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Vi siete mai chiesti come mai bambini imparano l’alfabeto pur non sapendo né leggere né scrivere? Come possono riconoscere la lettera A se non hanno un' informazione di riferimento a cui associarla? Come fanno a capire che uno più uno fa due se non conoscono i numeri? Appare scientifico, ma non lo è. Nessuno può costruire una cosa dal nulla o riconoscere qualcosa che non ha mai visto. Tutto ciò che apprendiamo ci viene suggerito dall’imitazione. Gli uomini nei secoli si sono copiati a vicenda costruendo castelli di informazioni ed anche castelli di pietra. Ogni cosa che noi produciamo, la facciamo ricopiandola da qualcosa che c’era già. Ma qual è l’obiettivo di questa imitazione? Perché passiamo la vita nel copiarci a vicenda? Le informazioni in teoria servono per facilitarci la vita, per salvaguardare la nostra esistenza, che per altro è effimera in questo immenso universo spazio temporale. Eppure le informazioni si sommano fra di loro in una babele di dati che diventano sempre più complessi, sempre più sofisticati, dividiamo l’atomo, sommiamo le stelle e continuiamo a scontrarci con quello che chiamiamo ignoto. Il comunicazionismo si impone di delimitare questa nostra ricerca all’interno di confini accessibili alla nostra natura. Sappiamo che un oggetto può essere diviso infinite volte e pertanto sappiamo che non saremo mai in grado di conoscerlo a fondo. Con la metafisica, l’arte parte dal presupposto opposto, ovvero che esiste un mondo che noi non conosciamo e di cui cerchiamo gli echi, i richiami lontani, siamo pertanto in grado di delimitare ciò che è conosciuto differenziandolo da ciò che non lo è. Il comunicazionismo riconosce l’origine |
dell’informazione all' interno di una sfera spirituale, filosofica, riconosce il limite della scienza nello spiegare la nostra relazione interpersonale e ci viene in aiuto esplicando quello che in termini comunicazionistici è il discernimento del caos. Se con la scienza possiamo catalogare ciò che conosciamo, con il comunicazionismo possiamo comprendere ciò che ci resta di conoscere: l’immensità, l’ignoto, il futuro e la fortuna. Oggi si fa sempre più uso di strumenti di comunicazione di massa, abbiamo i telefonini, la televisione, il computer, internet, la carta stampata ed in ogni cosa che ci circonda ormai esiste un design ed un packaging, siamo continuamente bombardati da informazioni di ogni tipo, da pubblicità che ci portano a pensare ed a riflettere su quello che realmente ci serve. Io, come altri, ho raggiunto il limite oltre cui esiste solo confusione, disordine, incomprensione. E' normale che a questo punto la nostra reazione sia il rigetto, la semplificazione e lo smantellamento di quello che è il nostro sistema informativo. Ecco perché il comunicazionismo si esprime attraverso un linguaggio semplice, quasi infantile, limitato nella sua espressione, proprio da questa mancanza di messaggi importanti, e di quella ridondanza che è l’informazione pubblica. Nasce comunque da una necessità naturale che l’uomo ha di comunicare, di capire, di giudicare il mondo che lo circonda. Le mie opere ripartono dalla semplicità più assoluta, dalla carta straccia, dal colore piatto diventando ogni giorno più complesse, ma sempre e soltanto autentiche, sempre e soltanto espressione di quella necessita di comunicare la meraviglia del mondo che mi circonda, la poesia, la fantasia di questo creato per alcuni cinico e crudele, per altri miracoloso e splendido, dove la scienza ed il capitalismo si arrovellano nel giustificare la decadenza ed il comunicazionismo trova invece la voce della fantasia. Comunicazionismo è un neologismo, cioè una parola nuova per indicare un concetto nuovo. Ad essa con il passare del tempo sono state aggiunte derivazioni particolari: prima comunicazionismo base, cioè il comunicazionismo delle origini fortemente legato al surrealismo, di seguito il comunicazionismo dame in cui sono state inserite figure con valore ipnotico, successivamente si passa al comunicazionismo scritto dove l’intervento astratto trascende nella scrittura del messaggio poetico. Ultimo è il comunicazionismo politico il quale possiede gli strumenti dei precedenti ed in più una costruzione decorativamente preziosa. p.s. “L’artista è il vero mediatore religioso del genere umano” Schlegel. In seguito è nato il comunicazionismo mariano che si distingue dai precedenti ricercando una maggiore forza metafisica attraverso il decorativismo iconico. esso si è evoluto nel comunicazionismo filosofico che unisce la triade religione, arte e filosofia. Enrico Del Rosso |
Qui a fianco: una rappresentazione multimediale con tecnologia Flash in ad uso dimostrativo del procedimento comunicazionista. |
A sinstra: un video che dimostra l'evoluzione del comunicazionismo nell'animazione.
Sotto: una dimostrazione giornalismo comunicazionismo nel web. |
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(Sito di zapping fra i giornali del web) |
Lezioni sul Comunicazionismo
Questa piccola raccolta di video, prodotta il 18-03-2015, è un'opera didattica destinata a chi vuole migliorare la propria conoscenza nell'ambito del comunicazionismo. |
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Lezioni sul Comunicazionismo | Comunicazionismo Base |
Comunicazionismo Dame | Comunicazionismo Scritto |
Comunicazionismo Politico | Comunicazionismo Mariano |
Comunicazionismo Filosofico | Comunicazionismo Animato Sperimentale |
Conclusione lezioni |
Comunicazionismo Digitale Il Comunicazionismo Digitale si distingue dai precedenti per l’uso dello strumento elettronico. seppur mantenendo la filosofia base che rifiuta la ricerca spasmodica della tecnologia, accetta tuttavia un influenza congenita di alcune forme di comunicazione informatica. L’uso dello strumento deriva dalla volontà di produrre un opera cui superficie risulti più astratta possibile, effetto ritenuto matericamente fortemente estetico ed ipnotico. L’uso dell’oro viene tuttavia messo da parte e sostituito con una texture iper-complessa prodotta anch’essa attraverso sofisticati calcoli matematici. Si ottiene cosi una suddivisione del processo artistico, da un lato l’opera pittorica viene indirizzata verso uno stile espressionista e gotico, dall’altro quest’opera digitale, indirizzata verso un optical ed una pop-art.
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Lo strumento informatico permette quindi un maggiore uso della forma astratta, geometrica legata se vogliamo a formule matematiche prodotte attraverso l’uso della logica, del concetto nel nostro cervello, ed è grazie a queste che possiamo amplificare il potere comunicativo del pop iperbolizzando il significato estetico della forma stessa, astratta, simbolica, grafica o comunque espressiva ovvero al di fuori del contenuto rappresentativo. La regola è quindi l’uso della forma iconica assommato a quella astratta. Si nota come il nostro cervello percepisca immediatamente una forma calcolata, una forma ordinata prodotta dall’intelligenza umana, creando immediatamente un interrogativo significante, una necessita di decifrarne il contenuto. Questa necessità stimola pertanto il cervello creando un emozione, una sensazione di appagamento o di insicurezza, incertezza nel risultato, con cui possiamo giocare al fine di un espressionismo astratto polarizzato dal significante iconico. |