L'EDUCAZIONE ALLA SALUTE NELLA SCUOLA ITALIANA

http://www.rcvr.org/usp/indice/edsalute/doc/edsalute.doc

 

L'educazione alla salute nella scuola italiana è prevista dal TU 309/90 e descritta nelle linee guida (volume distribuito dal Ministero Pubblica Istruzione e dal Ministero della Sanità in tutti gli istituti scolastici nel 1992); si basa sul principio che si deve mettere ciascun individuo in grado di sviluppare la capacità di prendere decisioni coscienti nei riguardi del proprio benessere, in difesa del suo equilibrio fisico, psichico, spirituale e sociale.

EDUCAZIONE ALLA SALUTE

 DIFESA DEI DIRITTI DELLA PERSONA ALLA PROPRIA INTEGRITA' FISICA,PSICHICA,SPIRITUALE,SOCIALE

  • INTERVENTI PER SVILUPPARE NEL SINGOLO LA CAPACITA' DI PRENDERE DECISIONI COSCIENTI NEI RIGUARDI DEL PROPRIO BENESSERE
  • INTEGRAZIONE PIENO SVILUPPO RESPONSABILE FISICO AFFETTIVO NELLA VITA DELLA SOCIALE COLLETTIVITA'

LA SALUTE

Non è uno stato definito, ma un processo di trasformazione del soggetto

E' una componente costitutiva della soggettività: ognuno costruisce la sua salute

Rende possibile a ciascuno far sentire agli altri la propria unicità e complessità

Permette a ciascuno di rendersi significativo per il mondo esterno.

Questo intento va quindi al di là della educazione sanitaria intesa in senso stretto, che in altri paesi europei è inserita tra le discipline scolastiche, con un suo orario, un suo manuale, un docente deputato: da noi è compito educativo ampio, trasversale a tutte le discipline e affidato ad ogni insegnante. Questo non significa che non debbano essere individuati dei temi specifici, dei percorsi didattici, delle attività d'aula intenzionali.

EDUCAZIONE ALLA SALUTE

  • elemento fondamentale nella formazione della persona
  • attivo trasversalmente a tutte le discipline
  • processo globale con al centro la persona nella sua integrità
  • Temi da approfondire con "trattamento d'aula": attività didattica intenzionale

La scuola nel suo progetto educativo deve tenere soprattutto presenti tre livelli di intervento per l'educazione alla salute:

  1. la prevenzione,
  2. il contenimento del disagio,
  3. la promozione delle situazioni di benessere.

La prevenzione

E' l'ambito "classico" che, a livello scolastico, si traduce nel riconoscimento e nella rimozione degli ostacoli, nella programmazione coordinata degli interventi e nella continua attenzione conoscitiva per costruire validi percorsi educativi.

Estrema importanza ha il coordinamento con gli altri soggetti educativi: colleghi, famiglia, altre agenzie. Non è pensabile, infatti, trattare di questi argomenti senza tener conto di quello che gli altri, tutti gli altri, che costituiscono il "dintorno" sociale dell'alunno o dell'alunna, pensano e insegnano in proposito.

Se, infatti, esiste un programma formale che comprende le conoscenze relative all'insieme dei fattori di salute che si intendono perseguire, è altrettanto vero che si deve considerare il programma "parallelo" dei valori e delle credenze trasmesse dalla famiglia, dalle associazioni, dalla comunità in genere in cui il bambino o la bambina sono inseriti, senza perdere di vista anche il programma "informale", cioè i messaggi che sono percepiti nell'intero contesto scolastico e che influenzano il comportamento in tema di salute. Si deve tenere infatti sempre presente che la salute si impara da:

 

Programma formale:

comprende le conoscenze relative all'insieme dei fattori di salute, che si decide di trasmettere nel progetto predisposto

Programma informale:

è l'insieme dei messaggi percepiti nell'ambito di tutta la scuola, che influenzano il comportamento in tema di salute

Programma parallelo:

sono i valori e le credenze trasmesse (intenzionalmente o no) dalle altre agenzie educative (famiglia, associazioni, comunità in genere)

Perciò:

nel bambino rispettare i bisogni e le esperienze ragazzo del singolo all'interno coerenza tra quanto insegnato in della scuola classe/sezione e quanto accade nella scuola all'interno del coerenza tra l'ed.alla salute nella contesto di scuola e nell'ambiente di vita, riferimento coerenza tra i messaggi degli insegnanti, dei genitori,degli adulti. Nel tempo, con il consolidarsi di certi percorsi nell'ordinarietà della proposta educativa offerta dalla scuola, le famiglie hanno imparato a desiderare e a chiedere che certi temi siano affrontati anche a scuola, superando il livello della semplice informazione. Si è ampiamente dimostrato che conoscere non significa necessariamente mettere in atto un comportamento adeguato e autoprottettivo. A scuola è possibile pensare percorsi intenzionali, che ipotizzino e consentano di sperimentare varie situazioni in cui si passa al secondo livello d'intervento.

Il contenimento del disagio.

Pur mettendo in atto ogni accorgimento possibile, nella vita di tutti e di tutti i giorni, prima o poi, arrivano un disagio, una sofferenza, un dolore. E non è sempre possibile prevederli, prevenirli, evitarli. Ciò che per una persona non costituisce una sofferenza grande, per un altro lo è : il dolore, la difficoltà, la problematicità di una situazione personale non hanno parametri di misurabilità oggettivi. Quando un suo componente soffre, soprattutto se si tratta di un figlio, la famiglia spesso va in tilt, si fa assorbire completamente dal punto di vista emotivo da questo dolore, perdendo così, a volte, la capacità di aiuto reale. A scuola è invece possibile e necessario pensare educativamente a questo problema, razionalizzare percorsi di "allenamento" al riconoscimento del problema, alla sua misurabilità, alla valutazione reale delle possibili strategie di difesa, alla rielaborazione della parte di sofferenza o di disagio necessaria. A scuola si può pensare anche a ciò che fa paura, a ciò che si teme di sapere, si possono dare parole ai pensieri "trasparenti" ( come li hanno chiamati i bambini di un Circolo didattico della nostra città in un progetto che li aiutava a pensarsi) cioè a quei pensieri che attraversano la mente ma che restano indefiniti e confusi, perché si teme quello che possono significare per noi, ma che comunque restano lì, a circondarci e a interferire con quanto facciamo, quando meno è opportuno. A scuola, infatti, si può scoprire che tutti hanno le loro paure e le loro debolezze, che tutti hanno un loro lato oscuro con cui fare i conti, si può imparare che i muri esistono, e che ignorarli non è utile: meglio studiarli nella loro consistenza, per vedere se è meglio aggirarli, scavarci sotto un tunnel, cercare una scala per superarli, o, a volte, cambiare totalmente strada per evitarli, senza con questo sentirsi sminuiti o essere giudicati vili o rinunciatari. Salute non significa assenza di problemi, ma essere in grado di reagire per uscire dalla difficoltà o per imparare a coesistere con questa, se non è eliminabile, imparando a vivere la complessità e cercando alternative positive : si deve mettere ciascuno, qualunque sia la situazione di partenza, in condizione di autovalorizzazione. Questo non sempre richiede a tutti i docenti di mettere in atto progetti specifici: un esercizio al vivere come "percorso di salute" le esperienze della vita quotidiana può essere fatto anche a partire dalle normali situazioni scolastiche. In un mondo che in genere non allena alla fatica è sicuramente utile imparare a riconoscere, a rielaborare e a gestire le proprie difficoltà di fronte, per esempio, alla prova di interrogazione "fuori" dal posto o di verifica ufficiale: si potrà scoprire che molti, anche quelli apparentemente più bravi, sono soggetti a stress e che lo stress stesso può essere controllato. Da qui si può partire con una riflessione più ampia sulle difficoltà inevitabili, sui rischi di ogni percorso di vita, sulle modalità di autocontrollo e di ricerca di aiuto, quando necessario. Tutto ciò non richiede per forza che il docente si avventuri in contenuti specifici: fa riferimento alla routine quotidiana, a prescindere dalla disciplina di insegnamento. Certo richiede la rielaborazione delle esperienze e la disponibilità a discuterne con alunni e studenti in modo da renderli consci di ciò che avviene in loro e di ciò che possono capire di se stessi per le esperienze future. Ovviamente percorsi particolari, su tematiche specifiche, potranno consentire di affinare i propri strumenti di autodifesa e di autostima, ma solo con lo "stile" educativo della quotidianità sarà possibile che la salute sia il fondamento e l'obiettivo di sfondo del percorso educativo generale, in una scuola che pensa il benessere dei suoi componenti in senso realistico e non utopico.

La promozione di situazioni positive di benessere.

A scuola i bambini e le bambine prima, i ragazzi e le ragazze poi, sperimentano le loro prime realtà sociali organizzate al di fuori dello spazio familiare. E per alcuni di loro queste , a volte, restano a lungo anche le uniche forme di socialità. E' particolarmente importante, quindi, che qui si possa "fare esercizio" di situazioni positive, in cui verificare e misurare la propria "significabilità" per gli altri. la scuola,luogo di partecipazione attiva, può offrire risposte di tipo relazionale alla solitudine, alla caduta del senso di appartenenza alla comunità, all'organizzazione sociale massificante, al contrasto tra valori dichiarati e comportamenti, alla difficoltà di comunicazione tra adulti e giovani, tra giovani ed istituzioni(linee guida). I comportamenti di salute possono e devono essere sperimentati nell'ambiente educativamente costruito della realtà scolastica, dove le situazioni possono essere predisposte, controllate, monitorate, sottoposte a rielaborazione e a verifica. Promozione del benessere significa mettere il soggetto in situazione di volere il proprio bene, utilizzando le competenze e le conoscenze che gli sono state date per interpretare la realtà che gli sta davanti. E' necessario imparare ad utilizzare la "cassetta degli attrezzi" che si sono conquistati nelle esperienze fatte a scuola. E' indispensabile, perciò, fermarsi a far riflettere i bambini e i ragazzi su quanto hanno appreso, in termini di capacità e di competenze, nei vari percorsi dei progetti: finita quella esperienza, che cosa resta loro di utilizzabile altrove e in altra circostanza non "protetta" e reale? La consapevolezza di poter riuscire a "farcela" e la capacità di individuare il luogo dove chiedere aiuto costituiscono il risultato più importante di ogni vero progetto di educazione alla salute, quale che sia l'argomento specifico affrontato, prevenzione come

  • promozione di benessere
  • compito ordinario della scuola
  • leggere e considerare attentamente i bisogni dei ragazzi visti dagli adulti espressi dai ragazzi stessi

 Gli adulti educatori hanno la competenza per sapere quali obiettivi prefiggersi, quali competenze far acquisire ai propri alunni-studenti, nelle varie tappe del percorso evolutivo, quali bisogni di conoscenze colmare ; inoltre stabiliscono i tempi e le modalità di intervento. Ma spesso, sempre più spesso, succede che il mondo intorno ai bambini e ai preadolescenti non rispetti queste loro tappe evolutive, e li metta davanti a problemi e linguaggi non sempre adeguati alla loro capacità di comprensione. Sciocco sarebbe criminalizzare i mezzi di diffusione, ignorarli o scaricare solo sulla famiglia la responsabilità dell'accostarsi a loro dei piccoli.

Spesso a scuola i bambini e i ragazzi fanno domande che a casa non fanno o non farebbero. Rimandare a tempo indefinito o addirittura perdere l'occasione di rispondere potrebbe significare indurre l'impressione che gli adulti non vogliono rispondere, che bisogna cercare altrove la risposta e la soluzione: così spesso ricorreranno ai loro pari, a strumenti di informazione non controllati, non adeguati o addirittura interessati a fornire soluzioni ambigue o non pertinenti.

La società è sempre più pronta a scaricare sulla scuola la responsabilità della informazione e della formazione sui più disparati argomenti e temi di interesse sociale: questo è sicuramente esagerato e non corretto, perché la famiglia è la prima agenzia educativa, ma la scuola può e deve costruire percorsi intenzionali, culturalmente adeguati.

Deve fornire una mappa, un filo di Arianna per districarsi nel mare di informazioni e di messaggi che sempre più aggrediscono l'individuo di ogni età, mettendogli a disposizione una enorme marea di dati da decodificare, ordinare, scernere e filtrare, per non esserne soffocato e sommerso. Il passaggio da una visione biomedica a un approccio multidisciplinare alla salute chiama la scuola ad assumere una funzione di coordinamento tra le diverse agenzie ed istituzioni su tutti i problemi relativi alla salute fisica, psichica e sociale dei suoi allievi: la scuola, luogo di aggregazione e dibattito, può essere il luogo ideale per l'analisi e la successiva sintesi dei modelli comportamentali suggeriti dal mondo della sanità. Non ci si può esimere dal fornire spiegazioni alle domande degli studenti sui temi dedotti dall'ambiente culturale, dai vissuti personali, dalla percezione dei problemi emergenti, compresi quelli che riguardano la sfera affettiva. (linee guida) In un percorso didattico-educativo, per quanto trasversale e pervasivo come quello che caratterizza il campo della educazione alla salute, non si può non prevedere di operare in termini rigorosi. Infatti…

Il Progetto:

è una realizzazione intenzionale di un cambiamento che si desidera, si ipotizza, si definisce, scegliendo campi di intervento, individuando tempi, contenuti e destinatari. E,come ogni progetto educativo-didattico, anche il progetto di educazione alla salute deve esplicitare le sue finalità:

rilevare

bisogni

produrre e incrementare

conoscenze

individuare

risposte pertinenti

favorire

atteggiamenti, comportamenti di salute

perseguire

soluzioni adeguate

 

Il progetto di ed.alla salute nel P.O.F. si muove:

Come RISORSA desiderabile, vivificante

Come ESEMPIO di relazioni corrette

Come RISULTATO di disponibilità interna

Come RILANCIO di comunicazione sana

e

come ogni progetto prevede:

* pianificazione strategica

* programmazione coordinata

* gestione

* controllo

* verifica

* valutazione

L'educazione alla salute e lo statuto studenti (DPR n .249 24 giugno 1998).

Con il " Regolamento recante lo statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria ", le istanze degli studenti che da molti anni venivano dibattute e riprese in documenti, direttive, circolari, convegni e riunioni nazionali sono diventate legge dello Stato e non mero "ammonimento pedagogico. Certo la applicazione dello statuto è riferita alla scuola secondaria, con opportune differenze tra il 1° e il 2° grado per quanto riguarda la partecipazione studentesca, ma il fatto che si vada sempre di più verso la costituzione di Istituti Comprensivi può favorire l'utilizzo dello Statuto in chiave educativa anche con i bambini e le bambine degli ultimi anni della scuola elementare. Infatti lo Statuto come legge dello stato non va applicato nella sua interezza nella loro fascia di scuola, ma come principio etico-educativo non può essere disatteso.

I monitoraggi fatti nelle varie province hanno mostrato un panorama molto variegato di attuazione di quanto prescritto, anche solo al livello minimo della diffusione della conoscenza dello Statuto.

Non sempre è stato letto da tutti i docenti e ancora meno frequentemente gli studenti ne sono al corrente.

Eppure è stabilito che debba essere conosciuto fin dall’atto dell'iscrizione da tutti gli studenti, richiede la revisione del regolamento interno di ogni singolo istituto, in modo serio e coerente, non solo formale, e deve vedere in questo processo di modificazione la partecipazione degli studenti stessi (alle superiori).

Art 1. Vita della comunità scolastica : sottolineiamo le espressioni che si possono direttamente collegare ai principi ispiratori dei progetti di ed.alla salute.

- 1. La scuola è luogo di formazione e di educazione mediante lo studio, l'acquisizione delle conoscenze e lo sviluppo della coscienza critica.

- 2. La scuola è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione Internazionale sui diritti dell'infanzia, fatta a New York il 20 novembre 1989, e con i principi generali dell'ordinamento italiano.

-3. La comunità scolastica, interagendo con la più ampia comunità civile e sociale di cui è parte, fonda il suo progetto e la sua azione educativa sulla qualità delle relazioni insegnante-studente, contribuisce allo sviluppo della personalità dei giovani, anche attraverso l'educazione alla consapevolezza e alla valorizzazione della identità di genere, del loro senso di responsabilità e della loro autonomia individuale e persegue il raggiungimento di obiettivi culturali e professionali adeguati all'evoluzione delle conoscenze e all'inserimento nella vita attiva.

Tra i diritti delle studentesse e degli studenti ( art.2 comma 8), per restare nell'ambito del discorso di ed.alla salute, citiamo:

La scuola si impegna a porre progressivamente in essere le condizioni per assicurare:

  1. a) un ambiente favorevole alla crescita integrale della persona e un servizio educativo-didattico di qualità;
  2. d) la salubrità e la sicurezza degli ambienti, che debbono essere adeguati a tutti gli studenti anche con handicap;
  3. f) servizi di sostegno e promozione della salute e di assistenza psicologica. ( nella scuola superiore tale servizio si configura già all'interno dei C.I.C.- Centri di informazione e consulenza che sono previsti dal T.U.309/90 art 106. Per la scuola media di 1° grado il servizio potrà essere strutturato nell'ambito dei progetti di autonomia, con le dovute differenziazioni che terranno conto della diversa fascia di età dell'utenza. In particolare bisognerà fare attenzione a quanto prevede il codice circa il diretto accesso di un minorenne ad un servizio di consulenza sanitaria: per ora le uniche eccezioni previste rispetto al necessario previo consenso del genitore sono, per l'appunto, l'accesso al CIC di uno studente delle superiori e il ricorso all'aborto su autorizzazione del giudice tutelare per una ragazza minorenne)
  4. L'educazione alla salute, la scuola dell'autonomia, le nuove leggi.

    Nell'impianto della riforma , il POF diventa, per la scuola dell'autonomia, la carta fondamentale che la caratterizza e la legittima.

    Lo schema sopra riportato mette in evidenza come sempre più necessario sia il coinvolgimento delle famiglie e degli studenti nella corresponsabilità della formulazione del piano dell'offerta formativa che la scuola propone al territorio: soprattutto per le tematiche educative non stortamente disciplinari, l'appoggio / richiesta dell'utenza rende legittimo il percorso proposto e richiede il conferimento di risorse a chi nel territorio ha il potere politico decisionale.

    I riferimenti di legge sono perciò indispensabili strumenti di conoscenza per poter operare.

    Infatti tutte queste disposizioni sono strumenti che la scuola deve conoscere ed utilizzare per legittimare, indirizzare e concretizzare il suo percorso in tema di ed.alla salute, concorrendo anche alla assegnazione di risorse economiche.

    Tra i principali riferimenti normativi si possono vedere:

  5. Il T.U. 309/90: riguarda la scuola per l'ed.alla salute e la prevenzione della tossicodipendenza agli art. 104 e 105 per ogni ordine di scuole e all'art. 106 per la scuola superiore, è stato aggiornato con la legge 45 del 18 feb 1999 per quanto riguarda il conferimento delle risorse: alle Regioni viene affidato il 75% delle risorse disponibili, da investire in progetti triennali.
  6. La Legge 59 del 15.3.1997 sul trasferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali e il DL 112 del 31.3.1998 per il decentramento dei compiti e delle funzioni dallo Stato alle regioni e agli Enti Locali: hanno conferito l'educazione alla salute, per competenza, a Provincia e Comune, rispettivamente per le scuole superiori e dell'obbligo.
  7. La legge 285 del 1997 ( Legge Turco) per la promozione dei diritti e delle opportunità dell'infanzia e dell'adolescenza : propone tra le tematiche da concretizzare nei progetti che devono realizzare le Conferenze dei Sindaci molte ipotesi che si collocano nei percorsi della ed.alla salute.
  8. La Direttiva 487 del 1997 del MPI sull'orientamento scolastico: ipotizza iniziative di ed.alla salute tra le modalità per promuovere percorsi formativi orientativi, così come a suo tempo suggerito anche dalla Legge 496 del 1994 per interventi urgenti in materia di prevenzione e rimozione dei fenomeni di dispersione scolastica.

 

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