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Accostarsi ai meravigliosi afumetti di Alessandro Baronciani è una cosa bellissima e pulita; scriverne è, invece, arduo e giocoforza limitativo. Un passo indietro e due in avanti: il passo “indietro” è necessario per pulire la propria mente, sgombrarla da gabbie fumettistiche attraenti e scintillanti quanto, spesso, inutili; da qui partiranno i due passi in avanti: ossia verso la scrittura delicatissima e profonda di emozioni reali e vere quanto impalpabili e difficilmente descrivibili. Eppure Alessandro ci riesce benissimo a emozionare e incantare i fortunati lettori e lettrici, ancora troppo pochi (e questo non è giusto… anche se oltre 250 anime è cifra non disprezzabile in tempi di crisi…),
sebbene ciò possa essere una sorta di avvolgente sicurezza, far parte cioè di una ristretta cerchia di privilegiati. Non paiano esagerate queste parole, perché i fumetti di Alessandro danno un senso di caldissima solitudine e identificazione, sensazioni quasi stranianti, ma –ripeto- piene di calore e vita. Gioca col bianco e nero come un piccolo maestro e quando dice “notte”, è davvero notte e intorno scende davvero il buio; così come quando dice “tristezza” o “attesa”… L’evoluzione nelle sue tavole è palpabile: di albo in albo Alessandro migliora e affina
tecnica e padronanza dello strumento e una delle sensazioni che più forti si sprigionano dalla lettura dei suoi albi è l’assenza di pudori falsi o vergogne: non teme di scoprirsi e giocare con l’inchiostro e la vita o, se ha qualche timore, questo non traspare dai suoi lavori. La spontaneità, ecco. Ma qui “spontaneità” non è alibi per carenze tecniche o confusioni pasticcione: sembra proprio che Alessandro abbia ben chiaro cosa vuole ottenere dai suoi fumetti, e ci riesce dannatamente bene! Ho conosciuto gli afumetti di Alessandro Baronciani assolutamente per caso (così come per caso avvengono quasi tutte le più belle scoperte); avevo comprato un bruttissimo 
manga, uno di quelli che fanno rimpiangere di aver buttato i soldi… o meglio, avrebbero fatto rimpiangere il denaro speso se non fosse stato per quel piccolo, quasi minuscolo annuncio disegnato che annunciava i suoi primi lavori e forniva le indicazioni per entrarne in possesso. 
Il Vero Concetto di Autoproduzione! Invece di scrivere acide righe sulla miopia delle case editrici italiane, invece di ammorbare le caselle di posta elettronica altrui con bibliche lamentazioni sul proprio genio incompreso (sì, la rete delle reti offre anche questi “servizi”…), lui prende carta e pennelli e disegna i suoi fumetti, spedendoli con graditissima celerità a chi ne faccia richiesta dietro pagamento di una cifra così piccola che temo servirà a malapena a coprire le spese postali dell’autore. E non credo sia un caso che chi si abbona ai suoi fumetti, rinnova soddisfatto questo simbolico abbonamento per continuare a riceverli: perché la lettura di questi piccoli e 
preziosi albetti, confezionati con una cura e una perizia sempre maggiori, offre molto, molto di più di quanto chiede. Non è merce per tutti, anzi non è “merce”, ché le emozioni vere grazie al cielo (grazie a noi, anzi) è tuttora difficile mercificarle. Non s’intendano queste parole come un’augurio settario, io spererei che quante più persone possibili conoscano i bellissimi fumetti di Alessandro Baronciani; né qualche maligno creda che chi scrive sia legato all’autore da pluriennale amicizia. Non ci si conosce, non ci si è mai visti e ci si è scritti giusto qualche riga, eppure non mi sentirei di dire che l’autore è per me un “perfetto estraneo”… così come credo che tutti gli altri lettori 
e lettrici dei suoi albi conoscano, ormai, un pezzetto della sua anima. “R”, “Q”, “F”, “G” e “S” sono i titoli dei cinque albi afumetti finora usciti e, sinceramente, era da lungo tempo che rimandavo (colpevolmente) di scrivere su questi piccolo sito una “recensione” su di essi… Certe volte l’abbondanza di stima e la ben più che positiva considerazione verso un’opera mi porta ad assumere uno sciocco atteggiamento di “superrispetto”, quasi un imbarazzo a scriverne; certo è più semplice scrivere sulle serie Ultimate! Se, come spero, gli affezionati visitatori di FUMETTIdiCARTA si sentiranno sufficientemente incuriositi dalle mie parole e chiederanno ad Alessandro di spedir loro i suoi albi afumetti, capiranno certamente meglio, a posteriori, la mia iniziale difficoltà a 
scrivere su quest’opera… L’uscita dell’ultimo albo di Alessandro, “S”, è stato finalmente stimolo a prendere coraggio e scrivere le righe che state leggendo. “S” continua un discorso cominciato sin dal primo di questi albi e qui l’autore, oltreché coi sentimenti e le emozioni, gioca addirittura col formato del supporto cartaceo: piega la carta ai suoi bisogni espressivi, non si accontenta più della gabbia imposta dal taglio delle tavole e delle vignette, perché lo sguardo nostro di lettori deve spaziare insieme al suo di autore. C’è una gran conoscenza dei meccanismi dell’arte sequenziale e ciò lo si nota da subito, sin dal primo albo (“R”). Sempre a proposito di “R”, ma è solo uno dei tanti esempi che potrei fare, ricordo 
ancora quanto mi fece trasalire una particolare vignetta: tanto nero, pochi tratti di bianco, qualche puntino sempre bianco e sentii letteralmente la notte ed il vento sbattermi sulla faccia e vidi l’automobile coi fari accesi e le luci della città in lontananza… Non sono emozioni semplici da provare, specie quando si è lettori di fumetti da tanti, troppi anni. Eppoi via via che si percorrono gli albi troviamo, ancora, inserimenti di metafumetto, fatti con grazia e sincerità; e ci si chiede se l’Alessandro che parla e agisce e pensa nel fumetto è proprio 
lui, l’autore, e allora ci si imedesima e magari si soffre anche un po’, perché certe emozioni così private in realtà le abbiamo provate tutti, anche quando non abbiamo voglia di parlarne. Eppoi i quadri di Francesca in “F”, che Alessandro (l’autore) riesce a trasporre su carta con una naturalezza così convincente che, avevo pensato durante la lettura, “niente male i quadri di questa qui!”… Eppoi basta, prendete per favore carta e penna oppure scrivete un email ad Alessandro Baronciani e fatevi spedire i suoi albi, tutti e cinque e anche il raccoglitore in cartone a tiratura limitata (veramente delizioso!); ne vale davvero la pena.
Orlando Furioso

 
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testo zippato
aprile 2002