Il "mobbing" di Roberto al Circolo dei signori torinesi

 

E' la prima volta che entro nel forum del Mobbing, ma non sono digiuno della materia, purtroppo.

Io ho subito un mobbing finalizzato al mio allontanamento dal posto di lavoro che avevo da 12 anni: segretario di un circolo di golf del Torinese, la Associazione Sportiva “I Roveri”. Non ho problemi a citarne il nome, e se lo faccio lo faccio assumendomene in toto la piena responsabilita'. Detto questo non č che voglia fare chissa' quale rivoluzione, pertanto mi fermo nel raccontare i fatti.

Al cambio di direzione, avvenuto nell'ottobre 1999, il nuovo presidente, un riccastro 75enne ha semplicemente stabilito che io non gli stavo bene. Tutto questo perche' in campagna 'elettorale' lui ha "promesso" che avrebbe fatto degli adeguamenti salariali e di ruolo. Alla sua elezione il mio gravissimo errore e' stato quello di ricordargli la promessa. Eravamo nel febbraio 2000. Da allora in poi sono iniziati i miei guai. Le mie mansioni, di responsabilita', di maneggio denaro, di pubbliche relazioni [(parlo 3 lingue, avevo rapporti di lavoro con personalita' come Pininfarina e altri "nomi" del torinese (il circolo dove lavoravo era sotto la direzione di Umberto Agnelli)] sono state cancellate da un giorno all'altro. Sono stato messo a contare semi e anticrittogamici, sono stato allontanato dall'ufficio ove lavoravo, nascosto dagli occhi della gente e alla fine, dopo avermi manomesso il computer con un tecnico che ci lavorava a mia insaputa (questo e' stato ampiamente dimostrato in sede di causa) sono stato "accusato" del gravissimo reato di navigare in internet nelle ore di lavoro. Va detto che Internet lo usavo quotidianamente per il mio lavoro, e la cosa era risaputa, oltretutto ero il solo a capire qualcosa di computer in quell'ufficio. Ma una componente del Consiglio Direttivo mia amica, e che e' stata poi obbligata a dare le dimissioni proprio per questa sua attenzione nei miei riguardi, teste a mio favore nel processo, mi ha confidato che il 'boss' avrebbe pagato qualsiasi cifra ma io non dovevo piu' lavorare li', e internet era ovviamente una scusa. Dieci anni prima quest'uomo aveva fatto la stessa cosa con un altro dipendente...licenziandolo dall'oggi al domani, ma con la 'variante' che a costui era stato trovato un nuovo posto di lavoro, e diede dimissioni spontanee ed incentivate.

A novembre 2000, dopo una manovra di sospensione, mi e' arrivata la mia lettera di licenziamento in tronco. E' stato allora che ho cominciato a interessarmi di mobbing, e a vedere quanto questa materia sia sconosciuta in Italia, lasciando al potente l'ultima parola e facendogli rischiare nulla di nulla, se non modeste sanzioni. Gia' allora contattai il sito 'la punta dell'iceberg' e poi ebbi un lunghissimo e proficuo scambio di email con Mario Meucci che ringrazio pubblicamente. Da qui ho potuto vedere quanto poco sia tutelato il lavoratore, e quanto ci sia da fare. Il mio caso l'ho trasmesso a ogni testata, da 'La Stampa' (sulla quale ovviamente non speravo nulla, dal momento che e' dello stesso padrone del mio ex posto di lavoro) all'Unita', passando per la Repubblica, il Messaggero, e il Corriere della sera. Niente. Il buio piu' assoluto. Nessuna risposta. Il Vicedirettore de La stampa, che conoscevo personalmente ha laconicamente commentato che si sarebbe dovuto ascoltare entrambe le parti. Naturalmente nessuno e' mai venuto a chiedermi nulla al riguardo. Allora ho scritto a varie testate televisive: Maurizio Costanzo show, a Maria de Filippi, a Tempi moderni, a Studio Aperto, e altre che non ricordo piu'. Anche qui il buio. Di mobbing non si parla, non si parla mai nei TG e nemmeno sui giornali. La conclusione della mia causa e' finita con una conciliazione che ho dovuto accettare per motivi familiari gravi e che non mi permettevano di ulteriormente rimandare, davanti al giudice del Lavoro di Torino, ad aprile scorso. Ho accettato un risarcimento di 24 mensilita'. Ma l'amaro in bocca ce l'ho. I malesseri che avevo dall'inizio del mobbing, febbraio 2000, che qui ho riassunto velocissimamente (vertigini, incubi, sudori e tremori notturni, insonnia) mi sono rimasti, e cerco di dissimularli in famiglia per ovvi motivi. Sono a tutt'oggi disoccupato e lo saro' chissa' per quanto. Vorrei portare la storia a conoscenza dei media, ma non sono riuscito nemmeno in questo. Mi sento frustrato e sogno almeno un paio di volte alla settimana il luogo ove lavoravo. Mi sveglio certe notti urlando senza voce tutto il mio livore verso queste persone...

Questa mia testimonianza spero che serva a qualcuno. Se ci fosse inoltre qualcuno che potesse aiutarmi a pubblicizzare il fatto gli farei un monumento.

Grazie per l'attenzione, spero di non avervi annoiato.

Roberto

 

(fonte:http://forum.pronto.it/ 29.6.2001)

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