live report a cura di [Max]

Pur non essendo un cultore del genere hc melodico e del suono americano "moderno", e pur non amando molto i grandi festival (in cui vedi molti gruppi ma per un tempo molto limitato), anche quest'anno mi ritrovo al Deco. Molti dei gruppi li avevo già visti e rivisti e la mia curiosità era soprattutto per gli Anti-Flag, che mai avevo visto all'opera. Ma andiamo con ordine. Arrivo a Lampugnano prima delle 13, ma per quasi un'ora la cassa accrediti non apre (idem i cancelli). In base al programma il concerto avrebbe dovuto iniziare alle 13.30, ma c'è già un'ora buona di ritardo. Quando finalmente si entra mi siedo a consumare il mio panino guardandomi i Minnie's, hc melodico da Milano. Li conosco poco ma non mi dispiacciono: aprono il set con uno dei pochi pezzi che conosco (Goofy se non sbaglio) e mi colpiscono la bella voce del cantante e l'ottimo batterista. Bravi. Poi ci sono i 1208. Questi mi sono totalmente ignoti, mi ricordano un po' i vecchi Offspring, ma sinceramente mi dicono poco: il cantato è abbastanza incazzato ma il suono ha ben poco di originale. Finito loro esco a vedere la prima session di evoluzioni sulle varie rampe: sono all'opera quelli del motocross, ma faccio in tempo a vedere solo un paio di numeri, poi una pioggerellina fastidiosa costringe all'interruzione. Intanto recupero gli amici emiliani (che ringrazio della compagnia!) e rientriamo per vederci i Movement, la mod band danese già presente allo Street Beat Festival, che mi fa confermare la buona impressione che avevo avuto: un punk semplice, diretto, con divagazioni verso ritmi un po' skankeggianti e dai testi politicamente impegnati (alcune canzoni sono presentate come "antifascist-song"). I tre poi tengono il palco alla grande, fanno un'ottima scena e riescono a farsi apprezzare dal pubblico che a poco a poco aumenta (anche se il paragone con l'edizione dell'anno scorso a Bologna non si pone: l'affluenza è stata molto inferiore…a mio modo di vedere la cosa è comprensibile poichè alla fin fine i gruppi sono sempre quelli, la gente si romperà anche le palle no?). Una delle migliori esibizioni della giornata, senza dubbio.
Arriva il momento degli Yellowcard e la mia ignoranza la fa di nuovo da padrona. Da ciò che ho capito sono l'ultima rivelazione made in usa (strano che non arrivan dalla California ma dalla Florida), con più di un milione di copie vendute. Vabbè vediamoceli. Sul palco si presenta un tipo con un violino e li mi sovviene di aver visto il loro video, il cui brano viene eseguito per primo. Il pubblico sembra apprezzarli non poco e in alcuni momenti c'è un discreto pogo; loro tengono il palco molto bene, fanno un gran scena (il violinista si rende protagonista di un salto mortale all'indietro -perfettamente eseguito- da in cima una cassa), ma tutto sommato non mi lasciano sto gran ricordo…Meglio uscire e vedere due trick di skate (non che sia un appassionato, ma visto che ci sono…). Tocca ai tedeschi Beatsteaks, che mi interessava vedere. Li conosco ben poco ma non possono non piacermi. Innanzitutto per il look pazzo del cantante (occhialazzi bianchi tipo 3-D, felpone a righe nero-verdi, calzettoni fino sotto al ginocchio…assurdo), ma anche per il tipo di sound, più improntato al punk che non all'hc melodico. Inoltre infarciscono di cover la loro mezzora, proponendoci Where eagles dare dei Misfits, un accenno (fatto benissimo!! Peccato non l'abbian fatta tutta!) a Guns of Brixton che mi emoziona, e una So lonely (spero di intitoli così) dei Police in chiusura. E ci sta pure una dedica a Joe Strummer.
Con gli MxPx invece si torna al classico skate-punk, molto più apprezzato dal pubblico che scatena un bel macello e si fa sentire in più di un'occasione con dei gran cori. La discografia del gruppo mi pare che sia piuttosto sconfinata, io ho ben poco, per cui riconosco solo un paio di song, la prima (Responsibility) e l'ultima (PunkRock Show). Ciò che non capisco è perché in alcune canzoni suonino in 3 (le altre volte che li avevo visti erano sempre in 3) e in altre in 4…mah…Mi dicono che a un tratto i due chitarristi si sono lanciati e scambiati le chitarre, ma purtroppo mi sono perso la scena. Esco per l'ultima volta per vedere la seconda session di motocross, ma a causa della pioggia precedente le rampe sono da asciugare. Sembra tutto a posto, parte il primo pilota e…roba da Real Tv: arriva troppo lento e si schianta davanti a noi contro il supporto della rampa di atterraggio…I soccorsi tardano ad arrivare, noi torniamo dentro, ma poi ho saputo che il tipo per fortuna si è rialzato. Qualche minuto di attesa e attaccano gli Strike Anywhere, che sono stati la (mia) sorpresa della giornata. Non avevo la minima idea di chi fossero, pensavo alla solita roba California-style, invece cazzo se spaccano! Un sound potente (anche se con qualche sfumatura melodica a volte), una voce incazzosa e gridata, cori molto sostenuti e una gran scena (e credo anche testi abbastanza impegnati): devo procurarmeli! La maggior parte delle persone invece già li conosceva e si scatena in un gigantesco circle-pit. Prima che inizino gli Slackers intervisto Lukas dei Movement che si dimostra molto gentile, disponibile e ci porta anche un paio di birre. Torno in sala a vedermi i newyorkesi e il loro ska-rocksteady che mi piace molto e che crea un po' di "stacco" con il resto della giornata. Eseguono subito i brani che conosco, quelli dei sampler Hellcat, ma anche le restanti canzoni (una delle quali viene dedicata a Joe Strummer e Johnny Cash) sono molto divertenti e la gente balla felice. La fame sta per prendere il sopravvento, così mentre fuori vanno gli skate e le bmx mi prendo la pausa-panino, giusto in tempo per tornare sotto il palco per i Pulley, uno dei pochi gruppi hc melodico che veramente mi piace. Da poco è uscito un album nuovo e alcune canzoni sono tratte da esso, ma anche i vecchi brani più famosi (Working Class Whore, Outside, Second Best, Cashed In) non vengono dimenticati. A un certo punto il cantante si rivolge al pubblico chiedendo se qualcuno conosce i Raw Power e i Negazione, ma ben in pochi lo cagano…Mi sono piaciuti molto, senza dubbio.
Siamo ormai al piatto forte della manifestazione (almeno per me), con i grandi Anti-Flag, il gruppo per cui fondamentalmente ero lì. Un assolo del batterista introduce i 3 frontman, con cantante crestato e bassista con la classica cravatta bianca. Rank-n-file, una delle più belle dell'ultimo album, è la prima, seguita da Police Brutality. Io sono preso benissimo, scatto continuamente foto (si prestano bene come soggetti, anche se, muovendosi come dei matti, a volte sfuggono all'obiettivo), anche se dopo solo due canzoni ci fanno sloggiare dalla zona fotografi…Non avendo molto tempo a disposizione la scaletta è per forza di cose ridotta: da The Terror State estraggono ancora Turncoat, Mind the G.A.T.T. e la violentissima You can kill the protester but you can't kill the protest. Di vecchio si ascoltano Underground Network, Got the Number, l'immancabile Die for Your Governement e qualcos'altro che non mi ricordo. Un'ottima prova, ben suonata, ben cantata: non mi hanno deluso, se non per gli slogans lanciati (da una band così tanto impegnata mi aspettavo qualcosa di più intelligente del classico "Fuck Bush, Fuck Berlusconi").
Per me praticamente la serata volge al termine. Lo so, ci sono ancora i LagWagon, ma essendo il gruppo che più mi fa cagare in assoluto, oltre a scattar loro un po' di foto, non li seguo con molta attenzione. Inoltre stanno on stage pochissimo, poco più di 10 canzoni, lasciando delusi molti fans.
Chiudono il festival i Pennywise, una delle colonne portanti dell'hc melodico. Pur avendoli sempre ascoltati, non mi hanno mai fatto impazzire (con l'esclusione di Land of the Free, che secondo me si alza una spanna sopra gli altri dischi) e così, vista l'ora tarda (per la metro: è quasi mezzanotte e non ho voglia di passare l'ennesima odissea post-concerto al mazda palace in cerca di autobus notturni e/o sostitutivi che mi conducano dall'altra parte della città), mi vedo 3 canzoni (una dall'ultimo e due vecchie di cui non mi viene il titolo…sorry!), scatto le ultime foto e me ne torno a casa, soddisfatto della buona giornata di musica e contento di non essermi affatto annoiato come pensavo (vedi scorso Deconstruction…). [Max]