Modulazione a spostamento di fase (PSK: Phase Shift Keying). Con questa forma di modulazione il segnale modulato v(t). di ampiezza e frequenza costanti, presenta. rispetto alla portante vC(t), uno sfasamento di 180° e di 0° in corrispondenza, rispettivamente, ai valori 0 e 1 del segnale modulante vm(t) (vedi fig. 14).
La larghezza di banda BT è uguale a 2B come nella OOK.
Fig. 14 Modulazione PSK: modulante impulsiva, portante sinusoidale e segnale modulato
La natura binaria dell’informazione fa si che le tre tecniche di modulazione digitale presentino un elevato SNR(Rapporto Segnale Rumore); facendo un confronto tra le diverse modulazioni digitali la PSK è decisamente quella che offre le prestazioni migliori. Un inconveniente che però limita l’impiego della PSK è costituito dal fatto che il processo di demodulazione è assai sensibile agli errori di fase dovuti a slittamenti degli oscillatori o a variazioni delle caratteristiche del mezzo trasmissivo. Pertanto, se ad ognuno dei possibili sfasamenti viene associato rigidamente un valore binario, si crea in ricezione una sostanziale ambiguità nel riconoscimento dei valori binari stessi. Oltre alla tecnica PSK citata. viene spesso impiegata la modulazione PSK differenziale (DPSK: Differentil Phase Shift Keying) che identifica ciascuno dei livelli binari con una variazione della fase anziché con il suo valore assoluto. In fig. 15 sono illustrati i diagrammi di un segnale digitale, della portante e del segnale modulato con tecnica DPSK; come si vede, in corrispondenza a ciascun bit a livello 0 il segnale modulato presenta un salto di fase di 180°; mentre a ciascun bit ad 1 non si introduce alcuna variazione di fase. Poiché una variazione di fase viene sempre riconosciuta correttamente, questo metodo consente di eliminare una possibile ambiguità, caratteristica della PSK, nel riconoscimento dei bit durante il processo di demodulazione.
Fig. 14 Modulazione DPSK: modulante impulsiva, portante sinusoidale e segnale modulato
