Punto
di partenza |
Passo Fedaia (2044
m), raggiungibile in due modi:
- risalendo la Val di Fassa fino a Canazei, da cui una
strada asfaltata conduce, attraverso le frazioni di Alba e Penìa,
al Pian Trevisan (1717 m) e successivamente sulla sponda del
grande bacino idroelettrico della Fedaia, all'altezza del passo
(12 km da Canazei);
- risalendo la Val Cordevole fino a Caprile, da dove si
imbocca la strada della Val Pettorina che, attraverso Rocca
Piètore e Sottoguda, raggiunge la bella conca di Malga
Ciapela (stazione di partenza della funivia della Marmolada):
una strada, asfaltata ma molto ripida, conduce al Passo Fedaia
(19 km da Caprile).
All'inizio del lago, in versante fassano, sorge il bel Rifugio
Castiglioni alla Marmolada, presso il quale è consigliabile
lasciare l'auto.
|
Descrizione |
Dal Rifugio
Castiglioni si prende il sentiero 601
("Vièl del Pan"), che inizia ad inerpicarsi ripidamente
sulle falde prative della Catena del Padòn. Mano a mano che si
sale, il fronteggiante Ghiacciaio della Marmolada è sempre più
imponente e spettacolare. Raggiunto un panoramico
poggio erboso (2349 m, h 0,40)
si lascia il sentiero principale per prendere una traccia sulla destra che
traversa quasi orizzontale i ripidi prati e, con un'ultima
salita tra splendidi pascoli, conduce alla sella prativa di Porta
Vescovo (2478 m, h 1,15). Qui
sorge la stazione di arrivo della funivia in partenza da Arabba,
possibile accesso alternativo. Nei pressi della stazione funiviaria sorge
anche il Rifugio
Porta Vascovo. Bella vista sulla Marmolada
e, sul versante opposto, sul Gruppo di Sella,
sul quale emerge la piramide del Piz Boè (3151 m). Da qui ci si
dirige a destra (indicazioni per la "Via Ferrata delle Trincee"),
dove appare evidente la scura cima della Mèsola,
la più alta elevazione del sottogruppo del Padòn. Tralasciando la
traccia che conduce in breve all'attacco della ferrata (difficile ed
esposta), si prosegue in piano tra prati e macereti, finchè si giunge
alla base di un evidente canale erboso che sale ripido fino alla forcella
di divisione tra le due cime della Mèsola (Occidentale ed
Orientale, h 1,25). Abbandonato il
sentiero, si risale detto canale, con fatica
ma senza alcuna difficoltà, a parte la grande ripidezza che impone una
certa attenzione, fino alla forcelletta cui fa capo (h
2); sull'altro versante precipita una verticale
parete rocciosa su un tetro canalone che confluisce in Val
d'Ornella (bella veduta sull'abitato di Arabba). Da questa forcelletta è possibile, utilizzando l'ultimo
tratto della ferrata (di minore difficoltà) che sale a sinistra,
raggiungere la vetta occidentale della Mèsola,
la meno elevata; per salire alla vetta orientale, si deve proseguire per
una traccia sulla destra che si inerpica con diversi tornanti sulla cresta
fino ad un ripiano con grandi massi (caverna di guerra, h
2,15), alla base dell'appicco roccioso terminale della Mèsola.
Di qui il sentiero prosegue in grande esposizione per una esigua
cengia che aggira un aereo spigolo: aggirato questo spigolo,
dovrebbe essere possibile raggiungere il versante orientale e di qui
facilmente la vetta. A causa della mancanza di materiale di assicurazione,
l'ultimo tratto di salita non è stato affrontato. Il ritorno si effettua
per lo stesso itinerario di salita in h 1,30. |
Tempo totale |
h
4 - 4,30 |
Difficoltà |
EE |
Dislivello |
circa
700 m |
Ultimo sopralluogo |
agosto
'94 |
Commenti |
Periodo
consigliato: metà giugno - fine settembre
Itinerario molto panoramico; nonostante la
relativa brevità, è piuttosto faticoso, e non risulta del tutto chiaro
il proseguimento dell'itinerario dal terrazzino con i grandi massi:
secondo il libro di Visentini, infatti, dalla forcelletta di divisione tra
le due cime, con alcune svolte il sentiero condurrebbe direttamente sulla
cima più alta. In realtà, il percorso non sembra così elementare.
|
|