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ESCURSIONE ALLA BASSA DI PEIRAFICA E ALE OPERE FORTIFICATE

COME RAGGIUNGERE CASTERINO

Si arriva a Casterino percorrendo la Statale della Val Roja, sia scendendo dal Piemonte che salendo dalla Liguria. All'altezza di Saint Dalmas de Tende, si svolta in direzione "Casterino" Si percorre una strada molto tortuosa ma magnifica e immersa nei castagni. La prima località che si raggiunge e quella delle "Meches" dove c'e la diga di Casterino, costruita quando ancora questa zona era italiana, e costruita nel 1916, passata poi ai francesi dopo la firma dell'armistizio del 1947, con tutta la sottostante Val Roja.

Passata la località delle Meches si percorrono ancora pochi chilometri e si raggiunge Casterino. Lo si supera e si continua seguendo la strada asfaltata fino a un bivio, si tiene la destra fino ad arrivare subito dopo a un largo, dove si prende una strada sempre asfaltata a destra. Si scende per un km e poi si ricomincia a salire. La strada continua intervallando tratti di sterrato molto bello, a tratti asfaltatti. si supera una galleria costruita anche questa in tempo di guerra e si giunge dopo alcuni km alla bassa di Peirafica, dove sono visibilissimi tre blocchi che spuntano da un grande prato, e l'inizio di un grande fossato anticarro nn portato a termine come quasi tutteleopere della bassa. Queste opere non sono visitabili in quanto l'ingresso e franato, e dai blocchi non si riesce ad entrare. Solo in quella più distante si riesce a entrare. I blocchi sono sulla sinistra salendo, mentre a destra e presente il sopracitato fossato anticarro. Superati i blocchi si arriva a un bivio e si prende a destra. Si passa davanti all'opera 263, composta da un grande malloppo ultimato e allo scavo, dove doveva essere costruito il blocco d'entrata. Continuando si supera una fontana nn più in servizio che porta ancora la lastra di marmo con sopra inciso il nome "fontana Alda" quà si lascia la macchina per andare all'opera 262. Continuando la strada si arriva a un nuovo bivio, si prende sempre a destra e si segue la strada fino a una spaccatura tra una roccia dove la strada prosegue. Si prende a sinistra e si arriva davanti alla batteria del monte agnellino.

opera263

E' un opera non terminata. Un opera che doveva avere due blocchi, uno e rimasto a livello di scavo, e doveva essere quello dell'ingresso, che doveva inglobare anche delle ferritoie per battere il terreno antistante, mentre il blocco con le ferritoie e terminato ed e maestoso. Internamente solo l'ultima parte delle galleria e terminata e rivestita in cemento, quella che porta al blocco. mentre tutta la prima parte e rimasta a livello di galleria scavata nella roccia con ancora presenti al suo interno delle travi di puntellamento del soffitto e mucchi di pietre ancora ordinate che sembrano aspettare di essere messe al loro posto per completare la struttura. Si entra attraverso una botola che serviva da entrata di servizio. La visita e un pò pericolosa in quanto nn si sa quanto il soffitto sia stabile e quanto sostengano le impalcature presenti, in quanto i legni sono abbastanza marci. L'interno è completamente buio e le gallerie molto ampie, quindi e meglio avere torce potenti e stivali o scarponi, in quanto la prima parte si cammina nella terra e fango.

opera 262

LasciATA LA MACCHINA ALLA fontana Alda si prende un sentiero soprastrada. lo si segue passando tra i larici, il sentiero non è molto visibile, ma bisogna puntare verso la parete che si vede sopra a un grande ghiaione. Proprio li si apre un buco con una piccola colonna alta un metro e mezzo in cemento. si attaversa il ghiaione e si giunge all'imboccatura dello scavo. Non e l'ingresso, li doveva venire un blocco armato di mitragliatrice. All'interno c'e un inizio di costrizione in cemento ed è presente il pavimento, mentre la volta non è stata completata, e la roccia viva è a vista. In fondo la galleria e crollata. Per accedere al resto dell'opera bisogna risalire ancora di qualche metro il pendio e scendere sulla destra rispetto al precedente foro. Si arriva ad un altro scavo che doveva ospitare la costruzione un altro blocco. Si entra e seguendo il tunnel, rimasto solo a livello di galleria nella roccia, si giunge ad ul altra apertura che doveva essere l'ingresso. Opera piccola e non completata. Anche questa e rimasto solo a livello di scavo, anche se in certi punti e stata iniziata l'opera di rivestimento. Le volte in roccia sono stabili non sembrano pericolose, ma e meglio non fidarsi troppo. L'opera è piccola e le aperture illuminano anche l'interno dell'opera, quaindi basta una torcia normale.

opera del monte agnellino

La batteria del monte agnellino è spettacolare. Forse l'opera che fino ad ora mi è piaciuta di più. I tunnel e i corridoi sono molto ampi, i due ingressi sono muniti e protetti da caponiera. Entrando dall'ingresso più alto si incontra il locale del generatore e il serbatoio del carburante, mentre nell'altra più alta sono presenti le latrine. In mezzo un enorme camerone lungo quasi 50 metri con in mezzo delle tramezze che formano le stanze logistiche e un locale adibito a cucina con tre camini nel soffitto. Dal camerone si aprono quattro corridoi che portano ai quatro blocchi corazzati per medi calibri. I blocchi contenevano ognuno un cannone anticarro che batteva la bassa di peirafica. I blocchi sono complertati anche all'interno dove si notano i binari dove scorrevano i cannoni per il brandeggio.

osservatorio

Sopra la batteria del monte agnellino c'è l'osservatorio. Purtroppo non è più accessibile se non nella parte del corridoio e le scale che portano all'ingresso all'interno del malloppo. Il blocco e stato trasformato dai francesi in una stazione di ricezione e trasmissione del segnale telefonico e altro. Sulla sommita del monte un numero svariato di postazioni armi all'alperto, formate da scavi semicircolari e protetti sulla parte anteriore da piccoli muretti di pietra.

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