Mi presento...

Sono nato a Borgo d'Ale, in provincia di Vercelli, il 31/8/1967. Scommetto che molti di voi mi avranno già calcolato il segno zodiacale. Per chi non l'ha fatto confermo che sono un vergine, oppure una capra per il calendario cinese. Ascendente leone, di quelli che ruggiscono o belano a seconda delle evenienze. Altri di voi si saranno invece chiesti dove hanno già sentito questo strano nome di paese. Borgo d'Ale... Mmmm, mumble mumble... Da dove salta fuori?... A parte essere uno dei caselli dell'autostrada Milano-Torino (o Torino-Milano a seconda di dove la si prenda), il mio paese natale è un ridente centro ortufrutticolo, famosissimo alcuni anni addietro per le pesche, ora in parte sostituite dai kiwi. Di professione però non faccio nè l'agricoltore nè lo scrittore, bensì il bancario. Semplice impiegato, intendiamoci. Fisicamente sono alto 198 centimetri, peso 77 chili, ho gli occhi azzurri, le orecchie un po' a sventola e il naso alla Gobbo di Notre Dame. Proprio un bell'uomo, non c'è che dire! Non ci credete? E allora cliccate qui. Oltre a scrivere mi piacciono la musica, il cinema, le donne (l'ordine è casuale), l'esoterismo in generale e il reiki in particolare.

Come sono diventato uno scrittore?

Per caso. Risposta scontata, vero? Senza alcun dubbio, visto che quasi tutte le persone impegnate nel campo artistico rispondono così alla domanda sul come hanno incominciato a scrivere, a suonare, a dipingere, a fare gli attori, i registi, eccetera. In effetti anch'io rientro nel predetto criterio di casualità, dal momento che lo spunto mi è stato involontariamente fornito da un amico. Costui, un bel giorno, mi fa notare che le storielline che mi inventavo al solo scopo di divertirci avrebbero potuto trovare una collazione migliore, ovvero in un libro. Un'annotazione semplice, sbadata, ingenua, eppure dall'effetto travolgente. Da allora la pulce riguardante la possibilità di scrivere un libro ha incominciato a gironzolarmi nell'orecchio, sempre più fastidiosamente, tanto da spingermi, un mesetto dopo, a metterla in pratica.

Era la fine di ottobre dell’anno 1997. La raccolta kiwi era appena terminata e io, ancora poco convinto, mi sono seduto davanti al computer. L'ho guardato. Mi ha guardato. Gli ho proposto: "Proviamo?": Mi ha risposto: "D'accordo!". Fu così ho iniziato a costruire personaggi separati, senza alcun legame fra di loro, irrazionalmente fiducioso nel fatto che la trama si sarebbe creata da sola. In effetti andò esattamente in questo modo. La trama si è davvero creata da sola, nel senso che accendevo il computer senza avere la minima idea di cosa ci avrei scritto, ma una volta posate le dita sulla tastiera ecco che arrivavano immagini, sensazioni, parole. Tantissime, inaspettate, veloci, come pure le dita che strimpellavano libere con pochissimo controllo da parte mia. Ancora adesso mi chiedo come possa essere successo. Mi ero sempre immaginato che per scrivere bisognasse avere in mente un'idea ben chiara da sviluppare e invece ho avuto conferma di quanto avevo letto parecchi anni fa a proposito di non mi ricordo più quale musicista che aveva rivelato la natura 'casuale' delle sue canzoni, come se qualcuno, non lui, lo guidasse nel momento in cui imbracciava una chitarra. Beh, anche a me è capitata la stessa cosa, solo che al posto della chitarra avevo la tastiera del computer.

Non pensate però che sia stato facile, che mi sia seduto e… "Boom!", in un attimo abbia scritto la storia. Sì, d'accordo, le idee mi sono venute veloci, casuali e improvvise, ma la loro elaborazione non è stata altrettanto rapida, anzi… Numerosissime sono state le correzioni e le ore di lavoro. Le trame iniziali, che di getto avevano imbrattato il video del computer, si rivelavano sempre delle semplici bozze meritevoli di moltissime modifiche e ampliamenti. E così, di correzione in correzione, l'opera ha preso forma, la scultura si è delineata, l'armonia anche, il dipinto pure. Questo è stata la mia esperienza. Non è stato facile, ripeto. Ha richiesto impegno, dedizione, ore e ore di lavoro, ma ne è valsa la pena. Provate e capirete.

E poi?...

Nel giro di un anno, dall'ottobre '97 all'ottobre '98, ho scritto cinque racconti che nei sei mesi successivi ho poi ripreso, uno per uno, per ulteriori ampliamenti. Un anno non è tanto lungo, eppure in quei dodici mesi ho scoperto di essere cambiato tantissimo, di vedere le cose in modo diverso. Quando rileggevo qualcosa scritto anche solo poche settimane prima mi rendevo conto di aver tralasciato un sacco di dettagli, particolari a volte clamorosi, che però all'epoca mi erano completamente sfuggiti. Però, quanto si cambia! E con il cambiamento ho potuto percepire tante cose nuove, che mi hanno praticamente 'costretto' a riscrivere i racconti originari, frutto di una vena scribacchina adolescente, vivace ed entusiasta, ma ancora ingenua, superficiale e poco matura. Non poteva essere diversamente.

E allora?

E allora “Operazione Betulla” (ex "L'australiano di Sirio") è solo il primo episodio di una pentologia, ossia una saga di fantascienza in cinque episodi che coinvolge personaggi ricorrenti in diverse avventure non necessariamente legate fra di loro, ma che possono essere prese anche come puntate a sè stanti. Avventure bizzarre, ironiche, drammatiche, sentimentali, un attimo sconce e l'attimo dopo illuminanti, che per quanto fantasiose possano essere si fondano su fatti reali, su esperienze che persone in carne e ossa hanno vissuto, io compreso. Avventure complete quindi, con così tanti argomenti che ben difficile le si può collocare in un preciso contesto e nelle quali ognuno potrebbe trovare validi spunti di riflessione, anche voi.

Tutto qui?

Nemmeno per sogno! Nel 1999, grazie all'imbeccata del vicino di casa, ho iniziato a scrivere un racconto poliziesco, che di capitolo in capitolo è diventato un romanzo in due versioni: "Supposizioni mortali". Quindi, nel 2002, ho scritto "Pregare la Pace", in seguito divenuto “Il condottiero e la stratega”, inserito al primo posto nella home page perché lo ritengo il più importante, sia per la maggior cura della sintassi rispetto agli altri, ma soprattutto per le tematiche in esso trattate. Inoltre, nel 2003, insieme al predetto vicino di casa, abbiamo scritto "Faccia d'Angelo - biografia di Roberto Rosato”, ex difensore di Torino, Milan e Genoa, oltre che della Nazionale, quella, tanto per intenderci, che ha vinto gli Europei del 1968 ed è giunta seconda nei Mondiali del 1970.

Infine...

Altre idee mi frullano per la zucca, tra cui il sesto capitolo della pentologia, un racconto per bambini e un secondo romanzo poliziesco. Tuttavia preferisco prendermi una piccola pausa, nel senso che, dopo tanto scrivere, è bene che smaltisca gli arretrati dei libri da leggere, che nel frattempo non ho smesso di acquistare ma che purtroppo sono riuscito a leggere solo in minima parte. Chissà che la lettura non fornisca ulteriori spunti, anzi, di sicuro lo farà...

Perché divulgare su internet?

Perché le decine di tentativi presso le varie case editrici sono stati infruttuosi, a parte la pubblicazione dei primi due episodi della pentologia, usciti in 1.500 esemplari ciascuno e poi scemati dopo una sola edizione. Mi rendo conto che la divulgazione sul web non mi apporterà il becco di un quattrino, ma quanto meno avrò la soddisfazione che qualche navigatore si imbatterà in queste pagine, trovandole magari interessanti e meritevoli di lettura, un risultato senza dubbio migliore rispetto alla mortificante giacenza nel cassetto, o meglio nell'hard disk.

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