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Gocce di resina


di Mauro Corona
edizioni Biblioteca dell'Immagine

 

 

"La resina è il prodotto di un dolore, una lacrima che cola dall'albero ferito. Gocce dorate, gialle come miele, che non scappano via, non fuggono come l'acqua, non abbandonano l'albero. Rimangono incollate al tronco, per tenergli compagnia, per aiutarlo a resistere, a crescere ancora. I ricordi sono gocce di resina che sgorgano dalle ferite della vita".

Ancora Erto e i suoi personaggi, una miniera inesauribile, al centro di quest'ultima fatica letteraria di Mauro Corona, noto alpinista e scultore - da qualche anno anche scrittore - della valle del Vajont. Una serie di brevi racconti, quasi dei quadretti un po' naïf che raccontano la vita difficile di queste valli negli anni passati, una raccolta di aneddoti a volte tristi, se non addirittura tragici, a volte lievemente umoristici, sempre autentici, mai stravolti dall'intervento dello scrittore. Ne viene fuori un affresco corale di personaggi, tra cui anche l'autore, resi duri da un ambiente ostile, minati dalla povertà e dall'alcolismo, ma sempre dotati di una dignità che neppure la grama vita in quella che era una delle vallate più povere ed isolate delle Alpi friulane riesce a scalfire.
Ricordi che Corona paragona a gocce di resina, che come la resina, nel bene e nel male, aiutano a vivere.
f.d.

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 L'autore:

Nato nel 1950 ad Erto (PN), dove è sempre vissuto, Mauro Corona ha svolto da giovane diversi lavori, tra cui il cavatore di pietra e il  boscaiolo, cominciando ad intagliare il legno per passatempo. Divenuta una passione, ne ha affinato la tecnica e l'arte nello studio dell'affermato scultore Augusto Murer, che l'ha accolto nel suo studio di Falcade. E' così divenuto uno degli scultori lignei più apprezzati d'Europa. 
Contemporaneamente si è dedicato all'alpinismo e all'arrampicata. A lui si deve principalmente la fama di cui gode la palestra di Erto, divenuta uno dei luoghi "di punta" per l'arrampicata sportiva in Italia. Alpinisticamente si è dedicato soprattutto ai monti di casa, le cosiddette "Dolomiti d'Oltrepiave", nei gruppi del Duranno, Spalti di Toro e Monfalconi, Pramaggiore, Col Nudo, ricercando linee nuove di salita ed aprendo circa 250 vie nuove, quasi tutte con difficoltà oltre il quinto grado, nell'ottica del completamento dell'esplorazione di questi gruppi montuosi, bellissimi nei loro slanci verticali, ma aspri, e forse per questo un po' negletti dagli alpinisti. Ha salito più di un centinaio di volte il famoso Campanile di Val Montanaia, su cui ha tracciato anche vie nuove di difficoltà estrema. Ha inoltre al suo attivo un centinaio di salite solitarie, mai pubblicizzate. Ha debuttato come scrittore nel 1997 con "Il volo della martora", raccolta di poetici racconti, con prefazione di Claudio Magris, edita da Vivalda. L'opera ha vinto il Premio ITAS al Festival del film di montagna a Trento.

Bibliografia:


 
Le altre recensioni:
Una passeggiata nei boschi di Bill Bryson- ed. TEA
Il racconto del Vajont di M. Paolini e G. Vacis - ed. Garzanti
Le Alpi contese di M. Mestre - ed. CDA
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