettosi delle leggi;

2.2 - nella esecuzione della propria attività deve però mantenersi indipendente ed al di sopra delle parti.

Il giorno in cui dovesse apparire schierato, da una parte, piuttosto che da un'altra, finirebbe per svilire il proprio ruolo e rendersi di conseguenza inaffidabile e nemico.

In particolare, nei casi di Vipiteno e di Carini ho avuto la netta impressione che ci sia stata una vera e propria collaborazione con una delle due parti... e che non è certo quella degli allevatori!!

Comprendo e ritengo persino utile che ad operazione conclusa si organizzi una conferenza stampa (anche se ne andrebbe rifatta un'altra a conclusione dell'iter processuale..) ma la presenza di giornalisti e reporter nel corso delle operazioni sono assolutamente da biasimare proprio per evitare l'eventuale strumentalizzazione che ne può derivare.

 

3. Le Pubbliche Amministrazioni 

3.1 - Tutte le norme che sono state emanate fino ad oggi, dalle Regioni ai Comuni, hanno visto la presenza e la collaborazione, più o meno attiva, delle associazioni ambientaliste.

In alcuni casi si è arrivati persino ad attribuirgli compiti di controllo con facoltà di erogare sanzioni.

Questo non può essere! In questo modo si discrimina palesemente quella parte di cittadini che persegue l'hobby dell'allevamento e che ha lo stesso diritto di esprimere la propria opinione alla pari degli altri!

Invito pertanto le pubbliche amministrazioni a richiedere anche la collaborazione delle associazioni di rappresentanza degli allevatori le quali, tra l'altro, potendo contare su di un elevato grado di competenza sono anche in grado di fornire un contributo qualificato.

 

3. La Federazione degli allevatori

Ci piaccia o meno, noi allevatori rappresentiamo uno dei bersagli preferiti (forse perchè particolarmente deboli) dei gruppi  ambientalisti-naturalisti i quali possono contare su di un ampio sostegno politico!!  

E' divenuta quindi "una questione politica" e dovremo organizzarci (anche mentalmente) per poterci difendere oltre che sul piano amministrativo anche su quello politico!

La Federazione dovrebbe annotare in cima alla propria agenda dei lavori un vero e proprio "progetto per la difesa dell'allevamento" destinando ad esso uomini e risorse;

In primo luogo diventa indispensabile fare pesare sul "piatto politico" il proprio peso elettorale rammentando a tutti gli schieramenti la consistenza della propria base.

Se non vado errato la sola FOI conta oltre 20.000 associati, che con relative famiglie diventa un pacchetto elettorale di tutto rispetto...

I punti del progetto:

3.1 - organizzare convegni e/o conferenze con la presenza dei rappresentanti di tutti i partiti politici;

3.2 - comunicare e mantenere alto l'interesse sul progetto attraverso la rivista con interventi anche di politici oltre che di dirigenti e funzionari dello Stato;

3.3 - pretendere che il servizio di informazione pubblica (almeno, la RAI) dedichi alle nostre ragioni almeno gli spazi che fino ad oggi sono stati riservati ai soli ambientalisti;

3.4 - pretendere la presenza di rappresentanze degli allevatori in tutti le occasioni di formazione e stesura delle leggi che riguardano il nostro settore, da quello nazionale a quello locale;

3.5 - emettere comunicati stampa tempestivi ed incisivi ogni qualvolta si verifichino fatti censurabili o, comunque, degni di nota;

3.6 - organizzare un pool di legali ed esperti della nostra (particolare) legislazione capace di assistere gli associati ma soprattutto per difendere l'immagine dell'intera categoria;

3.7 - effettuare azioni legali (anche in presenza di rischi) con estrema determinazione per la tutela della nostra immagine e per il rispetto della legge;

3.8 - destinare un adeguato fondo di riserva a questo progetto.

20 aprile 2011