Introduzione


Cosa diavolo sono gli scacchi?

Gli scacchi sono uno dei più affascinanti e complicati giochi da tavolo mai inventati.

Sono un classico esempio di quei giochi facili da imparare, impossibili da dominare completamente: ciò significa che imparare a giocare e riuscire a divertirsi con la ricchezza di situazioni e di avventure che essi consentono è abbastanza facile, ma diventare dei buoni giocatori richiede impegno, studio, dedizione e un costante aggiornamento.
Questo è il motivo per cui sugli scacchi esiste una vastissima produzione letteraria, molto più vasta che per qualsiasi altro gioco da tavolo, e per giocatori di qualsiasi livello, dal dilettante al professionista, ed è anche il motivo per cui possono esistere giocatori professionisti che astvivono di tornei e di editoria scacchistica.

In estrema sintesi, possiamo definire gli scacchi come un gioco di strategia nel quale due eserciti di pari forza si danno battaglia.

Nelle battaglie reali, per vincere occorre disporre strategicamente il proprio esercito sul campo di battaglia allo scopo di catturare il comandante avversario, in modo che il suo esercito si ritrovi senza più alcuna guida.
Parimenti, negli scacchi iastl campo di battaglia è la scacchiera, che impareremo a conoscere tra breve, il comandante dell'esercito è il Re, di cui parleremo approfonditamente a tempo debito, mentre lo scopo del gioco, in estrema sintesi, è attaccare e chiudere tutte le vie di fuga al Re avversario in modo che egli possa essere catturato.
Questa situazione è chiamata scaccomatto, come verrà discusso più approfonditamente nell'apposita sezione del Corso, e, determinando la vittoria immediata della parte che ha portato l'attacco vincente, è l'obiettivo ultimo di una partita a scacchi.


Il "necessaire" del giocatore di scacchi

Per giocare a scacchi è richiesta pochissima "attrezzatura".
Per prima cosa, occorre la scacchiera, che è esattamente la stessa usata per il gioco della Dama: una tavola quadrata di 8 x 8 caselle, alternativamente chiare e scure.

  a b c d e f g h  
 8   8 
 7   7 
 6   6 
 5   5 
 4   4 
 3   3 
 2   2 
 1   1 
  a b c d e f g h  

Se non disponi di una scacchiera, puoi facilmente disegnartene una utilizzando carta e penna, o anche un programma di disegno.

Guardando la scacchiera sopra riportata, ecco ora qualche importante informazione sulle sue caratteristiche:

  1. Le caselle della scacchiera vengono dette case.

  2. Le righe verticali di case sono dette colonne e sono etichettate, procedendo da sinistra a destra, con le lettere da a a h.

  3. Le righe orizzontali di case sono dette traverse e sono etichettate, procedendo dal basso verso l'alto, con i numeri da 1 a 8.

  4. Le righe di case dello stesso colore poste in diagonale sono dette... diagonali (difficile, eh?).

  5. Per individuare le singole case, soprattutto in relazione al movimento dei vari pezzi in gioco, il metodo più utilizzato al mondo è la notazione algebrica.
    Ti consiglio di leggere il capitolo sulla notazione algebrica non appena terminato questo, in quanto essa è fondamentale per poter registrare le proprie partite, per leggere i libri e le riviste che parlano di scacchi e per poter rigiocare sulla scacchiera le partite che vengono pubblicate.

  6. Nel gioco degli scacchi la scacchiera deve essere orientata in modo che la casa in basso a destra sia bianca per entrambi i giocatori.
    Su questa basilare nozione ritorneremo ancora in La disposizione iniziale dei pezzi.

  7. Basandosi sulla posizione iniziale dei pezzi all'inizio del gioco (vedi ancora La disposizione iniziale dei pezzi), le prime quattro colonne partendo dalla prima a sinistra e procedendo verso il centro (cioè le colonne a, b, c e d) rappresentano il cosiddetto lato di Donna, mentre le restanti quattro colonne dal centro fino all'ultima a destra (cioè le colonne e, f, g e h) rappresentano il cosiddetto lato di Re.

  8. Le quattro case d4, d5, e4 ed e5 (per un aiuto su come individuare queste case vedi ancora La Notazione Algebrica) vengono indicate come il centro della scacchiera.

Per giocare servono anche (e scusa l'ovvietà...) gli scacchi propriamente detti.
Ce ne sono di varie fatture, dai classici scacchi in stile "Staunton", inventato nel secolo scorso dall'omonimo fortissimo giocatore inglese, a quelli di fattura più moderna, e via via fino a veri e propri "scacchi artistici", spesso di fattura estremamente elaborata (ispirati agli antichi Romani, medioevali, ipermoderni, ecc.) ma... con i quali però risulta a volte praticamente impossibile giocare!
Anche i materiali sono assai vari, e si spazia dalla economicissima plastica stampata al classico legno di bosso, ai legni pregiati (palissandro indiano, ebano), ai metalli (acciaio, alluminio), anche preziosi (oro, argento), al marmo e all'alabastro, che permettono di realizzare scacchi tanto belli quanto costosi.
In funzione infatti del materiale e della raffinatezza della fattura e della confezione, i set di scacchi possono costare da meno di 10 € degli scacchi in plastica, venduti in sacchetti di stoffa o semplici scatoline pure in plastica, fino ai 400-500 € e oltre dei set in legni pregiati (ebano, palissandro indiano, ecc.), magari "firmati" da famosi campioni di scacchi e venduti in lussuose confezioni imbottite con nicchie apposite per ogni singolo pezzo.

Un altro "attrezzo" tipico del mondo degli scacchi, che si inizia però ad utilizzare in genere però in un secondo momento (cioè quando si inizia a giocare con una certa costanza), è l'orologio da torneo.
L'orologio da torneo è in effetti composto da due orologi interconnessi e fatti funzionare in modo alternato mediante due pulsanti posti sopra di essi: quando il pulsante sopra l'orologio di destra è abbassato funziona l'orologio di sinistra, il cui pulsante relativo è sollevato, e viceversa.
L'orologio da scacchi è stato inventato per regolamentare il tempo di riflessione dei giocatori, in modo che... non si perdano a riflettere in eterno, ed è una presenza tipica che caratterizza qualsiasi torneo di scacchi.
In tutte le partite ufficiali, infatti, i giocatori devono eseguire un certo numero minimo di mosse in un certo tempo-limite, oppure hanno un tempo prefissato per terminare la partita indipendentemente dal numero di mosse effettuate.
Si distinguono quindi diversi tipi di tornei in base al tempo di riflessione assegnato ai giocatori:

Il fatto di dover sottostare ai controlli del tempo (cioè la verifica che siano state eseguite il numero minimo di mosse indicato nel tempo prefissato, oppure la verifica della situazione sulla scacchiera alla scadenza del tempo prefissato) permette di avere partite di durata ragionevole e di maggiore interesse agonistico, dato che il mancato rispetto dei tempi di riflessione comporta l'immediata perdita della partita!
L'orologio da scacchi, tuttavia, non è un necessario a questo livello di conoscenze scacchistiche: certo, giocare con l'orologio dà certamente il "brivido" del torneo di scacchi, ma agli inizi può confondere e distrarre.
Per i primi tempi è molto meglio giocare senza questo assillo, in modo da poter imparare al massimo dalle prime partite.


Bene! Questo è tutto quanto serve per iniziare a giocare: come detto in apertura, non serve proprio granché, vero?
Ed ora è venuto il momento fatidico: si comincia sul serio!


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