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Spiro Dalla Porta Xidias
DONNE IN PARETE
Nordpress Edizioni, Chiari (Bs) pag. 144; cm 15x21; 48 foto euro 18,50

Giunto al suo trentaduesimo libro, Spiro Dalla Porta Xidias affronta un tema raramente approfondito: quello dell'alpinismo femminile attraverso alcune figure di indubbia fama. Più generalmente possiamo dire che tratta il tema della bellezza attraverso una carrellata di protagoniste il cui contributo alla storia dell'alpinismo ha segnato delle pietre miliari, aggiungendovi quella grazia, quella femminilità che in un'interpretazione estetica della montagna e della scalata aggiunge una definitiva corrispondenza, un toccante completamento, una sorprendente perfezione. Il primo dato che ne esce è che alla preminenza maschile si aggiunge, senza nulla perdere in maestria, la singolarità femminile con in più una soggettività preziosa e rara, epica e toccante nella dinamica con i compagni di cordata. Da esperto regista l'autore solleva il sipario e sul palcoscenico, illuminato da un riflettore che ne cerca l'anima e le ragioni della loro passione, si succedono donne e ragazze a formare, a fine volume, un insieme corale assolutamente antiretorico, carico di umanità e di normalità (si veda il rapporto con le persone amate) come si conviene a qualsiasi ragazza che sappia obbedire istintivamente a un imperativo esistenziale e morale e che sia determinata a vivere secondo i propri ideali. Si comincia dalle portatrici carniche sui fronti della Grande Guerra (ma viene in mente anche Teresa, la portatrice di Tita Piaz sugli Spalti di Toro che a piedi scalzi portava mastodontici pesi da far rabbrividire) e si prosegue con Luisa Fanton, Paula Wiesinger, Mary Varale e Ninì Pietrasanta chiudendo un primo periodo storico. Si prosegue, avvicinandosi ai tempi nostri, con Bianca di Beaco, Silvia Metzeltin Buscaini, Tiziana Weiss, Luisa Jovane, Nives Meroi e concludere con Ariella Sain, prima accademica triestina recentemente nominata. Di questi ritratti evidenziano le caratteristiche per lo più comuni (che fanno quindi pensare) della fedeltà al compagno di cordata a cui si è legati anche nella vita; il curriculum alpinistico nella varietà degli ambienti (ad esempio della Metzeltin, della Jovane, della Sain con le sue 130 vie nuove) che dà la vera misura dell'intraprendenza e del valore di un alpinismo di ricerca e di esplorazione sempre perseguito; la pubblicazione a corredo dei testi dell'autore di frammenti di diari, articoli e affascinanti riflessioni di pugno delle protagoniste, ulteriore chiave per capire in diretta il carismatico incanto che emana dalla loro femminilità non offuscata dalle caratteristiche tecniche e dell'elencazione delle imprese; la prevalenza di alpiniste che ruotano attorno a Trieste, alle Carniche e alle Giulie a riaffermare, bandiera da sempre fatta sventolare da Spiro, il ruolo di questa città quale terzo polo dell'alpinismo italiano.
E infine un'ultima nota di immenso valore. La vita di queste donne in pantaloni e giacca a vento è spesso accompagnata da dolori e lutti in cui la donna è da sempre depositaria, quasi da un privilegio a lei destinato che rende umanissima la loro vita e insostituibile la loro presenza e l'apporto che ne deriva. L'operazione fatta da Spiro era ad altissimo rischio perché si poteva cadere nel ritratto scontato e di colore, mentre invece l'autore ha saputo mantenere un tono di grande correttezza e verosimiglianza senza rinunciare al suo stile esemplare ricco di introspezioni poetiche, senso etico e incisiva ambientazione storica. In conclusione una lettura coinvolgente ed interessante, un affresco convincente ricco di particolari inediti che ci dice come delle singole storie di formazione all'alpinismo si possa giungere in assoluto a una storia personale di grande vitalità e all'ascesi come dono finale ed impagabile dell'andare per monti.
Dante Colli
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