Hitohiro SAITO
Hitohiro SAITO Shihan è il figlio di Morihiro SAITO Soke, è nato a Iwama nella Prefettura di Ibaraki il 12 febbraio 1957.
Ha iniziato la pratica dell'Aikido all'età di 7 anni studiando sotto la guida di Morihei UESHIBA Ô Sensei, il fondatore dell'Aikido, e continua i suoi studi sotto la direzione del padre Morihiro SAITO Shihan. Il suo intendimento è quello di preservare la tradizione tecnica e spirituale dell'Aikido così come gli è stato insegnato sin da piccolo da Ô Sensei, ottenendo una grande reputazione per la tecnica eccellente e l'insegnamento sia in Giappone, sia in America, Europa e in Australia. Uomo di grande carisma e disponibilità insegna l'Aikido tradizionale di Iwama tenendo seminari in tutto il mondo.
Ho cominciato la pratica dell'Aïkido perché sono nato in una famiglia dove mio padre, Morihiro Saito ha servito Morihei Ueshiba, il fondatore dell'Aikido ed ha studiato con lui per tanti anni. E' la ragione per la quale sono diventato un allievo di Ô Sensei da quando ero piccolo. Non ho voluto studiare un'altra arte, e in qualche modo, cerco di farne una tradizione prettamente giapponese.
Come ci si comporta quando si entra nel Dojo?
Il dojo deve essere considerato come un luogo sacro. Entrando si saluta dal bordo tutti i praticanti che già si trovano nel dojo con un sentimento di gratitudine verso chi si accinge alla pratica. Poi si saluta il Kamisama e prima di cominciare l'allenamento si pronuncia Onegai Shimasu. E' una richiesta per studiare insieme con gratitudine e cuore puro come se si fosse alla prima volta. Alla fine del corso si saluta il Kamisama in segno di ringraziamento perchè ci è stato permesso di allenarci nel dojo. Infine, c'è un ultimo saluto che ha tre significati profondi: il primo: concerne lo scambio di esperienze che si ha con gli altri. Il secondo: marca la riconoscenza e l'apprezzamento che si ha per l'insegnamento dell'insegnante e per il partner con cui si è lavorato. Il terzo senso di questo saluto concerne la possibilità che si ha di poter rinnovare la propria esperienza.
Il senso profondo dell’Aikido
Con Morihiro Saito Sensei noi siamo padre e figlio. Il fondatore era il maestro di Saito Sensei. Di conseguenza, io sono nato, e sono diventato, naturalmente allievo del fondatore. Ho dunque, ricevuto l’insegnamento e la filosofia diMorihei Ueshiba, specialmente alla fine della sua esistenza, durante la quale ha ricevuto una grande serenità. Il senso dell’Aikido è interamente nel messaggio che il fondatore ha voluto trasmettere come propositi per la sua arte e delle sue azioni. L'Aikido è "La via della pace per gli esseri umani”.
L’Aikido è in evoluzione in rapporto all’insegnamento ricevuto da Ô Sensei
L'Aikido che si pratica oggi, non corrisponde, a moi parere, ad una evoluzione, ma, al contrario, ad una regressione in rapporto all’Aikido che ci ha trasmesso il fondatore. Direi che nella forma il mio insegnamento è identico a quello del fondatore, cioè, è esattamente quello che faceva il fondatore quando era in vita.
La nozione di Misogi e Kannagara
L'Aikido è l'unione del mondo materiall e del mondo spirituale. Questa idea è la stessa che viene dalla religione Omoto-Kyo. Studiare questo insegnamento e seguire questa via, indica lo scalare di una montagna dove non si potrà mai arrivare alla vetta.
L'importanza
del lavoro delle armi in Aikido. E’ necessario praticare altre arti marziali per
progredire meglio nella comprensione del Budo?
Nello studio dell'Aikido, è più importante lo studio delle basi (Kihon) e
dei suburi insegnati dal Fondatore, ed è importante approfondirle al
meglio. Malgrado tutto, osservare le altre pratiche marziali è senz'altro
positivo per lo studio del Budo. Ma non è necessario praticarle. L'Aikido del
fondatore, così come viene praticato a Iwama, è una unione dei principi del
tai jutsu, del ken e del jo. Il suo Aikido è dunque completo.
Ikkyo è il primo principio nell'Aikido, e perché?
Ikkyo significa il primo insegnamento. E' la prima cosa che insegnava il fondatore. Tutti gli elementi dell'Aikido sono inclusi in questa tecnica. Come preparazione a Ikkyo, si pratica intensamente tai no henko e Morote dori kokyu ho con una attitudine di non resistenza e di non combattimento. Armonizzandosi con il partner e neutralizzando la sua forza. E' la base fondamentale della nostra arte.
Le tecniche preferite
Alcune particolarmente. Sono tutte difficili da acquisire pienamente e non ho particolari preferenze. Penso che sono tutte essenziali e indissociabili.
L'Aikido è anche un'arte di longevità e salute
L'Aikido si esegue senza sforzo fisico. La cosa essenziale dell'Aikido è quella di ottenere e di preservare l'armonia e l'equilibrio interiore di se stessi, oltre che di non combattere. La tecnica dell'Aikido non è una cosa superficiale, essa contiene un elemento spirituale. E' la simbiosi del mondo materiale e del mondo spirituale, nel senso che è un fattore di equilibrio benefico per la salute di tutti.
Qual'è il messaggio che vorrebbe trasmettere?
Attraverso il mio insegnamento, vorrei che tutto il mondo potesse percepire l'essenza di quell'essere meraviglioso che fu Ô Sensei. Ciò che io insegno non corrisponde al mio Aikido, ma all'insegnamento del fondatore che mi ha trasmesso attraverso mio padre Morihiro Saito Sensei. E' esattamente questo ciò che vorrei comunicare. Se pratichiamo tutti insieme in armonia, il piccolo cerchio che noi adesso formiamo, potrà ingrandirsi ed espandersi nel mondo. L'Aikido è la via che può dare l'inizio alla pace nel mondo. Noi non dobbiamo essere solo spettatori, ma praticare tutti insieme. La tecnica di Ô Sensei è la tecnica che gli dei gli hanno insegnato. Saremo tutti insieme delle guide verso la pace.
Messaggio di Hitohiro Saito Sensei
Un recente messaggio di Hitohiro Saito sensei
rivela che il dojo di Iwama una volta presieduto dal padre Morihiro Saito
sensei, ha lasciato la Fondazione Aikikai.
Il messaggio recita:
Dichiarazione ufficiale
ottobre 2003
Hitohiro
Saito, official successor of Morihiro Saito, would like to inform you about the
following:
1. The Iwama group has decided to leave "The Aikikai Foundation", and will become independent as "The IWAMA SHINSHIN AIKI SHURENKAI”.
2. Saito sensei
devoted every moment of his life to preserving the Founder’s techniques.
I, Hitohiro Saito, will continue to dedicate myself
thoroughly to instructing people, transmitting and spreading those aikido
techniques. From now on, I will confer Iwama-ryu certificates to all Iwama-ryu
students.
3. The Founder's dojo in Iwama will no longer be used to practice aikido. We will pursue our daily training in the “TANRENKAN” in Iwama.
4. The Uchideshi
courses will continue in Iwama.
Iwama-ryu Soke
Hitohiro Saito
Traduzione:
A tutti coloro che
praticano “Aikido Iwama Style”
Hitohiro Saito, successore ufficiale di Morihiro Saito, desidera informarvi
riguardo a quanto segue:
1. Il gruppo di Iwama ha deciso di lasciare “La Fondazione Aikikai” e divenire indipendente come “IWAMA SHINSHIN AIKI SHURENKAI”.
2. Morihiro Saito Sensei ha dedicato ogni momento della sua vita all’ aikido per preservare le tecniche del Fondatore. Io, Hitohiro Saito, continuerò ad impegnarmi, offrendo tutto me stesso, nell’insegnamento, nella trasmissione ed nella diffusione di queste tecniche di aikido. Da ora in poi, conferirò certificati Iwama-ryu a tutti gli studenti di Iwama-ryu.
3. Il Dojo del Fondatore in Iwama non potrà più essere adoperato per la pratica dell’Aikido. Noi proseguiremo ad impegnarci nel nostro allenamento quotidiano nel “TANRENKAN” in Iwama.
4. I corsi per Uchideshi continueranno in Iwama.
Firmato
"Hitohiro Saito, Iwama Ryu Soke"
Iwama, Novembre 2003
Lettera ufficiale di Hitohiro Saito Sensei
Italia settembre 2004
Comunicazione del Presidente dell'Iwama
Shinshin Aiki Shuren Kai
Sono trascorsi 10
mesi da quando il gruppo di Iwama ha lasciato la Federazione Aikikai ed è
divenuto un gruppo indipendente. E’ un grande piacere per me far sapere a tutti
i nostri associati che, nel frattempo, ho portato avanti le mie attività
lentamente ma fermamente, con passo sicuro. Con questa lettera vorrei
ringraziare dal profondo del cuore tutti voi che mi avete sostenuto
costantemente offrendo la vostra sincera collaborazione.
Innanzitutto vorrei raccontarvi quanto è successo dopo la morte di mio padre, Morihiro Saito, avvenuta il 13 Maggio 2002. Insieme al presidente del comitato, addetto alla cerimonia funebre ufficiale di mio padre, mi sono recato nella sede centrale della Federazione Aikikai, dove si è tenuto un incontro con il Doshu e un’altra persona della “All Japan Aikido Federation”.
Riporto qui di seguito quanto c’è stato chiesto di fare durante quell’incontro:
1. Riconsegnare il nome di “Capo dell’Ibaraki Dojo” all’Aikikai.
2. Che la famiglia Saito cessi di usare il titolo di “Custode del Santuario dell’Aiki”
3. Smettere di conferire certificati Iwama-ryu se rimaniamo all’interno della Federazione Aikikai.
Avevo già in mente di restituire l’Ibaraki Dojo in un prossimo futuro e perciò ho subito risposto che la prima e la seconda richiesta mi vedevano del tutto d’accordo. Rimanevo però un po’ perplesso riguardo alla loro terza richiesta.
Come tutti sanno l’allenamento che attualmente pratichiamo ad Iwama è diverso dall’allenamento che si svolge in molti altri dojo di Aikido. Questo perché abbiamo preservato fedelmente l’insegnamento del Fondatore, cosa di cui mio padre è stato sempre molto orgoglioso. Questo tipo di allenamento si basa sul principio dell’unione tra Ken, Tai-jutsu e Jo e fu trasmesso solamente a mio padre. Mio padre dedicò tutta la sua vita a lavorare con il Fondatore, nei campi e nei boschi, aiutandolo nell’agricoltura e prendendosi cura delle piante. Servì il Fondatore con la massima fedeltà offrendogli letteralmente corpo ed anima. Era solito dire: “Insegno con sincerità le tecniche che mi furono insegnate dal Fondatore perché questo Ibaraki Dojo appartiene solamente al Fondatore”. Il gruppo Iwama-ryu, con il suo sistema di conferimento dei gradi, era stato creato per coloro che, affascinati dal modo di vivere di mio padre, sceglievano di seguire lui come maestro. Questi gradi sono stati consegnati soprattutto ai suoi allievi fuori del Giappone.
Per questo motivo, in merito al terzo punto, ho risposto al Doshu che era desiderio di mio padre preservare l’Iwama-ryu e gli ho chiesto di concedermi una cosa in cambio di una risposta positiva alla sua richiesta. Questa cosa era di annunciare nel loro bollettino ufficiale che l’Iwama-ryu praticava l’Aikido del Fondatore. Se l’Aikikai avesse potuto mostrare il suo riconoscimento ed accettazione nei nostri confronti, pensavo, allora i certificati Aikikai sarebbero diventati un tesoro splendente per tutti gli allievi dell’Iwama-ryu. Tuttavia questo annuncio non è mai avvenuto e nessuno della Federazione Aikikai è stato informato che, questo incontro tra l’Aikikai e noi, aveva avuto luogo.
Pensavo fosse meglio non disturbare la Federazione Aikikai o il Doshu con la questione dell’Iwama-ryu durante i tre anni di lutto per mio padre, perciò non era mia intenzione conferire certificati Iwama-ryu. Dopo meno di un anno, tuttavia, i miei allievi hanno iniziato a chiedermi, dopo aver ricevuto i certificati Aikikai, di dare loro anche i certificati Iwama-ryu.
Dopo la morte di mio padre, i suoi allievi più anziani si sono voluti rendere indipendenti e hanno fondato la loro organizzazione con il nome di “Takemusu Aiki”. Hanno iniziato anche a conferire i propri certificati ai loro allievi. In questa situazione, quando una divisione stava avvenendo all’interno del nostro gruppo, c’erano ancora molti allievi che sceglievano di seguire me nello stesso modo in cui avevano seguito mio padre. Essi sono il vero tesoro che mio padre mi ha lasciato. Per questo motivo, quando mi è stato chiesto di conferire certificati Iwama-ryu, non ho potuto rifiutare la loro richiesta.
Sono molto orgoglioso di mio padre. Riuscivo sempre a capire esattamente cosa stesse pensando in ogni momento. Oggi, mi chiedo ancora cosa farebbe se fosse ancora qui. Sono arrivato a capire che non posso continuare la missione di mio padre all’interno della Federazione Aikikai senza causare ulteriori contrasti con loro. Perciò ho deciso di lasciare l’Aikikai e ho fondato una mia associazione. I miei sentimenti di gratitudine per il Fondatore non sono cambiati e continuerò a seguire fedelmente lo spirito del Fondatore. Rispetto anche sia il Doshu precedente che l’attuale Doshu. La mia indipendenza non è il risultato di un conflitto tra l’Aikikai e noi. Sono convinto che il Doshu comprenda bene tutto questo.
Noi, la famiglia Saito, continueremo a vivere vicino all’Ibaraki dojo. Offriamo la nostra preghiera al Santuario dell’Aiki e auguriamo buona salute alla famiglia Ueshiba. Ci sentiamo grati verso quelle persone che ora si prendono cura dell’Ibaraki Shibu Dojo. Credo che sia la cosa più giusta il fatto che tante persone condividano il compito di prendersi cura dell’Aiki-Jinjya e del Dojo.
Continuerò ad elevare e migliorare me stesso maturando e sviluppando le tecniche dell’Aikido. Allo stesso tempo continuerò a seguire il Fondatore e a dedicarmi a preservare gli insegnamenti di mio padre. Desidero profondamente lavorare con voi e vorrei incontrare ed entrare in contatto con molte persone. E’ mio desiderio sincero aiutare, quanta più gente possibile, a capire “il principio delle autentiche tecniche di base” del Fondatore.
Con i migliori saluti,
Settembre 2004, in occasione del Seminario Internazionale in Italia, Europa.
Saito Hitohiro
Traduzione Giapponese-Inglese: Sonoko Tanaka
Traduzione Inglese-Italiano: Kerstin Gros, Sonoko Tanaka, Alessandro Tittarelli
Hitohiro Saito
Intervista
tratta da Aiki Journal #113 (1998 Volume 25 - N1) dal titolo:
" Non dobbiamo rompere con le tradizioni del fondatore solo perché le persone
dall'estero vengono quì."
di Stanley Pranin (con Sonoko Tanaka)
Hitohiro Saito Sensei è nato e cresciuto in Iwama, dove ha iniziato Aikido.
all'età di sette anni, ha studiato da bambino sotto la guida di Morihei Ueshiba,
e ha continuato ad imparare da suo padre Morihiro Saito Shihan.
Dedicatosi a preservare la tradizione spirituale e tecnica dell'aikido di
Ô Sensei, Hitohiro si è creato una reputazione per
la sua eccellente tecnica e i suoi metodi di insegnamento in Giappone, negli
USA, Europa e Australia.
Abbiamo potuto sentire durante questa intervista esclusiva il suo immenso amore
e profondo rispetto per i suoi due maestri (il fondatore e suo padre).
AJ: Hitohiro Sensei, quali sono i suoi primi ricordi del
dojo?
Saito: Ero solito condividere i pasti con Ô Sensei
e mi veniva dato ciò che rimaneva dal suo piatto. Ricordo pure i pianti nella
mia infanzia che facevo di mattina perché non trovavo mia madre accanto a me
quando mi
svegliavo.
AJ: Si dice che Ô-Sensei fosse
molto severo?
Saito: In genere Ô Sensei dimostrava solo la
tecnica quando era in altri posti, ma insegnava veramente in Iwama ed era molto
rigido. Gridava, "Che kiai è mai questo? Esci fuori e vedi se riesci a tirar giù
un passero con il tuo kiai." O, a qualcuno che applicava uno yonkyo debole, "
Vai fuori e provalo su di un albero! Insisti finché non stacchi la corteccia!".
Persino da bambino, ho intuito dall'atmosfera che lo circondava che era un
grande uomo. Eravamo soliti inchinarci fin dal momento in cui Saito Sensei, mio
padre, lo andava a prendere e rimanervi fino a quando Ô
Sensei arrivava con Saito Sensei che lo seguiva. Solo a quel momento
alzavamo la testa per inchinarci assieme ad Ô Sensei
davanti all'altare del dojo. poi iniziavamo ad allenarci con Tai no henko.
Se ero seduto vicino a Saito Sensei mentre Ô Sensei
stava spiegando una tecnica da shomenuchi venivo mandato ad eseguire un attacco
di shomenuchi contro Ô Sensei. Un giorno fu chiesto
a mia sorella più grande di andare a colpire Ô
Sensei, ma lei iniziò a piangere e scappò via dal dojo, poiché non era facile
per un bambino andare ad interrompere Ô Sensei in
quel modo. mi fu chiesto di andare al posto di mia sorella e attaccai con un
forte kiai, in seguito al quale Ô Sensei disse,
"così, ci sei riuscito non è vero?" Mi lanciò, ma con la sua mano impedì alla
mia testa di sbattere sul tatami, e disse, "Ora stai attento".
Ô Sensei era una persona molto gentile.
Mi ricordo quando andavo in giardino e lo guardavo lavarsi i denti, tutto ad un
tratto li toglieva, poiché erano finti, e diceva, "divertente, non è vero?
AJ: Quanti anni aveva all'epoca?
Saito: Ero circa al secondo anno delle scuole elementari. A quei tempi Ô Sensei era ancora molto in forze. Nei suoi ultimi anni faceva molti esercizi di riscaldamento, ma quando ho iniziato io aikido insegnava di più le tecniche.
AJ: Quando ha deciso di dedicarsi completamente
all'aikido?
Saito: Non ho avuto molta scelta, poiché sono l'unico
figlio maschio, ciò nonostante quando ho iniziato a praticare sono stato un
fannullone.(ride) Avevo deciso di aprire un ristorante per avere qualcosa di cui
vivere mentre facevo aikido. Dopo le superiori, mi sono trasferito a Sendai per
un anno a studiare in una scuola per cuochi, poi sono andato a Osaka per altri
due anni di studio. Ogni volta che avevo un giorno libero, mi recavo al dojo di
Seiseki Abe ad imparare da lui l'arte della calligrafia. Ho frequentato anche l'aiki
dojo di Bansen Tanaka. Abe Sensei pratica misogi lavandosi con acqua fredda ogni
mattina per purificare la sua anima. Attraverso la sua calligrafia sembra che
esprima una mente ascetica. Egli incontrò Ô Sensei
nel dojo di Bansen Tanaka a Takahama. O-Sensei riconobbe uno spirito affine sul
sentiero del misogi, e iniziò ad imparare calligrafia da lui.
AJ: Noi abbiamo fatto visita ad Abe Sensei qualche anno fa
ed abbiamo visto alcuni rotoli meravigliosi scritti da O-Sensei. Appena si entra
in dojo si sente un'atmosfera spirituale.
Saito: Quei rotoli sono luminosi, non è vero? Per saperne di più su Ô Sensei si dovrebbe leggere i suoi doka (poemi) e studiare la sua calligrafia. Le foto e le video cassette ci danno un certo senso di connessione diretta con Ô Sensei, mai i suoi poemi e la sua calligrafia comunicano in modo più sottile. sono veramente bellissimi e profondi.
AJ: Abe Sensei conosce molto bene i poemi di O-Sensei, non
è vero?
Saito: Si è vero, spero che riuscirà nel suo intento di pubblicare una
collezione di calligrafie di Ô-Sensei e di costruire
un museo dedicato a O-Sensei. Quando ero un bambino, spesso Abe Sensei veniva ad
Iwama con sua figlia. E' un uomo di cultura con una profonda conoscenza del
Kojiki (Cronaca degli antichi avvenimenti), il libro più antico sulla storia del
Giappone, che Ô-Sensei utilizzava per fare delle
citazioni quando spiegava aikido. Abe mi ha raccontato molto del kojiki, ma
poiché è così difficile, temo che mi sia entrato da un orecchio ed uscito
dall'altro. (ride)
AJ:
Praticò aikido durante l'apprendistato a Sendai e a Osaka?
Saito: A Sendai, ho praticato sotto la guida di Hanzawa Sensei, e a Osaka ho praticato nel dojo di Abe Sensei.
AJ:
Aprì un ristorante a Iwama come aveva
pianificato?
Saito: Si, nel 1978, ma ero giovane e folle ed avevo
l'abitudine di bere molto assieme ai clienti di sera, e non mi allenavo molto
seriamente. Gestii il ristorante per sette anni, ma cominciai a temere che mi
sarei rovinato la salute, così parlai con mio padre il quale acconsentì al fatto
che fosse meglio che abbandonassi quel mestiere. Lui si recava spesso all'estero
e aveva bisogno di qualcuno che si assumesse la direzione del dojo mentre era
via. Questo era 11 anni fa e da allora ho continuato ad insegnare aikido a tempo
pieno.
Undici anni fa andai in Danimarca con Saito Sensei e partecipai al seminario che
la si svolgeva. L'anno scorso è stato il 10° anniversario di questo evento, così
sono ritornato là nuovamente con Saito Sensei e con molte persone di Iwama. E'
stato un grande seminario con circa 300 partecipanti.
AJ:Quale
consiglio darebbe agli studenti di aikido sui fondamenti dell'allenamento?
Saito: Saito Sensei dice che tutte le tecniche di taijutsu,
ken e jo si basano su hanmi. Prima di bisogna imparare hanmi. Poi, bisogna
imparare come fare un corretto kiai. Penso che un allenamento senza kiai sia
misero. Il fondatore aveva un meraviglioso kiai. Se volete imparare il vero budo
non potete sbagliare se cercherete di imitare O-Sensei. Sfortunatamente molte
persone non conoscono molto di O-Sensei, così faccio del mio meglio
raccontandogli di più di lui.
Il motivo dell'allenamento in aikido è forgiare se stessi. Non potete fare
questo se iniziate a praticare ki no nagare (le tecniche col fluire del ki) sin
dall'inizio. L'allenamento di base consiste nel consentire al vostro compagno di
afferrarvi fermamente. facendo così lui vi fa un favore. Il vostro compagno vi
tiene e solo allora iniziate a praticare una tecnica. Questo è il primo passo
sul sentiero. Uno degli insegnamenti del fondatore era di iniziare con tae no
henko. Non dovreste trascurare nemmeno una pratica di tae no henko. Questo è
quello che insegniamo ad Iwama.
E' molto importante allenarsi con insistenza e seriamente in tae no henko e
morotedori kokyuho. Altrimenti, non si può nemmeno iniziare a spiegare ikkyo.
Quando ruotate sul piede davanti per girarvi indietro, come in
urawaza, dovreste riuscire ad eseguire il corretto movimento di tai no henko,
cioè portare le dita del vostro piede vicino alle dita del piede del vostro
compagno. Il corpo ruota sull'alluce del piede davanti. Accertatevi di ruotare
in modo corretto, e non in qualche altro modo. Occorre che vi armonizziate con
precisione col vostro avversario, non in modo generale, non in modo vago. Dovete
cominciare da questo inizio solido.
AJ:
La precisione necessaria per armonizzarsi è un punto importante.
Saito: Chiunque può armonizzarsi in senso generale, ma si dovrebbe iniziare con
forme più specifiche le quali condurranno alla fine all'armonia universale di
cui parlava il fondatore. Prima si impara come armonizzarsi col proprio compagno
"piede con piede", poi come ruotare sul piede davanti. Quando saprete ruotare in
modo corretto sarete in grado di eseguire una tecnica in urawaza. Non si possono
esprimere queste cose a parole; possono solo essere imparate con l'allenamento.
Il fondatore diceva, "La pratica viene prima." Non è che il vostro compagno si
armonizza con voi, ma che voi dovreste armonizzarvi con lui in ogni cosa:
"Muovetevi, apritevi, quindi conducete." Questo è quanto O-Sensei insegnò a
Saito Sensei.
L'errore di un centimetro può rendere impossibile riuscire ad eseguire una
tecnica. Volente o nolente non potete cambiare le tecniche a vostro piacimento.
C'è un modo ben definito per eseguire ogni tecnica. Chiunque, non solo chi è
forte fisicamente, dovrebbe essere in grado di applicare le tecniche.
Sfortunatamente, le persone trascurano tai no henko. Posso dire guardando le
persone praticare tai no henko e morotedori kokyuho che tipo di pratica fanno
nei loro dojo. Non ho bisogno di vedere di più. Penso che tutte le basi del
taijutsu del fondatore sono contenute in queste due tecniche e in ikkyo.
E' difficile trovare qualcuno capace di eseguire la tecnica di ikkyo in modo
perfetto. So che questo può sembrare insolente, ma penso che non si possa capire
l'aikido se non si inizia correttamente con queste tecniche.
Se non avete imparato tai no henko, finirete sempre con lo scontrarvi con il
vostro avversario negli altri movimenti. L'allenamento delle basi serve a darvi
la possibilità di risolvere i problemi causati da movimenti sbagliati del corpo.
Questo è impossibile da spiegare a parole, poiché ha un significato profondo, ma
penso che l'unico modo per imparare sia quello di permettere al vostro compagno
di afferrarvi saldamente.
AJ:
In alcuni dojo gli insegnanti fanno praticare le tecniche ai loro studenti, solo
dopo avergliele mostrate due o tre volte, senza ulteriori spiegazioni, ma in
Iwama spiegate sempre in modo molto dettagliato.
Saito: La ragione per cui Saito Sensei spiega le tecniche in dettaglio è perché
vorrebbe che tutti imparassero ogni tecnica il più in fretta possibile. Nel
corso degli anni ha fatto molti errori e ha imparato da questi e il suo metodo
di insegnamento ne è il risultato. Nei suoi ultimi anni O-Sensei mostrava una
tecnica veloce come un lampo, poi valutava l'abilità degli studenti in base a
quanto la capivano bene.
Poiché Saito Sensei vuole che tutti migliorino più rapidamente di quanto ha
fatto lui, ferma i suoi studenti immediatamente quando fanno un errore e gli
insegna in dettaglio. Non sarebbe in grado di fare questo se si fosse allenato
in modo leggero.
Se il compagno cede continuamente, non potete sapere se state eseguendo le
tecniche in modo corretto. Tenendovi solidamente il compagno vi aiuta a capire
se state eseguendo la tecnica correttamente oppure no. Questo non significa che
vi deve afferrare in modo cattivo o errato, sebbene in questi casi la tecnica
può essere cambiata in funzione della situazione.
Il vostro compagno dovrebbe afferrarvi in modo solido, ma corretto, così
imparate ad armonizzarvi con la sua forza. Questo è l'allenamento di base. Se si
oppone afferrate da sopra o da sotto, dovreste cambiare la risposta in modo
adattandovi alla nuova situazione. Quando l'avversario viene ad afferrarvi,
conducetelo abilmente. Vi prestate il corpo a vicenda così che potete allenarvi
seriamente.
AJ:
Ci sono persone che dicono che in aikido non si riesce a provare la propria
abilità perché l'avversario collabora.
Saito: Questo non è vero. In ogni momento della pratica si
può vedere se la tecnica è efficace oppure no. Se dovete fare uno sforzo
superfluo, se sentite l'avversario pesante, o vi scontrate con lui, è perché non
vi armonizzate completamente con lui. Dovreste essere in grado di capire
chiaramente cosa sbagliate nei movimenti, o se non avete aperto abbastanza. Non
c'è bisogno di una competizione per dire se le tecniche
funzionano o no.
AJ:
Vuol dire che il compagno dovrebbe attaccare seriamente nell'allenamento?
Saito: Si, se dico, "Attaccami," dovrebbe attaccarmi con
tutta la potenza; se dico, "Colpiscimi," dovrebbe colpirmi forte; o dovrebbe
afferrarmi solidamente. Dovrebbe attaccare con tutta la forza e l'energia.
Naturalmente, se la forza di uke è diversa da quella del suo compagno, dovrebbe
attaccare con metà potenza così che nage può ancora imparare. Il fondatore
affermava che praticare con un bambino era un buon modo per imparare.
Armonizzare totalmente la propria energia con quella di un bambino è una grande
sfida. Naturalmente alcune persone sono più forti di altre, ma se feriscono i
loro compagni commettono un atto di violenza che non è più aikido. Alcune
persone pensano che una tale pratica violenta sia valida, ma io penso sia
vergognosa. Il fondatore disse che l'allenamento dovrebbe essere piacevole, ma
dipende da voi quanto lo rendete piacevole. Quando potete dire sinceramente al
vostro compagno alla fine dell'allenamento, "Grazie tanto.
Per favore alleniamoci ancora insieme," quella è la pratica migliore.
Se nasce un conflitto fra voi e il vostro compagno e rimane una sensazione
spiacevole dopo l'allenamento, un tale allenamento non può portare alla pace nel
mondo, come voleva il fondatore. Voglio che le mie lezioni siano piacevoli per
tutti i praticanti. Anche se qualcuno ha una ferita ma ciò nonostante vuole
allenarsi gli si deve dare la possibilità di poterlo fare, adattandosi. Avverto
gli studenti di dire ai loro compagni se hanno un gomito o un polso dolente.
Possono sempre praticare sinceramente con il braccio sano. Dico alle persone che
hanno dei problemi alle ginocchia di fare le tecniche in piedi piuttosto di
quelle in ginocchio. Non dovremo praticare incautamente. Il migliore allenamento
è quando ci si preoccupa gli degli altri.
AJ:
Anche se non ci si riesce ad allenare ogni giorno, è più importante avere
un'attitudine seria, non è vero?
Saito: Si. Il fondatore diceva che anche se praticate i
suburi centinaia di volte, perdete tempo se non usate il ki. Dieci volte è
sufficiente se ci mettete tutta la vostra energia. Non è una questione di quante
ripetizioni fate o di quanto tempo dedicate alla pratica. Non si diventa
automaticamente esperti dopo aver praticato per molti anni, e non ci si deve
sentire dei poveri studenti anche se avete studiato per soli due anni.
E' una questione di quanto seriamente coltivate voi stessi. L'allenamento
dovrebbe essere profondo, ed è inutile allenarsi per caso. Dovreste trarre il
massimo dal vostro allenamento. Non importa se praticate poche tecniche,
ricordate sempre che dovrebbero essere efficaci in una situazione reale. Siate
estremamente seri nell'allenamento e non sprecate un solo minuto. A volte vedo
persone fare delle dimostrazioni in cui le tecniche mancano di precisione, anche
se ci provano intensamente.
Questo è deplorevole; farebbero meglio ad allenarsi seriamente visto che ci
dedicano così tanto tempo. Meglio rilassarsi e lasciare scaturire la propria
energia.
AJ:
Tohei Sensei afferma che anche se Ô Sensei diceva ai
suoi studenti di usare tutta la potenza, sembrava che lui fosse rilassato e non
usasse la forza.
Saito: Quando Ô-sensei diceva, "Usate tutta la
vostra forza," probabilmente voleva dire "Siate terribilmente seri," o "Tirate
fuori tutta la vostra energia." Non penso che intendesse che le persone dovevano
sforzarsi ma che dovevano tirare fuori il loro ki dal fondo dell'addome.
All'inizio, gli piaceva dire alle persone di rilassarsi. Quando Abe Sensei
imparò l'aikido da Ô Sensei anche a lui fu detto,
"L'aikido inizia con il togliere tutta la forza." Dovreste rilassarvi e
contemporaneamente tirare fuori tutta l'energia.
AJ: Questo è un concetto difficile da tradurre.
Saito: Ho la stessa difficoltà in Giapponese. Ô
Sensei disse in uno dei suoi poemi, "Una vera arte marziale non può essere
espressa a parole o in lettere. Se osate provarci, Dio non vi permetterà di
continuare." Penso davvero che non si può spiegare con le parole un'arte
marziale. Si deve imparare attraverso l'allenamento, ma allo stesso tempo, non
si deve assumere un'aria di sapienza. Egli ha lasciato due o tre poemi simili.
Tohei Sensei è un uomo veramente rispettabile che è stato molto accurato nei
suoi studi. Quando ero un bambino, Saito Sensei diceva che sarei dovuto
diventare un suo uchideshi.
In Iwama, preserviamo la tradizione non solo nell'allenamento ma anche nella
vita quotidiana.
AJ: Migliaia di
persone sono venute ad Iwama e probabilmente molte altre desiderano farlo. Per
favore ci racconti della vita da uchideshi e delle responsabilità che questo
comporta?
Saito: Ci sono due tipi
di persone che vengono ad allenarsi in Iwama, uchideshi (studenti che vivono
all'interno del dojo) e sotodeshi (studenti che vivono al di fuori del dojo) Per
un uchideshi, il dojo è la casa. A casa vostra pulite e lavate i vostri abiti
ogni giorno e mantenete il giardino in ordine; si dividono i lavori di casa con
tutti. Poiché il terreno del dojo e molto vasto, ci sono molte erbacce e foglie
secche, e non potremmo mantenere il dojo senza aiuto per una o due ore al
giorno. Alcuni hanno dei problemi con queste abitudini giapponesi e tornano a
casa dicendo, "Questo non è quello che pensavo che fosse". Ma gli uchideshi
dovrebbero offrirsi volontariamente per lavorare e ricevere gli insegnamenti con
gratitudine.
Gli uchideshi praticano due volte al giorno. Possono anche praticare liberamente
durante il giorno. I sotodeshi partecipano solo alla lezione serali, tuttavia,
qualche volta, di domenica ci danno una mano nelle pulizie. Imparare le
abitudini giapponesi è più importante. Non dobbiamo allontanarci dalla
tradizione del fondatore solo perché degli stranieri vengono quì.
Venire ad Iwama significa venire ad incontrare Ô-Sensei. Questo dojo non è
cambiato dai giorni in cui Ô-Sensei era ancora vivo. Probabilmente l'unica cosa
che abbiamo cambiato sono le stuoie dei tatami. Persino le toilette non sono
state cambiate, sono esattamente come erano 50 anni fa, e la vasca da bagno è la
stessa che usava Ô-Sensei. Venire quì è come viaggiare indietro nel
tempo ai giorni in cui Ô-Sensei era ancora vivo. Sebbene Ô-Sensei sia morto, quì
ci si può unire a lui nello spirito.
Di mattina se piove ci si allena all'interno del dojo, ma quando è bel tempo
pratichiamo ken o jo all'esterno. Questo è un allenamento molto tradizionale.
Questo tipo di dojo non si trova più in Giappone, immaginiamo nei paesi
stranieri. Questo è un dojo in cui la tradizione viene mantenuta non solo per
quanto riguarda gli allenamenti ma anche nella vita quotidiana. Quindi, vorrei
che gli uchideshi imparassero la tradizione giapponese e allo stesso tempo si
allenassero seriamente per diventare istruttori. Si può imparare le tecniche e
allo stesso tempo formare la propria mente. Iwama offre una grande opportunità.
AJ: Ci sono
persone che pensano che non è necessario praticare ken o jo in Aikido.
Saito: Se fosse stato
possibile rimuovere il ken e il jo da questo mondo, non ci sarebbe stato bisogno
di studiarli. Tuttavia, dei seri praticanti di arti marziali dovrebbero imparare
ad usare l'arco, la spada, il jo e così via dal momento che esistono. Istruirsi
su queste armi significa innanzitutto conoscere alla perfezione come usarle. Il
fondatore diceva che, ken, jo e taijutsu sono un'unica cosa. Quindi,
bisognerebbe praticarle. In realtà, se O-Sensei vedeva qualcuno brandire le armi
all'Hombu Dojo si arrabbiava molto con loro, e lì mostrava solo le tecniche di
armi, senza realmente insegnarle.
Questo forse era dovuto al fatto che chiunque andava all'Hombu Dojo per guardare
la pratica, e O-Sensei non voleva visitatori che assistessero mentre si usavano
ken e jo in modo sbagliato. Sarebbe stato diverso se ci fossero stati de
praticanti che avessero studiato seriamente le armi sin dal principio, facendosi
strada sotto la guida del fondatore. Se O-Sensei avesse visto qualcuno eseguire
i suburi esattamente come lui voleva, penso che evrebbe sorriso del loro
allenamento. Ma, se le persone giocavano con le armi o si cimentavano duramente
nelle tecniche iai, O-Sensei probabilmente si sarebbe arrabbiato e li avrebbe
fermati. Ho incontrato uno di quelli che fece arrabbiare O-Sensei in questo modo
ma disse che O-Sensei non gli disse "Non Usare le armi," ma "Chi ti ha dato il
permesso di usare le armi?"
Saito Sensei lavorava nelle ferrovie facendo dei turni di 24 ore, così poteva
praticare a giorni alterni, per tutto il giorno, le tecniche di armi sotto la
guida di O-Sensei. Quando Saito Sensei insegnava le tecniche di armi alle
lezioni domenicali all'Hombu Dojo,O-Sensei guardava con un ampio sorriso.
Una volta durante la mia infanzia, mentre Saito Sensei insegnava il jo, raccolsi
un bastone e mi misi ad imitare 31 jo kata. Venni a sapere più tardi che
O-Sensei mi osservò dalla sua stanza sorridendo. Penso che fosse una cosa legata
al fatto se le persone praticavano oppure no le tecniche di armi come O-Sensei
gliele insegnava. fortunatamente noi abbiamo avuto Saito Sensei come bellissimo
esempio. Dovremmo copiare il suo esempio, poi, individualmente dovremmo fare un
grande salto. Questo è takemusu aiki, la propria creazione individuale.
Se non si sono mai usate le armi, non si sa come affrontare una situazione in
cui si è realmente attaccati con le armi. Tuttavia, non voglio insistere sul
fatto che chi aspira a perfezionare l'Aikido deve praticare le armi. Il
fondatore le praticava, e la pratica delle armi esiste. Questo è il motivo per
cui noi le pratichiamo. E questo è tutto.
AJ: Tutti sono
d'accordo sul fatto che l'aspetto spirituale è molto importante nell'Aikido di
Ueshiba Sensei; lei cosa fa come allenamento spirituale?
Saito: Non faccio molto.
La casa dei miei nonni si trova dietro al Monte Atago in Iwama. All'incirca sei
anni fa ho fatto misogi là sotto la cascata ogni giorno per poco più di un anno.
Non ho saltato neanche un giorno, sia che piovesse o che nevicasse. Poi un
giorno lessi un articolo riguardo un uomo anziano che trovai interessante, di
nome Sasame, che viveva sul Monte Otake a Okutama, a Tokyo. L'articolo diceva
che egli aveva incontrato Onisaburo Deguchi, così sentii la necessità di
incontrarlo. Dopo essere stato imprigionato in Siberia durante la guerra, Sasame
fu rimpatriato nell'anno in cui io nacqui (1957) e più tardi in quell'anno
visitò Iwama.
Incontrò O-Sensei a Tokyo, il quale gli suggerì di recarsi ad Iwama a pregare al
tempio per recuperare dai segni derivanti dal suo periodo trascorso in prigione.
Ma ritornò a Tokyo perché temeva che avrebbe finito per litigare con O Sensei,
dal momento che entrambi erano piuttosto ostinati. Ho letto molto materiale
filosofico riguardo Sasame Sensei. Sfortunatamente, è morto quest'anno. Egli
aveva anche una stretta relazione con la religione Omoto. Non era esattamente un
seguace ma in passato la disciplina spirituale che insegnava era attinente alla
religione Omoto. Sasame Sensei mi disse, "Ueshiba Sensei deve averti mandato da
me," e io ebbi la stessa sensazione.
Il fondatore diceva che era importante studiare l'unione del mondo visibile e
del mondo spirituale. Sono diventato in qualche modo più aperto al mondo
invisibile in seguito a questi studi. Penso che il mio carattere sia cambiato
almeno un pò. Di solito ero piuttosto rude, ma sono cresciuto imparando ad
abbassare la testa di fronte agli altri. Sa, ora ho 40 anni. (ride)
AJ: C'è un
libro di O-Sensei intitolato Budo scritto nel 1938. Ce ne parlerebbe?
Saito: Quel libro è stato
scritto quando Ô-Sensei era ancora vigoroso. L'Aikido del fondatore all'inizio
non aveva la stessa forma che abbiamo visto nei suoi ultimi anni. in Iwama,
l'Aikido è rimasto quasi esattamente com'era quando il fondatore era nei suoi
anni di massimo vigore. E' un libro importante da leggere per approfondire la
conoscenza sul fondatore e sulla storia delle tecniche.
E' un tesoro, vorrei che ci fossero più opere come questa che mostrano l'Aikido
di Ô-Sensei come lui lo eseguiva nei suoi 50 e 60 anni. Fra poco Saito Sensei
avrà 70 anni, così coloro che iniziano Aikido ora non possono sapere com'era da
giovane, eccetto quel poco che possono conoscere attraverso videocassette e
libri. Tuttavia nel dojo ci sono persone che hanno iniziato a studiare Aikido
quando Saito Sensei era giovane. Attraverso questi che hanno anzianità nella
pratica si può riuscire a capire come fosse Saito Sensei. La relazione fra le
persone nel dojo dovrebbe essere di tipo piramidale. Ô-Sensei è al vertice,
seguito da Saito Sensei, e quindi gli studenti più anziani sul successivo
livello.
Si dovrebbe imparare da persone più esperte. Serve anche trovare altro materiale
dal quale imparare, e il libro è un bellissimo esempio. Le tecniche non
rimangono nel dojo ma continuano a vivere dentro ad ognuno.
AJ: Quando
circa otto ani fa si venne a conoscenza di una possibile vendita del dojo di
Iwama, Saito Sensei costruì un nuovo dojo. Se il dojo e la vecchia stanza di
Ô-Sensei e altre cose scompariranno, pensa riuscirà a mantenere inalterata la
singolare immagine di Iwama?
Saito: Possiamo fare solo
del nostro meglio. Persino se perdiamo il dojo, il tempio rimarrà. Comunque non
dovremmo attaccarci troppo alla forma delle cose. L'Aikido di Ô-Sensei rimarrà
intatto anche se questo dojo scomparirà. L'allenamento dell'Aikido non richiede
un luogo particolare. l'importante è che lo spirito continui a vivere.
Sarei felice se una persona capisse l'insegnamento, tuttavia, naturalmente,
saremmo tutti piuttosto tristi senza il dojo. Se questo dovesse succedere
dovremo fissare un memorial.
AJ: C'è un modo
per garantire la conservazione del dojo?
Saito: Ci sono stati
tanti suggerimenti, incluso quello di fare una colletta per istituire un fondo
di conservazione, o spostare alcune parti del dojo per i posteri, anche solo un
angolo.
AJ: Ho sentito
che alcune persone in Francia hanno incontrato Tamura Sensei e hanno chiesto di
potere smantellare il dojo e spedirlo in Francia, a loro spese, piuttosto che
lasciare che venga distrutto.
Saito: Posso bene
immaginare le persone che desiderano avere il dojo. Patricia Hendricks, una
nostra studente dalla California, dice spesso quando viene quì che il Dojo di
Iwama ha una atmosfera speciale che non manca mai di rinvigorirla.
Noi pensiamo che Iwama sia il vero centro del mondo dell'Aikido, e non abbiamo
esitazioni nell'affermarlo, tuttavia penso che si dica la stessa cosa a Tokyo,
Tanabe e Ayabe. Noi crediamo che l'Aikido abbia avuto origine da qui. E' un
atteggiamento mentale importante che ci può aiutare a realizzare quello che il
fondatore lasciò incompleto.
AJ: Come pensa
che l'aikido si svilupperà da ora in avanti?
Saito: Dipende
dall'attitudine individuale di ciascuno. Se si è pronti per una disciplina
rigorosa come la via marziale richiede, penso che l'Aikido si diffonderà
all'infinito. Tuttavia, non ci sarà alcun progresso se ci si allena con un
compagno che collabora senza nemmeno attaccare seriamente. E' una cosa diversa
se si pratica Aikido solo per salute o per amicizia. Altrimenti nessuno
assomiglierà al fondatore. Nel mondo del sumo, le persone si mostrano gentili
verso i loro superiori proiettandoli. Possiamo ripagare la gentilezza del
fondatore cercando di assomigliargli. Potrei sembrare arrogante ma penso che
dovremmo allenarci con questa attitudine.
Tutti dovremmo fare uno studio approfondito di Saito Sensei. Questo è lo scopo
di chi si allena in Iwama. Dovreste sempre osservare attentamente Saito Sensei e
i più anziani in modo che possiate educarvi profondamente. Avendo avuto come
base gli insegnamenti del Fondatore e di Saito Sensei, vorrei allenarmi
duramente e condividere con tutti, senza sciuparne una goccia, l'acqua che
Ô-sensei bevve dalla fonte. Abbiamo questa responsabilità.
Saito Sensei porta il peso più grande, e io devo essere sicuro di ricevere la
stessa acqua da lui. Anche tutti coloro che sono al dojo ora dovrebbero
riceverla e darla a coloro che ci seguono - benchè prima sia bene berla nel modo
giusto.(ride) Prima bere e poi passarla; questo significa preservare questa
meravigliosa tradizione. Prima di tutto conoscere il fondatore, quindi
aggiungete le vostre idee e poi fare un balzo avanti. Prima di morire il
fondatore disse, "Proseguite con ciò che ho lasciato incompleto." Dobbiamo
chiederci ogni giorno cosa il fondatore ci abbia lasciato da fare.
AJ: Lei
prenderà il posto di Saito Sensei e manterrà la tradizione, ma c'è qualcos'altro
che vorrebbe aggiungere o ottenere?
Saito: Penso che l'aikido
di Iwama vada bene così com'è. Se volessi aggiungere qualcosa di personale, mi
piacerebbe fare più allenamento spirituale, ma non esigerei questo da nessuno.
Mi piacerebbe fare misogi come faceva il fondatore, anche se quello che faccio
potrebbe essere solo un imitarlo. Inoltre voglio accettare la responsabilità di
preservare le forme tradizionali proprio come ha fatto Saito Sensei con tutte le
sue forze.
Comunque, non si può fare niente senza una buona tecnica. Si avranno delle
capacità mediocri e insufficienti se si diventa carpentieri solo per eredità, e
nessuno ci darà da lavorare. Il successo dipende dalle capacità individuali.
Farò ogni sforzo per non disonorare il nome di mio padre, ma non è facile vivere
con questo intento.
AJ: Hitohiro Sensei,
potrebbe dire ancora qualcosa ai nostri lettori per concludere questa
intervista.
Vorrei che tutti imparassero gli insegnamenti tecnici e
spirituali di Ô-Sensei, soprattutto del periodo nel quale era nel suo massimo
vigore, piuttosto che nei suoi ultimi anni. Sicuramente scoprirebbero qualcosa
di particolare che si differenzia dal Daito-Ryu. Anche il Daito-Ryu è bellissimo
e dovremo raccogliere informazioni su Sokaku Takeda Sensei, ma prima di tutto
vorrei che tutti conoscessero com'era
Ô-Sensei
nella sua gioventù.
AJ: Una volta
qualcuno mi disse, "Ô-Sensei eliminò le tecniche di combattimento dello stile ju
jutsu dal vecchio Daito-Ryu e creò un'arte meravigliosa," ma quando chiesi,
"Cosa fosse stato eliminato e quindi cosa fosse proprio dell'Aikido?" la persona
non riuscì a darmi una risposta.
Non dico che tutti debbano praticare Daito-Ryu, ma
studiarlo un pò può aiutarci a capire quali parti sono proprie dell'Aikido e
quali sono state adattate dal Daito-Ryu. Ô-Sensei fu influenzato anche dalla
religione Omoto e da persone come Masahisa Goi del Byakko Shinkokai. Quando ci
si riferisce al pensiero di Ô-sensei, questa domanda riguardo alla sua origine
diventa molto importante.
Saito: Coloro che aspirano a perfezionare l'Aikido dovrebbero studiare le
sue origini.
A meno che non ci sia qualcuno che sia molto meglio di Ô-sensei.
Saito: Come disse Sasame Sensei, " le tecniche di Ô-Sensei sono tecniche
divine, perciò una persona qualunque non sarà in grado di uguagliarle non
importa quanto intensamente si allenerà." Poiché le sue tecniche sono veramente
divine, dobbiamo praticare il più duramente possibile per poter assomigliare a
lui.
AJ: Penso che
sia importante avere un attitudine che dice, "Voglio percorrere tutta la strada
fino al punto che raggiunse Ô-Sensei," o " Voglio andare persino oltre." e fare
del nostro meglio, piuttosto di preoccuparci di quanta strada abbiamo fatto
finora.
Saito: Questo è vero.
Vorrei dire a coloro che desiderano sinceramente imparare Aikido, "Per favore
venite ad Iwama, incontrate Saito Sensei e lasciate che tocchi il vostro cuore e
apra la vostra mente." Questo dojo è unico.
AJ: Hitohiro Sensei, voglio veramente ringraziarla per oggi.
Traduzione: Mirca Mazzavillani