Il
sogno [2]
Tutta
tremante giaceva Aminta fra le mie braccia,
io
lottavo per difendermi dalla beatitudine;
il
mio rapimento aumentava a causa del suo gentile indugiare,
la
sua debole forza era così attraente.
La
tenera resistenza tradì la volontà
mentre
mi avvicinavo al cielo dei miei desideri;
i
suoi seni protesi palpitavano in svelto movimento;
i
suoi occhi rapiti assumevano nuovi fuochi.
Ora
saliva alle vette del languore,
e
ancora i suoi sguardi davano inizio a nuovi incanti,
ora
conosceva l'ultimo mistero dell'Amore,
sospirammo,
ci baciammo:
mi
svegliai e sì, fu solo un sogno,
ma
nel mio cuore sapevo,
giacché
esso era ancora ansante,
che
parte di ciò era vero:
oh,
come avevo lottato per credere al resto
e
come fui sconcertata e furiosa nell'essere disillusa!
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Alla
Bella Clarinda,
che fece
l'amore con me,
immaginata
come più di una donna
Bella
e amabile Fanciulla o se questo titolo è
troppo
debole, troppo femminile per nobilitarti,
permetti
un nome che più s'avvicina alla verità
e
lascia che ti chiami Amabile Incantevole Gioventù.
Quest'ultimo
giustificherà la mia tenera lagnanza
nel
mentre servirà a far più leggero il mio giogo;
e
senza arrossire io la Gioventù ricerco
quando
una donna di tale grazia mi appare.
Contro
i tuoi vezzi lottiamo ma invano
e
ci addolori attraverso la tua forma ingannevole
giacché
la luminosa ninfa ci fa tradire il pastore.
Per
compassione verso il nostro sesso
sicuramente
fosti mandata,
perché
potessimo amarci e ancora restare innocenti:
perché
di certo non si può commetter crimine con te
o,
se dovessimo, la tua forma lo scusa.
Perché
chi raccoglie i più bei fiori crede
che
un serpente si nasconda tra le foglie fragranti.
Sebbene
sia bella meraviglia di tipo differente
l'unione
della tenera Clori con il caro Alessi,
e
per quanto la tua parte maschile invochi,
tu
ci tenti con l'immagine di Fanciulla
e
ci fai estendere le nobili passioni
dall'amore
di Hermes all'amicizia di Afrodite. |