Il continente Lemuria

Il continente Lemuria ha ospitato la prima civiltà umana di cui si abbia notizia. La nascita vera e propria del continente avvenne in ambito scientifico. Ne fu per la prima volta ipotizzata l'esistenza da M.P.L.Sclater, il quale, tra il 1850 e il 1860, sostenne che in epoche preistoriche esistesse una vasta area che comprendeva territori dal Madagascar a Ceylon e Sumatra. L'idea di un antico continente in queste zone del pianeta fu suggerita da affinità zoologiche tra i territori sopracitati, tra cui la presenza del lemure che diede il nome al continente. Al contrario il naturalista Wallace sosteneva che un continente simile sarebbe stato possibile tra l'Australia fino alla Nuova Guinea, le isole Salomon e forse le isole Figji. Il continente di Wallace avrebbe anche così spiegato in che modo i marsupiali avrebbero potuto raggiungere il continente australiano. Le ipotesi di Sclater e Wallace entrarono in conflitto, sebbene ad un certo punto Wallace ammise che ci dovesse essere stato in passato un ponte di terra tra l'India e l'Australia. La discussione continuò e Haeckel ipotizzò che il continente lemuriano, esistito probabilmente tra il Permiano e il Nummulitico, fosse la culla della razza umana, poiché lo riteneva la sede delle scimmie antropoidi. La discussione, dapprima solo scientifica, fu ripresa poi dalla teosofia che asserì che il continente Lemuria fosse la dimora della terza razza madre e il luogo di origine dell'umanità. Teosoficamente parlando, l'uomo non si sviluppò a Lemuria secondo un'evoluzione, ma attraverso un addensamento di materia che venne a formare il corpo. Ovvero: all'inizio coloro che sarebbero diventati uomini erano entità immateriali che apparivano sulla terra con l'andar del tempo sempre più materiali e corporei. I corpi della prima razza madre, secondo quanto dice W. Scott-Elliot in "Storia della Lemuria sommersa", erano come giganteschi fantasmi, […] perché i loro corpi consistevano soltanto di materia astrale. Successivamente la prima razza madre venne dotata di un rivestimento più denso. I corpi della seconda razza madre erano definiti eterei e anch'essi erano invisibili alla vista. I corpi della terza razza madre finalmente solidi erano composti di gas, liquidi e materia. Le ossa erano molli come quelle dei bambini (infatti non potevano reggersi in piedi) e solo verso la metà della loro storia poterono godere di una struttura scheletrica più consistente. I lemuriani di questo periodo possedevano due occhi rudimentali davanti e uno dietro - detto terzo occhio o occhio astrale - corrispondente alla ghiandola pineale che serviva come centro della vista astrale e fisica. Verso la terza sotto-razza, il corpo gelatinoso dei lemuriani si solidificò ancor di più e divenne in seguito capace di tenere una struttura eretta e, grazie all'uso del terzo occhio e di una sporgenza nei talloni, di camminare avanti e indietro. Probabilmente verso la quinta sotto-razza si ha l'uomo lemuriano definitivo. Era alto dai tre metri e mezzo ai quattro metri e mezzo, aveva la pelle bruno giallastra, la mascella inferiore allungata, la faccia appiattita. Gli occhi piccoli, penetranti e distanti l'uno dall'altro, permettevano sia la vista in avanti che lateralmente, il terzo occhio dava la vista all'indietro. Al posto della fronte aveva un rotolo carnoso, la testa era inclinata all'indietro e le braccia erano sproporzionate rispetto alle nostre ed aveva mani e piedi enormi. Attorno alla testa aveva dei capelli corti ed era vestito con pelli. Nella mano sinistra teneva solitamente un bastone e nella destra conduceva con una corda una sorta di rettile simile al plesiosauro, quale aiuto per la caccia. La settima sotto-razza diede origine ad una razza superiore. Aveva sviluppato una sorta di fronte, la sporgenza dei talloni si era ridotta, la testa aveva una forma ad uovo ed era diminuita l'altezza e la grandezza delle membra. Questa fondò un'importante civiltà che durò migliaia di anni e dominò gran parte del continente di Lemuria. Inizialmente i lemuriani erano muti, ma poi svilupparono un linguaggio primitivo monosillabico. Dopo la separazione dei sessi, il corpo dei lemuriani si solidificò e iniziò a vivere in alture dentro a capanne rudimentali. All'inizio ogni famiglia viveva in una capanna singola, poi si ritenne più sicuro vivere riuniti in comunità. Le capanne, prima costruite in legno, furono edificate con grossi massi e le armi con cui i lemuriani attaccavano i dinosauri o si difendevano da essi erano pali appuntiti di legno. L'agricoltura era sconosciuta. Le razze lemuriane senza ossa striscianti vivevano di quello che trovavano al suolo, mentre quelle con lo scheletro evoluto mangiavano principalmente carne, ma anche bacche e noci. Durante la sesta e settima sotto-razza, i lemuriani impararono a costruire città megalitiche e ciclopiche . Le prime città si trovavano nella zona del Madagascar e un centro urbano famoso era situato vicino all'isola di Pasqua. Le famose statue dell'isola, costruite nel periodo terminale dei Lemuro-Atlantidei, rappresentavano la fisionomia dei loro costruttori o dei loro antenati. La religione dei lemuriani non era sviluppata: avevano qualche precetto morale e adoravano un'entità suprema rappresentata dal sole. Il continente Lemuria, al contrario di quanto si diceva in ambito scientifico, assunse presso i teosofi forme ben più vaste e varie, a seconda dei periodi geologici e sprofondò a causa di una lunga serie di cataclismi vulcanici. I lemuriani morirono soprattutto per il fuoco e per il soffocamento dovuto a gas prodotti dalle eruzioni vulcaniche, ma la distruzione del Continente non fu repentina, anzi, seguì tempi geologici. Alla fine tutto venne sommerso. 

MU

La Madreterra dell’uomo. “Il giardino dell'Eden non era in Asia, ma in un continente ora sommerso nell'Oceano Pacifico. La storia biblica della creazione l'epica narrazione dei sette giorni e delle sette notti non nacque tra le genti del Nilo e della valle dell'Eufrate, ma a Mu, la Madreterra dell'Uomo. Queste mie affermazioni trovano riscontro nelle complesse testimonianze che scopersi sia sulle dimenticate tavole sacre in India, sia su documenti di altri paesi”

A parlare è James Churchward, autore, nel 1920 del bestseller Mu, il continente perduto. Churchward asseriva di aver scoperto la BIBLIOTECA SEGRETA dei Naacal, “una comunità religiosa mandata da Mu nelle colonie per insegnare le sacre scritture, le religioni, le scienze”. Dove si trovi esattamente questa biblioteca, Churchward omette di dirlo; sta di fatto che, decifrando “migliaia di tavolette d'argilla”, egli ebbe modo di apprendere la storia sconosciuta dei primi abitanti del mondo.

La misteriosa Khara Kota. La vicenda di Mu ebbe inizio con la scoperta di Khara Kota, città sepolta dalle sabbie del Deserto del Gobi ritrovata all’inizio del secolo dall’avventuriero russo Kolkov. Sotto le mura di questa città, l’esploratore asserì di averne ritrovato un’altra più antica, Uighur, capitale del regno dei mongoli delle steppe che portavano questo nome; il suo stemma era la lettera greca M (“Mu”) inscritta in un cerchio diviso in quattro settori. Sulla reale portata dei ritrovamenti di Kolkov vi sono giustificati dubbi, in quanto i pochi resti rinvenuti sul luogo da esploratori successivi non corrispondono affatto alle magnificenze da lui descritte; sta di fatto, comunque, che, secondo Churchward, Uighur era una semplice colonia di un vasto continente che egli battezzò, appunto, Mu. Esso occupava un territorio delimitato dalle attuali isole Fiji, dalle Marianne, dalle Haway e dall'ISOLA DI PASQUA; era abitato da sessantaquattro milioni di persone e estendeva il proprio dominio su tutto il mondo, ivi compresa ATLANTIDE. Era popolata da molte razze, su cui predominava quella bianca, e, dodicimila anni prima, era stato sommerso da un gigantesco maremoto, e finì inghiottito dalle acque del Pacifico. Una storia che, come si vede, non si discosta molto da quella di ATLANTIDE, anche se la sua origine è molto più recente.

Il continente-ponte. A ipotizzare l'esistenza di un altro continente perduto fu uno zoologo inglese del diciannovesimo secolo, Philip L.Slater, che aveva rilevato alcune analogie nell'evoluzione biologica e ambientale delle coste dell'Africa, dell'India e della Malesia. Esso avrebbe dovuto trovarsi nell'Oceano Indiano; Slater lo aveva battezzato “Lemuria” perchè, tra le specie animali comuni a questi tre territori, c'erano, appunto, le proscimmie chiamate lemuri. Non era una teoria del tutto campata in aria: ancor oggi i geologi chiamano con questo nome un continente o un subcontinente che potrebbe aver unito l'Africa all'Asia nel periodo Giurassico (da 180 a 130 milioni di anni fa). Non c'è da stupirsi se, nel romantico clima ottocentesco, l'ipotesi dell'esistenza di un’altra terra scomparsa incontrò subito grande successo. Nel 1888 Madame BLAVATSKY scrisse che Lemuria si trovava nel Pacifico, e vi aveva dimorato la terza delle sei razze che (almeno secondo lei) avevano popolato la terra; anche lei aveva appreso queste informazioni da una biblioteca segreta. Lo scozzese Lewis Spence riprese il discorso affermando che la razza dominante di Lemuria era quella bianca, secondo le teorie razziali in voga al momento; Churchward popolarizzò ulteriormente la vicenda e diede a Lemuria il nome definitivo di Mu.

Lemuria e Mu sono due nomi di un ipotetico continente perduto che si trovava nel Pacifico meridionale o nell’ocea no Indiano e che secondo alcuni mistici è il luogo di nascita della razza umana.

Lemuria era il nome proposto dallo zoologo britannico del XIX secolo Philip L. Sclater per un presunto continente che era esistito un tempo nell’odierno oceano Indiano e che univa fra loro le zone costiere dell’Africa, dell’India e della Malesia. Questa teoria, ripresa da Ernst Haeckle, il più grande naturalista tedesco e seguace di Darwin, era un tentativo di spiegare le analogie esistenti fra gli ambienti geologici e biologici di queste zone, e in particolare la presenza dei lemuri (che, con le scimmie antropomorfe e gli esseri umani, appartengono all’ordine dei primati).

Questa teoria ebbe l’appoggio, almeno per un certo periodo di tempo, di Alfred Russel Wallace e Thomas Henry Huxley, per citare solo qualche nome. Fra le prove a sostegno di questa tesi c’era il fatto che. di trentacinque specie fossili originarie del Natal, sulla costa orientale dell’Africa meridionale, ventidue si trovavano anche nell’india meridionale. L’ipotesi di Lemuria non tardò molto a essere adottata anche da vari romantici e occultisti, sempre sensibili alle storie di continenti perduti.

Nel 1888 madame Blavatskij, fondatrice della Società teosofica, scrisse che Lemuria era stata la patria della ter- I za delle sei razze di esseri umani che a suo dire avevano fin lì abitato la terra. Essa poneva il continente nel Pacifico e sosteneva che le isole che si stendevano nella parte meridionale di quell’oceano erano dei resti di Leniuria.

Il mitologo scozzese Lewis Spence congetturava che Lemuria era governata da una razza bianca, come risultava dai racconti che parlavano di uomini bianchi che avevano portato la civiltà agli inca, agli aztechi e ai maya. Questo tema razzista e la localizzazione nel Pacifico fu. rono ripresi da alcuni sostenitori del continente perdutodi Mu, reso popolare dal colonnello inglese in pensione lames Churchward in una serie di libri pubblicati negli anni ‘20 e ‘30.

Churchward sosteneva di essere stato iniziato al segreto di Mu in India dall’alto sacerdote di un tempio, il quale gli aveva fatto vedere delle antiche tavolette segrete e gli aveva insegnato la lingua in cui decifrarle. Le tavolette parlavano della creazione della terra e dei primi esseri umani, abitanti di un continente gigantesco, Mu, che si stendeva dalle isole Figi alle Hawaii e che fu distrutto dai terremoti 12.000 anni fa insieme ai suoi 64 milioni di abitanti.

A detta di Churchward, a Mu esistevano varie razze, ma quella che governava era la razza bianca. La leggendaria Atlantide e l’antico Egitto erano colonie di Mu. Un’altra colonia governava l’Asia centrale, e i suoi discendenti erano gli ariani, i presunti antenati di tutte le razze caucasiche moderne.

Il nome Lemuria è adoperato tuttora dai geologi per de. signare un continente o un sub-continente che avrebbe collegato l’Africa e l’Asia durante il periodo giurassico (da 190 a 360 milioni di anni fa), molto tempo prima che gli esseri umani facessero la loro comparsa sulla terra. Ma dal punto di vista geologico l’ipotesi di un continente perduto nel Pacifico è considerata insostenibile.

Le tavolette indiane di Churchward, su cui si basa principalmente la teoria di Mu, non sono mai state viste da nessun altro. Le leggende di Lemuria e di Mu rientrano nel contesto della screditata interpretazione razziale della storia che godette di molto favore in Europa nel tardo Ottocento e nel primo Novecento.

 

 

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