Cime dei Musi (m 1866)
Prealpi Giulie



Punto di partenza: strada per Passo Tanamea (m 691)
dislivello: 1170 metri
difficoltà: EE

 


L'ambiente:

per Monti Musi si intende il settore centrale della lunga ed apparentemente uniforme catena montuosa che limita a nord-est la pianura fiulana. Chiuso a nord dalle catene del Gran Monte e del Monte Chiampon, isolato dalla settentrionale e solitaria testata della Val Resia, ha mantenuto integro il suo fascino selvaggio.
Il sinuoso accesso stradale, che consente di raggiungere la Valle dei Musi, per poi sconfinare in territorio sloveno, percorre l'angusta forra profondamente incisa dal torrente Torre, il cui millenario deflusso ha diviso le catene del Gran Monte e del Chiampon, in questo tratto caratterizzato da incredibili spioventi erbosi che gli conferiscono un aspetto surreale e fantastico.
L'asprezza dei Monti Musi consente poche soluzioni escursionistiche, da affrontare comunque con un minimo di preparazione e cautela, sia in considerazione della carenza di letterattura descrittiva che per l'elevata umidità di questa zona, in cui si rileva il massimo valore pluviometrico della regione.
Dal fondovalle, animato da solitarie e dimenticate borgate, la catena appare come un complesso accorpamento di strutture tondeggianti, la cui sovrapposizione crea un susseguirsi di alte dorsali separate da grandiosi e selvaggi canaloni. Un tuffo in un ambiente primordiale, severo e trascurato dall'intervento antropico, anche se il tratto superiore è ben attrezzato con cavo metallico.

Il percorso:

si parte dalla strada per Passo Tanamea, alla terza briglia sul torrente Mea (tabella segnavia CAI nei pressi - quota m 691). Attraversato il greto del torrente si segue una trattorabile che risale pendii prativi verso un prefabbricato e si prosegue lungo un sentiero che volge a sinistra. Si raggiunge così lo sbocco del grandioso canale del Rio Taporamo, profondamente inciso tra le dorsali rocciose dei Monti Tamor e Picoliccia. Lo si attraversa e si imbocca il marcato sentiero che, con numerose svolte, risale il ripido pendio erboso del M. Tamor, interrotto da numerosi affioramenti rocciosi e da sporadici arbusti. Un passo roccioso per il superamento di un impluvio fa guadagnare una selletta erbosa sul crinale (m 1080), da cui il tracciato prosegue in lieve discesa tagliando l'acclive versante opposto. Attraversato un impluvio interessato da un franamento che occulta momentaneamente il sentiero, si oltrepassa un tratto esposto su pareti strapiombanti raggiungendo la successiva grande forra detritica del Rio Zatodra, cosparsa di enormi macigni. Si risale quindi la sponda opposta fin sotto una fascia dirupata. La si sormonta seguendo il marcato sentiero che, prima per zone erbose, poi sul fondo di un rio ed infine lungo un canale erboso, giunge ad una selletta sotto un vasto mugheto (m 1450). Si prosegue tra i mughi fino allo spallone che collega l'avancorpo del M. Ruscie al pilastro roccioso sommitale. Qui si trova il bivacco Dino Brollo, vero nido d'aquila con visuale aperta sull'intero versante meridionale dei Musi. (ore 3.00).
Dal bivacco si punta verso lo spigolo roccioso sovrastante, dove il percorso, ripidamente inciso tra zolle erbose e gradini rocciosi, è facilitato da un cavo e da fittoni metallici. Dopo un centinaio di metri così attrezzati si prosegue per roccette e gradoni fino all'ampia e detritica cresta sommitale (ore 3.45).
La cima sovrasta la selvaggia testata della Val Resia e la visuale spazia a 360 gradi sulle Alpi Giulie occidentali ed orientali, le Alpi Carniche e le Dolomiti Orientali. Particolarmente suggestivo appare il sottostante circo detritico, rinserrato tra erte lavagne rocciose che inghiottono tutte le acque di scolo, convogliandole oltre mille metri più in basso nel copioso "Fontanon del Barman".

 

Discesa:

per la via di salita (ore 2.15 circa).

 

Cartografia

Carta Tabacco 1:25.000 foglio 026 Prealpi Giulie, Valli del Torre

 



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