Presidente: Mauro Ceccobelli 338 3551153

Vice Presidente: Agnese Perino 338 4858253

Segretario Tesoriere: Floriana Lo Bianco 348 3390034

Relazioni Esterne: Laura Curati 349 1645266

 

Una premessa necessaria: l’Associazione “A Cavallo Sul Grande Carro” nasce grazie all’iniziativa di un gruppo di amici che da diversi anni utilizzavano il cavallo per il tempo libero. Con l’intento di offrire anche nel nostro territorio un servizio di qualità, un membro dell’associazione decise di seguire un corso di formazione promosso dall’Associazione “Pianeta Elisa” e realizzato con la preziosa collaborazione della Sezione di Riabilitazione Equestre della LAPO (Associazione costituita in seno alla Cattedra di Neuropsichiatria infantile della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Policlinico “Carreggi” di Firenze). Dopo una prima esperienza presso una scuderia "convenzionale" si decise di creare una struttura propria onde garantire il massimo della funzionalità, ma soprattutto il massimo della “fruibilità”, per tutte quelle persone che per diversi motivi hanno difficoltà di accesso a questo tipo di risorse.

Dunque la nostra proposta nasce dall’esigenza di rispondere ad una parte delle innumerevoli domande di aiuto a cui tanti cittadini del nostro territorio, per diverse ragioni, non trovano una adeguata risposta. Tutto nasce, come spesso accade, da un bisogno e da una attitudine: da un lato il bisogno di mettersi in gioco e dall’altro la disponibilità a mettere in campo le competenze che ciascuno di noi negli anni ha acquisito.

 

La Associazione “A Cavallo Sul Grande Carro” ha tra i sui scopi il perseguimento di finalità sociale consistente nella diffusione e nella pratica degli Sport Equestri, in particolar modo ha lo scopo di promuovere e praticare lo studio, la sperimentazione e l’aggiornamento scientifico e formativo della riabilitazione per soggetti disabili tramite l’applicazione della Riabilitazione Equestre nei suoi tre livelli: Ippoterapia, Rieducazione Equestre e Volteggio, Equitazione Ricreativa e Sportiva, al fine di apportare benefici sul piano psichico, motorio, relazionale e della integrazione sociale. Si propone di promuovere la ricerca scientifica e la formazione di operatori nel settore della riabilitazione dei disabili fisici e psichici e promuovere sul territorio attività tese alla conoscenza, al recupero e alla salvaguardia dei beni ambientali e faunistici. Si propone inoltre di incrementare le opportunità di inserimento lavorativo di  soggetti svantaggiati così come definiti dalla Legge 381/91.

 

Per molti anni in certi contesti riabilitativi si è condotta una sterile battaglia nel tentativo di individuare quale fosse la Tecnica Neuroriabilitativa più idonea. Questo ha portato al costituirsi di una riabilitazione mirata a rimediare in qualche modo a deficit settoriali senza tener conto degli aspetti sociali perdendo, così,  di vista quelli che sono gli obiettivi principali di un iter riabilitativo e cioè: la cura delle necessità fisiologiche principali, il raggiungimento della maggiore autonomia possibile,  l’inserimento  o  il  reinserimento  nella   realtà  della  vita  sociale.  La  costruzione di un adeguato processo riabilitativo di una persona disabile, deve avere come obiettivo, non solo il recupero di eventuali funzioni perse, ma in senso più generale, il reinserimento in un sano contesto di vita sociale, fatto di lavoro, di sport, di relazioni sociali e attività ricreative. Solo se accettiamo questa interpretazione del termine riabilitazione, in cui gli interlocutori sono soggetti dotati di capacità proprie e non gli oggetti passivi dell’ideologia panterapeutica, possiamo offrire all’individuo  che abbia una disabilità o un handicap tutte le opportunità  per raggiungere il proprio livello ottimale di funzionamento, attraverso un miglioramento delle competenze individuali e l’introduzione di modificazioni ambientali per creare le condizioni per una migliore qualità di vita. Questi input hanno portato a prospettare degli interventi riabiliativi più globali che avessero in sé anche l’apporto di nuove tecniche e discipline rieducative come ad esempio la Riabilitazione Equestre e l’Idrokinesiterapia, dove  valori umanistici e conoscenza scientifica si coniugano per tradurre la filosofia dell’integrazione in passi precisi e verificabili e produrre un miglioramento sostanziale nei confronti della riabilitazione della persona “diversamente abile”.

 

Il Progetto che ci accingiamo a proporre alla Vostra attenzione è la creazione di un Centro di Riabilitazione Equestre Polivalente (sarebbe il primo nel centro Italia). Vuole configurarsi come Centro Polivalente in quanto oltre alle attività di Riabilitazione Equestre propriamente dette, avranno luogo anche attività di tipo ludico, didattico, riabilitativo e formativo. Inoltre il centro potrebbe rappresentare un opportunità di lavoro per molti giovani in cerca di prima occupazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito le Attività del C.R.E.P. (Centro di Riabilitazione Equestre Polivalente) sono raggruppate nelle seguenti tre categorie:

 

 

A.     RIABILITAZIONE PSICOMOTORIA (Rivolto a bambini ed adulti).

1)            Riabilitazione Equestre

2)            Idrokinesiterapia

 

B.     LABORATORI RIABILITATIVI E LUDICO RICREATIVI (aperti a tutti)

1)            Fare musica

2)            Danza-movimento

3)            Plastico-figurativo

4)            Animazione teatrale

 

C.     CORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE (per ciascun corso il 60% riservato ai disabili)

1)            Corso di cucina

2)            Corso di giardinaggio e sistemazione aree verdi.

3)            Corso di assistenti di campo e Grooming

 

 

 

A.      RIABILITAZIONE PSICOMOTORIA:

 

 

1)      RIABILITAZIONE EQUESTRE – Si può definire Riabilitazione Equestre l’insieme di quelle tecniche che sfruttando in vario modo il rapporto che si instaura tra il paziente ed il cavallo, secondo un programma terapeuti specifico, determinano un miglioramento della sua autonomia. La prima utilizzazione del cavallo a scopo terapeutico viene attribuita ad Ippocrate  che tra il V e il VI secolo a.C. pare la consigliasse ai suoi pazienti per la cura dell’insonnia. In tempi moderni lo studio di questa particolare metodologia viene riproposta in termini scientifici negli anni sessanta ed attuata soprattutto nei paesi a più alta tradizione equestre,  come Gran Bretagna, Belgio, Germania, Stati Uniti, Nuova Zelanda. In Italia si è diffusa negli anni settanta ed oggi esistono diverse realtà operative con notevole impegno anche sotto il profilo metodologico e scientifico. Nel 1982 ad Amburgo in occasione del “4th International Therapeutic Riding Congress” furono definite tre diverse fasi o metodologie d’intervento terapeutico all’interno della riabilitazione equestre. La prima, definita  “Ippoterapia”, comprende l’approccio iniziale al cavallo e al suo ambiente, si svolge quindi prima a terra e successivamente sull’animale accompagnato da un istruttore. Si ha quindi con l’animale un rapporto” passivo”. La seconda fase detta “rieducazione equestre”, si svolge a cavallo con l’intervento “attivo” del soggetto, sotto il controllo del terapista, e ha l’obiettivo di realizzare il programma riabilitativo e terapeutico prestabilito per quel paziente. La terza fase, detta “equitazione presportiva” rappresenta il raggiungimento di una notevole autonomia  del soggetto. Ciascuna fase, relativamente alla situazione clinica del singolo paziente, può rappresentare una tappa del percorso riabilitativo oppure un’esperienza riabilitativa completa. La Riabilitazione Equestre va comunque sempre considerata come una tecnica riabilitativa inserita all’interno di un ampio progetto personalizzato. Il  Progetto Riabilitativo Personalizzato sarà periodicamente monitorato e verificato attraverso l’uso di protocolli di assessment  sempre con un approccio multidisciplinare  e di coinvolgimento attivo anche delle famiglie. Anche la scelta del cavallo deve tener conto di particolari requisiti attitudinali e morfologici. Altro dato fondamentale riguarda la necessità di assicurare continuità nello svolgimento del trattamento riabilitativo, per questo motivo sarebbe necessaria la disponibilità di una struttura coperta.

L’effetto terapeutico della riabilitazione equestre si basa sul particolare rapporto dialettico che si instaura tra il soggetto ed il cavallo, fondato su un linguaggio prettamente motorio, ricco di sensazioni piacevoli e rassicuranti, estremamente coinvolgenti sotto il profilo emotivo. Fin dalle fasi iniziali, a terra, la conoscenza dell’animale e del suo ambiente, il suo accudimento rappresentano la concretizzazione di quelle fantasie particolari evocate dal cavallo in quanto animale fortemente simbolico del super-io, contribuendo ad instaurare senso di fiducia e sicurezza, che troveranno ancora maggiore stimolazione nella fase successiva del montare a cavallo. Lo stare in sella rappresenta una vera e propria correzione globale contro gli schemi posturali patologici (abduzione, semiflessione ed extrarotazione delle anche oltre alla flessione delle ginocchia e delle caviglie contrastano la tendenza all’estensione, all’adduzione, all’intrarotazione, all’equinismo). L’andatura tridimensionale del cavallo (avanti e indietro, su e giù, latero laterale) determinano sul paziente una molteplicità di stimoli afferenti sensoriali e sensitivi, in specie propriocettivi, che interessano il bacino, il rachide ed i cingoli con stimolazione dei sistemi di equilibrio e dei meccanismi di coordinamento e raddrizzamento. Nel progredire del percorso riabilitativo, ove questo sia possibile, aumenta la capacità di progettare ed organizzare il movimento (conoscenza spazio-tempo), il controllo della propria emotività, il sentimento di fiducia e di autostima, l’inserimento sociale.

 

2)      IDROKINESITERAPIA - Questa disciplina ha in sé una grande valenza riabilitativa, sia nel campo strettamente fisioterapico che in quello sociale e ricreativo, l’acqua rappresenta infatti un mezzo ideale, se si considera la presenza di una parziale assenza di gravità. Per poter far svolgere ad una persona disabile dei movimenti e degli esercizi che sarebbe impossibile o difficile svolgere a terra. L’attività motoria svolta in acqua offre la possibilità di un recupero di “schemi ed immagini” di movimento che, pur parzialmente evocabili dopo il trauma o la malattia, non essendo stati più esercitati, sono stati “persi”, dimenticati. Le persone con gravi esiti di PCI (Paralisi Cerebrali Infantili: disparesi spastica non deambulante, tetraparesi spastica, distonia, atassia, etc…) non avendo mai avuto un vissuto motorio corretto non possiedono un immagine di movimento, avranno dalla pratica della idrokinesiterapia diversi stimoli  e finalità in funzione del loro stato clinico. Gli obiettivi più comuni in questi casi, sono il raggiungimento di uno stato di rilassamento, il controllo del ritmo respiratorio, una nuova conoscenza del proprio corpo in relazione ad un nuovo ambiente, la possibilità di finalizzare le residue possibilità motorie alla risoluzione di nuovi compiti e richieste di apprendimento e ancora ricevere da queste nuove esperienze corporee e vissuti del piacere del movimento che porta ad un’affinamento dello schema corporeo e delle proprie capacità psicofisiche. In particolare la pratica di tale attività da parte di un paziente disabile ne influenza positivamente: l’apparato respiratorio, l’apparato locomotore, l’apparato urologico, e le autonomie. Inoltre l’integrazione sociale viene maggiormente raggiunta proponendo un programma rieducativo in un ambiente, la piscina, che ha anche dei risvolti ricreativi.

 

 

B.      LABORATORI RIABILITATIVI E LUDICO-RICREATIVI:

 

1)      Fare musica - Le capacità della musica di creare atmosfere positive, piacevoli e rilassanti sono conosciute da secoli. Il laboratorio si articola in momenti di ascolto, di sperimentazione dei suoni acustici di diversi strumenti musicali e produzione della musica coltivando l’espressione creativa individuale o di gruppo in cui l’ascolto, l’assunzione di stimoli ritmico-musicale o più genericamente acustici costituiscono un mezzo di comunicazione non verbale che permette una comunicazione intrapersonale ricca di emozioni e di proiezioni affettive, funzionando come chiave di accesso per una lettura più autentica di emozioni e fantasie. In un secondo momento là dove è presente da parte dei partecipanti una particolare attitudine e un forte interesse per la musica sarà possibile articolare delle lezioni per imparare a suonare uno strumento musicale.

 

2)      Danza-movimento - Il lavoro all’interno del laboratorio è finalizzato allo sviluppo della capacità motoria globale i cui obiettivi hanno l’intento di promuovere il processo motorio là dove a causa di deficit neuromotori, si presenta con schemi arcaici e ridotti di numero, posture fisse e occludenti,  favorire l’affinità delle funzioni motorie attraverso esercizi di equilibrio, coordinazione e sincronizzazione; favorire l’unità psicomotoria e la simbolizzazione corporea attraverso la creazione di momenti di spazio-gioco; favorire l’ immagine corporea e stima di sé; favorire la conoscenza delle diverse potenzialità di movimento del proprio corpo. Il lavoro nel laboratorio di danza-movimento generalmente viene suddiviso in due parti. Nella prima parte il conduttore propone esercizi svolti come riscaldamento, questa prima parte è essenzialmente a valenza pedagogica. La seconda parte è dedicata al movimento creativo a valenza ludica. Tutte le fasi del lavoro nel laboratorio sono seguite e supervisionate da un’equipè competente (neuropsichiatria, psicologo, fisioterapista) così come, dove necessario, in tutte le altre attività.

 

3)      Plastico-figurativo - La prima traccia grafica l’uomo l’ha lasciata sulla roccia: un gesto per fermare, riprodurre e rivivere gli eventi fisici e le proprie esperienze quotidiane. Nonostante  siano trascorsi millenni dalle prime rappresentazioni grafiche e le modalità comunicative si siano evolute nel tempo, il segno grafico continua ad essere un prezioso strumento di comunicazione. Nell’uomo la disposizione all’espressione grafica è molto forte sin dall’infanzia e rafforza la forma verbale. Attraverso il disegno il bambino racconta se stesso, l’uso del colore nelle sue diverse modalità e sfumature sulla spinta dell’emotività racconta fantasie cariche di affetti. Il disegno diventa quindi una via privilegiata per scoprire il mondo del bambino, soprattutto  quando ancora la comunicazione verbale  non si è sviluppata in tutte le sue potenzialità o è compromessa da deficit organici o psicologici. Durante il laboratorio viene generalmente data una consegna sulla quale i partecipanti potranno esprimersi attraverso il disegno, la pittura e non solo, che può integrarsi con l’uso di diversi materiali quali:  inchiostri colorati, gessetti, tecnica del collage, creta, etc…

 

4)      Animazione teatrale - Il laboratori è fondato su tecniche teatrali e di animazione proposte sotto forma di gioco: giocare con il corpo, con la voce e sperimentarne le infinite potenzialità. Altri esercizi teatrali verranno inseriti basandosi sul gesto, il ritmo, l'ascolto, il rilassamento, la fiducia nel compagno.
La scena diviene il luogo del “come se”, in cui, la realtà può essere vissuta in uno spazio ludico-ricreativo, rivisitata fantasticamente e favorire quindi, in ultima istanza, la rielaborazione e la riflessione. I laboratori si svolgeranno procedendo secondo le seguenti fasi:

 

·                   giochi di conoscenza;

·                   riscaldamento;

·                   presentazione di sé agli altri;

·                   giochi di fiducia;

·                   ritmo e musica;

·                   giochi di movimento;

·                    improvvisazioni (spazio, corpo e voce);

·                   lavoro specifico sul tema scelto;

·                   dimostrazione del lavoro.

 

La fase finale del percorso prevede la realizzazione di un saggio finale.

 

 

C.      CORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE:

 

1)      Corso di CucinaNel Centro sarà attivo un servizio mensa per gli allievi, gli operatori e i soci dell’Associazione. Questo servizio sarà fornito dagli allievi del corso. L’obiettivo è quello di avviare un servizio di ristorazione e catering aperto al quartiere. In particolare il corso si svolge per sei giorni a settimana per un anno. La prima parte della giornata è dedicata alla spiegazione teorica della tecnica di realizzazione di un piatto. Si fanno riferimenti storici e/o della tradizione popolare; vengono descritte le caratteristiche di ciascun alimento ed i metodi di cottura più adatti. Nella seconda parte della lezione vengono realizzate le esercitazioni individualmente per arrivare alle preparazioni finali in comune. La degustazione dei piatti preparati rappresenta la conclusione della lezione alla quale seguirà il commento sulle difficoltà di esecuzione e la valutazione di gusto, assieme a tutti gli ospiti del CREP. Il corso si terrà per tre giorni a settimana per un anno.

 

2)      Corso di Giardinaggio e sistemazione aree verdi – Tra gli scopi della nostra Associazione riveste un ruolo importante il  recupero e la salvaguardia dei beni ambientali e faunistici: questo sarà anche oggetto del corso. Il corso si propone quindi di fornire all’allievo le conoscenze base delle tecniche per la progettazione e la manutenzione di aree verdi; le varie tecniche di coltivazione; la messa a dimora di alberi, arbusti, rampicanti e siepi; la coltivazione e la cura delle piante ornamentali, ecc. In particolare lo studio delle caratteristiche del nostro territorio avrà lo scopo di proporre e realizzare interventi di recupero e ricostruzione di aree degradate e abbandonate. Il corso avrà cadenza trisettimanale e durata annuale.

 

3)      Corso per Assistenti di campo e Grooming - Il corso avrà lo scopo di formare personale specializzato al “governo” del cavallo. Con il termine "governo" si indicano tutte le operazioni quotidiane grazie alle quali il cavallo viene tenuto pulito ed in forma. Col governo infatti si provvede a salvaguardare il cavallo secondo le regole dell'igiene e, al tempo stesso, a praticargli una forma di massaggio, che secondo gli esperti, vale quanto un buon pasto. Il governo del cavallo si fa la mattina, prima del lavoro, in modo più semplice e sbrigativo per esigenze di igiene. Sarà sufficiente una pulizia superficiale con la brusca, lavargli gli occhi, le narici e pulire gli zoccoli. La sera, prima di ricoverarlo in box è indispensabile una pulizia completa e molto più accurata. Con le operazioni di grooming si toglie dal corpo del cavallo la sporcizia, si facilita l'eliminazione delle scorie della pelle rendendola morbida e se ne agevola la traspirazione e la circolazione tramite l'azione di massaggio esercitata da striglia e brusca rendendo lucente il pelo. Le operazioni di grooming preservano il cavallo da un grande numero di malattie sia interne che esterne perché danno la possibilità di ispezionare il corpo dell'animale in modo accurato. Inoltre il corso preparerà personale per l’assistenza in campo durante le pratiche di R.E; saranno fornite anche competenze di mascalcia e di veterinaria. Il corso si terrà tre giorni a settimana per sei mesi.

  

  

Roma, 20 ottobre 2003        

 

 

                                                                                                           Il Presidente

                                                                                                                 Mauro Ceccobelli

  


 

Appendice.

 

-                      Il C.R.E.P. (Centro di Riabilitazione Equestre Polivalente) si avvale della collaborazione, regolata da Protocolli d’Intesa in via di definizione, di:

×           Centro Diurno di Riabilitazione Psicosociale “Valle Aurelia”, DSM Mod. 18 ASL Roma E.

×           Coop. Sociale “Il Grande Carro”.

×           Coop. Sociale Integrata a.r.l. “Ampio Raggio” (che ha già attive convenzioni di tirocinio con le  Università LUMSA, LA SAPIENZA e con l’ISITUTO GESTALT).

×           Comunità “Capo D’Arco”.

 

-                      Sono previste convenzioni con la Presidenza del Consiglio per favorire l’inserimento di Volontari in Servizio Civile. Sarà infine possibile svolgere attività di volontariato.

 

-                      E’ prevista la creazione di una “Fattoria Didattica” e l’ampliamento del progetto base con l’avviamento di altre attività di laboratorio (informatica e segretariato, tromplaye, cine forum e teatro club, etc..).

 

-          Il C.R.E.P. disporrà di una Sala Conferenze attrezzata.

 

-          Periodicamente saranno tenuti degli incontri di supervisione rivolti agli operatori del C.R.E.P. tenuti da tecnici esterni. Saranno infine adottati protocolli e strumenti di valutazione che verranno costantemente verificati ed aggiornati.

 

-           La realizzazione degli interventi di restauro o comunque di sistemazione della struttura saranno affidati esclusivamente a Cooperative Sociali fattivamente impegnate nell’inserimento lavorativo di persone diversamente abili. Lo stesso principio guiderà tutte gli eventuali inserimenti lavorativi all’interno del Centro Polivalente di Riabilitazione Equestre di prossima apertura.