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Grandi…
Si, lo so che è un modo quanto meno inusuale di iniziare una recensione, però
in questo caso concedetemelo… Questo demo si differenzia dagli altri per un
motivo in particolare: è ‘pensato’. Cosa vuol dire? Vuol dire che dietro i
tre brani proposti (se si eccettua la brevissima intro) c’è un lavoro
compositivo notevole e non solo… È presente anche una notevole dose
concettuale. La base dalla quale i tre partono è il death metal, ma lo
sviluppano poi in maniera del tutto personale. Nel totale l’accostamento che
viene immediatamente in mente è quello con i Fear Factory più sperimentali.
Andando più a fondo, poi, ci si rende conto che le somiglianze con la band
americana possono essere ridotte più che altro alle ritmiche, molto secche e
chirurgiche. Già la voce si differenzia molto, essendo molto più acida e
screaming rispetto a quella di Burton C. Bell. Ma l’aspetto sicuramente più
originale è il massiccio uso di campionamenti e tastiere presente nei brani. I
tre infatti riescono a miscelare la cattiveria dei riff di chitarra e una
batteria molto potente e precisa ad un uso smodato dei tasti d’avorio, senza
però perdere un’oncia di potenza. I tre brani proposti sono mediamente
lunghi, mai al di sotto dei sei minuti, ma ciononostante la noia non fa mai
capolino durante l’ascolto del cd. Anche la registrazione è ottima,
valorizzando ancora di più le composizioni, evitando
il marasma sonoro tipico di alcuni prodotti del genere che portano ad un
appiattimento completo del suono. La band si definisce progressive death
metal… Io il progressive glielo affibbierei più che altro per la loro voglia
e la loro capacità di sperimentare, ma nonostante tra le loro influenza citino
anche gruppi come Opeth o Anathema, secondo il mio giudizio sarebbe meglio
parlare di Fear Factory, appunto, e di altre grandi band geniali come Strapping
Young Lad, Messhuggah e, perché no, anche White Zombie, per il lato più
elettronico. Nel quarto ed ultimo brano, “The emerald vessel of lethe”, il
sacro incontra il profano. La band si spinge ancora più in là. A tutto quello
di cui vi ho parlato fin’ora si aggiungono altri due elementi a contrastare la
parte metal del sound, e cioè il pianoforte e, soprattutto, un coro gregoriano.
Il risultato è decisamente positivo… Una band dalle ottime potenzialità,
senza ombra di dubbio. Per essere un debut siamo su livelli notevoli. Spero che
l’evoluzione del trio continui su questi binari e che la voglia di
sperimentare non prevalga troppo portandoli su lidi troppo distanti da quanto
prodotto fin’ora, finendo così per snaturare un sound già ben definito e
vincente. (Dulnir) TRACKLIST:
From
maelstrom / Through her eyelids of spectre / Gorgons in my cold room / The
emerald vessel of lethe
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